“Storie nascoste della Prima Repubblica” di Mario Pacelli: un saggio che racconta l’Italia dalla caduta della Monarchia

“20 luglio 1946: si riunisce per la prima volta la Commissione composta da settantacinque deputati ed eletta dall’Assemblea Costituente per predisporre un progetto di Costituzione da sottoporre all’Assemblea…”

Storie nascoste della Prima Repubblica di Mario Pacelli
Storie nascoste della Prima Repubblica di Mario Pacelli

Sono molti gli eventi raccontati da Mario Pacelli, autore del saggio Storie nascoste della prima Repubblica pubblicato da Graphofeel edizioni nel 2021.

Eventi e figure che hanno attraversato la Repubblica italiana dai suoi inizi, con una forza dirompente tale da segnarne il percorso. Percorso disseminato di fatti, in alcuni casi anche altamente drammatici, che l’autore racconta con abbondanza di particolari.

“Alla Costituente Dossetti si presentò con idee ben precise su ciò che la nuova Carta avrebbe dovuto essere: un patto politico che segnasse i limiti del potere dello Stato nei confronti degli italiani…”

È il 2 giugno 1946 quando, dopo un referendum istituzionale, elettori ed elettrici (prima partecipazione delle donne chiamate a esprimere il loro parere), devono scegliere fra Monarchia e Repubblica: dal 1924 è la prima volta che si va ad elezioni.

Dalla tornata elettorale ne esce vincente la Repubblica con Alcide De Gasperi quale Presidente del Consiglio ed Enrico De Nicola Capo dello Stato.

A quel punto, la vittoria della Repubblica sulla Monarchia esige un cambiamento di rotta per un paese in fase di assoluta arretratezza; a causa, principalmente, degli eventi bellici da poco conclusi.

Il vecchio Regno d’Italia va quindi rinnovato, con uno svecchiamento che ha inizio con i lavori dell’Assemblea Costituente che si protraggono fino al 1948. I cui rappresentanti vengono scelti fra i partiti dell’arco parlamentare che si impegnano a stendere la Costituzione italiana.

Mentre il paese cerca di sollevarsi e aspirare ad un nuovo equilibrio, in Sicilia prende campo il fenomeno del separatismo che, complice il banditismo appoggiato dalla mafia in stretta connessione con la politica, chiede l’indipendenza dell’isola. Richiesta alquanto ambiziosa che però non arriva a compimento.

“Il 4 dicembre 1992 Leonardo Messina, collaboratore di giustizia ed ex sottocapo della provincia mafiosa di Caltanissetta, affermò davanti alla commissione Parlamentare di inchiesta sulla mafia che a uccidere Giuliano era stato il mafioso Luciano Liggio…”

Sono vari i personaggi e le situazioni che Pacelli prende in prestito per dare forma a un libro dal contenuto importante. A cominciare da un cattolico di spicco quale è stato Giuseppe Dossetti, nominato per rappresentare la Chiesa ai lavori della Costituente, affinché la nascente Repubblica non trascurasse i valori cristiani e non fosse espressione soltanto di laicità.

Altre figure, che hanno dato un notevole contributo alla nascita della giovane Repubblica, sono state Don Lorenzo Milani e Lina Merlin, come ricorda Pacelli nel suo testo.

Autore di una grande rivoluzione nell’ambito della formazione scolastica, indispensabile in un paese dove parte della popolazione era ancora lontana dall’alfabetizzazione, Don Milani si spende per portare i fondamenti minimi dell’istruzione anche ai ceti più umili, quali contadini e operai. Una rivoluzione culturale, se così si può dire, modellata secondo le esigenze dei ragazzi oggetto della sua attenzione, affinché l’insegnamento scolastico fosse appannaggio non solo di pochi, ma di tutti.

Nonostante sia stato protagonista di un’importante realtà pedagogica, proponendo un innovativo modello didattico da impartire ai ragazzi del mondo rurale, gli scritti di Don Milani suscitano polemiche anche all’interno della Chiesa cattolica.

Lina Merlin, altra figura di spessore, pone all’interno della Costituente una questione alquanto spinosa vigente nell’Italia prebellica: la prostituzione esercitata in case chiuse con l’approvazione dello Stato, la cui mercificazione del corpo femminile è approvata e legalizzata.

A proposito di figure di politici rappresentativi del post monarchia, Pacelli ne ricorda alcuni tracciandone un profilo con vero spirito certosino. Uno per tutti, di cui l’autore tratta diffusamente, è Giulio Andreotti, che ha attraversato la storia parlamentare italiana ricoprendo in più occasioni cariche istituzionali: Presidente del Consiglio e ministro presso diversi dicasteri.

Quando arrivano gli anni ’60, figli di un passato tutto da dimenticare, ma che pare emergere dalle ceneri non ancora spente del regime, la protesta si fa strada in un paese che fatica a trovare un suo equilibrio. Nonostante il boom economico sia ormai alle porte.

È la formazione di un nuovo governo affidata a Ferdinando Tambroni ad accendere gli animi di molti, arrivando al limite di una guerra civile, in quanto Tambroni è politico espressione della destra.

È Genova la città da cui parte il dissenso, luogo deputato a ospitare il congresso del MSI, gruppo dell’arco parlamentare formato da ex fascisti.

“6 dicembre 1954: Don Lorenzo Milani viene nominato Priore di Barbiana, un piccola frazione nel Mugello, a circa 500 metri sul livello del mare…”

Mario Pacelli - Aldo Moro - Lina Merlin - Don Lorenzo Milani - Alcide De Gasperi
Mario Pacelli – Aldo Moro – Lina Merlin – Don Lorenzo Milani – Alcide De Gasperi

Quando poi sopraggiungono gli anni ‘70 il paese è in balia di un fermento portato, anche in questo caso, dagli avvenimenti politici. Quello che vive il paese è un malumore generato nel 1974 dalla vittoria del referendum per la legge sul divorzio. Che sancisce una clamorosa scivolata politica della Democrazia Cristiana, partito a larga maggioranza fondato sui valori cristiani, di cui la famiglia indivisibile è la massima espressione.

Da destra arriva poi un tentativo di golpe, nella figura di Junio Valerio Borghese, che approfittando del momento di debolezza della democrazia vorrebbe mettere in atto un colpo di stato con la collaborazione di elementi appartenuti al ‘defunto’ partito fascista.

Mentre Giovanni Leone, l’allora Capo dello Stato, è costretto a dimettersi perché coinvolto in uno scandalo che lo vede protagonista in un’inchiesta giudiziaria, da cui uscirà estraneo ai fatti.

A pagare un prezzo troppo alto per l’ambiguità della politica e per i suoi comportamenti non proprio specchiati è Aldo Moro. Rapito e ucciso dalle Brigate Rosse, gruppo eversivo di sinistra, autore in quegli anni di una violenza stragistica che ha visto cadere sotto i colpi di armi da fuoco rappresentanti delle forze dell’ordine ed esponenti politici, giornalisti e accademici, con l’obiettivo di destabilizzare lo stato democratico.

L’eco di questo grave fatto ha ripercussioni sulla situazione economica del paese, ondivaga, a causa anche della corruzione dilagante che si fa strada fra alcuni politici.

Eventi, che troveranno negli anni ‘90 uno sbocco in quell’operazione definita ‘mani pulite’, in un’inchiesta in carico ai giudici milanesi. Che pone termine alla Prima repubblica, mentre una nuova fase della storia d’Italia si fa strada con la cosiddetta Seconda Repubblica.

Momento storico che vede Silvio Berlusconi, salito alla ribalta della scena politica nel 1994 con un largo consenso elettorale, ricoprire la funzione di Capo del governo.

Infine, a termine della trattazione, l’autore si chiede, e noi con lui, se c’è discontinuità fra la Prima e la Seconda Repubblica. Difficile dirlo: sarà la Storia a darne un giudizio, positivo o negativo che sia.

Testo di gradevole lettura, non solo per la sua qualità cronachistica ma per l’ampia testimonianza storica, Storie nascoste della Prima Repubblica accresce nel lettore la conoscenza di scenari sepolti dal tempo che all’epoca hanno condizionato la vita degli italiani.

A Mario Pacelli va dato il merito di aver scavato nei fatti con ampia dovizia di dettagli, rendendoli pubblici con oggettività, così come la cronaca li ha trasmessi. Senza emettere giudizi di sorta, che in alcuni casi avrebbero potuto essere negativi, e inficiare così la fedeltà della cronistoria portata in stampa nel saggio Storie nascoste della Prima Repubblica.

“Comparvero sulla scena i movimenti, primo fra tutti quello di Forza Italia, fondato da Silvio Berlusconi…”

 

Written by Carolina Colombi

 

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