Lucca Comics and Games 2021: la luce si è accesa davvero?
Per chi non è mai stato a Lucca Comics and Games questa edizione forse non è sembrata gran cosa: meno eventi, file per ritiro braccialetti, padiglioni fuori dal centro storico difficili da raggiungere, mancanza di alcune case editrici, biglietti introvabili.

Per me che vado a Lucca Comics ogni anno, è stata una magia come sempre: un mondo animato a cielo aperto in cui la maschera riesce a nascondere la mascherina e i fumetti diventano per alcuni giorni una pillola della felicità. Purtroppo di fumetti se ne parla solo in questi pochi giorni e ci si accorge in ritardo del fenomeno manga e del declino delle edicole e di conseguenza di come il fumetto entri sempre di più nelle librerie accanto alle novità e persino in classifica come bestsellers internazionali.
Le luci ci sono state per il grande fumettista Frank Miller che ha tenuto una masterclass imperdibile, protagonista del documentario a lui dedicato Frank Miller – American Genius, diretto dalla regista Silenn Thomas.
Le luci di Palazzo Ducale sono rimaste accese per un grande autore del passato Will Eisner, fumettista americano padre della graphic novel e per autori contemporanei come Giacomo Bevilacqua, Teresa Radice e Stefano Turconi, e per i ritratti di molti fumettisti in collaborazione con il museo degli Uffizi di Firenze. All’interno dei padiglioni nelle piazze del centro storico si respirava l’aria festosa di sempre con novità e vecchi fumetti da recuperare, fumettisti più o meno noti alle prese con i firmacopie, case editrici con i tavoli imbanditi di copie fresche di stampa.
È mancata una cura maggiore negli allestimenti, il poco tempo, i forse e i se in questo caso hanno dettato uno stile più sobrio in ogni stand e un numero ridotto di ospiti. Ho apprezzato moltissimo l’area firmacopie all’esterno, in questo modo ho potuto scambiare qualche battuta in italo/francese con Bastien Vivès e Martin Quenehen che si sono dimostrati disponibili e sorridenti. Alla domanda: “Quale è il tuo personaggio preferito?” Quenehen non ha avuto dubbi su Corto Maltese, mentre Vivès ha detto di preferire le storie ai personaggi e mi ha fatto un lungo elenco delle sue letture da Calvin & Hobbes ad Asterix, passando da Gipi.
L’atmosfera dei cosplayers non è mancata, pochi con le giuste cautele sulle mura della città, hanno avuto a disposizione la splendida location di Villa Bottini.
Ho visitato in fretta i padiglioni Japan e il Polo fiere visto che pioveva a dirotto lunedì sera e ho preferito il clima sereno e umano della Self Area, nonostante la location dell’ultimo minuto è stata una bella soluzione congeniale agli autori e alla dimensione ridotta. I fumetti indipendenti sono sempre acquistabili sullo store di Inuit.
Anche l’omaggio a Il milite ignoto che in un primo tempo poteva essere fuori luogo, è stato un modo per conoscere la storia e per ribadire quanto la guerra sia sempre orribile anche dalla parte dei vinti: le tavole esposte dei vari artisti hanno saputo declinare il tema anche grazie alla realtà aumentata e a delle stampe in tiratura limitata che conserverò con cura.

Più delle luci nei padiglioni e nella città, sono stati gli occhi dei numerosi appassionati che hanno saputo attenersi alle regole in nome della loro passione ad illuminare anche in notturna la città. Gli spettacoli teatrali a tema graphic novel spero abbiano seguito anche in altre città italiane.
Dante ci ha accompagnato a rivedere le stelle con la sua presenza più o meno incombente, anche grazie alle opere di Barbieri che ha curato una locandina molto bella e piena di simboli nascosti, di cui ho capito il significato solo grazie alla didascalia in mostra.
I visitatori hanno potuto ritornare a vedere un cielo sereno e nutrirsi di fumetti, games, libri fantastici, film e serie tv da non perdere prossimamente. Però si sa che la luce accesa in una stanza, spesso ha anche molte ombre intorno.
I difetti di questa edizione ci sono stati nell’organizzazione, sicuramente ha influito la mancanza di tempo, ma piccoli accorgimenti come biglietti nominativi e qualche punto ritiro braccialetti in più potevano essere previsti. Al di là di questo ho preferito la dimensione più ridotta del festival, hanno dato più luce le persone presenti e non grandi nomi e performance e questo mi ha ricordato come sarebbe bello non vivere nei fumetti, ma che molte più persone li leggessero per capire che i valori che trasmettono sono quelli che ognuno di noi dovrebbe seguire ogni giorno. Perché la luce resti accesa serve un pubblico di lettori e di persone piene di luce propria che fanno della loro arte un mondo diverso e ci omaggiano della loro bravura non solo in questi quattro giorni, ma per tutto il resto dell’anno. Sono loro con i disegni, con i mondi incantati dei film, con le storie delle serie tv e con gli anime, ad averci fatto compagnia lo scorso anno quando stavamo chiusi in casa e fuori era buio, non dobbiamo dimenticarlo. C’è bisogno di luce per tutto l’anno. Alla prossima edizione.
Written by Gloria Rubino