“La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità” di Lilli Gruber: il coraggio di una reporter

“La più grande corrispondente di guerra del Novecento.”

La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità di Lilli Gruber
La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità di Lilli Gruber

Così afferma Lilli Gruber nella sua ultima fatica letteraria: La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità, pubblicata nel 2021 da Rizzoli.

Libro dedicato a Martha Gellhorn che, come dichiarato dall’autrice, non vuole essere una biografia della giornalista, ma solo l’omaggio a una donna esempio e modello di determinazione.

“Ritrovai Martha anni dopo, quando ormai avevo scelto di diventare una giornalista come lei. Era entrata giovanissima in un circolo ristretto di grandi corrispondenti di guerra della stampa americana…”

Ma, chi era Martha Gellhorn?

Certamente non si può liquidare la figura di una reporter al di fuori degli schemi conosciuti solo per aver occupato il ruolo di moglie dello scrittore Ernest Hemingway. Perché Martha è stata molto di più.

Pioniera del giornalismo esercitato soprattutto dai fronti di guerra, Martha ha lasciato una traccia importante della sua esistenza, votata a una professione scelta fin da giovanissima.

Nonostante oggi, il mestiere di giornalista abbia assunto connotati diversi rispetto al passato dove, per imporsi in una professione allora di appannaggio prettamente maschile una donna doveva lottare con le unghie e con i denti, per vedere affermato il proprio talento.

“Per la prima volta da mesi, Martha Gellhorn è tornata a volare. È la fine di ottobre del 1943 e si è imbarcata su uno dei lussuosi idrovolanti che impiegano meno di due giorni per attraversare l’Atlantico…”

Ma perché la giornalista e scrittrice Lilli Gruber ha sentito il bisogno di scrivere di Martha? Per ricordarne il coraggio, innanzitutto.

La Gellhorn è stata infatti una corrispondente di guerra che non ha esitato a mettere in gioco la propria vita, affrontando pericoli e situazioni rischiose su molti fronti bellici pur di realizzare servizi e reportage memorabili. Con l’unico scopo di raccontare i fatti a cui ha assistito: compito prioritario di una giornalista che si rispetti. Imperativo a cui Martha ha risposto con onestà intellettuale dimostrando di svolgere il compito che si era data con tenacia e determinazione.

“La destinazione successiva di Martha è Parigi, liberata nell’agosto del 1944…”

Saint Louis (Missouri) è la città in cui Martha Gellhorn vede la luce nel 1908 da una famiglia di stampo progressista, nel cui contesto i genitori stabiliscono con i figli un rapporto schietto e aperto.

Nonostante l’atmosfera apertamente liberal, l’ambiente famigliare va stretto a Martha, che presto raggiunge l’Europa per dare concretezza al proprio progetto di vita.

È il 1936 quando raggiunge il Vecchio Continente per documentare la guerra civile di Spagna.  Circostanza in cui scopre di essere innamorata di Ernest Hemingway e condivide con lo scrittore l’esperienza bellica; assistendo nel frattempo alla genesi del suo capolavoro Per chi suona la campana. Mentre Hemingway, almeno in questa occasione, in merito all’approccio di corrispondente di guerra, è prodigo di consigli verso la sua compagna.

Martha Gellhorn
Martha Gellhorn

Nel 1939 Martha raggiunge la Finlandia per coprire un conflitto durante il quale la Russia attacca il territorio finlandese con pesanti incursioni aeree. Circostanza in cui il giornalista Indro Montanelli incontra Martha, e con lei, a suo dire, intreccia una breve storia sentimentale. Ma, per andare oltre il gossip messo in giro da Montanelli di cui non si ha certezza, occorre ricordare che l’impegno di Martha è totalmente concentrato a dare voce a coloro, spesso vittime di guerra, che voce non ne hanno.

È il 1940 quando la Gellhorn si reca a Londra, città devastata dai bombardamenti della Luftwaffe, dove si sta preparando lo sbarco in Normandia (operazione Overlord).

In Italia, invece, si trova nel 1943 per coprire una guerra fra le più sanguinose di cui si abbia memoria.

Per entrare poi nel 1945 nel campo di sterminio di Dachau, prima giornalista donna a mettervi piede. Rimanendo inorridita dallo spettacolo che le si presenta davanti, in assenza del più piccolo segno di umanità.

In seguito sarà in Vietnam, guerra di cui vuole denunciare le menzogne raccontate dalla propaganda americana, investendo così la sua esistenza a fare del buon giornalismo, di cui oggi c’è estremo bisogno, come sottolinea l’autrice. Con tutte le peculiarità che tale professione prevede, ovvero attenersi ai fatti e raccontarli con il più assoluto rigore, non senza averne verificato prima le fonti.

“Martha preferisce andare dove sa di poter incontrare il volto della guerra. Per esempio in un ospedale vicino alla base Usa di Quy Nhon…”

Infine, gravemente malata, è il 1988 quando Martha Gellhorn pone fine ai suoi giorni nella sua casa, diventata negli ultimi tempi il suo unico rifugio.

Lasciando in eredità scritti dal registro di scrittura asciutto ed essenziale, quanto preciso e puntuale nella scelta delle parole, dai quali si evincono qualità umane e intellettuali di grande spessore.

“Gli articoli della Gellhorn sul Vietnam vengono pubblicati nel settembre del 1966 da ‘The Guardian’…”

A dare completezza a una narrazione davvero intensa, alcune interviste realizzate dall’autrice rivolte a figure impegnate nel mondo dell’informazione, soprattutto ad inviati su diversi fronti di guerra.

Di cui un nome eccellente è il marito dell’autrice. Che, secondo il parere della Gruber, ha tenuto sempre un profilo troppo basso nell’essere rappresentante di un giornalismo onesto, con tutti i crismi che tale professione richiede.

Lilli Gruber - Photo by CheTempoCheFarà 2019
Lilli Gruber – Photo by CheTempoCheFarà 2019

Realizzato grazie a una minuziosa ricerca storica La guerra dentro riferisce sì della storia di Martha Gellhorn, ma si fa anche riverbero delle storie di altre donne coraggiose che hanno ‘osato’, per rispondere alla passione di una professione rischiosa ma dal sicuro fascino.

Un profilo quanto mai esaustivo e interessante quello di Martha Gellhorn tracciato da Lilli Gruber, che rivela essere una volta di più non solo una giornalista, ma anche una scrittrice attenta e di assoluta qualità descrittiva. Che ha dato alle stampe un libro dal titolo evocativo e ricco di pathos; manifestando ancora una volta di aver centrato in pieno l’obiettivo che si è prefissata: raccontare di Martha e delle sue vicende professionali e personali. Che, come già detto, l’hanno vista unirsi in matrimonio con Hemingway, da cui poi si è separata e divorziata, anche per il temperamento istrionico dello scrittore, che è stato sì un grande romanziere, come afferma l’autrice, ma non così altrettanto capace come giornalista.

“Il suo sguardo sull’isola, in questo reportage, risente del clima degli anni Ottanta, in cui il liberismo trionfa a scapito della giustizia sociale. Martha è più che mai una pacifista convinta e una critica feroce al capitalismo sfrenato…”

 

Written by Carolina Colombi

 

 

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