“Viva il greco” di Nicola Gardini: alla scoperta della lingua madre

Il greco è civiltà del discorso e, in quanto tale, è contemporaneamente arte del dire e dell’ascoltare.” – Nicola Gardini

Viva il greco di Nicola Gardini
Viva il greco di Nicola Gardini

Viva il greco (2021) è il nuovo libro di Nicola Gardini, seguito ideale di Viva il latino (2016): in mezzo ci sono Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo (2018). Tutti targati Garzanti. Tutti scritti da un grande studioso e da un grande autore.

Nicola Gardini, antichista, docente di Letteratura italiana e contemporanea all’Università di Oxford, nonché romanziere e poeta, ci regala, in un saggio di duecentosettantacinque pagine, un elogio al greco, ovvero alla lingua madre.

Lingua in greco si dice διάλεκτος (oltre che γλῶσσα) ed è di genere femminile. Il termine esprime propriamente “la parola che passa attraverso e che unisce”. Il greco conobbe tanti dialetti, inflessioni regionali ciascuna delle quali specializzata in un certo ambito culturale; il greco però fu anche, da un certo momento in poi, una lingua comune (κοινή διάλεκτος).

I Greci furono per secoli divisi politicamente ma, fin da subito, uniti culturalmente: furono cioè un popolo.

Essi stessi, nonostante il sistema tanto particolare quanto campanilistico delle πόλεις, si riconobbero come tale. Per Gardini Erodoto definisce l’essere greco (tò Hellenikón),un sangue e una lingua, e santuari comuni e costumi simili”. E aggiunge che “è curioso ritrovare definita in termini assai simili, dopo oltre due millenni, la situazione dell’Italia pre-unitaria nell’opera di Alessandro Manzoni”. Il passo è ovviamente quello famoso tratto da Marzo 1821, vv. 31-32: “Una d’arme, di lingua, d’altare,/ di memorie, di sangue e di cor”.

Il greco di cui ci parla questo saggio, quindi, non è una lingua astratta, bensì l’essenza stessa della civiltà greca che si espresse in vari ambiti, da quelli più strettamente linguistici a quelli più ampiamente letterari.

E così, ad esempio, cifre portanti della lingua e della cultura ellenica sono la competitività, il confronto, la dialettica (non a caso connessa con διάλεκτος).

Come non ricordarsi, così, della famosissima questione del μέν e del δὲ, o più in generale della ricchezza di particelle, indice di una mentalità complessa, problematica, competitiva?

Non a caso, Gardini, citail celebre volume di J.D. Denniston, The Greek Particles”, sicuramente familiare a chi abbia dedicato qualche anno a scrivere una tesi di letteratura greca. Come non ricordarsi delle straordinarie similitudini a cui ci hanno abituato le pagine di Omero, o dell’eroismo di Odisseo, il cui nome, etimologicamente misteriosissimo, è sapientemente accostato, se non sovrapposto, al pronome indefinito che significa “nessuno” (Οὖτις)?

Altro motivo tipico e ricorrente della grecità classica, e quindi espresso nella lingua greca, è quello della Giustizia. Si tratta di un concetto ampio, inclusivo e pervasivo. Giustizia in greco è Δίκη, termine congiunto con la radice δεικ/δικ del verbo δείκνυμι, “io mostro”. Giustizia è ciò che indica una strada, una via a cui conformarsi; ingiusto è chi non segue le indicazioni fornite dagli dèi; riaffermare Giustizia è togliere ciò che è stato preso in eccesso; tutti i campi semantici forniti da Gardini per spiegare la Giustizia insistono sulla necessità di una spartizione equa. Si tratta di una nozione molto diffusa anche nel tempo se si pensa, aggiungo qui una mia considerazione, che un sostantivo a tutti noto come “norma” è tradotto in greco con νόμος (da cui derivano in italiano tutti i suffissi –nomia, ad esempio in autonomia, eteronomia etc… etc…), propriamente “distribuzione” da νέμω, “io distribuisco”.

La Giustizia, affrontata da poeti come Esiodo e Solone, investe anche l’amore, almeno sotto due aspetti. Innanzitutto, è ingiusto nella mentalità ellenica che l’amore non venga ricambiato. Ce lo spiega Saffo nel famoso Inno ad Afrodite. Riporto la traduzione di Gardini: “Perché se fugge, andrà presto inseguendo,/ se non accetta doni invece doni/ poi farà, e se non ama, amerà presto,/ pur se non vuole”.

Nicola Gardini
Nicola Gardini

Sempre lo studioso spiega:Saffo ci insegna che anche l’amore è una questione di giustizia. E Afrodite qui, pur continuando a vestire i panni della divinità erotica per eccellenza, sta anche per garante soprannaturale del diritto. Chi non ama riammette un torto e rompe un equilibrio. Se riceve, deve dare”.

In seconda battuta, nell’impossibilità di trovare concreta giustizia esterna, si può e si deve trovarla interiormente, come forma di consolazione, come se ognuno da solo cercasse di recuperare, anche solo idealmente, ciò che gli è stato tolto: “Non sembri evasione la consolazione; qualcosa, pertanto di diametralmente opposto alla giustizia. La consolazione, come la giustizia, è risarcimento; raddrizza una stortura. È insomma a sua volta una forma di giustizia”. Anche la poesia può raggiungere tale obiettivo.

Aggiungo che, anche una buona lettura, come quella che ho qui solo cercato di suggerire, può aiutare in tal senso.

I libri di Gardini rendono giustizia perché vi si trova un senso di bellezza e verità, sublimato da una prosa profonda, accattivante e, all’occorrenza, addirittura lirica.

Buon greco a tutti, una lingua viva e vivificante!

Ad maiora, semper!

 

Written by Filomena Gagliardi

 

Bibliografia

Nicola Gardini, Viva il greco. Alla scoperta della lingua madre, Garzanti, Milano 2021, 275 pagine, 18 euro

 

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