La casa dei Tarocchi #20: l’ora del Giudizio

Scrive Giordano Berti nella prefazione a “Vit(amor)te” che senza dubbio “nelle arti tutto si rinnova sistematicamente a partire da ciò che preesiste: nella musica, nella danza, nelle arti visive, nella letteratura. Tra gli esempi più mirabili di questo continuo rinnovarsi, il Gioco dei Tarocchi è assolutamente emblematico”, e rimescolando le carte comprendiamo il Gioco della Vita.

La casa dei tarocchi 20 - Il Giudizio
La casa dei tarocchi 20 – Il Giudizio

Da dove arrivano i 22 passaggi di questa danza immaginale?

Volendo datare un oggetto in una forma ben definita” scrive ancora Berti “si può dire con assoluta certezza che i Tarocchi nacquero nell’Italia del Nord nei primi decenni del Quattrocento. Erano un raffinato gioco di Corte, perché quelle immagini evocavano pensieri lontani dalla gente del popolo. Ben presto divennero un gioco d’azzardo e tuttavia i giuristi lo definivano in modo ambiguo dato che nel gioco dei Tarocchi si può vincere anche con pessime carte… come in guerra”.

Squillano le trombe, è l’ora del Giudizio

Con gli angeli ho sempre avviato un rapporto diretto, una relazione importante che si articola in sogni ricorrenti e fantasie; è un immaginario nutrito di cieli tersi e nubi in corsa sopra i boschi in aprile, il mio.

Il senso del sacro mi coglie di sorpresa soprattutto in primavera, quando la natura si desta al rombo dei tuoni e il verde brillante dei prati si bacia con il giallo della celidonia. Lo spirito per me è refrattario alle regole imposte, non è mediato da una chiesa o da un sistema di valori socialmente condivisi, valori che troppo spesso si irrigidiscono fino a mutarsi in dogma. No, grazie. Il mio volo ambisce, per quanto è possibile, alla libertà.

Che differenza c’è tra l’anima e lo spirito? Secondo James Hillman per comprendere la specificità dell’una e dell’altro “dobbiamo rivolgerci non alla filosofia, ma al linguaggio dell’immaginazione.” L’anima regala figure soprattutto femminili, poiché Psiche è rappresentata in modo potremmo dire onirico, ad esempio come “farfalla notturna” e “fanciulla leggiadra”, colei che ambisce all’amore di Eros e fa di tutto per conquistarlo. La carta della Luna può richiamare il regno dell’anima.

Il mondo dello spiritoscrive lo psicologo analista è invece diverso, è pieno di “immagini sfolgoranti, di fuoco, di vento, di sperma. Lo spirito è rapido e rende vivo quello che tocca. La sua direzione è verticale e ascendente” – così come ascendono i personaggi che emergono dalle tombe nel ventesimo Trionfo.

Lo spirito, continua Hillman, “si sforza di ricondurre tutto all’Uno” e allora è immediata la nostra associazione con il Giudizio arcano che precede il Mondo.

La musica, soprattutto, si fa per me connessione istantanea al volo degli angeli, così come fu per mio nonno e, debbo ammetterlo, per le sue piante. Ricordo come fosse ieri il Ficus rigoglioso che spiccava aereo al centro del salotto, tendente al soffitto e oltre, aspirazione iperuranica. Sono convinta che la Quinta di Beethoven e la Quarta di Mahler abbiano contribuito a fare di quel vegetale il re indiscusso delle piante d’arredamento. Giovanni, il padre di mia madre, aveva lavorato come operaio per la ditta Caproni, si era occupato di costruire aeroplani; da ragazzo prima e da padre di cinque figli rimasto precocemente vedovo non aveva mai potuto imparare a suonare uno strumento, ma il suo spirito si accendeva sempre nell’ascolto. Volava alto, mio nonno.

L’angelo del Giudizio suona la tromba in un paesaggio che a volte sembra cupo, come negli arcani Rider-Waite Smith, mentre altre volte risulta colorato e vivace – quando prendiamo a esempio il mazzo dei Celtic Tarot. In ogni caso, possiamo intuire il messaggio dello spirito: la nostra lunga attesa volge al termine, l’alba arriva dopo la notte oscura.

È la fine di un’era. Ora basta con le illusioni! Siamo usciti trasformati e coscienti dal ventre del non-essere e possiamo incontrare il nostro vero Sé. Tutto respira dopo l’inverno, il Mondo riparte dall’inizio, fresco e rivitalizzato come un roseo neonato.

Il Giudizio - Tarocchi celtici
Il Giudizio – Tarocchi celtici

Dal Giudizio emana un’energia potente, quella del corpo vivificato, rianimato, in amore con lo spirito. La carta numero venti somiglia un po’ alla sesta lama – l’Innamorato – ma quale differenza ci coglie! Non è un sentimento superficiale, il nostro. L’involucro, la carne che abbiamo lasciato nel vaso alchemico della nostra trasmutazione riprende il contatto con l’esistenza: è unione totale. Facciamo le prove per la danza androgina, per il gran finale, per quando andremo ad aprire tutti i cerchi e riconosceremo il movimento, la dinamica. Sì, perché il gioco dei Tarocchi può procedere a spirale, voluta dopo voluta, tendendo verso un maggior approfondimento e ampliamento della personalità, destando le coscienze.

Arriva il Giudizio: prendere o lasciare! Non si può restare fermi, pena il ritornare indietro, laggiù in fondo agli inferi come la bella Euridice perduta, l’amore spento di Orfeo. Ci vuole coraggio per ascoltare la musica dell’angelo, per riconoscere l’unione della Luna e del Sole dentro di noi, per scorgere sulla via la carta successiva. Si va schiudendo l’uovo della Papessa e noi siamo ancora qui, immobili? Che cosa stiamo aspettando? Sveglia! Alziamoci e riconosciamoci umani, pieni di vita, collegati a un significato più alto, divino.

Il Giudizio mi ricorda il grido “eureka!” dell’inventore, mentre l’acqua fuoriesce dalla bacinella e l’idea del calcolo del volume di un solido si rivela lampante – questo è ciò che si narra di Archimede.  

Il Giudizio è un po’ come quando appare chiara la soluzione di un problema e il processo creativo ritorna finalmente vitale, dinamico. È il tempo perfetto spiccare il balzo.

Quando le storie che narrano di tragedie e distruzione arrivano al finale, ecco lo squillo angelico. Immagino la melodia dopo il diluvio, con Deucalione che abbraccia sua moglie Pirra sul ponte dell’arca che ha galleggiato portandoli in salvo sulle montagne della Tessaglia. Così come accadrà a Noè, dopo la catastrofe arriva il risveglio. Si riparte da capo. Zeus ordina a Deucalione di gettare dietro le spalle le ossa delle madri defunte. Pirra disapprova il gesto, giudica l’azione empia e immorale, ma Deucalione capisce che si tratta non di ossa umane bensì di pietre. Le ossa sono sassi che mutano forma, elementi dai quali nascono donne e uomini del tutto nuovi.

La resurrezione e il ritorno alla vita dopo la morte è un concetto analogo al risveglio successivo al sonno. Nel cristianesimo è Gesù a risorgere dopo tre giorni mentre noi comuni mortali dovremo attendere l’ultimo dei giorni. Questo mitologema sembra comune a tutte le religioni anche se in alcuni casi vediamo rifiorire il corpo insieme all’anima, mentre in altri l’involucro si reincarna e in altri ancora è solo lo spirito oppure soltanto l’anima a riprendere vita. Nell’antico Egitto il senso del ritorno alla vita richiama l’avventura del dio Osiride i cui frammenti vengono recuperati con attenzione dall’amata Iside. La dea però ritrova solamente tredici dei quattordici pezzi nei quali Seth ha smembrato lo sposo divino. Dovrà pertanto inventarsi il fallo per poter generare Horus, simbolo del sole nascente. Risorgere non è mai un’impresa facile. Come minimo occorre aver frequentato e vissuto i primi diciannove arcani. La vita che si rinnova in noi e riattiva se stessa e ci vive in intreccio animale e vegetale, è il fil rouge del nostro Tempo, perché siamo tutti figli e figlie della Terra, e c’è bisogno di una profonda coscienza eco-spirituale: questo è il focus del mio arcano angelico.

Nella terra e all’imboccatura dell’utero nel prato ho disegnato il seme e il cadavere, per la metamorfosi della farfalla dalla nigredo alchemica.

Per tutti coloro che si interessano di rune, insomma, se vi va: quale o quali rune associate al ventesimo arcano? Io vi offro Dagaz, con la sua “Alba chiara” che va a illuminare le nostre stanze mentali e ci risveglia, e Kenaz che rivela noi stessi a noi stessi, illuminandoci. Siete d’accordo?

Quali sono le note della musica di questo angelo del Giudizio?  Fatemi sentire la sua compilation.

Il Giudizio - Tarocchi di Valeria Bianchi Mian
Il Giudizio – Tarocchi di Valeria Bianchi Mian

Qual è la canzone che risuona nelle vostre orecchie? Per me è soprattutto la quarta sinfonia di Mahler a farsi nota, ed è la musica associata alle età della vita dipinte da Klimt – la bellezza dell’arte.

Stiamo (ri)nascendo, è il risveglio della parte migliore di noi. L’importante adesso sarà saper portare la coscienza nel Mondo.

Vi saluto con un racconto. C’è un mito che mi ricorda il nostro Giudizio.

Come Quetzalcoatl ottenne le ossa suonando la conchiglia?

Quando fu creato il mondo attuale, non c’erano più esseri umani. Gli ultimi abitanti della terra, a causa di una terribile inondazione, erano diventati pesci. Per crearne di nuovi, gli dèi avevano bisogno di recuperare le loro ossa.

Il prode Quetzalcoatl, dio del vento, andò nella terra dei morti per cercarle, e là trovo il signore della Morte. Mictlantecuhtli, una terrificante divinità, acconsentì a donare i resti umani al dio del vento ma a una condizione.

“Dovrai fare per quattro volte il giro degli inferi, disse, suonando una tromba fatta di conchiglia. Ecco a te la tromba”.

La conchiglia in questione però non aveva buchi. Che fare? Il dio del vento chiese ai vermi di scavare alcuni buchi nella conchiglia e, quando il lavoro fu eseguito, ecco che la tromba cominciò a emettere un suono strano. Suonava! Fu così che Quetzalcoatl ottenne le ossa.

Sulla terra, la dea Cihuacoatl le macinò e le mescolò al sangue degli dèi, e poi tutti stettero lì a godersi lo spettacolo. Il primo uomo e la prima donna riemersero alla vita. Evviva!

Non vi ricorda il mito di Deucalione?

Tutto torna, se riconosciamo l’inconscio collettivo.

 

Written by Valeria Bianchi Mian

 

 

Bibliografia

Carl Gustav Jung, Mysterium Coniunctionis
Alejandro Jodorowsky, La via dei Tarocchi
James Hillman, Re-visione della psicologia
Claudio Widmann, Gli arcani della vita

 

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