“Adelasia del Sinis” di Eliano Cau: un romanzo ambientato nella Sardegna del Quattrocento

Eliano Cau, l’autore di cui parliamo oggi, una volta mi aveva detto che quello che fa di una poesia, una poesia, è il ritmo, la musicalità che conferisce carattere e tempo.

Adelasia del Sinis di Eliano Cau
Adelasia del Sinis di Eliano Cau

Le parole, in una poesia, non si possono scegliere a caso, ma devono avere nel segno e nel suono quella accordatura che rimanda al suo senso. Non solo al significato, perché se il significo è oggettivo, il senso è aderente alle emozioni del momento, e della persona.

Quindi, dice il nostro autore e poeta, la parola non può mai essere banale. L’ho sentito perdere la sua saggia calma per essersi trovato di fronte a parole banali in prosa o in versi. La parola deve essere ricercata, preziosa, usata con parsimonia per regalare a chi legge tutte le sensazioni, il colore, e il gusto che può sprigionare. Deve arricchire e toccare il cuore, non solo transitare un significato.

Ecco, Eliano Cau, nel suo romanzo Adelasia del Sinis (Condaghes 2021), scrive sicuramente in prosa, ma senza mai dimenticare la sua anima culturalmente poetica. Il libro è quindi di spessore, che regalerà forti emozioni a chi ama la prosa, e saprà saziare la fame di poesia a chi legge un romanzo di narrativa cercando una cifra di scrittura elevata.

Le metafore, le descrizioni, le pennellate dei personaggi volano alte, con tutta l’intensità delle parole, a volte ricercate, a volte semplicemente eleganti, che compongono il fraseggio narrativo del romanzo.

Quando commento un libro parto spesso dalla prima sensazione dopo l’ultima pagina. Perché credo che quella sia l’impronta digitale del testo. Con Adelasia del Sinis alla fine rimani turbato perché l’autore ti ha portato così dentro la storia che la sofferenza della giovane donna diventa la tua sensazione, ma ti rimane anche la soddisfazione di aver viaggiato su una bella scrittura ricercata.

Il romanzo racconta di una moglie, madre e donna autentica. La storia dell’amore, del dolore e delle traversie della protagonista immaginata verso la fine del Quattordicesimo secolo, nel centro della Sardegna. In un villaggio di pescatori vicino al mare, nella zona di quella che oggi si chiama Oristano.

L’autore lo chiarisce subito nella prefazione: non è un romanzo storico. È la vicenda di fantasia di Adelasia e del marito Pere (pescatore benestante) calata perfettamente nel contesto storico dell’epoca, anche con grande ricchezza di riferimenti reali agli anni cruciali del governo di Eleonora D’Arborea. Ma non è un romanzo storico perché fondamentali non sono gli avvenimenti di fine Milletrecento, quanto l’amore, osteggiato dalla sofferenza, dei due sposi.

L’ambientazione, ovviamente con Eliano Cau, è una fedele ricostruzione dell’epoca. Con i cibi, con le case, le capanne e viaggi a cavallo o col carro che restituiscono tutte le sensazioni dello scorrere della vita in quegli anni. Lo scrittore si sofferma sull’introspezione dei personaggi facendoci vivere dall’interno le ansie, le paure, le gioie e le loro speranze. Erano tempi difficili, dove si poteva morire facilmente per una malattia o per un’incursione di pirati arrivati dal mare. E tutta questa precarietà della vita rimane l’asse poetico portante dell’intero romanzo.

Eliano Cau
Eliano Cau

Il libro inizia con la protagonista in fin di vita che detta le sue memorie a uno scriba, non per i posteri in generale, ma per lasciare a suo figlio Comita, allontanato dalla famiglia per un ratto dei pirati, una traccia precisa e drammaticamente autentica delle sue origini.

La storia è quindi la discesa all’inferno di una madre, ma una discesa all’inferno eroica, con dignità e orgoglio. Tale che il romanzo è un monumento ad Adelasia, come dice Eliano Cau nella quarta di copertina, che “… pur non appartenendo alla aristocrazia, aristocratica lo è nel nome e nell’anima; un essere speciale, nobilitato dagli accadimenti del crudo destino che la perseguita. Adelasia è questo, un coacervo di pena: sposa innamorata, madre tragica, amica leale, donna violata…”

E con queste definizioni dell’autore la storia è servita, perché c’è dentro tutto. Le speranza di una bella ragazza, figlia della sua terra, che incontra un amore felice, felice nei sentimenti ricambiati, ma infelice per quello che la donna deve subire; per la violenza terribile di una mano esterna; per la durissima lotta con un morbo che piano piano le porta via tutta la vita; e per la disperazione del distacco del figlio.

Tutto questo è narrato con la durezza delle condizioni di sopravvivenza di allora. Alleggerito dalla vena poetica dell’autore, che sa porgere la storia con la sua lirica, ma che proprio con la sua lirica scava ancora di più nell’animo umano restituendo le emozioni.

 

Written by Pier Bruno Cosso

 

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