Contest letterario gratuito di poesia “Versi di Sardegna”
“La Sardegna è fuori dal tempo e dalla storia. Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo. La Sardegna è un’altra cosa: più ampia, molto più consueta, nient’affatto irregolare, ma che svanisce in lontananza. Creste di colline come brughiera, irrilevanti, che si vanno perdendo, forse, verso un gruppetto di cime… Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa.” – David Herbert Lawrence
Regolamento:
1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Versi di Sardegna” è promosso da Oubliette Magazine, da tutti gli autori e le autrici dell’antologia e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Tema libero.
2. Articolato in una sezione:
A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.
4. Premio:
N° 1 copia del libro “Versi di Sardegna” AA.VV. (Alessandra Sorcinelli, Carlo Onnis, Dennys Cambarau, Francesca Petrucci, Franco Carta, Gabriella Zedda, Gigliola Cuccu, Giuseppa Sicura, Lilli Sanna, Maria Domenica Pileri, Mary Ibba), edito nel 2021 dalla casa editrice Tomarchio Editore.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 20 febbraio 2022 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in chief)
Alessandra Sorcinelli (Poetessa e scrittrice)
Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Franco Carta (Poeta)
Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)
Filomena Gagliardi (Poetessa e Collaboratrice Oubliette)
Carlo Sorgia (Scrittore)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook.
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (Gdpr 679/2016). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!
Alban Alessandro Alexandr
Accetto il regolamento
Titolo: L’Occhio della Sera
Superai l’Occhio della Sera
Sulla strada neromanto
Che si dimenava d’un
Equino furor
E balzai nella notte
In penombra
Gareggiando
Con l’isole arancio del cielo
Umide
Dichiaro di accettare il regolamento di questo Contest letterario: Versi di Sardegna
La linea del cielo
Separa la verità
la stacca dal buio
cancella ogni traccia
per suonare la carica
snidare la feccia
celebrare tumulti
La linea del cielo
parla suono complesso
parla chiare parole
il linguaggio da asceti
erranti profeti in preghiera
ispirati criminali diletti
Serve a rubare le giuste idee
strappare il mestiere al creatore
cullare silente riscossa
Mentre riprende il suo filo
la strada fiducia cammina
si perde in virtù e coraggio
Perché raccontare di storie
perché narrare d’amore
dei figli d’ardore?
Tutti i figli di cenere
sono perduti nel fumo
verso un alto traguardo
Angela Rosauro
accetto il regolamento
Frammenti di niente
Non ho più vento da donarti
né verrò a saziarmi con baci grappoli
rubicondi sorrisi di insano mattino
nuovi rumori abitano le tue stanze
né il tintinnio dei tuoi ciondoli le rallegra
lo scirocco tuo apparire alza a nembi
ricordi marosi e riccioli neri
e i sogni, i sogni dove vanno
esili scie in questo cielo stanco
si nascondono frammenti di niente
tornano poi si perdono
dove hai serbato i tuoi
là verrò a riposare
NOME E COGNOME: JOHANNA FINOCCHIARO
Dichiaro di accettare volontariamente e completamente il regolamento del suddetto contest letterario.
IL RESTO
A volte mi chiedo.
A volte.
A me stessa.
Chiedo.
Se anche gli altri.
Se anche il resto.
Se voi.
Vediate quel che non vedo
e non vediate quel che vedo.
Se solo io
e perché mai
cerchi e ricerchi quel che non c’è a scapito del cielo.
Allo specchio, all’uscio, alla stazione.
Passi e frenesia.
Occhi pittori di tele vergini.
Ma lo scordo presto.
Come scordo il resto.
Parole di saggezza
Brividi caldi
sui bisbigli di settembre
con ruggine foglie
gocce su gocce
si spera a vivere
con l’essenza delle nocciole
per una vera poesia
di sera
vagabondare il mondo d’acciaio,
frammenti d’amore
davanti al destino …
parole di saggezza.
Accetto il regolamento
La solitudine
Solo…. no c’è la solitudine che accompagna le mie giornate,
mi parla e ricorda il mio trascorso,
i sogni mancati….
la solitudine mi sgrida e senza remore mi dice dove ho sbagliato…
Amo la solitudine!
Può accadere che stia al mio fianco mentre dipingo o modello la mia vita…
sì la solitudine non ti lascia solo….
ti parla, ti ama, ti sgrida, ti accompagna….
solo? No c’è la solitudine.
Antonello Cosseddu, dichiarazione di accettazione del regolamento di questo contest
SFIDARE IL VENTO
Avrei voluto vederti!
Quate volte l’ho scritto
Quante volte l’ho detto
Anche in quei giorni
Quando il vento rapente
Mulinava le foglie brune e rinsecchite
Quelle foglie che solo qualche giorno prima
Di verde prillavano tremule sul ramo
E ombra offrivano e riparo
A chi bramava frescura…
È in quei giorni che ho pensato
“Ti vedo in questa corsa”.
Avrei voluto vederti con la tua gaiezza
Avrei voluto tenerti a me avvinghiata e
Come foglie in questo marasma di foglie
Vorticare nel turbine della bufera
Sfidare il vento nella passione
E, tal “Paolo e Francesca,
Alla volontà del limite ormai prostati
Sembrar” si al vento esser leggeri”
Noi, del vento innamorati
Noi, dal vento amati.
– accetto il regolamento
Pierluigi Stradella : Accetto il regolamento
Il pianto
Una lacrima vuole stillare
a tutti i costi,
ma il mio cuore
non le ha preparato la strada;
scenderà per il sentiero del mio viso
corrucciato senza conoscere
una precisa direzione.
Povera lacrima.
Da queste altezze puoi vedere
un mondo diverso
da quello che vedevi nei miei occhi,
puoi scoprire altre profondità,
recondite o remote,
sicuramente nuove,
per la mia voglia di tenerezza.
E man mano che va avanti,
si assottiglia,
vive la sua vita,
cogliendo attimo dopo attimo
il tepore della mia pelle.
E si consuma.
Si spende per amore
della mia conoscenza.
Si struggerà per rendermi più forte.
Ti fermerai solo quando il riflesso
del giorno non mitigherà il mio gemito.
E sarai gloria del tempo.
E forse mi avrai reso più tranquillo.
Accetto il regolamento
Dedico questi versi a questa giornata della memoria
IL DOLORE
Il dolore è un cumulo di macerie
è uno strappo di vita che annienta la mente ,
e al tumulto dei ricordi dilania il cuore.
Il dolore…
silenzia la ragione a chi ne è detentore ,
a chi tace al fato….
a chi subisce quel flagello perpetrato…
coltelli appuntiti
che mai saranno soppressi…
invaderanno sempre li,
dove ne faranno dimora.
Il cuore ancora dilaniato,
dal sangue che grida giustizia,
che abbevera quel solco arido e bruciante
si cheta al sol pianto
di una lacrima d’amore!
Emma Caravello
Vedo una strada antica
ornata di papaveri
e film di nuvole nei cieli
all’orizzonte
e tu ragazza,
pensierosa,
seduta su una pietra miliare,
gli occhi oltre le cose,
persi nel vento di mondi lontani:
qui non muove foglia,
siamo involucri immobili,
sguardi da riempire.
– accetto il regolamento
Cala d’Ostia
Muto lo sguardo
della torre di spagnola memoria,
non più sentinelle
a scrutar l’orizzonte
ma gigli
nati da sabbia feconda,
e complice è la luna
del riso sommesso del mare.
(accetto il regolamento)
Mesa
(a Mesa di Pontinia – Migliara 51)
In quest’aria di moderni suoni e rumori,
nella spianata di nera terra, stai
dove respirano grasse e profumate zolle
sulla fettuccia romana verso Anxur.
Non ti ravviva un crocicchio
e oggi ti rivedo e penso agli anni.
Stringe il cuore adulto quando lo sguardo
volge ai pini, ai diritti pioppi ed eucalitti,
al piano per indagare tra i poderi
dove fu posto il letto della partoriente
che ogni giorno nutrì la mia vita.
Mesa, nel mio cuore vivi.
Riposa il viandante ch’è in me
nel vecchio casale di antichi mosaici
dove sostarono re e imperatori,
santi e il teutonico poeta.
Sulla Regina Viarum residua
il mausoleo svestito della buona roccia
del deforme schiavo Clesippo
amato dalla lasciva Gegania,
da Plinio il Vecchio tramandati,
che intravedo con calici di sidro levati,
veli ad avvolgere le nudità
nel rumoroso baccanale.
Oggi è lo stormire lieve delle foglie,
il fluire di uccelli, il frinire di invisibili cicale;
raggi d’oro che trafiggono l’aria
esaltano colori che rallegrano l’animo.
Un’eco insiste prepotente nel petto:
Mesa mi sei nel cuore
quantunque un altro addio sia fatale:
gridano luci di altri luoghi,
invocano voci di altri amori.
– accetto il regolamento
Fratello senza casa
Per tutti gli amici delle stelle
uniti per la pelle
per tutti gli amici del vento
lontani ormai dal tempo
amici della strada e della gente che passa
la notte troppo fredda per riuscire a dormire
e troppo chiassosa per potere sognare.
Si beve per non pensare
e non sentire quel dolore
che ognuno porta nel proprio cuore
di una vita ormai andata
ma solo un po’ più sfortunata
rispetto a chi ha tanto e continua ad avere
e passa indifferente a chi solo desidera
un letto per dormire e una famiglia da amare.
– accetto il regolamento
TEMPI
Le spaziature
cavano in alto gli avvitare
approssimati a energia da scorarsi
su mutevolezza, e sui dubbi l’umanità
che si sconquassi. Dei preservati
amaranti russare,
dei torti. Ciò per tutto quello che si amalgami
sai, con la vitalità.
Di concessa da riconsegnare azzurra
che all’altezza
poni in fiere beni, poveri di vicende presenti
e mi galvanizza e mi opprime nei pezzetti
di coincidenza,
di allontanamenti e brillantezze
che è aspirazione e portamenti appariscenze.
– accetto il regolamento
SA MÍA
Un’isola sa contenere
ogni forma di bene.
Il mare la fuori …
è una tavolozza di colori.
La terra là dentro
è un oceano di profumi.
L’isola, … tutto sa dare,
non riesce a trattenere.
Circondata d’amore umano,
di visi, sorrisi e abbracci felici.
Allargano lo spirito
ed il cuore stringono.
E poi sapori di terra e di mare
a consacrare l’armonia.
Vorrei dirvi poche parole,
ma sarebbero così tante:
« Siete nel cuore e cuore siete …
un cuore grande, generoso e puro! »
©️ Benedetto Patti
Roma 03/01/2019
-Accetto il regolamento
Cosa mi manca?
Se parlo ai monti lontani con gli occhi
di un adolescente. Se seguo il correre
del vento sulle acque del lago
e sento le tue dita fra i miei capelli
cosa mi manca? Cosa mi manca
se ho due mani due gambe
due occhi due labbra
e un sesso come un cane alla catena
che mi agita, si alza su due zampe e scodinzola
se vede da lontano la padrona?
Cosa mi manca se all’alba le tue labbra
profumano di ciliegi e sono il sole
che illumina e mi scalda ?
Nella notte senza luna fredda e chiara
bianchi e incantevoli occhieggiano i tuoi sorrisi
dalla finestra spalancata del cuore
mi riversi il fiume in piena dei tuoi baci,
che sciolgono la catena e lasciano vagare
le mie mani sul prato fertile del tuo corpo.
Scavo con gli occhi e lecco l’erba
degli angoli più nascosti, mordo le mandorle
sgusciate e brune che ornano i tuoi seni
come frutti umidi di rugiada.
Dal velluto della tua tana sgorga l’acqua limpida
che mi disseta. E se dormendo
mi leghi alla morbida catena dei tuoi piedi
e mi colpisci con piccoli calci
dischiudo le tue lunghe gambe e mi rifugio in quell’angolo
di paradiso misterioso. Nel forte abbraccio
delle tue cosce m’accuccio e mugolo d’amore.
°°°°°°°°°°°°
Accetto il regolamento
Marcello Comitini
Oltre noi
Amami
oltre le mie ceneri,
per l’ultima volta
rincorrimi
come le luci della sera
inseguono
le onde lente del silenzio.
Trascinami
nel deserto di memorie
dove me ne andrò
senza ricongiungimento.
Io sola, tu solo
all’ombra dell’altrove
e non mi so dare pace.
accetto il regolamento
c’è l’oscurità e c’è la luce
ci sono gli uomini e ci sono le donne
l’isola è questa: un pezzo di terra in disordine
tu qualcos’altro
con il mare dentro casa
quaranta passi all’altezza dell’infinito
anche farina e grasso
gelatina di mango e pesci di ceramica
nell’aroma umido
di un giorno qualunque solo noi- a caso- poche ondate di erotismo
che danzano in un giorno d’inverno
non chiedere niente a nessuno
il maestrale disegna piccole storie
davanti al vetro della finestra almeno tu respiri
resisti al bruciore lasciato dalla salsedine
come una bottiglia verde
vista strattonare da un giorno all’altro
tra gli angoli d’acqua fredda che fai? il posto giusto è una riga di ruggine composta sulle scarpette da bambino
al centro della voce che sposti e frughi nel fondale inquinato per volerle bene
poi te ne vai-cazzo- alla fine ce ne andiamo tutti
dal mondo dei sogni
– accetto il regolamento
Diego Civita.
Dichiaro di accettare il regolamento del Concorso: ” Versi di Sardegna”
” Nascondiglio del sole”
Calerò la testa
nelle ossa del niente
e di perlustrante luce
cercherò il ricordo
delle più antiche catene
che d’ esser uomo
attanagliano i sospiri,
finchè di spoglia
non si riserva il nume
alla leggenda sottile/
dell’ antico andare
e il buio aprirá le cerchia
all’ ascolto in segreto…
d’ un profondo lamento
come di croce impalata nel ventre
a tatuar di cose,:
“il nascondiglio del sole”!.
NERO D’ARANCIO
Spirito violento di cent’anni,
che rabberci la rocca dell’eterno,
tu diffondi lo zenit dal profondo
ai miei laghi divelti d’alto mare.
E s’espande la mandragora d’Arancio
sull’aspetto nero del futuro,
su quel velluto che raccoglie all’universo
e si diffonde,
carico d’autunno.
Tu lo sai che il cielo è verde,
e se trionfano le scale del sorriso
tu ritorni all’ondeggio della notte
placido omerico
ovunque.
Stanotte le chiavi del mondo
sono state trovate
sottovento.
Tu camminavi,
sbalzato nel vermiglio,
rosso di fuoco
dall’anima.
– accetto il regolamento
GIACINTI
Nel recondito del nostro giardino ho piantato
i bulbi dei giacinti viola
che in mano di fretta mi hai consegnato
e il profumo acceso dei fiori
non è più svanito, né giorno né notte
e pervade ogni stanza e balcone
Non smette mai, non sfioriscono i petali
perché sempre li annaffia la tua voce intensa
ogni volta che vibra e palpita
nei germogli propagatasi fino al mio cuore
Accetto il regolamento del concorso “Versi di Sardegna”
L’ INERPICAR DEL SOGNO
“Nell’uzzolo di scriver versi,
per svuotar l’interno si è tersi.
Bramosìa che s’impadrona
dei monti il dolor non m’abbandona.
Oh amato sogno, o dolce languor,
àncorami all’alto…son vampa d’ardor!
Di colori e odori, stupore e soavità,
ammiro d’amor montano la sua beltà.
Quanto goder santa montagna,
fra sonni e sogni il cor ristagna.
Elevar con lode la poesia intonata,
per ringraziar la sommità sognata!”
Accetto il Regolamento
Giovannini Luciano
Accetto il regolamento
Treblinka
Quel che rimane su quel filo spinato
è solo un brandello di un sogno perduto
una molecola dissolta nel vento
e dal vento adagiata su sopite coscienze.
Quel che rimane di quei corpi straziati
sono le impronte lasciate nel tempo
immagini grigie e mucchi di scarpe
polvere e fumo in un cielo polacco.
Quel che rimane delle nostre vite bruciate
è l’odore acre nelle narici del mondo.
Quanto cara mi fu la tua libertà.
Angelo Cosentino
Accetto il regolamento
Vedrò me stesso
Ti guarderò al di sopra
dell’orlo del bicchiere.
Vedrò me stesso
che insolentisce le tue labbra,
proverò quel brivido
di crudeltà che m’assale.
I tuoi occhi riveleranno
il sentimento dei miei,
saranno forti da fissarci,
da accecare il rantolo
dei desideri bluastri,
da uccidere il silenzio
dei nostri sguardi.
Guarderò le tue mani,
ti accorgerai della ripulsa
che mi rattrista,
dirò che voglio stare zitto.
E ti sforzerai d’essere più giovane,
con un linguaggio più sordo,
tu che hai occhi grandi,
immensi globi d’ambra
annegati tra le ciglia.
Sarà la fine dell’allegria,
darò un calcio alle risate
e tu dirai d’esser dolce
come vino rosso rubino
prima d’ubriacare
l’amore tra noi.
Ciascuno si metterà
a pensare in un turbinio
di silenzio, una folle danza.
Io il tuo piccolo idolo
di cera sciolto al sole.
Titolo: Non ho paura della morte
Non ho paura della morte.
Ho paura di morire senza essere stata amata
come avrei desiderato.
Il mio cuore trabocca d’amore,
Come un fiume in piena.
Ti ho cercato tutta la vita,
ma non ti ho mai trovato.
Credo di non essere mai stata capita.
Troppo difficile, troppo impegnativo.
Io lo chiamo semplicemente amore,
quello che permette di vedere
al di là dell’apparenza
e di accogliere in te un’altra anima,
assetata d’amore,
proprio come la mia!
– accetto il regolamento
Accetto il Regolamento
DEL PANE FATTO CASA
Un giorno. Fatto uomo nel tuo grembo.
O una notte… Una vita… o una morte.
Un tempo benedetto dalla gioia…
Sapere che già tutto è stato fatto
non è la fine della fantasia,
ma la premessa all’incominciamento.
“E che la morte, a noi, ci trovi vivi.”
Senza il terrore dell’annullamento,
senza il terrore, mai, dell’abbandono,
legati solo dalla libertà,
catena che la ruggine non coglie.
“Nel tempo dell’inganno universale
la verità è la rivoluzione.”
Se io non t’amo come tu vorresti
sappi che t’amo come io so amare…
Se ti deludo… sono quella mela
che il verme ha preferito tra le altre.
Sono la grappa della botte buona
che scioglie il tuo pensiero e la tua voce;
la litania del cento volte Mater !
Il Tota pulcra che tempesta il vento
davanti al Vas insigne devotionis,
Vas honorabile et spirituale…
Rosa mystica… Mistico il tuo seno…
Mistico il bacio che m’avvolge il cuore.
Mistico il succo… neve dell’amore,
raccolto e consacrato al tuo sorriso.
Non piangere se un giorno me ne vado;
sorridi perché un giorno m’hai incontrato,
ché dentro te ho eretto un monumento,
un celebrante sempre innamorato
di te, del tuo sembiante e del tuo amore.
Dorato tabernacolo vivente.
La lampada più bella che accendiamo
non mostra mai bagliori di una luce,
ma fa ammirare l’ombra che c’inonda,
il pane fatto casa che ci nutre,
protegge, accoglie e assolve ogni peccato.
“Mai più imputati in cerca d’espiazione”.
Titolo: Ti amo
Sei esploso dentro di me
Sommergendomi d’amore
Mi hai scossa dal profondo
E mi hai salvata
Da quella lenta morte
Che ormai si era
Impossessata di me
Mi hai risollevata
Mostrandomi
La luce della vita
Sei stato al mio fianco
Ogni volta che mi stavo perdendo
Mi hai donato la speranza
E la voglia di amare
Ti amo con una
Forza dirompente
Desidero farti mio
Per l’eternità.
– accetto il regolamento
IL SUO NOME
Il suo nome più colorato di una bella rosa
dai colori accesi in un prato assolato
alla luce riflessa di una giorno d’estate,
per Lei e per me le rose rosse le preferite,
Lei, la mia rosa preziosa, un tesoro nel cavò del cuore
felice tra le mie braccia , un libro aperto letto e riletto,
il mio tesoro chiuso in cassaforte
dove nell’intimità sono chiusi i nostri segreti,
momenti che non si raccontano,
il mio tesoro , Rosaria la mia rosa preferita,
si abbandona dolcemente tra le mie braccia
la chiamo tesoro, quasi mai per nome,
Lei scherza e ride dice che sono matto,
è una donna innamorata e non si arrabbia,
mi lascia sfogare poi riprendo il controllo,
è più felice quando la chiamo per nome,
il suono della mia voce come le note di una chitarra,
Rosaria è quello che vuole sentire,
anche se Amore per Lei è uguale,
si sente più vicino, con la testa sul mio cuscino,
si perde nei meandri dell’estasi che non ha tempo,
difficile capire fino a che punto è fuori controllo
mentre anche io faccio fatica a vivere il momento,
gli occhi nel buio della stanza con una luce dentro,
le labbra silenziose si cercano per vivere il momento
vorrei gridare” tesoro” a voce alta, ma mi trattengo
Lei ha deciso, vuole sentire il nome essere complice,
sussurro dolcemente il nome, Rosaria, Amore,
insieme sentiamo i battiti dei cuori come due barche in balia del mare
sono questi i segreti che nessuno deve sapere.
– accetto il regolamento
Come tutte le sere
Come tutte le sere io mi ritrovo solo,
una spirale di pensieri mi porta verso l’oblio.
Un suono sordo s’affaccia nella mia mente:
l’eco della solitudine.
La tua voce mi percuote.
Mi detesto.
Sono solo e non ne capisco il motivo,
non capisco neppure il motivo
per cui io penso ancora a te.
So solo che come tutte le sere
il buio prenderà il sopravvento
e io mi assopirò nella solitudine.
Il tuo sguardo mi guarda beffardo.
Lasciami come tutte le sere cicatrici
e vattene per poi ritornare a infliggermi
il colpo di grazia.
Come tutte le sere odio me stesso e amo te.
Davide Melis – Accetto il regolamento
– accetto il regolamento
Demenza senile
Un giorno mi sveglierò
sì curvo e canuto
che i pensieri, tutti,
sciameranno via, stanchi,
dalla mia anima dolente,
come fredda nebbia,
dalla terra novembrina.
Cadrà allora nell’oblio
il divino simulacro
di quella tua forma sublime:
si sbiadirà la polvere d’oro,
sottile, sul tuo volto;
si scalfirà l’avorio,
lucente, della tua pelle;
si dissolverà il profumo tuo
di rosa e mandarino,
e il sapore di fuoco, delle tue labbra,
si spegnerà, mesto.
Così, in quel limbo melmoso,
mi lascerò annegare,
naufrago impotente
a una bonaccia fatale,
tra petali di loto danzante,
senza più un faro a guidarmi.
Troppo tardi sarà, allora,
per aver compreso
che fosti tu sola
l’essenza stessa
della mia moritura
misera esistenza.
Accetto il Regolamento
Sez. A
Poesia
Titolo
“L’Anima più vera”
Dio ti creò in una notte sola.
ponendoti in mare
come una verdeggiante
scogliera.
Di profumi e fiori vanitosi
l’aria ne assorbì il sapore.
Di greggi, bianche di candore,
tracciarono le vie più impervie.
Ruderi dei tempi andati
segnarono la Storia e le vestigia.
Contaminazioni culturi,
trascritte sulle pietre,
levigarono: volti e ferite.
Corpi rudi e sagaci,
intenti a tramandare: riti e
tradizioni, fecero della Tua
Terra un sacrario di benedizioni.
Isola la cui bellezza
non ha eguali, ancora reggi
le sorti della vita
e con fierezza altera,
offri di Te: l’Anima
più vera!
Tempo Nemico
Quando la mente è stanca
Deforma le sostanze di vita
Come una matassa sfilacciata
Dalla gatta che cinica scruta
Dov’è ancora intatta.
Trame che ingiallite ignorano i fronzoli
Di un dì di festa e ricami
che adagiati sulle arance
Miseramente appassiscono.
Mense imbandite
Da fumi nauseabondi
Che deformati dal tempo
Tornano alle nari.
Tempo complicato
Orologio fermo e rumoroso
Come un vecchio mulino.
Polvere che tutto imbianca
Nel regno del pane.
Ma più soffice è se intriso
Di burrasche quotidiane.
—–
Traduzione in Limba Sarda
Tempus Inimigu
Cando sa mente est istraca
Tramudat sas sustàntzias de sa vida
Vida chi paret unu loromeddu
Isfilatzigadu dae su ‘atu
Ch’irrispetosu mirat
in ue est intamen acontzu.
Tramas chi grogas reventidas sont
No’ischint de randas de die festosa e de ricamos
Chi postos subra a sos arantzos
Miseramente morint.
Mesas aparitzadas
e fiagos coloviantes
chi defrommados dae su ‘entu
A tivas torrant.
Tempus cumplicadu
rellozu de pedra
Arressu ma rumorosu
che mulinu ‘etzu.
Piùere chi totu carrargiat
In su regnu de su Pane.
Isse prus modde si cunservat
Si est impastadu
a suore de ‘onzi die.
– Accetto il regolamento
Cancellazioni
****
Io non ricordo … o forse
voglio solo cancellare immagini
Eppure a volte
complice un bicchiere o una musica
tutto riaffiora su piccole increspature
acquee immagini deformate dalla brezza
Sono lineamenti provati
corpi che galleggiano
sospesi tra la mente e la carne
Ossa senza nome
che riverberano al sole mattutino
tra le loro tragedie sconosciute
D’intorno un paesaggio metafisico
di grigi e azzurri appena accennati
ingloba echi infantili
che si frantumano su rocce troppo alte
per i loro pochi decibel
E lì restano
graffi nella pietra tra muschi e licheni
Scalfisco con le unghie queste pareti
come a cercare di ricomporre morte
umida e corrotta
Piccole storie affiorano
sanno di tempo e muffa
di corpi nudi
e piaghe aperte
in cui non crebbero fiori
solo radici purpuree
essiccatesi al sole bastardo
che non varcava mura
che avete fatto uomini e donne di Dio
e se quel dio esiste
allora … maledica le vostre tombe
Faccia scempio delle vostre anime
e ne conduca l’essenza …là
dove più forte è il dolore dei morti
Siano le vostre eterne grida
cantico soave alle anime
che avete squarciato
Io non ricordo…o forse
voglio solo cancellare immagini
ma mi chiedo perché il tempo
mi fa così male dentro
e perché la carne non dimentica…
Acceto il regolamento come da bando riportato sulla pagina web: https://oubliettemagazine.com/2022/01/20/contest-letterario-gratuito-di-poesia-versi-di-sardegna/
Raffaello Corti
Pino Chisari
Accetto il regolamento
dimenticata magia
Quest’arida collina battuta dal tempo
coltiva gli sterpi dell’antica vita
nei cunicoli misteriosi della terra.
Dimenticata magia quella ch’improvvisa
travolge l’aria, un urlo morente
accanto al sole ormai fuggiasco.
Richiama fantasmi la mente complice
e vegliano attorno in silenzioso
corteo del nulla, disperso al vento
che stasera riporta
instancabili nenie antiche.
A UNA TERRA CHE AMO (scritta il 27 maggio 2020)
Vi regalo un viaggio
solo con la fantasia dei colori
e con l’intensità degli odori,
profumo di mirto selvatico,
oleandri mossi dal vento,
sabbia bianca e fine
delicata come una carezza…
Vi regalo un luogo
che non conosce il male
o povertà o bruttezza,
perché ricco di intatta bellezza
che elargisce a chi sa amarlo,
a chi puro di cuore a lui si offre…
Vi regalo una terra fatta di roccia
e di bassi odorosi arbusti,
che chiede solo rispetto e amore
se sei suo ospite gradito,
ma che se solo la sogni
già ti appartiene e appaga
nelle viste amene di cielo e mare,
da un unico drappo uniti
di sfumature d’intenso azzurro…
In pochi versi di gioia intrisi,
nel ricordo vivo che mi ispira
le visioni di un incanto,
vi regalo il sogno
della terra di Sardegna,
di una terra solo da amare
e sempre ricordare…
Tania Scavolini sez. A – accetto il regolamento
Invio il mio elaborato e accetto il regolamento del contest
IO E LA LUNA
Non un alito di vento
Sfiora la luna d’argento
Mi giro e mi rigiro
M’assale il capogiro
Il letto diventa mongolfiera
Recito nel volo una preghiera
La luna guarda sorniona
Sin dall’ora nona
La si vede indifferente
Agli affanni della gente.
Io continuo a guardarla
Immaginando di toccarla.
Da bambina di lei mi fidavo
E di me tutto le raccontavo.
Mi aspettavo che parlasse
Che assorta mi ascoltasse
Non lo fece mai seppure
M’illusi una volta di vedere
Un sorriso, un occhiolino
Un lieve cenno d’intesa.
A dire la pura verità
La scrutavo con crescente curiosità
Dopo lo storico allunaggio.
Ah! Se avessi fatto io quel viaggio!
Quanti misteri svelerei di lei
Ahimè! Non sembra più lei
Suppongo che l’amica luna
Si celi dietro un’ombra bruna
Sembra distratta, ironica, offesa
Per quell’intrusione inattesa.
Credo voglia tenere le distanze
Per non aver gradito le danze
Degli Yankee intabarrati
Comicamente saltellanti
Sul suo corpo mai sfiorato
Da essere vivente o trapassato.
Mery Carol
Roberto Marzano (accetto il regolamento)
A bocca piena
In fondo solo volevo
guardar i tuoi occhi belli
dimenticarmi dei miei
rinchiusi dietro cancelli
a far la posta alla luna
abbandonata nel pozzo
accarezzarti le spalle
dietro il confine del mondo
e una visione di labbra
capelli sciolti alle dita
dove baciavo ranocchie
la bocca piena di stagno.
Memorie Senili
Ombre ed inganni,
immagini sbiadite,
la mente comincia stanca
la ricerca invano.
S’inceppano i ricordi
a ripescarli t’affanni
stupita, attonita resti
dietro al vuoto
che si spalanca dentro.
A minuscole tracce ti aggrappi,
indizi, segni
di ciò che resta
impigliato nella testa.
Lotti veemente
coi tuoi pensieri in fuga
e li rincorri e li raggiungi
e li afferri e li stringi a te
con tutta la forza che ti resta,
ed esulti per quel che affiora
e limpido ritorna;
o ti arrendi e li congedi
liberi di andare,
ti volti e li molli
quei dannati ricordi
che divengono di colpo
riottosi tormenti,
tarli operosi che
bucherellano i giorni andati
e l’oblio fa bottino
di traforate coperte
setacci intasati
calzini bucati.
E la tua vita d’un tratto si cancella,
e diventa soltanto
il racconto degli altri.
Poesia di Grazia Mastromarco
Accetto il regolamento
Susanna Mastino accetto il regolamento
Mentre il sole splende
Accarezzo il sereno del cielo
e sfioro il sole ambrato e ardente.
Splende di luce tutto il creato,
zampillano immagini, vibrano voci di lontano,grovigli di ricordi emergono dall’io sommerso.
Lungo le strade pezzi di vita dove ho camminato, dove altri hanno camminato.
Nei fiumi riecheggiano rumori,mormorii, come canti giunti da chissà dove.
E batte il sole nel cielo che e’ infoltisce di ali d’uccelli in volo.
Accetto il regolamento
Minuscola
Sotto il cornicione della felicità
due ragazzi si baciano
Il caldo dei loro corpi evapora
Quando si slacciano
hanno il cuore bagnato
Contest “Versi di Sardegna”
Accetto il regolamento.
SARDEGNA
Sardegna nostra,
paradiso d’Italia
Sardegna dal popolo fiero,
terra di pietra,
di acini e Mirto
dove confonde e rapisce
l’azzurro del cielo e del mare.
Terra delle alture,
del Tirso e dei pastori,
terra immutata nel tempo;
germoglio di vita.
Sardegna, nostra, d’Italia,
che soffre
dentro un fuoco incessante,
che stringe il pugno,
in silenzio, che combatte
com’è sempre stato:
Sardegna dal popolo fiero.
“Tre Rondini” di Sakya Pegoraro
2021 – Tutti i diritti riservati – ©️
Accetto il regolamento
LA TEMPESTA
Non m’importa di sapere
se ci sarà una folgore impetuosa
oppure un pacato silenzio
tra le braccia della sera,
io voglio solo che sia mia
la tempesta
di questa giovanissima poesia.
NON FARE DOMANI
Avresti potuto
attraversare
il guado,
tanto
l’acqua
era bassa…
Invece,
hai preferito
restare a guardare,
fermo e gongolante
sull’assolata
sponda.
Ed ora,
che vorresti
guadare,
la piena
ha travolto
anche l’ultimo ponte.
-Accetto il regolamento-
UNA DEDICA
Nella calura massiva di queste giornate/
ho assaporato una diversa, inconsueta estate/
Pensieri a mille nella mente in subbuglio/
fuggevoli come gabbiani sopra uno scoglio/
L’ aria, il cielo, il sole, il mare/
attimi piacevoli da incorniciare/
E un altro pezzo di vita celere scorre/
fagocitando il tempo come la torre/
mangia gli alfieri dentro agli scacchi/
Orizzonti lontani come piccoli specchi/
si fanno più nitidi, ben visibili agli occhi/
È l’ ennesima estate che, leggera e silente,/
sarà pronta a sparire come se fosse niente/
Un’idea, un ricordo la renderanno speciale/
e una dedica che, dal cuore, nel cielo ora sale.
– accetto il regolamento
Alberto Rossignoli
Accetto il regolamento
“Un inquieto mare
Nelle verità celate
Si infrangono tramonti
Che rinascono
Negli impeti d’un cuore
Che è in sé
Un inquieto mare,
Un orizzonte
Che scopre l’infinito
E con esso
Vive una continua catarsi,
Proprio per questo
Libero e puro.
(A. Rossignoli)”
DOLMEN
Tutti si chiedono
ed io solo so.
Potrei svelar ciò che vi attanaglia
ma non ho bocca per poter parlare.
Ho solo occhi
consunti
levigati
a far da specchio sull’altrui fardello,
custodi, fieri, della Creazione.
Mani sapienti di Giganti alieni
mi collocarono in questa posizione.
Sono il Pi greco
ed insieme ad altri
indichiamo la rotta nel mondo parallelo.
Sopra ogni uomo
la forza della natura
del potere e della guerra
Coincidenze e imprevisti
l’esile filo della vita
l’anima e il suo destino
la scelta del suo cammino
tra il bene e male
può incontrare l’amore.
Raffaele Di Palma
Accetto Regolamento.
Antonio Di Bianco
accetto il regolamento
Dammi un po’ d’amore
So che forse parlo troppo,
perché se ti parlo d’amore,
corri via.
Ho capito cos’è che non va in me.
Ma,
non dovremmo mai essere
tutte le nostre paure.
Però so che è tutto vero,
quando ti guardo negli occhi.
Se ti dono,
le note più belle che ho,
quelle dell’anima,
credo che sia arrivato il momento,
di essere più forte.
Perché valgo molto di più
di ciò che immaginavo.
Ho bisogno di te,
per non rovinare le cose.
Dimentico spesso,
che posso essere irrazionale.
E vorrei non buttarmi,
ma ne vali la pena.
E non posso fare a meno
di pensare a te.
Come quando è tardi,
e mi sveglio per pensarti.
Mi chiedo se anche tu mi hai nel cuore.
E vorrei essere te.
Non posso forzarti ma
se mi darai un po’ d’amore.
Potremmo essere liberi.
Nuotiamo dentro un lago di lacrime salate,
ne abbiamo tante di lacrime non dette.
Le nascondiamo dagli occhi di tutti.
Ma le ferite si curano col sale.
E’ poca l’abitudine di sentirci liberi.
Come me, anche tu sei le cose che non ho.
Ci scrutiamo e non ci guardiamo,
ci sentiamo e ci conosciamo.
Io e te,
attaccati alle persone sbagliate.
Non vediamo il buono,
perché ci brucerebbe l’anima
e non dirmi a cosa pensi,
perché non pensi.
Probabilmente,
non capirai
ciò che sento,
ma sei mi darai un po’ d’amore,
prima che arrivi la sera,
e le sue stelle cattive.
Potrò mostrarti che è tutto ciò di cui hai bisogno.
Quindi lasciami tra le tue braccia.
E vediamo che succede
se mescoliamo le nostre vite.
Voglio restare con te,
e non importa se mi allontani,
non c’è niente che tu possa fare,
voglio restare seguendo le mie decisioni.
Se stai male appoggiati a me,
anche se ho le mie battaglie,
combatterò con te.
Perché tutto ciò che voglio è farti sentire amata.
Tu baciami e respira.
Così quando mi penserai,
tornerai al mio cuore, tutte le volte.
Se mi darai un po’ amore,
ti renderai conto che non mi interessano
i soldi,
le cose,
o i giochi,
perché non mi sono innamorato
della tua pelle,
dei tuoi occhi,
delle tue labbra,
e della tua voce.
Mi sono innamorato follemente della tua anima.
E se inventassero nuove parole,
per dirti quanto ti amo, le userei.
Cammineremo assieme vedrai,
perché non lascerò la tua mano.
E anche se non do tempo alle persone,
per sentire la mia mancanza,
non riesco a fare a meno di te,
sono ubriaco del tuo sorriso
e drogato dalle tue parole.
Non so se andrò lontano,
ma tu dammi un po’ d’amore.
Perché le cose belle non finisco,
si moltiplicano,
si trasferiscono.
E tu sei la mia cosa più grande.
Se mi darai un po’ d’amore,
renderò il tuo mondo più bello.
Tu solo sceglimi.
Dammi la mano,
e andiamo.
Laura Vargiu – Partecipo alla sez. A e accetto il regolamento.
Màscara de amargùra, màscara de tristùra
– Mamuthone di Sardegna –
S’è impressa la notte
sul buio tuo volto
solcato da solitudini d’isola antica
scolpito dal respiro inquieto del vento
riarso come pietra
sotto cieli di quotidiano tormento
Màscara de amargùra, màscara de tristùra
Maschera d’amarezza, maschera di tristezza
Della terra porti il pianto
luttuosi colori, suoni e odori
il sogno di feconde stagioni,
nel pozzo degli occhi profondi
giacciono umani dolori
ancor confusi tra belluini tremori
Màscara de amargùra, màscara de tristùra
Maschera d’amarezza, maschera di tristezza
I tuoi passi pesanti
la voce scandiscono del tempo
che lieve intreccia leggende
di sconosciute genti
di scrigni di segreti
d’argentee cime silenti
Màscara de amargùra, màscara de tristùra
Maschera d’amarezza, maschera di tristezza
Laura Vargiu
Semplicemente
Ti vorrei accarezzare ancora la testa.
Tenerla tra le mie mani e sentire scivolare tra le dita filo di seta i tuoi capelli…
Poi coprire per gioco il tuo sorriso disarmante,
che mi fa accelerare il cuore.
Semplicemente vorrei sfiorarti le labbra
come fossero
petali di rosa rossa.
E sentire germogliare
il mio corpo.
Danza impetuosa
di girasoli cullati dal vento.
Semplicemente vorrei
abbracciarti.
E perdermi nella notte compunta di stelle.
Aspettando il sorgere dell’alba.
Tra luci che si accendono
e filtrano furtive
Dalle serrande semichiuse…
Semplicemente
Ti vorrei
ti vorrei ancora qui
per sfidare il tempo
e rubargli un istante eterno…
—
Diritti riservati, accetto il regolamento
GIOSTRA D’ANIME
Silenzio
assordante,
quella sorda
voce
ansioso
squarcio,
anime in
pena
Orror che
fiotta,
ondeggia e
fluttua
Giostra d’anime
in fuga,
balla sangue
sulle loro orme.
Luna d’amaranto
chiusi occhi,
ancora sangue
oltre la morte.
Sussulto d’alba
mostra,
luce di
madreperla
inghiotte e
strazia
bosco
umano.
Terra
folgorata,
ombrello del
salice
Nel cielo
stelle
illuminano
speranze
* Diritti riservati. Accetto il regolamento
Dichiaro di accettare il regolamento di questo Contest letterario: Versi di Sardegna
La saggezza del tempo
Dove si disperdono tramonti
e arcobaleni, ascolto in mistica
contemplazione il silenzio,
linguaggio delle emozioni,
gentilezza dell’universo,
dove i ricordi si toccano con elegante
amabilità per poi perdersi nel nulla
come foglie al vento.
Ascolto la saggezza del tempo,
ove si racchiude la meraviglia
del vissuto, e dove lo spirito si
bagna d’un oblio dolce e crudele,
di ricordi dolci e amari, e di silenzi,
culla di sogni e speranze mormoranti,
che hanno smesso il dondolarsi,
perché già domani.
Ascolto il silenzio dell’Eterno, voce
muta del passato, che giustifica,
offuscando la mente, chi ha taciuto
quei misteri ricchezza di virtù del Sacro,
che divennero frutto di quella nuda realtà
di ciò che fu, lasciando il suo segno,
indelebile nel tempo, che divenne verbo.
A chi spetta
Se approcciarmi a te
è contraddizione;
conoscerti, eterno enigma;
nella contemplazione
del tuo corpo, da tecnologico
fermo – immagine, ritrovo
quel senso del sacro
che tu sei,
che fummo entrambi
in un lontano abbraccio.
Nella distanza,
il sentimento è smarrito,
tra la furia di pensieri opposti
ed un vago richiamo al ritorno.
A lungo camminammo
l’uno senza l’altro,
prima di fondere i sogni
di avvenire.
Arduo credere
al proclama “tutto è possibile
a chi si ama”,
se fuochi fatui
più ardenti paiono,
nel presente,
di remote promesse.
A chi spetta amare per primo,
in un’era che i ruoli ribalta
e, tra i sessi, quasi equa appare?
*Dichiaro di accettare il regolamento
METROPOLI
Le frasi pungenti
le allusioni alle rughe
ai capelli bianchi
le restrizioni
le costrizioni
le contraddizioni
le crudeli discriminazioni
muri duri
contro cui l’anima
combatte stanca
società evolute
che donano solitudine e tristezza
che regalano
incomprensione e dolore
rabbia e paura
città deserte
piene di folla
rumori incessanti
nel silenzio del cuore
in uno sguardo
c’è tutto il rammarico
per una vita sprecata
nel fango di una metropoli.
– accetto il regolamento
MEMORIA ROSSA
La memoria della divina sensazione
d’ amore accende intense fiamme.
E’ furibondo fuoco che scioglie l’argine
di gelo che il coriaceo tempo innalza.
Vampa che divora rami secchi.
Sedimento d’humus per novelle gemme.
Allora tu rossa memoria torna!
Torna ad incendiarmi ed abitami.
Abitami adesso:
che questo treno in corsa non contempla fermate.
Abitami per strappare dalla retina la tenebra.
Abitami quando la pianta infestante
dell’indifferenza avviluppa le membra.
Abitami quando l’ala della poiana s’ avvicina.
Sii l’onda marina che tocca il cielo e scende
per infrangersi nella dura roccia.
Sii la tempesta che la bianca nube scioglie
e il fulgore del lampo accende la notte.
Sii l’incendio di papaveri a maggio
e di spighe l’oro, nella nuda terra.
Prima della necessaria mietitura.
Prima che le monche stoppie
feriscano la pelle dell’estate.
– accetto il regolamento
LIBERTÀ
Libertà è nome di donna, ma è anche di uomo
È sole, ma è pure il gioire della pioggia che cade sul volto.
Libertà è musica soave o solo un singolo suono
che avvolge ogni essere cresciuto in arido spazio incolto
Libertà e dirigersi sicuri verso un incerto futuro
Correndo spediti nei campi cadendo nell’erba.
Ma è anche camminare con passo veloce e sicuro
Sognando d’essere ancora nell’età più acerba
Libertà è baciare ed amare senza paura
è donare al prossimo il cuore
Mostrando liberamente la mentale struttura
Con estrema fiducia e senza timore
E’ pure donare il sovrappiù ai propri fratelli,
portare la croce senza neppure un lamento.
È il cinguettio di variopinti e fragili uccelli,
un suono amico che allevia oggi ogni tormento.
Ma è soprattutto scoprire nel profondo sé stessi
accettando alla fine rassegnati ciò che si scopre.
Libertà è in fondo riscoprire i giusti interessi
eliminando il terrore che il fango più grigio ricopre
Libertà è sapere di essere dei semplici umani
ma è anche la gioia di tornare bambini,
giocando felici e stringendoci forte le mani
Senza paura dei rimproveri di adulti cretini.
E’ alla fine lasciar loro soldi e potere,
valori fittizi e dolorose illusioni.
Facendo con piacere e passione il cristiano dovere
Vivendo di gioia e di condivise passioni.
accetto il regolamento
ROSA DEI MIEI SOGNI
Ti cercherò, rosa dei miei sogni, ovunque tu sarai,
perché di te conservo il profumo,
gli istanti inventati, le passioni vissute.
Per monti e per valli ti cercherò
e quando sboccerai, accarezzerò i tuoi petali
per riempire di gioia la mia memoria.
Ti racconterò le mie ingiuste crociate
a inseguire paradisi incompiuti,
ti sgranerò il mio rosario di ricordi e di incontri
a costruire fantasie: poi sfinito ti coglierò
e, come un calice, ti innalzerò per farne un dono.
Per monti e per valli ho viaggiato,
ma non ti ho trovata,
allora ho gridato il tuo nome
e, come un’eco, una voce mi ha riempito il cuore:
“Non cercarla nei giardini profumati
né dentro il roseto dei tuoi desideri,
ma sul ciglio della strada dove sudore
e lacrime le fanno da concime.
Lei è lì a dare respiro alla tua ricerca
e alla fame di ogni uomo
e quando la troverai la sua essenza
si espanderà facendosi sogno.”
Solo allora porterà con sé della natura… la bellezza.
Di Ruggiero Francesco
Accetto il regolamento
NOTTE D’AGOSTO
Notte serena, che mostri,
al mio occhio insonne,
una congiunzione d’ astri.
Venere luminosa,
e una falce di Luna,
pallido bagliore cinerino.
Valeva la pena
lasciare l’acqua marina,
la spiaggia di rena grigia,
e tornare serena,
a quest’afa mozzafiato
per ritrovare le perle di un filo,
solcare, uniti, questa volta
celeste, con le sue armonie,
noi due .
PAOLA CUNEO
Accetto il regolamento
Santa Teresa di Gallura
Aspra
brulla
terra
sarda,
a te
giunga
la mia
voce.
Suono
di mare,
di vento
e poesia.
Vela
bianca
il cielo
in notti
di luna,
specchio
di vita.
Ora io
t’aspetto
e tu
aspetti
me.
– accetto il regolamento
TEMPO
Tempo,
vano truffatore,
mi inganni.
Tu
che avanzi i giorni
con l’ incedere degli istanti
che tracciano
segni e segmenti
di autore.
Tempo
Vanità, Speranza.
Anche quando
non ci sono
mi insegni
a respirare
e quando
un cuore si spegne
un altro
ne riaccendi.
Tempo
a te un sorriso
da me,
da lui,
da lei,
da tutti
e tutti domani
saremo l’Universo.
Noi andremo via
Tu
rimarrai
nel Tempo.
Grazia Mastromarino
Accetto il regolamento
MIRAGGIO
Mi abbandonai,
per sbaglio,
tra le tue braccia incaute,
cercando amore.
E mi addormentai.
Sognai
giochi di rondini
e voli di gabbiani,
faggete ombrose
e teneri ruscelli,
montagne brulle,
laghi silenziosi,
cieli imbronciati
e nuvole ribelli,
spiagge deserte,
vividi tramonti,
notti stellate
e delicate aurore,
con te.
E, ancora,
grida di bimbi
e chiacchiericci strani,
pioggia scrosciante,
tuoni,
canti di donne
e scampanii lontani.
Mi risvegliai,
e chiamandoti,
capii che accanto a me
non c’eri stato mai.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Accetto il regolamento del concorso Versi di Sardegna
SIAMO TUTTI POETI
Siam tutti poeti, non lo sappiamo
finché un bel fremito ci prende per mano.
In molti mi dicono: “Perché sprechi tempo
a scriver parole!
È cosa futile, senza valore!”.
Altri mi guardano con aria smarrita se parlo di Sogni, di versi, di vita.
Un giorno un signore con aria arrogante
mi disse: “Poeta non servi, le ricchezze son altre!
Non servono i tuoi versi, son solo utopie, il mondo non cambia,
non dire eresie!
Rassegnati e inchinati al Dio denaro, è l’arrivismo che porta lontano.
Gli amori che canti i fremiti, il mare, son chiacchier scontate, lasciale andare.
Svegliati illuso, straccione, poeta,
posa la penna, cambia la meta!”
Dopo che accolsi con pena nel cuore il vuoto e l’amaro di quelle parole, io gli sorrisi e con gentilezza e lo ringraziai per tanta saggezza:
“Mio caro amico sai che ti dico?
Adula sempre il tuo amato denaro
illuditi pure che porti lontano.
Puoi esser ricco,
pieno di donne, di case e profitto,
però è tanto triste vedere e notare
il tuo povero cuore affannarsi ad amare.
Non vibra, non trema, non prova emozione, sei più povero tu di un vecchio barbone!
Puoi comprar tutto, l’oro, la seta,
ma non la bellezza dell’esser Poeta.
Affannati pure col tuo guadagnare,
a noi poeti basta il Sognare!
Adesso ti lascio al tuo Dio padrone, io vado a godermi il mio raggio di sole.
Ricordati amico esiston le albe, il mare, i tramonti, tienilo a mente mentre fai i conti!
La vita ti aspetta con la sua essenza
non farti uccidere dall’apparenza!
Maria Carmela Dettori
Accetto il regolamento di questo Contest letterario: Versi di Sardegna
I SENTIERI DEL LIMBARA
Con i sandali e un mantello,
tu pellegrino vai
per i sentieri del Limbara,
seguendo tracce antiche
di capre e di cinghiali,
sassi e sterpaglie a rallentare il passo,
il sole a farti compagnia …
e un vecchio cane ricoperto d’ossa.
Scruti l’orizzonte e ti disseti
nelle fresche acque di sorgente,
mentre l’occhio si perde
tra ginepri ed agrifogli,
e il corbezzolo che fiorisce ancora
tra le volpi e i frutti già maturi.
Le grotte affiorano improvvise,
mentre il grido dell’aquila reale
arriva netto come un pianto,
e siedi, e sorridi e pensi
alla fanciulla che scendeva a valle,
lasciando il gregge
per inseguire un sogno,
là, sulle rive amene di Tavolara,
dove un bruno pescatore,
baciandola cantava:
‘cori di lu me cori, suspiru meu d’amori’.
Il cielo s’incupisce, il sole scende,
tra i fili del tramonto con dolcezza
se ne vanno nodi e nostalgia,
dentro lo stazzo un po’ di paglia,
il cane stanco e il manto,
e una luna chiara a cancellare
quel vago senso di malinconia.
Accetto il regolamento
OMBRA
Ti guardo
ma sei ombra ai miei occhi.
Là dove ti nascondo
in un gioco di desideri mai domi.
Quelli che nei giorni
della bellezza del sentire,
vorrebbero fondere la mia passione
con il fondo del tuo ventre
e con l’umore delle tue labbra.
Ma sì, ancora mi chiedo,
ancora inseguo un antico pensiero.
E allora ritrovo –
non vuoti fantasmi
i miei sensi roventi.
Soli
Soli,tra i riflessi del tramonto
Mentre il silenzio
Intorno a noi si spande
Il mare,il vento,le onde
Intorno a noi l’ Incanto.
– accetto il regolamento
Piera Rocca (accetto regolamento )
Un’altra donna
Le campane suonano a martello
un suono sordo di lamento
solo il cielo ne sente il vibrare
onde che trafiggono l’azzurro
che diventa cieco a lutto.
Piange lacrime tuonanti
con saette che squarciano lo sguardo
illuminando il selciato imbrattato di sangue
Un’altra donna, madre,
spiaccicata a colpi di martello
da un’ immonda mano
ha tremato la terra ma,
non il suo braccio.
E, intanto piove.
S’ aprono neri ombrelli a passo d’uomo
lento è il cammino dietro il carro
con petali di pelle sparsi sul manto grigio
rigato di rosso ancora.
Un urlo nell’aria
spezza il silenzio
un figlio, reso orfano grida:
Mamma!
Accetto il regolamento
“L’angelo”
Avrai
occhi splendenti
immensi… con la pace nel cuore
Donerai armonie e speranze
indicherai il cammino a chi è sterile di vita
abbraccerai le ombre della vita dimenticate
sarai…
Un Angelo e diverrai poesia
Cinzia Birindelli (Indiana)
Vellise Pilotti
Accetto il regolamento
Meraviglioso
Nel cuore la semplice gioia
di una goccia di rugiada
sul petalo di un fiore.
Un mattino assolato.
Ogni giorno
è qualcosa di meraviglioso,
perché Sei dentro di me.
Amore e riparo
da tutte le tempeste.
Sole e foschia
di cieli immensi.
Tutto il vuoto è pieno
del sorriso più puro.
Acqua cristallina
sgorga in me
e non ho paura di niente
– accetto il regolamento
Sono qui
seduta di fronte al mare
silenzio si sente
solo il suono delle onde
che sbattono placidamente sugli scogli in questo pomeriggio autunnale.
Manchi solo tu
a prendermi per mano
guardarmi negli occhi
e godere di questa bellezza suggestiva, immensa da togliere il fiato
proprio come quando tu mi baci e mi dici
che per te sono tutto.
Io rimango ammutolita
Sorrido
e il mio cuore scoppia di gioia
lo sento battere
e l anima vibra e vola verso di te
Verso la voglia che abbiamo di vivere la nostra magia.
Francesca Santucci
DOPO L’ESTATE
Era di primavera
ed il mondo girava per il verso giusto
quando la bocca
dal primo bacio fu sorpresa
e mi colse la vertigine inattesa.
Ristetti,
a quell’amore abbarbicata,
come il convolvolo blu fiorito al muro,
come il male brutto
al devastante cancro.
Già incanti sfolgoravano
negli occhi, ed i gabbiani bianchi
in sospensione,
fra cielo, terra e mare,
confetti mi parevano, candidi di sposa.
Poi giugno passò e luglio e agosto;
di quel bacio restò solo un ricordo,
di quell’amore (che amore non fu,
ché fu crudele) più nulla restò
dopo l’estate.
(accetto il regolamento)
NON APPARTENGO A NESSUNO
Non appartengo a nessuno …
Al pari di una luna nera, mi smorzo
nello splendore antelucano delle stelle,
laggiù,
fuggente è il mio riflesso,
insolubile nel sacro silenzio
in cui rimbombo.
Mi sono fermata, corpo estraneo,
nell’ostrica vita, mai fatta perla rara,
trascinata via,
sabbiata in gola di fatal clessidra,
qui, vivo gli avanzi ultimi,
i rostiti brandelli d’anni cadenti.
M’intorpidiscono l’anima, la mente,
questo tempo che lesto increspa le radici,
e il cor martello,
in struscio, ancor caldo e riboccante,
vagolante grintoso il suo unico conforto,
incapace di rispettar canizie.
Nube cerognola di cartone nel mio cielo,
seguo un carme di solitudine giacente,
evaporar non posso
tra squarci d’intatto sereno,
né arrossar rosa di maggio in boccio,
perciò, mi spezzo, rodendo il senil singulto.
Non appartengo a nessuno …
Accetto il regolamento
Giovanna Fracassi
Accetto il regolamento
Affermo
Lo pretendo
quello squarcio nello spazio
quel posto vuoto
è mio.
La esigo
quella pagina bianca
da scrivere
con la penna nera.
C’è il mio pensiero
appeso
a quell’attaccapanni
nell’ingresso della mia vita.
C’è la margherita sfogliata
della mia volontà
in questo giardino d’estate
ed il ginepro delle mie tristezze
con le sue bacche scure
nero sangue di dolori
quando arriverà l’inverno.
C’è tutto il mio amore
a brillare
fra le cornici d’argento
a risuonare
fra gli spartiti sparsi sul pianoforte
a cullare
fra le bambole di porcellana
a consolare
fra le candele accese.
Indipendente dentro
come nessuno
affermo la mia forza
ed è gragnola
di libertà
lontana sì come sempre
per scelta inesorabile.
— STOP PARTECIPAZIONI —
I finalisti e vincitori saranno avvertiti via e-mail.
FINALISTI E VINCITORI DEL CONTEST:
https://oubliettemagazine.com/2022/03/03/vincitori-e-finalisti-del-contest-di-poesia-versi-di-sardegna/