iSole aMare: Emma Fenu intervista Gabriella Zedda sulla conoscenza del passato

La rubrica “iSole aMare si propone di intervistare isolani che della propria condizione reale e metaforica abbiano fatto cultura, arte e storia ponendosi in comunicazione con il mondo: nessun uomo è un’isola o forse lo siamo tutti, usando ponti levatoi?

Gabriella Zedda
Gabriella Zedda

Sono l’Isola. Ma sono magica e infinita: non mi puoi cingere tutta.

Non mi puoi spostare, non mi puoi unire alla terraferma, non puoi possedermi. Puoi solo essere accolto, sederti alla mensa del mio corpo di sabbia e granito, mangiare dalla mia bocca le bacche del piacere e della nostalgia, fino a inebriarti, fino ad essere anche tu me. Ed allora ti fermerai per sempre, mi guarderai nelle pupille di basalto immerse nel cielo degli occhi e diverrai pietra.

Sarò la tua Medusa, con filamenti trasparenti danzerò per te negli abissi, ti brucerò di passione e non sarai più libero, nemmeno quando te ne sarai andato lontano, remando fino allo sfinimento, e il mare fra noi sarà un siero diluito con sangue di memoria e con lacrime di speranza.

Tu mi hai toccato, ora ti tendo le mani io.

Tu mi hai baciato, ora cerco il tuo sapore su di me.

Tu mi hai guardato: ora scruto l’orizzonte come una Didone abbandonata.

Tu mi hai annusato: ora raccolgo dalle fauci del maestrale il tuo polline per i miei favi.

Tu mi hai seguito: ora calo un ponte levatoio solo per te.

Tu mi hai atteso, ora ti attendo io.”  Emma Fenu ‒ “L’isola della passione”

Isole Amare.

Terre Femmine dispensatrici di miele e fiele, con un cuore di granito e basalto e capelli bianchi di sabbia che si spandono nel mare come le serpi di Medusa che, secondo la leggenda, un tempo della Sardegna fu sovrana.

Isole da Amare.

Terre Madri e Spose che squarciano il cuore di nostalgia, tirando il ventre dei propri figli con un cordone ombelicale intrecciato di mito, memoria e identità.

iSole aMare.

Sole che scalda e dà vita oppure che brucia e secca, negando l’acqua.

Mare che culla e nutre oppure che disperde e inghiotte, imponendo l’acqua.

La rubrica “iSole aMare” si propone di intervistare isolani che della propria condizione reale e metaforica abbiano fatto cultura, arte e storia ponendosi in comunicazione con il mondo: nessun uomo è un’isola o forse lo siamo tutti, usando ponti levatoi? A questa domanda implicita i nostri ospiti, attraverso parole, note e colori, saranno invitati a rispondere.

La rubrica è stata inaugurata da Paolo Fresu, hanno seguito Claudia Zedda, le fondatrici di LibriamociPier Bruno CossoGrazia FresuCristina Caboni, Maria Antonietta Macciocu, le sorelle Francesca e Marcella BongiornoFranca Adelaide Amico, Anna MarcedduSilvestra Sorbera, Nadia ImperioAnna SantoroSalvina VilardiMarina Litrico, Tatiana PaganoGavino PuggioniGabriella Raimondi, Giuseppina Torregrossa, Francesca Mereu, Francesca Guerrini, Claudia Musio, Paola Cassano, Giulia Baita, Olimpia Grussu, Cristina Muntoni, Valeria Pecora, Graziella Pinna ArconteCarla Mura, Alessandra Derriu, Claudia SarritzuGian Mario VirdisLaura CongiaPaolo MontaldoGiovanna Uccheddu, i fondatori di Sicci Creations (Andrea Mureddu ed Emanuela Carboni), Alessandro CoccoPatrizia Boi, Enzo MugoniFrancesca ColombinoMarco FarinaEleonora GrussuGiovanni CherchiDaniela OrrùManuela Congiu, Anna Fresu, Elisa Pistis, Federica Cabras, Giuseppina CartaIlse Atzori, Gina TondoClelia Martuzzu, Francesco Paolo CatanzaroPatrizia Floris, Zaira Zingone, Alessandra Derriu, Elisabetta Spanu, Rosario Tomarchio, Gigliola Cuccu, Dennys Cambarau, Giuseppa Sicura e Franco Carta.

Oggi è il turno, per la rubrica iSole aMare di Gabriella Zedda, nata ad Aulla (Massa-Carrara) ma trasferitasi a soli otto anni in Sardegna, divenuta ormai la sua regione di appartenenza. Gabriella occupa il suo tempo nella scrittura (in prosa con storie vere e poesie) e con l’altra sua grande passione: la pittura.

È in uscita una sua raccolta poetica intitolata “Ricordi” nell’antologia “Versi di Sardegna” curata dalla poetessa Alessandra Sorcinelli ed edita da Tomarchio Editore.

 

Identità

Gabriella Zedda
Gabriella Zedda

Sono e voglio essere quella che sono. Guardandomi intorno ho valutato che mi va bene così! In verità non ho mai avuto crisi d’identità! Il mio motto è: chi si accontenta gode!

 

Innovazione

La parola innovazione mi pone tante domande nella mente. Penso sia giusto progredire, andare avanti e dunque innovare ma senza strafare. Bisogna anche tenere salda la tradizione per non creare divergenze di generazioni nella stessa famiglia. Amo la famiglia patriarcale, sarà fuori moda ma la penso così!

 

Tradizione

La tradizione è quella che tiene il filo teso coi nostri antenati. Ritengo che sia dannoso non seguire le tradizioni perché coloro che non le conoscono non hanno passato, e non potranno garantirsi un futuro. Vivranno solo un presente senza storia. Un esempio di questo concetto che ho cercato di esprimere lo si ritrova in una mia poesia del titolo “Acqua Chiara”. Nel piccolo villaggio toscano dove nacqui c’era una sola via d’uscita da Aulla negli anni ’50, ed era questo ruscelletto senza alcun ponte ed immerso nei boschi. Bisognava, infatti, togliere le scarpe ed attraversarlo a piedi nudi. Ma questa realtà non esiste più, se non nel mio ricordo, perché quando ho visitato Aulla negli anni ’80 il ruscello non esisteva più, era stato sotterrato ma ancora vive come fonte della mia ispirazione poetica.

C’era una volta, anni luce fa
un ruscelletto che da su del monte
scendea in valle a regalar una fonte
a un piccolo villaggio contadino
tutti a lui grati per quel dono divino.” – dalla poesia “Acqua Chiara”

 

Isola

La mia Sardegna unica, paradisiaca l’ho amata dall’età di otto anni, ho adorato ogni angolo di spiaggia e di monte! Che dire delle forme dei sassi? In ogni roccia una figura appare: che sia animale o mostro. Da bambina passavo ore ed ore a farne gli schizzi su tutti i foglietti a portata di mano. Sono sempre stata molto attenta all’ecologia ed alla natura che mi circondava, per esempio, a dodici anni in seconda media proposi di far pagare un pedaggio ai turisti che lasciavano la sporcizia sulle nostre spiagge! Ricordo ancora le risate dei miei insegnanti ma, oggi, ci si sta rendendo conto della maleducazione delle persone e si sta prendendo coscienza sull’importante tema del rispetto dell’ambiente.

 

Written by Emma Fenu

 

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Rubrica iSole aMare

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