“Il Cid” di Pierre Corneille: una tragicommedia che esalta la monarchia
Pierre Corneille nasce a Rouen nel 1606 in una famiglia borghese che gli assicurò gli studi presso i gesuiti di Rouen.

La sua vita abbraccia quasi interamente il Grand Siècle, periodo in cui la Francia raggiunse l’apice del suo splendore da un punto di vista artistico culturale.
Si cimenta nelle creazioni letterarie con la sua prima commedia, Melita, scritta nel 1623 e rappresentata a Parigi nel 1629.
Tra il 1634 ed il 1637 Corneille scrive Il Cid, portato in scena dal Montdory al teatro del Marais. L’opera ebbe immediatamente un riscontro positivo comportando una svolta clamorosa alle sorti artistiche di Corneille.
L’opera non presenta alcuna difficoltà di lettura, giacché a noi lettori/spettatori spetta soltanto farci coinvolgere e trascinare dalla storia che l’autore ci prospetta.
L’opera si presenta non tanto come una tragedia, ma piuttosto come una tragicommedia data la conclusione felice che si ravvisa. Nonostante sia strutturata rigorosamente intorno a pochi personaggi, tale rigidità presenta delle irregolarità: l’unità di tempo supera ampliamente le 24 ore, estendendosi di fatto a due giornate, mentre l’unità di luogo è circoscritta alla città di cui vengono però mostrati ambienti differenti. L’argomento è desunto dalle vicende epiche dell’eroe spagnolo Cid e nel suo nucleo tematico è la storia dell’amore di un uomo e di una donna: Rodrigo e Chimene.
Entrambi sono attanagliati da un dilemma che influisce sul loro amore: Rodrigo deve vendicare l’onore del padre, schiaffeggiato dal padre di Chimene.
Combattuto tra amore e onore alla fine Rodrigo decide di vendicare l’affronto uccidendo il padre di Chimene la quale, a questo punto, vive lo stesso dilemma: amare o meno l’artefice della morte del proprio padre.
“L’amore non è che un piacere, l’onore è un dovere;
L’amore è un tiranno che non risparmia nessuno.”
Rodrigo decide di compiere imprese gloriose, andando a combattere i Mori, per capovolgere il destino sfavorevole.
“A vincere senza pericolo, si trionfa senza gloria.”
Dopo innumerevoli peripezie, il dilemma amoroso sarà risolto dal saggio Re Ferdinando che decreterà che per un anno Don Rodrigo dovrà cimentarsi in ulteriori eroiche imprese, mentre Chimene potrà protrarre il lutto per la morte del padre.
“I nostri successi più felici sono contaminati dalla tristezza.
Morire per la patria non è una triste sorte, è conquistare l’immortalità con una bella morte.”

Al termine di questo anno i giovani potranno finalmente convogliare a nozze risolvendo definitivamente questo dissidio amoroso.
Il dramma appare in equilibrio su spinte differenti: da un lato può essere valutata quale opera politica e didattica tesa ad esaltare la monarchia, qui esemplificata dalla figura di re Ferdinando estremamente capace di amministrare lo Stato e la giustizia; dall’altra trasla in forma d’arte la reale irresolutezza fra stati d’animo differenti e tra i quali la passione d’amore gode certamente di un ruolo antagonistico.
Il Cid è insomma una storia d’amore che trova la sua essenza nei suoi più insormontabili ostacoli che pure giunge a superare, decretando giusta l’affermazione “amor vincit omnia”.
Written by Manuela Muscetta
Bibliografia
Pierre Corneille, Il Cid, Feltrinelli, 2012