“L’amante di Barcellona” di Care Santos: un romanzo storico da sorseggiare
“La prima porta del muro di cinta ad aprirsi tutte le mattine era quella rivolta alla vicina città di Gracia, nota a tutti con il nome di porta dell’Angelo. Doveva il suo nome a un miracolo capitato a un santo famoso di passaggio in città…”
Realizzato dalla scrittrice spagnola Care Santos, il romanzo storico L’amante di Barcellona gode di un affresco ambientale suggestivo e ben ricostruito grazie a un indovinato intreccio di parole e frasi: la città di Barcellona con le sue peculiarità. Che, in un intricata massa di vicende assume anch’essa, insieme ai personaggi, il ruolo di protagonista della narrazione.
Pubblicato nel 2020 da Salani editore, il romanzo L’amante di Barcellona è sviluppato su piani temporali diversi, che vedono fatti storici della Barcellona di fine Ottocento alternarsi al presente narrativo, pronto a svelarsi in ragione della ricerca di un antico volume andato smarrito due secoli prima.
“Era già da molto che non salpavano navi dirette in America, con il conseguente fallimento delle aziende dei filati. La città non esportava neanche le altre manifatture, per paura che insieme uscissero camuffate altre ricchezze…”
In un racconto, che si sviluppa come in una saga abbracciando molteplici vicende, e proteso a rintracciare il libro, sono molti gli eventi che concorrono affinché quest’ultimo sia ritrovato. A dare il via al recupero del prezioso volume è una scrittrice intenzionata a dare ad esso il posto occupato nel tempo passato. Restituendolo al legittimo possessore, un ricco personaggio della Barcellona napoleonica, quinta scenografica di un tempo lontano, che ha visto il libro, custode di un contenuto particolare, dileguarsi senza conoscerne la destinazione.
“Napoleone si svegliò un giorno con una bella trovata e decise di annettere la Catalogna alla Francia. E così, dal 26 di gennaio del 1812 e per i successivi due anni, i catalani furono francesi, molti di loro senza neppure saperlo…”
Un tempo conservato presso l’antica libreria Palinuro, situata appunto a Barcellona, è per mezzo di un viaggio avventuroso che, trascorso un lungo periodo dalla sua scomparsa, la scrittrice si mette sulle tracce del volume, all’epoca motivo di curiosità da parte della borghesia che ambiva a possederlo.
Ed è grazie a indizi lasciati inavvertitamente dalla sua sparizione, che la donna porta alla luce vicende sepolte dal tempo, tali che fanno de L’amante di Barcellona un libro da assaporare e centellinare come fosse un buon vino.
“La città era un vortice di cambiamenti: c’era chi aveva visto ritirare i vecchi cannoni che i francesi avevano appostato accanto alla porta di Sant’Antonio, alcuni dei quali fabbricati fondendo le campane più amate e più antiche…”
Insieme alle molteplici vicende, i personaggi che popolano il racconto, le cui vite sono inscindibili dagli eventi, sono numerosi e ben delineati; occupando ciascuno un posto importante ai fini narrativi con un apporto che fa de L’amante di Barcellona un romanzo tutto da apprezzare.
In una ricca galleria di ‘tipi’ dal fascino singolare ad arricchire una narrazione già corposa.
Sebbene alcuni personaggi abbiano caratteristiche non proprio edificanti, sono comunque elementi importanti di un racconto che dal passato sconfina nel presente, regalando al lettore più di un’emozione.
Dall’aristocratica Barcellona napoleonica al momento attuale, simboleggiato dalla libreria Palinuro gestita dalla figlia del proprietario dell’epoca, che però non ama i libri antichi. E risulta perciò essere vittima inconsapevole degli eventi; pagando un prezzo troppo alto a causa della passione che il proprio padre nutriva per gli oggetti antichi, quale è il libro perduto.
Fatti storici reali che si incontrano in sinergia con la fantasia dell’autrice, la quale ha dato alle stampe un testo assai consistente, che conta oltre 600 pagine.
“A cinquantadue anni, Perez de Leon cominciava a essere un anziano che guarda il mondo con disprezzo e noia. L’unica cosa che non era diminuita da quando aveva vent’anni era la sete di potere…”
Care Santos, scrittrice affermata e già autrice del Colore della memoria, è nata a Barcellona dove ha iniziato la sua carriera di giornalista.
Presente in Spagna e in America con laboratori di scrittura, è anche un’importante critica letteraria e collaboratrice del quotidiano El Mundo.
“Nestor Perez de Leon si presentò al Banco di Barcellona alle quattro meno un quarto, come potè constatare sul suo orologio da tasca…”
A rendere maggiormente attraente un romanzo già ricco e denso di avvenimenti, è l’inserimento di un corposo carteggio costituito da vari scambi epistolari, oltre a biografie di alcuni personaggi che concorrono al tracciamento e al ritrovamento del volume.
“Mentre la donna in nero attendeva pazientemente, Perez cercò di nuovo le lenti in tutte le tasche, finalmente le trovò e le posò sul naso con mano tremante…”
Written by Carolina Colombi