Nazionale di calcio: perché l’Italia non segna?

“Festa è nell’aria, festa in ogni via.
Se per poco, che importa?
Nessuna offesa varcava la porta,
s’incrociavano grida ch’eran razzi” – Umberto Saba

Campionato di calcio perché l'Italia non segna
Campionato di calcio perché l’Italia non segna

Sembra ieri che l’Italia ha conquistato l’Europeo di calcio, con tutto l’orgoglio che poteva scaturire dall’aver battuto gli inglesi.

Sembra ieri che Roberto Mancini fosse esaltato per aver riportato il Bel Paese nelle grandi competizioni internazionali, dopo le disavventure varie connesse con Ventura (e mi si passi il gioco di parole!); sembra ieri che l’Italia non fosse più la squadra dei calciatori distratti, poco attenti e poco patriottici.

Eppure è bastato qualche mese per toccare con mano, di nuovo, la grande problematica della Nazionale calciatori, ovvero la difficoltà nel segnare.

Questo lunedì si lascia alle spalle il weekend della ripresa del campionato di calcio, ma si lascia alle spalle anche la settimana, ancora precedente, dedicata alle partite di qualificazione per l’accesso ai prossimi Campionati Mondiali di pallone che si svolgeranno nel Qatar durante l’inverno 2022.

Ebbene la squadra ha pareggiato sia contro la Svizzera (venerdì 12 novembre) che contro il Galles (lunedì 15 novembre) e ora vede in salita il proseguimento dell’iter verso l’importante competizione, da cui è assente dal 2014.

All’epoca di Ventura fu facile imputare tutto a lui, ma oggettivamente anche la squadra nel complesso aveva forti criticità. Oggi è più difficile da parte dei media prendersela con Mancini, perché si sa, da noi, resiste (per motivi storici facilmente intuibili), il culto dell’uomo forte. Eppure anche un uomo forte è un uomo, con i suoi limiti. Anzi possiamo dire che il fenomeno Mancini si è sviluppato pian piano, perché anche lui, appena ereditò il club, inizialmente ebbe le sue difficoltà. Devo dire che difficilmente è colpa solo dell’allenatore, nonostante io non sia una fan sfegatata di Mancini e soprattutto non ami il culto degli eroi dispiegato irrazionalmente verso uomini normali; oggettivamente l’Italia segna poco.

FIFA World Cup Qatar 2022
FIFA World Cup Qatar 2022

Ritengo la mia posizione equilibrata, nel bene e nel male: se non bisogna ricondurre tutto all’allenatore, ciò vale sia per gli insuccessi che per i successi. Semplicemente va detto, secondo me, che in alcune fasi si può produrre una particolare alchimia in grado di facilitare il raggiungimento di obiettivi comuni.

Aggiungo anche che, forse proprio in virtù degli onori di cui gode al momento il Mancio, alcuni fatti legati al coinvolgimento dell’allenatore jesino e del suo compagno di sempre Gianluca Vialli nell’inchiesta dei Pandora Papers, sono stati poco affrontati dalla stampa. Vialli e Mancini, simbolo per eccellenza della scorsa estate calcistica azzurra, proprio loro…

Anche la Regione Marche ha “usato” il suo illustre conterraneo nella campagna di promozione turistica post Covid, secondo me in modo eccessivo, canalizzando verso una sola persona risorse economiche che sarebbero potute essere impiegate in altri ambiti.

Con questo mio articolo vorrei far riflettere che anche le persone più note possono avere dei limiti e, magari, anche essere venerate solo finché sono solo utili per poi essere dimenticate.

Fino a quanto durerà l’adulazione per il Mancio? Dipenderà solo dalle prossime partite, oppure dal naturale decrescere di tutte le parabole?

Non so rispondere a questa domanda. Voglio solo concludere con i seguenti versi di Archiloco:

“οὐ φιλέω μέγαν στρατηγὸν οὐδὲ διαπεπλιγμένον
οὐδὲ βοστρύχοισι γαῦρον οὐδ ́ ὑπεξυρημένον,
ἀλλά μοι σμικρός τις εἴη καὶ περὶ κνήμας ἰδεῖν
ῥοικός, ἀσφαλέως βεβηκὼς, ποσσί καρδίης πλέως.”

“Non amo un grande comandante né uno che sta a gambe divaricate,
né fiero dei riccioli né ben rasato,
ma possa io averne uno sia piccolo che storto nelle gambe a vedersi,
ma che cammina saldamente stando sui suoi nei piedi, pieno di coraggio”

Questo per dire che spesso è la sostanza che conta, non la forma.

Anton Ciprian Tatarusanu
Anton Ciprian Tatarusanu

Un esempio su tutti: nel mio Milan il prestigioso Donnarumma ha preferito partire alla volta di avventure più redditizie, restando tuttavia in Nazionale (non senza critiche). La panchina rossonera si è saputa organizzare puntando su un portiere meno conosciuto, un certo Anton Ciprian Tatarusanu (nazionalità rumena), che però ha saputo rimpiazzare tanto il vanitoso Gigio, quanto il nuovo portiere titolare, il francese Mike Maignan, al momento infortunato.

Non considero in  questo caso l’ultima partita di campionato, sabato 20 novembre, in cui Tatarusanu è stato autore di una papera, che ha comportato il primo goal della Fiorentina. Il Milan ha poi perso questo scontro (4-3 per i viola) anche per gli errori di altri,  avvicinandosi tuttavia al pareggio.

Lo stesso dicasi per Stefano Pioli che allena il club milanese ormai da tre stagioni e, lavorando a testa bassa, sta costruendo una squadra zelante, vincente e orgogliosa di fare bella figura, benché non ancora perfetta sul piano tecnico. Un esempio del fatto che, nel calcio come nella vita, spesso non conta la prestanza, bensì l’impegno. Del resto, proprio nel corso di Fiorentina-Milan, il ct rossonero è stato omaggiato dai tifosi della Viola, squadra che pure ha allenato in passato.

Ad maiora e buon calcio!

 

Written by Filomena Gagliardi

 

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