Viaggiare in Italia: Montefiascone, perla dell’Alto Lazio e terra del vino
“Il palazzo fu costruito come una fortezza, con saloni, sale da pranzo, stanze da letto convenienti alla dignità di un papa, ma ora è in parte cadente, sia per vecchiaia che per incuria…” – Pio II, papa

Montefiascone è un nome singolare assegnato a un’attraente cittadina sita in provincia di Viterbo. Definita anche la “perla dell’Alto Lazio” è oggi, come nel passato, una tranquilla meta di villeggiatura.
Ricca di elementi paesaggistici naturali, situata sul fianco di un cratere vulcanico che delimita il lago di Bolsena, è posta a 600 metri di altitudine sul livello del mare.
Apprestandosi a visitare l’antico borgo, il visitatore, favorito anche dalla presenza di antiche mura, si può percepire come proiettato in una realtà dalla suggestiva atmosfera che appartiene a un tempo lontano.
Appartenente al territorio della Tuscia, Montefiascone trova l’origine del suo nome in diverse interpretazioni. Una delle quali viene spiegata con l’espressione mons faliscorum in riferimento ai falisci, popolazione qui approdata dopo la distruzione del centro per mano dei romani. Un’ipotesi, meno probabile, suggerisce che il nome Montefiascone deriverebbe dall’espressione mons phisconis, di derivazione greca.
Testimone di un passato illustre, in Montefiascone si sono identificate tracce di civiltà antiche. Ritrovamenti che raccontano di un insediamento precedente a quello della civiltà di Villanova, il cui periodo risale ai secoli IX – VIII a.C. Probabile in zona è la presenza degli Etruschi: a documentarlo sono due aree templari.
Indiscussa è invece la presenza dei romani, durante la quale la città conosce una certa fortuna favorita anche da un sistema viario ben articolato: ne è esempio la via Cassia, la cui realizzazione risale agli anni che vanno dal 170 a.C. al 150 a.C. Si racconta che il primo nucleo di insediamento romano si trovasse presso la basilica di San Flaviano: a testimoniare tale presenza è un recupero di tracce di necropoli e di mausolei.
Nel periodo delle invasioni barbariche il paese rafforzava le sue difese con possenti mura, al fine di impedire a orde di barbari l’ingresso nel centro abitato. Ne è esempio la Rocca dei Papi, in seguito meta previlegiata dei papi in fuga da Roma.
Nel medioevo, in virtù della sua posizione dominante sulla vallata, il centro assumeva una notevole importanza strategica. Era il 1093 quando Montefiascone veniva messa sotto assedio da Enrico IV, anche se famiglie nobili del luogo, fra cui i Farnese, la difendono egregiamente. Anche Enrico V e la sua corte, diretti a Roma per la consacrazione papale del sovrano, sostavano a Montefiascone intorno al 1100.
Secondo la leggenda, in questa circostanza compariva il nome di Johannes Defuk, vescovo tedesco aggregato al seguito del sovrano e ‘conquistato’ dalla qualità del vino locale. Si racconta che Defuk avesse incaricato Martino, il suo servo, del compito di esplorare la zona per scoprire vini pregiati. Arrivato a Montefiascone, Martino avrebbe segnalato un’antica osteria, con un’espressione rimasta storica: Est! Est!! Est!!!, per indicare l’eccezionale bontà del vino lì prodotto.
Successivamente, nel 1185, anche l’imperatore Federico Barbarossa, consapevole dell’importanza strategica della fortezza, si recava a Montefiascone.
In seguito la cittadina diventava un importante centro della chiesa; per essere poi invaso per un breve periodo, intorno all’anno 1315, dai ghibellini.

Sarà Papa Martino IV, nel 1281, soggiornando presso la Rocca dei Papi, ad abbellirla con decorazioni e ornamenti che tanto ricordavano un palazzo principesco. Si racconta che il pontefice fosse goloso delle anguille pescate nel lago di Bolsena, motivo questo per cui Dante Alighieri nella Divina Commedia lo colloca nel cerchio dei golosi.
Era il 1315 quando la fortezza veniva messa sotto assedio per questioni inerenti a conflitti interni alla chiesa.
Durante la cosiddetta cattività avignonese (1309-1377) erano i legati dei papi a essere presenti in Montefiascone, sostituendosi ai papi alla guida del governo. Anche papa Urbano V, tornato a Roma da Avignone nel 1367, si stabiliva alla Rocca dei Papi per la villeggiatura.
Era infine l’anno 1463 quando per la Rocca dei Papi iniziava il declino, anticipatore della decadenza a cui la cittadina sarà soggetta durante il Rinascimento. Nel 1534 Alessandro Farnese, con il nome di papa Paolo III, veniva eletto al soglio pontificio; da abile diplomatico qual era cercava di mettere in atto una politica di pacificazione tra le varie autorità ecclesiastiche in conflitto fra loro. Mentre la Rocca dei Papi, abbandonata a se stessa, diventava un luogo fatiscente, e Montefiascone cadeva in una sorta di oblio: non era più la residenza estiva dei papi.
Per arrivare al 1657 quando la città era devastata dalla peste che mieteva numerose vittime. Come pure il terremoto del 1695, di ampia entità distruggeva quasi del tutto la vicina Civita di Bagnoregio.
Nel 1798 i repubblicani francesi invadevano lo stato pontificio, e Montefiascone era vittima delle loro razzie. Anche i “Cacciatori del Tevere”, nel 1860, cercavano di occupare la zona: fermati però dalle truppe del papa che ne riprendevano il controllo. Nel 1870 la città, già occupata dalle truppe di Nino Bixio, veniva annessa al Regno d’Italia.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale anche Montefiascone pagava il suo tributo di vittime. Lo stesso accadeva nel secondo conflitto mondiale, durante il quale Montefiascone era vittima di bombardamenti aerei da parte delle truppe alleate.
Una figura da ricordare, nativa di Montefiascone, è Lucia Filippini; fondatrice dell’ordine omonimo e grande benefattrice. Santificata nel 1930, le sue spoglie sono tuttora custodite nella cripta della chiesa di Santa Margherita a cui hanno preso parte celebri artisti quali il Bramante e Antonio Sangallo il Giovane. Dedicata ad una ragazzina, le cui spoglie giungevano dalla lontana Antiochia, dove viveva e dove era morta in nome della fede cristiana. La costruzione dell’edificio è attribuita alla scuola di Arnolfo di Cambio, mentre la sagrestia custodisce esemplari di oreficeria sacra.
Oggi, simbolo della città anche per la sua imponente cupola, considerata la terza più grande d’Italia è insieme alla Rocca dei Papi uno dei maggiori richiami di Montefiascone.
Altro importante esempio di architettura religiosa è il Duomo. Dedicato a San Flaviano, martire della chiesa cattolica, giunto a Montefiascone durante la sua prigionia che ne ha anticipato la morte.

Di origine medievale, la basilica di San Flaviano è un esempio di architettura romanica-gotica. Eretta ai margini dell’abitato, in prossimità dell’antica via Francigena, la chiesa di San Flavianoè stata edificata a partire dall’XI secolo, per subire poi modifiche e rifacimenti nei secoli XIII e XV.
Composta da due edifici sovrapposti, ovvero due chiese orientate in senso opposto l’una dall’altra, l’interno della chiesa inferiore è diviso in tre navate che terminano con tre absidi schierate ad arco, mentre le colonne sono sormontate da capitelli, alcuni decorati con scene simboliche. Mentre nel catino dell’abside trova spazio un’immagine affrescata del Cristo Pantocratore affiancata da figure di santi. La chiesa superiore, che si raggiunge da quella inferiore grazie a una scala situata al termine della navata destra, è anch’essa composta da tre navate contrassegnate da una serie di archi sostenuti da basse colonne.
Anche la facciata della Basilica è costituita da due costruzioni sovrapposte: la prima è formata da tre archi in stile gotico, ma soltanto da quello centrale si apre un portale che ne consente l’ingresso. A sormontare i tre archi è una loggia rinascimentale con colonne che si estendono lungo tutta la facciata, mentre alla sinistra della chiesa trova posto un campanile a vela. Menzionata in una bolla di papa Leone IV, all’indirizzo dell’allora vescovo di Tuscania, la chiesa è citata nel documento come il luogo “dove riposa il corpo del beato martire Flaviano”.
Sempre nella basilica di San Flaviano è stata inumata la salma di Johannes Defuk, il già citato vescovo tedesco che durante il ritorno da Roma, dove aveva assistito all’incoronazione di Enrico V, era stato attratto dalla bontà del vino locale sostando a Montefiascone fino al giorno della sua morte.
È stato il servo Martino a curarne la sepoltura all’interno di San Flaviano, con un’iscrizione sulla lapide che recita: “Per il troppo EST! qui giace morto il mio signore Johannes Defuk”.
Inoltre, nella basilica di San Flaviano è conservata la Cattedra di Urbano IV e alcuni affreschi di scuola romana e toscana risalenti del XIV secolo. Purtroppo, sia la struttura come gli affreschi non godono di una buona conservazione.
Il nome di Antonio Sangallo il Giovane torna con una sua opera presso la chiesa di Santa Maria in Montedoro. Chiesa a pianta esagonale, situata in una zona periferica del paese, edificata su progetto di Antonio Sangallo il Giovane, è luogo di raccoglimento e singolare suggestione.
Quale esempio di architettura civile è la Rocca dei Papi, che ha legato la sua origine e il suo sviluppo alla presenza dei papi in Montefiascone. Con posizione prospiciente il lago di Bolsena è stata edificata intorno al 1260 per incarico del pontefice Urbano IV.
Successivamente, è Alessandro VI Borgia a volerne la ristrutturazione adattandola alle armi da fuoco. Si racconta che alla sua realizzazione abbiano partecipato artisti del calibro di Michelangelo, Bramante e Antonio Sangallo il Giovane. All’interno del quale trova posto anche il Museo dell’architettura. Dalla Rocca si può ammirare uno dei panorami più suggestivi di tutta la Tuscia viterbese.
Centro importante di produzione agricola e vinicola, durante il mese di agosto Montefiascone ogni anno è protagonista di un evento importante: la Fiera del Vino, la cui prima edizione è avvenuta nel 1958. Da cui, all’interno della manifestazione, nasce il corteo storico in cui si rievoca la leggenda che ricorda l’episodio di Johannes Defuk, il prelato che aveva incaricato Martino di scrivere sulla porta di ogni locanda l’espressione ‘est’!, nel caso in cui avesse trovato del buon vino. Con il tempo frase diventata storica.

Che dire ancora di Montefiascone, luogo ideale per cloro che decidono di trascorrere una vacanza all’insegna della natura e dell’arte?
Elementi che fanno della cittadina della Tuscia un gioiello da conservare e da apprezzare, oltre che luogo dal fascino indiscusso, grazie anche al suo affaccio sul lago di Bolsena.
Circondata da spazi ambientali ampi, da ricordare sono anche Marta, Capodimonte e Bolsena, cittadine che punteggiano le sponde del lago. Attrezzato per praticare sport acquatici: nuoto, vela, surf e pesca il lungolago è dotato di strutture alberghiere atte ad accogliere gli ospiti, anche grazie ad aziende dedicate all’agriturismo.
Inoltre, la cosiddetta ‘perla dell’Alto Lazio’, a coronamento di un paesaggio già di per sé particolarmente attraente, propone offerte gastronomiche invitanti a base di pesce del lago e di carni, il tutto accompagnato dal famoso vino locale.
Written by Carolina Colombi
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