“L’alba e il silenzio. Poesie” di Cristoforo Puddu: dalle parole non dette ai versi d’amore

Cristoforo Puddu (Illorai, 1956) è giornalista pubblicista fin dal 2006 e scrittore con all’attivo numerosi articoli su siti, blog e giornali on line.

L’alba e il silenzio. Poesie di Cristoforo Puddu
L’alba e il silenzio. Poesie di Cristoforo Puddu

Molti i libri sinora pubblicati: nel 2002 la silloge Pregadorias (Editziones Iscuvudè) in Sardo e Italiano; nel 2004 De Amores (Domus de Janas editore) raccolta di poesie in lingua sarda, nella variante logudorese; nel 2011 ha pubblicato Sai Light in Australia (La Luce di Sai in Australia): narrazione biografica tra Goceano ed emigrazione in Oceania di Teresa Gessa, da Illorai a Sydney dai primi anni ’60; nel 2013 La casa del poeta (Edizioni Nuova Tipografia Popolare di Pavia), poesie in Italiano. Dal 2014 ha iniziato a pubblicare diverse raccolte nella “Piccola collana di memorie” della Soter Editrice di Villanova Monteleone (Sassari), ideata da Salvatore Tola: nel novembre 2014 pubblica Oltre. Poesie (20 liriche in italiano in ricordo del padre); nell’ottobre del 2020, Poesie del distanziamento. Poesie d’amore (22 liriche amorose); a novembre dello stesso anno, con prefazione di Francesco Pasella, Ora, all’imbrunire. Poesie.

Fresca di stampa, mi giunge tra le mani in questi giorni la nuova raccolta lirica di Cristoforo Puddu, stampata a fine novembre, L’alba e il silenzio, n.47 della “Piccola collana di memorie” della Soter Editrice, caratterizzata dal piccolo formato tascabile, in tiratura limitata, numerata e firmata a mano dall’autore.

Sessantasei sono le liriche che compongono la silloge. Francesco Pasella ci introduce nel mondo lirico di “queste nuove poesie” dove “amare è necessità razionale e di vita”, avvertendoci di “versi principalmente autobiografici” intrisi di “intensità e spontaneità”.

Così m’immergo in questa nuova lettura, ben conoscendo la prolifica vena lirica dell’Autore e pronta a cogliere questa sua nuova offerta di parole.

Leggo tutta la raccolta, d’un fiato.

Mi fermo e ritorno su alcuni passaggi di questa silloge che è come uno specchio limpido, come l’immagine d’un viso aperto e sincero. Così mi si forma, prima di altre, l’idea che per Cristoforo Puddula mappa della vita/ ha i contorni del cuore” (come pone a titolo di una poesia) e in quei versi che dicono “tu possiedi/ il mio cuore/ e la sua gioia” (ne Il sole intriga) mi pare di cogliere la chiave di lettura della silloge intera.

Un dialogo amoroso a distanza, un pensiero continuo, confortante e presente, fatto di ricordo, di sguardi, di emozioni che esaltano l’amore e gli amanti, oltre il tempo e lo spazio, pur nel tempo e nello spazio.

Un rapporto fatto di pensieri, talora di “parole/ così pesanti/ da lasciar nel cuore/ nuove cicatrici (…)”

Spesso ciò che manca è il gesto, difficile da trovare, da realizzare, quale concreta manifestazione di attenzione verso chi si ama. Un amore a tratti stilnovistico, dove, nella lirica Entri negli occhi, ritroviamo forti aperti richiami, per esempio, al sonetto Voi che per li occhi mi passaste il core di Guido Cavalcanti.

Nelle liriche di Cristoforo Puddu, però, la presenza dell’amata è prodigio che procede dal sogno alla realtà. La sera della vita arriverà, ma il sorriso non mancherà se la vita sarà stata “costruita” giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, da “tasselli brillanti/ di prezioso mosaico”. E se “gli anni maturi (…)  si sono avvinghiati addosso”, più forte è l’abbraccio dell’amore che continua “tra le pieghe del tempo”. Nella nebbia dei pensieri, negli echi d’inverni freddi, c’è il tepore sempre vivificato dalla gaia risata e dalla “luce viva” dell’amata. Gli sguardi, che si posano sul cuore dell’altro, posano calore, infrangono le distanze, anche – o soprattutto – quelle invisibili.

Cristoforo Puddu
Cristoforo Puddu

E se lo scorrere del tempo fa da cornice unificante alla raccolta, a colmare i vuoti verbali fra i due arriva in soccorso la poesia:

“Il non detto in parole

parla con idiomi

che decifro nel cuore”

Dove la verbalità spesso manca nel rapporto diretto, che non ha bisogno di tramite per spiegare le sue ragioni, interviene in altri modi e in altri tempi, la parola scritta:come una terapia/ scrivo nei versi (…) per consegnarlo a te/ e ritrovarvi me stesso/ abbarbicato a un momento”.

Queste liriche sono “pensieri in dono, pensieri in fantasia”, omaggio d’amore e tengono dietro agli “sguardi di silenzio/ che racchiudono emozioni”. Perché, nonostante tutto, nonostante le nebbie, “irrompono i raggi/ e l’inverno sorride”. Siamo di fronte a un “raro/ amore estremo” che salva il rapporto da ogni possibile dispersione e il silenzio, tra i sensi placati da un “respiro caldo”, è tutto da assaporare come questa intensa e limpida raccolta di versi per un “amore sempre donato” ma che, spesso, “nessuno coglie o trattiene…”

 

Written by Katia Debora Melis

 

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