“Lo sguardo su Venezia” documentario di Simone Marcelli: che cosa ne è stato della città di un tempo?

“Nel 1857 un certo Giovanni Busetto detto Fisola trasformò la spiaggia del Lido dotandola di un moderno stabilimento balneare sulla moda europea, che già aveva conquistato il litorale di Rimini, Viareggio e Livorno…”

Lo sguardo su Venezia di Simone Marcelli
Lo sguardo su Venezia di Simone Marcelli

È attraverso un racconto dal titolo eloquente, Lo sguardo su Venezia, che l’attrice Ottavia Piccolo porta lo spettatore ad assistere ad un documentario d’eccezione.

Realizzato dal regista Simone Marcelli, il filmato è inserito a pieno titolo nella programmazione del Pordenone Docs Fest 2022, anche per l’importanza storica che Venezia ha avuto nel corso dei secoli. Un racconto che si snoda lungo un ampio arco temporale, ponendo al centro della narrazione luci e ombre che hanno contribuito a fare della città lagunare quello che è oggi.

Ma, come è nata l’idea del documentario Lo sguardo su Venezia, che in seguito ha suggerito la realizzazione di un libro?

Si racconta sia nata da un incontro avvenuto nel 2019 fra il regista Simone Marcelli, l’attrice Ottavia Piccolo e lo storico del cinema Carlo Montanaro. Occasione, in cui la discussione si è concentrata sul futuro della Serenissima, tenendo conto dello sguardo attento dell’osservatore.

“Nella seconda metà dell’Ottocento la quantità di persone che potevano permettersi una vacanza era minoritaria, tuttavia il turismo cresceva…”

Venezia, città straordinaria, è sempre stata un’ambita meta turistica, grazie anche al mito che è stato creato intorno ad essa.

Ed è proprio sulla questione del turismo che si sofferma la Piccolo, raccontando della sua evoluzione lungo il corso degli anni, e ponendo l’attenzione sul fenomeno che va sotto l’espressione ‘turismo di massa’.

In passato, il turismo era riservato a una élite di persone facoltose e appartenenti a un elevato ceto sociale, oppure appannaggio di personaggi dello star system, o ancora, di scrittori e intellettuali che di Venezia ne hanno decantato l’indiscusso fascino. Da molti criticato, al turismo di massa si è attribuita la causa di alterazioni del fragile ambiente lagunare, in certi casi vittima di un’esagerata spettacolarizzazione.

Prova ne è il passaggio delle navi da crociera, di stazza troppo ingombrante per transitare in prossimità della laguna e non danneggiarne l’habitat. Ed è proprio la laguna una delle peculiarità che di Venezia ne hanno fatto il mito intramontabile di città romantica per definizione.

La laguna attraversata dalla gondola, tipica imbarcazione adatta a guadare i suoi canali.

Canali che sono protagonisti di un panorama spettacolare, e rappresentati in pittura da grandi artisti, Canaletto in primis. Artista vedutista per antonomasia, il Canaletto ha immortalato Venezia e le sue intramontabili vedute in suggestivi spazi pittorici.

“La gondola è l’emblema della creazione immaginaria veneziana, venne sostituita dal vaporetto, ma non fu eclissata. Da mezzo di trasporto si trasformò in mito romantico…”

Ed è anche sulla figura di Canaletto (Antonio Canal, Venezia 1697-1768) che si focalizza la narrazione della Piccolo, supportata dall’intervento di storici dell’arte quali Tomaso Montanari, che dell’esponente del Vedutismo consegna allo spettatore una cronaca quanto mai esaustiva.

Il Vedutismo, genere pittorico che a metà del Settecento ha incontrato un grande favore di pubblico a livello europeo, vuole le sue rappresentazioni realizzate con estremo rigore descrittivo e prospettico.

Oltre che tramite l’uso di pennellate calde e luminose, che hanno dato vita a immagini pittoriche nitide e concepite come vedute prima percepite nella mente, grazie alla vista, e poi realizzate anche con l’impiego della camera ottica e dei suoi principi tecnici: altro momento focale della dissertazione documentaristica.

L’utilizzo della camera ottica e la fotografia sono strettamente legate alla pittura vedutista, ampiamente illustrate da Carlo Montanaro, storico del cinema ed esperto della materia, che nel documentario di tale disciplina dà un’ampia delucidazione. Un aspetto originale di alcuni scorci propri del Vedutismo è l’inserimento nella scena, in una sorta di montaggio fotografico, di monumenti appartenenti ad altri luoghi.

Ed è grazie a riflessioni attente, da parte della Piccolo, che lo spettatore partecipa ad aspetti di questa espressione artistica che ha attratto molti viaggiatori, i quali hanno raggiunto Venezia nei secoli XVII e XVIII, dando impulso ad un turismo inteso in senso moderno. Che a molti ha dato un input per intraprendere viaggi anche di carattere sentimentale, grazie all’immagine di città romantica a cui Venezia da sempre è legata.

Un fatto degno di nota, sempre legato al fenomeno del turismo, è la nascita del Lido e degli alberghi di lusso quali il Grand Hotel, dove in passato la borghesia stabiliva la propria residenza per soggiorni più o meno lunghi.

Lo sguardo su Venezia di Simone Marcelli
Lo sguardo su Venezia di Simone Marcelli

Senza voler trascurare un evento importante quale è la Mostra Internazionale del Cinema; nata negli anni Trenta del Novecento ha offerto di Venezia l’immagine di una città frequentata anche dal jet set.

Quindi, luogo anche di emulazione da parte di alcuni, abbienti o meno abbienti che fossero; qualificando Venezia come un’icona, definizione che ancora oggi le appartiene.

Il turismo, per quanto sia una fonte economica di rilievo, è stato anche motivo di alterazione del fragile contesto ambientale veneziano: una questione importante su cui continuare a discutere.

Ed è grazie a interventi di addetti ai lavori che nel documentario si fa il punto della situazione, lanciando una sorta di provocazione, metaforicamente parlando; con il solo fine di salvare la città da un continuo e possibile deterioramento.

Cosa ne è stato della Venezia di un tempo? Non ancora così affollata da persone che in molti casi non rispettano una città tanto singolare quanto delicata?

Così si domandano coloro che partecipano al dibattito, coinvolgendo lo spettatore in tale problematica. E ancora, Venezia conserva in sé l’essenza cullata dall’immaginario collettivo, ovvero di centro spettacolare per definizione?

La città, ma soprattutto coloro che la amministrano, sono oggi ancora in tempo per ripensare la città e salvaguardarne le bellezze artistiche e ambientali di cui è custode?

Risposte, che però sembra tardino ad arrivare, anche perché il problema non è di facile soluzione.

Forse, riscoprendo la vera essenza di Venezia, con uno sguardo attento alla sua originalità, è possibile salvarla da una totale decadenza.

Alcune realtà imprenditoriali e culturali del centro storico operano in questo senso, e andrebbero quindi sostenute economicamente dalle amministrazioni locali e centrali, affinché di Venezia si valorizzi soprattutto l’identità.

“Un tempo Venezia attraeva per la ricchezza di suggestioni di un tempo sospeso chi desiderava concedersi una fuga romantica…”

In conclusione, Lo sguardo su Venezia, eccellente documentario, è motivo di riflessioni, come spiegato da Ottavia Piccolo.

Innanzitutto sulle trasformazioni di cui la città è stata oggetto nel corso del tempo, con un occhio rivolto a una prospettiva futura e ai progetti da concretizzare per mantenere l’integrità di Venezia: quella che le apparteneva.

“La Venezia ottocentesca viveva un continuo conflitto irrisolto tra identità storica e modernità, sinonimo di industrializzazione…”

 

Written by Carolina Colombi

 

Info

Programma Pordenone Docs Fest

 

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