Contest letterario gratuito di poesia “Pensieri”
“[…] Miro il cielo e il volo si fa alto:/ la tua Arte/ in una cornice fuori dal tempo/ folgorata da straordinaria bellezza/ vola!/ Anime fuse/ in un connubio di emozioni/ sentimento/ potenza dell’essere:/ Poesia./ E mentre ti respiro/ grondano copiose/ le disobbedienti lacrime” – Teresa Stringa

Regolamento:
1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Pensieri” è promosso da Oubliette Magazine, dall’autrice Teresa Stringa e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Tema libero.
2. Articolato in una sezione:
A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.
4. Premio:
N° 1 copia del libro “Pensieri” di Teresa Stringa, edito nel 2021 dalla casa editrice Tomarchio Editore.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 12 novembre 2021 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Teresa Stringa (Poetessa)
Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)
Giovanna Fracassi (Poetessa e scrittrice)
Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)
Filomena Gagliardi (Poetessa e Collaboratrice Oubliette)
Daniela De Tommasi (Scrittrice)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!
Accetto il regolamento
Titolo: Odore D’Autunno
Anche le foglie
Cadute vivon per
Donar colore
Alle strade di
Spezie tra i camini
Oggi accesi
Accetto il regolamento
Massimo Gallazzi: Per sempre canterò.
Misericordia, o Padre,
Ho tentato il successo,
ho scalato la montagna troppo in fretta,
come un ossesso.
Lodo il Tuo nome,
sebbene di confonda con il mio,
E faccia confusione
per galvanizzare solo il mio Io.
Pietà di me , Signore,
perché ora canto Te in silenzio,
per il volere di un fato
incapace di invertire la rotta.
Arrivo fino al mi,
buttando le scorie,
Ricarico le batterie
per una vana gloria di un tempo.
È solo un momento, dicono,
ma questi pensieri nella mia muta voce rimangono.
Di rassegnazione mi copro,
Ma posso urlare e sempre lo farò,
Che a gran ore o in silenzio,
io per sempre canterò.
Accetto il regolamento.
Luigi Gatti
Titolo: Incanti, tra cedro e ambra.
Incanti,
si levano da foto non casuali…
Con te fremono le terre avite,
si aprono le argille e emanano
a onde le energie latenti a far
palpitare i pampani nei riflessi
dei tramonti, sotto le carezze
ampie di nubi generose, guizzi
d’arcobaleni, smalti in azzurro
e verdi stagliati, tra la panna
di nembi montati, a sfondo
di filigrane d’erbe pazze di vento,
tra l’aspre scoscese di calanchi:
incanti,
di laccate maioliche d’estate.
E noi galleggiamo, incerti,
sul mare della nostra fantasia
spinti dal vento alterno
di un’inguaribile immaginazione,
azzurra come il mare e il cielo
o tetra, quando ad ampie fauci
ci anela, in rabbuiati roboanti
inviti, al fondo dell’insondabile
destino di buie metamorfosi.
E ancora sempre ci lusinga il sole.
Del mare e le sue mille forme
siamo facce cangianti, animose
esplorazioni, agenti dell’impossibile,
forse protetti tra le anse
di una antica conchiglia…
Sguardi all’orizzonte!
A un approdo ci aspetti,
nascosta e ombrosa, tra cedro e ambra.
Nero velluto, opaco e intimo dissidio
dove i tuoi cieli azzurri incontrano
le onde marine, lo schianto e il bruciore
del sale sulla pelle? il bagliore
cieco di un giallo che sovrasta? il fragore
instancabile di cicale sorde ai sussurri,
dove il tuo frinire flebile? L’odore
di fichi e liquirizia, l’ardore
di un sud liquido che scuote, l’umore
interno e potente…: esplodano!
i frammenti di un inconsistente odio,
acerba amica ombra.
Non ci resta che la poesia
per parlare di noi.
In questa vita
che ci mette davanti
solo guerra e violenza,
differenze e rivalità,
ci salveranno l’amore,
i versi dei poeti,
il sorriso dei bambini.
E gli abbracci di chi sa
cos’è la solitudine.
Non c’è che la poesia
in noi.
Daniela Giorgini – Accetto il regolamento
Pensieri.
I pensieri che ci avvolgono
ci fanno diventare scatole di latta
Prigionieri del dubbio
Schiavi inconsapevoli della paura
delle cose che cambiano
Fissano il tempo in una clessidra
frugando nei cassetti dell’anima
battendo sul cuore
Semplicemente soli
Si accendono la sera
Si spengono al mattino e corrono…
Di giorno sui banchi
sui fogli di carta
tra lapis e calamai neri d’inchiostro
Pronti per essere divorati da carta assorbente
Fuggono via per diventare sogni
con le ali di bronzo
Cadono a terra senza più la forza per decollare
Restano con te
Soli
Unici
Memorabili
Abbandonati all’ombra di un incontro.
IVY Ivano Landriani (accetto il regolamento)
Johanna Finocchiaro – Dichiaro di accettare il regolamento relativo al bando.
E BASTA
Si discuteva, ieri.
Netta la linea. Occhio verde, brutto sorriso
e sincero.
Si discuteva, ieri.
Quando succede che vivi.
Nessun fardello ad ingobbire l’animo tuo.
Rari quegl’attimi. Ossa d’argento, diademi d’avorio
e belli.
Troppo intensi loro da analizzare.
Allora non lo fai.
Ecco, succede,
e vivi. Li vivi.
Domande inutili a porsi, risposte tutte da perdere
e volentieri.
Prendersela comoda.
O scomoda
e poco importa.
Indugiare negli attimi belli, parlarne coi denti sporchi e tra pochi, esigui pensieri
e morti.
Per fortuna, una volta tanto: silenzio.
Quale abisso di quiete. Quale delizia di sete.
Moto di lingue fuggite, felici.
Parlare senza rete. Solo parlare
e bene.
Nelle vuote carezze, ciondolarsi.
Immuni all’interiori torture, ingerenze
e castighi. Smarrirsi.
Dura un tempo, immemore, etereo e storpiato.
E basta, perché è quanto basta
accetto il regolamento
il vento accompagna
la notte spruzzata di stelle
mai è un tempo lungo
per cuori di zolla
ognuno ha il suo cimitero
abbandonato
Dalla mia prima silloge edita “Io non scrivo poesie, racconto parole” il componimento:
“La notte dei lunghi pensieri”
È una notte di quelle
che sembrano racchiudere in sé
l’insieme farcito del buio di tutte le notti.
È una notte di quelle
in cui andare vorrei
in esilio da me stesso.
Vorrei mandare in esilio
la mia vita, i miei sensi,
i miei pensieri, la mia ragione,
per non esser più io
e senza mente né anima
divenire neutro
aleggiando nello spazio vuoto
tra la vita e la morte
senza esser più io;
distaccato ma ugualmente reale
sbiadito ma ugualmente irideo.
È una notte di quelle
che sembrano racchiudere in sé
i pensieri esausti di tutte le notti:
è la notte dei lunghi pensieri
in cui navigando in un
aggroviglio di idee
si spazia nei giardini
del paese del sogno
del tempo perduto
e mai ritrovato.
® Michele Pochiero
accetto il regolamento
INES ZANOTTI 10 ottobre 2021
FOLIAGE D’ AUTUNNO
“Oscillanti sui poveri rami
come ad un fil respiro,
esigue foglie secche
bisbigliano…
Scricchiolano
le effimere membra
all’ululare sbatacchioso
del vento…
Pare voler lacerare
dal tempo,
la loro presenza di vita”
Accetto il regolamento
Ti ritrovo negli angoli di bocca che son rimasti a secco dai tuoi baci che non ci saranno più.
Ti ritrovo negli angoli ordinati della casa, dove il mio disordine non è ancora arrivato.
Ti ritrovo nelle espressioni che ho imparato ad assumere da te, dalle frasi che dicevi più spesso che ho imparato ad amare.
Ti ritrovo nei ricordi che la mente ripercorre e ogni volta è come aprire sempre di più una ferita già aperta.
Ti ritrovo nel cuore dove più volte hai trovato rifugio e riparo dalle varie tempeste del mondo esterno che tanto detestavi.
Ti ritrovo nei miei occhi quando mi ritrovo a guardarmi allo specchio, consapevole che quello che vorrei è che tu fossi qui.
Ti ritrovo nelle cicatrici quelle che non si vedono, ma che hanno il tuo nome.
Ti ritrovo in ogni posto dove siamo stati assieme.
Ti ritrovo in ogni posto dove mi sarebbe piaciuto portarti.
Ti ritrovo in mezzo agli scaffali, negli scomparti dei centri commerciali.
Ti ritrovo sempre anche se oramai ti ho perso per sempre.
– accetto il regolamento
LE VOCI DEL TEMPO
Non comprometto le voci del tempo
se all’improvviso resto in silenzio,
come chi guarda un profondo crinale
rinvenendo l’eco di un ruscello.
Sono voci che ho sempre soccorso
levigate sulle mani indifese,
perché pensavo di trattenerti
deviando a una spanna dal cielo.
(a mio padre)
– Francesco Paolo Gambino –
– Accetto il regolamento sopraindicato –
IL VOLO DEGLI UCCELLI
Il volo degli uccelli
sopra le ciminiere morte
ricorda un’epoca che non ritornerà.
Sono passati vescovi, re ed imperatori
su questa terra tormentata,
uomini combattenti sotto mille bandiere
le cui ossa hanno ingrassato questi campi.
Squilli di trombe, concerti di campane,
roghi di streghe e libri nelle piazze.
L’acqua del fiume scende in mille vortici
e splende nel tramonto
come liquido oro fuso.
Ritornerà la stagione dei meli in fiore
in questa terra tormentata.
I nostri occhi stanchi
si bagneranno nel tramonto
Nelle acque infuocate del gran fiume.
Rosso nelle acque, rosso nel cielo,
rosso del sangue di bambini bruciati.
– Accetto il Regolamento
Il viaggio
Tutte le volte che parto cerco te,
Sei sempre con me.
Anche quando non lo voglio.
Un legame indissolubile,
Dai miei 25 anni,
una meta che nella vita non ho avuto,
Ricordi di un passato dove ero felice.
Nell’idea che ho di te, sono come la primavera.
Come Un dipinto di Frida kahlo.
Come ad ogni aeroporto.
Come quando fui a Siviglia.
Rivivi nelle canzoni di Morat,
Che riaccendono la speranza
Di una gioia bellissima
Spalmata nell’anima.
Nella mia visione delle cose,
giù nel profondo, dove nessuno può toccare, nemmeno tu.
Il viaggio è stato sentirti.
Cercarti è venuto dopo.
Tu mi hai fatto scoprire la bellezza del cuore,
La forza di lottare, la fede.
La voglia di conquistare l’amore ed é per questo che ho amato tanto.
Il viaggio ero io attraverso te.
Perché tu eri e sono io,
Infine, l’ho sempre saputo.
Tu eri la propulsione che mi serviva
Per non spezzarmi e andare avanti
Per la forza che doveva avanzare,
Per la mia voglia di vivere troppo grande.
Ma nel mondo prima di te,
Mi ero fermato. Ed ero perso, che stupido.
Non ho più paura di fare il primo passo.
Non ho più paura di camminare nel viaggio.
È quello che sono diventato.
La miglior versione di me.
Inviato da iPhone
Accetto il regolamento
Fragilità
Sono stata in visita da Eolo Dio dei venti e mi ha fatto dono
del suo tappeto
Il petto agitato da sì lunga speme
In ansia, aspetto il passaggio delle acque
Nell’antro vicino le donne custodiscono il fuoco
I semi di grano tostati si mescolano nell’aere agli effluvi
inebrianti del mosto
Mi cullano sotterranei e stentati i rimandi di canti ancestrali
Tu alma gentile ti poni in ascolto
Le mie labbra timide si schiudono al passare delle parole
Come perle di fiume imperfette che scorrono, spinte dal desiderio,
ne recuperi il filo
Mi hai fatto alzare, vestita di bianco, mani operose intrecciano le chiome
Altre più possenti si alzano sopra di me e agitano le giare scuotendole
Dall’una la sabbia in rivolo aureo scorre
e si rovescia lenta e preziosa sulle membra stanche
L’altra, scossa e sottomessa, si apre in un gorgoglio di note
Gli occhi si velano, l’udito si fa incerto
Profetica, di persuasiva promessa mi avvolge la tua voce
In volo mi ritrovo, sul tappeto di foglie intrecciate
La bocca impastata, rimesta la radice, amara e dolce,
non so se apprezzarti
Certo la meta si avvicina
Ti vedo, oggetto del mio desiderio, unico mio pensiero
Sulla spiaggia, ignaro di me che ti osservo,
ti lasci trascinare sulle onde
Il cavallo murgese che ti porta ora è carco anche del mio peso incorporeo
Avvicino il mio ventre, con la fronte ti sfioro,
una brezza leggera ti trapassa e non ti scuote
Solitaria, un’ombra sfuggente si fa strada a fatica tra i tuoi occhi ambrati
Forse un ricordo, forse un rimpianto, solo un attimo, ti unisce a me
– accetto il regolamento
SMANIOSI ANELITI
Il buio silente a me sodale
accoglier sa fra le sue braccia comun mortale …
Nella scura quiete compagna
avvolto nella penombra che ristagna
mentre il resto del mondo è colto
dalla notte e dorme, riposa e tace
trova ristoro la mia anima senza pace
allorché remissivo nella total acquiescenza
io celebro, del tutto, il rito dell’assenza.
Giorno di fibrillanti istanti, peregrino
scandito nel suo incedere, ramingo
dal susseguirsi in moltitudine i momenti
solcato esso è da orme profonde, evidenti
affossato dalla rabbia comune, intingo
al secchiello dell’oscurità, ormai reclino
come pennello dalla punta cadente.
Ascolto il dì, come me, svanir lentamente.
Odo altresì morir delirio d’onnipotenza
dell’umano popolo che con trepido passo
s’incontra nel divenir di un affannoso viaggio
intriso com’è di trappole e misteri
un assillo è il proceder tra timori e deliri perenni
a pugni fanno con ansie, bramosie e desideri
… ovunque ferite, lividi e dolori non ci lasciano indenni …
Nel cogitar siffatti fugaci pensieri
lentar la cotidiana morsa comincio dell’ormai ieri
mentre assaporo siccome carezza
il calore di un giaciglio e della pace la brezza
veglio i miei giorni sempre vissuti
concedo il passo alla salvifica fantasia
mi abbandono su un fiume che corre via.
Isolato come una zattera alla deriva
nel mare della vita imperterrita sfida.
Fuggo da irreali mostri non ancora abbattuti
belve chiuse in gabbia che ingoiano saliva
sfaldo le ragnatele della mia parte più rigida.
Allontano dei fantasmi la loro ombrosa presenza
cosicché il silenzio mi conforta d’un tratto
cura impagabile per mali e tormenti
sembra parlarmi con parole alquanto clementi.
Fuggo ogni sguardo al quale posso apparir matto
mi ostino confuso nel sommesso brusio dell’esistenza
dimentico della, di tutti, cordiale indifferenza
qual giorni avverto come viva presenza.
Mi faccio scudo colla mia più profonda essenza
… mi trascino ‘sì fiducioso cercando proseliti
in quelli che restano i miei più smaniosi aneliti.
– Accetto il regolamento –
CONCA
Respiro il verde circostante.
Occhi chiusi.
Adagio il capo sulla tua spalla
ascolto i balbettanti battiti.
Lo sciabordio cadente culla.
Silenzio assoluto domina
conca nascosta alla vista
ritrovo di animi sensibili
bisognosi di rigenerarsi.
Scandire dell’ora sospeso
nel luogo senza tempo.
Cinguettio ovattato rispettoso del ritrovarsi.
Brivido preludia il rientro anticipato.
Accetto il regolamento.
PERDONAMI
Perdonami
il disperato richiamo
perso nel limite dissacrato
della notte passata.
Perdonami
questa gioia velata
che non s’arrende
al gemito ignoto
scavato sul piano
del nostro incontro.
Tu mia unica ragione.
Esausto pensiero
d’un canto d’amore.
-accetto il regolamento-
Accetto il regolamento l
Cercami
Non cercarmi nella tua rabbia,
la’ ho freddo.
Nemmeno nella paura,
divento piccola.
Non cercarmi nella gelosia,
divento preda.
Non cercarmi nei tuoi pensieri,
mi perdo.
Cercami fra le spighe di grano,
a ridosso di uno stelo di papavero.
Le mie vesti tremano
come la sua corolla.
Ruvido inchiostro
È notte.
È buio.
La mano leggera
sorvola gli oggetti
cercando la preda.
È notte.
È buio.
La sinistra in soccorso
entrambe voraci
il piano ha degli angoli
e la brama ha luce.
Lesta la destra
rincuora la mente
parole, parole, parole
l’eco diviene ossessione.
Ruvido inchiostro
ruvide mani
ruvida carta.
È notte.
È buio.
– accetto il regolamento del contest per la sezione poesia
Intimamente
Quando nella notte sogno te
riesco al mattino a sorridere perché
intimamente
la tua visione
seppur illusione
mi accompagna durante la giornata.
Non sei morta, sei qui con me.
– accetto il regolamento
Isola
Nella mia isola ci sono le onde
alte e impetuose
come montagne
Nella mia isola ci sono le nuvole
talvolta basse e scure
minaccianti di pioggia
Nella mia isola ci sono le case
di pietra e di legno
il primo immortale
il secondo mortale
Nella mia isola c’è la poesia
è la voce del vento
che unita alla mia
parla di Dio.
– accetto il regolamento del bando del concorso
A volte … oltre …
Nella nebbia impariamo
a cercare oltre,
oltre la nostra vista,
oltre i nostri sensi …
La vita non è solo Amore
è anche tanto dolore …
Possiamo essere una farfalla
che andiamo da fior a fiore
in cerca di un po’ di amore …
Il tempo scivola veloce
a volte come leggera brezza,
a volte come una grande tempesta
che in un attimo strappa una intera foresta
che ci aveva messo una intera vita per crescere
uno schiocco di dita per morire
speriamo senza soffrire
acceto il regolamento
Accetto il regolamento
Esercizi di sparizione
Ogni giorno compiamo
piccoli esercizi di sparizione
quando abbracciamo un altro
e quando ci abbracciamo soli
abitiamo il mondo ad occhi chiusi
Scontiamo sguardi
mettendo specchi alle finestre
catechizziamo desideri di prossimità
quando la notte ci svegliamo
con l’urlo di Munch
E sono
una stella
sotto un lampione
a mezzanotte…
Spicchi di luci
offro
a chi non ha
a chi prega
a chi è stanco
e vuole amore…
E sono
un’immagine
dentro al tuo sogno
e ti sospingo
sotto un cielo…
dove è l’acqua
ad asciugar lacrime…
Ed il sorriso
limpida luce di colori…
E sono
una pietra
silenzio aggrumito
che urla di vita…
Storie cosumate
che non s’arrendono…
E sono
dono
opera d’arte…
E c’è l’infinito nei miei occhi…
E sono
una stella
sotto un lampione
a mezzanotte…
Spicchi di luci
offro
a chi non ha
a chi prega
a chi è stanco
e vuole amore…
– accetto il regolamento
IL MIO PENSIERO!
Tutto succulento
da far vibrare di un delicato
gusto il mio pensiero!
Il mio pensiero gioisce
nel creare parole sparse al vento,
il vento le fa volare lontano,
così lontano che si trasfromano
in dolci liriche!
Arriva la poesia con il vento,
forma una bandiera d’incanto,
che sventola nel cielo lontano
tanto desiderato, tanto amato!
Il mio cielo così lontano,
di un azzurro mai dimenticato!
Il mio cielo Italiano,
che io ammiro e abbraccio
sotto questo mio cielo
maestoso Australiano!
Due immensi azzurri cieli,
stretti al mio cuore,
che tocco felice con le mie mani!
25 – 3 – 2021
accetto il regolamento
Accetto il regolamento
Tu sei Libero, tu sei Amore
Solitudine nelle vie,
camminare senza una metà,
senza senso questo peregrinare,
cercare gli ultimi
senza cercare d’essere primo.
Apparire per quello che non sei,
mostrarti indecente e al loro pari,
senza discriminare alcuno,
vivere soltanto per il prossimo
dimenticandoti di te,
l’amore per gli altri
comprende anche te stesso,
trova la fonte della felicità
non è detto che sia per te.
Non disperare, fare felice una persona
è sublime come essere riconosciuti dal grande,
senza timore affronta la vita,
la tristezza sia per gli altri.
Tu sei libero.
Tu sei amore.
Come l’acqua
ha voce il pensiero
come l’acqua che scorre ovunque
e bagna le cose tutte
e di ruggine le fa vecchie
e nell’arsura le fa nuove…
se nasce da sorgente
dimora poco fra le rocce
tempra le valli
impronta ruscelli
e fra grandi cerchi s’accosta lago alle sponde
dove tenere canne respirano il vento
e riflessi di luce
infrangono le sue trasparenze…
ristagna a volte come oasi
confinata nei deserti
tra freddi notturni e pietre roventi
ma vorace
il suo corso irrompe
e s’allarga fino al mare
e onda striata di bianco e d’azzurro
gioca fra le verità
che giacciono sul fondo …
è un continuo errare
fra tempeste e vele ammainate
fra bonaccia e miraggi infedeli
tra fitte nebbie
che nascondono alla vista
terre sempre più straniere
dove solo la voce dell’acqua
è sempre desta
e leggera leviga i sassi
sulla riva di ogni uomo
che origlia tra i suoi zampilli
preghiere
fatiche
applausi
e pretesti di pellegrina memoria…
e, a volte, l’eco di una fiaba
sui gradini di una casa
senza luce.
Angie Patti
– accetto il regolamento
LA GORGONE DELLE ROSE
Tra i rami serpenti
dell’albero dei peccati
ho stretto i denti
ho rifiutato la mela
per prender la piantagione intera.
Semi di sapienza per una
lunatica atmosfera
priva di satelliti.
Il tentatore è la finestra
sulle possibilità occultate.
I gigli, le rose, il gelsomino
nidi degli occhi, dei miei giardini.
Mani di radici di ninfee sull’acqua
di laghi plananti
asciugano le lacrime imbibite di guai.
Il morso arrogante sanguina
battaglie alate tra le galassie delle rose.
I profumi mescolati a miasma,
l’elisir per la rinascita.
– accetto il regolamento
Monologhi dopo la mezzanotte: ALLO SPERMATOZOO (ore 04.45)
Dimmi, Piccolo,
dove corri così in fretta,
davvero non vedi l’ora
di procreare un altro sfigato?
Capisco, ti senti prezioso,
hai da svolgere un’importante missione.
Sappi che siamo troppi su questa Terra:
tanti malati e interiormente poveri,
innaccettabilmente neri
ed estremamente bianchi,
diversamente amati di qualsiasi genere,
sfruttati per pochi spiccioli
e, in maggioranza, disoccupati.
Forse ti divertirai per qualche minuto
giungendo alla fine della vagina,
ti sentirai Onnipotente come Iddio
riuscendo a fecondare “al naturale”.
No, non mi sento una femminista
anche se odio essere sculacciata,
non vedo alcun senso nella tua corsa
che porterà una breve gioia
e un interminabile pianto.
Vorresti dire: “Ai posteri il giudizio”.
Non hai mai visto il Mondo
fuori dal tuo umido, accogliente corridoio,
è una Valle di disperati
anche se, a volte, sorge ancora il sole.
I tuoi discepoli si sbranano come iene
e non risparmiano neanche i cuccioli,
prendono a calci anche gli uteri
cancellando quel che Sacro era tempo prima.
Dimmi, Piccolo,
cosa vuoi trasmettere al tuo Creato
che nascerà su un Pianeta senza valori?
Sei ingenuo come una pecora
condannata a un sacrificio,
corri insieme a migliaia di pretendenti
anche se il Vincitore sarà soltanto uno.
Credi ancora nel miracolo della Vita?
Non illuderti invano,
pure essa è diventata artificiale e assistita.
Accetto il regolamento
Izabella Teresa Kostka
L’eterno movimento
Quando il tuo sguardo
si adagia sul mio cuore
le mie parole si librano nell’aria
in una danza che non conosce fine,
in una notte di audace amore.
Ed è nell’onda di questo movimento
che scorgo spiragli di esistenza
in un momento di stasi permanente
dove anche i fiumi fluiscono lentamente.
Cosi ‘ mi accorgo
di viver nuovamente
con le braccia che roteano nell’aria,
come foglie sferzate dal maestrale
nell’urlo lancinante della sera.
Vorrei toccarti
ma diafana mi appari
in questa stanza con le luci spente
coperta solo da sottana
di pizzo trasparente.
Accetto il regolamento
Momenti
Se potessi vivere di nuovo la mia vita
nella prossima tratterei di fare più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di piú.
Sarei piú sciocco di quello che sono stato, di fatti prenderei meno cose sul serio.
Sarei meno ..
Sarei più ..
Sarei Illuminante come il sole al mattino
Rinfrescante come la pioggia nei pomeriggi di Puebla
Amabile nel trattare gli altri come la gente di Cittá del Messico
Sorridente e cordiale come la gente di Veracruz
Franco come gli uomini coraggiosi del Nord
Saggio nella mia follia, disfrutando ogni secondo di questa vita preziosa
Sarei il migliore dei padri e lascerei che i miei figli mi guidono nel loro camino.
Ameró senza paura, perdonarei con amore, dimenticherei dolcemente
Sarei… ciò che questa vita mi ha permesso di essere
Sarei quello che la prossima vita non mi permetterá
E credetemi amici miei
Se non mi mandano in galera per essere felice
Condivido con voi questo tesoro ..
La vita è una giostra, vengan tutti sú
Perché in un battito d’ali di farfalla ……………
Tutto si spegne e non esistiamo piú.
Accetto il regolamento
Diego castelbuono
DENTRO CASA UNA POESIA
Un muro scrostato
un vecchio appartamento
il posto perfetto
sotto copertura
per i tuoi guai
per fare i conti coi dettagli
che contano,
per sguardi mistici davanti al caffè
per mettere ordine nel mondo
davanti a un letto da rifare,
dove rimbocchi le coperte
per riparare a cuori induriti,
sotto raffinate sembianze
di polvere e panni da lavare
dentro le ceste dove si accoccolano
i miracoli degli ostacoli
che sussurrano soluzioni
assemblati dentro una pentola sul gas.
Cattedrali nei tuoi deserti di senso
e desideri di acclarati svelamenti
mani in alto che ti interpellano
dita alzate per chiederti perché
anestetizzati da bisogni infondati
non avvertono più i genuini sapori
dei gusti semplici
esaltati dal sale del dolore.
E ti trascini stanca
dentro la polveriera dei tuoi pensieri
aggrovigliati
che una poesia osa
servire su un vassoio incrinato
al bar dei soliti curiosi avventori.
La ricetta nascosta è qui,
sotto il piattino del caffè.
Grazia Mastromarco
ACCETTO IL REGOLAMENTO
OTTOBRE
Ottobre/
che ci scruti dall’ alto come un gigante/
con ogni tua pioggia vivificante/
disseti alberi, fiori e piante/
Quando con l’ azzurro più vero/
colori le nuvole come per magia/
ci scaldi con un sole benevolo/
che infonde allegria/
e che, anche se vicino, /
a noi sembra lontano/
rimpicciolito, un puntino/
che si perde in una mano/
Terreni arati di fresco/
e nubi rade nel cielo/
dei tuoi giorni fanno un affresco/
dipinto con cura, con zelo/
Riacquisti il sereno in un’ora/
mentre il sole dall’ alto/
sa sorriderci ancora/
e attribuisce risalto/
all’ autunno che, con un salto,/
lascerà all’ inverno il suo posto caldo.
— accetto il regolamento
L’eterna sera
e gli occhi lucidi
di fronte all’infuocato cielo
riservano risposte lungimiranti
sull’obliata fragilità
dove la solitudine perpetua
divenne Illuminazione universale.
Una volta al dì
mi rivolgo al mare,
mio confidente speciale
e immergo
i miei riservati sogni
al saluto del sole
tra il ponte e i remi che rumoreggiano
di nostalgia e amore
– accetto il regolamento
Dichiaro di accettare il regolamento.
Nel crepuscolo
Seduta ad aspettare
un’altra sera che avanza
con le sue ombre gravide
di silenzi grevi
e di inquiete transumanze
di pensieri
mentre lì, raggomitolato
in un cantuccio,
il mio sogno giace infranto
ai piedi di un tempo che
non mi appartiene
e restituisce l’esile canto
di una memoria affranta
nel crepuscolo.
LA RIVOLUZIONE DEI VALORI
Nella gabbia della vita controllata
Dalle guardie di una società dittatrice
C’è uno strato di popolazione addormentata
Dal sonnifero di una disciplina manipolatrice
Subdoli bombardamenti subliminali
E strategiche combinazioni demagogiche
Sovvertono i veri principi spirituali
In pleonastiche necessità psicologiche
Scorribande dell’anima nel caos della mente
Si scontrano con pensieri controllati
Come eroi tra le ombre della gente
Ad accendere quei destini un po’ spaesati
Sono i versi di maestri illuminati dall’interiore
Che nel silenzio del loro intimo risveglio
Liberano i corpuscoli di tal bagliore
Per ridestare gli sperduti dal lor giaciglio
E come un’onda che si espande nel suo circolo
Si propaga la consapevolezza degli albori
Di anime fameliche come pecore al pascolo
Guidate verso la rivoluzione dei più autentici valori
GIUSEPPE CHICO (dichiaro di accettare il regolamento”
(Monia Minnucci-Accetto il regolamento)
1998
Il caldo affonda la spada
nei miei occhi acquosi
e la stanza è penombra rumorosa
di macchine e cinguettii.
Il tempo è sfuggito alle mani avide,
il tempo ha le mie lacrime,
pozze di fango e cielo.
Rubo la speranza alle medicine
che promettono un giorno assonnato e tiepido,
mentre strade di sudore diramano la carne
e quel viso, caro da sempre,
che vuole crescere insieme a me.
Ricomincio a guardare l’albero,
un fiore possiede un segreto,
gli porgo dell’acqua che lo scuote e accenna alla vita,
e domanda, di nuovo, di non dimenticare… se ti manca il cielo.
Poesia di Massimiliano Nevisco
La Vecchia Soluzione
Rischiariva la notte
Si spegnevano i sogni
Si riaccendeva il giorno
Regnava l’anonima realtà
La vita riprende se ne hai una
Niente potrà il sole col suo candore
Nelle terre di Zombi diurni
Nei volti haitiani e nei veli afgani!
Un occidente senza più punti cardinali
Regole e divieti insensati
Ci vogliono onanisti ma senza mani
Sazi con bocche piene e senza pani
Esibire giovinezza eterna
Corpi splendenti, si fa per dire
E menti in perenne lockdown
Sorridere bere Spritz e mentire
Ostinarsi nella seduzione
Anche quando il tempo è scaduto
Vana illusione da povero testone
O da inconsapevole Poponica
Apparire statici ed inadeguati
Come manichini monchi
Riposti smontati ai lati
Nei negozi a saldi terminati
La soluzione un’eterna discussione
Se la donna si rifiuta la si ammazza
E questo senza scuse in ogni nazione
In ogni governo con qualsiasi religione
Riaprire ed in presenza, Legge Zan e ius soli
Così il tempo si inganna e se non si risolve
C’è sempre la vecchia soluzione
Quattro piantine e fatevi una canna!
Massimiliano Nevisco
Dichiaro di accettare il regolamento.
Sez. A
Accetto il Regolamento
Poesia
Titolo
“Cuore bambino”
Son fuggite le rondini,
cacciate via, come fiori
di primavera.
L’aria fredda e rabbuiata,
nelle stanze, dove il fiato,
si deposita sui vetri,
richiama vecchi pensieri.
Quei singhiozzi di fragilità
e malinconia, che l’anima
di mia Madre, ogni tanto,
riporta in vita.
Amo i giorni misteriosi
dell’inverno, che sanno
raccontare fiabe nordiche
e storie di folletti ingrati.
Sono cresciuta, anzi
invecchiata, con il
cuore ancora bambino
e una voglia di speranza,
che mi dipinge le gote e
gonfia di magia il mantello
di seta doppiata.
Pensieri di una Guerra
finita, di un dolore messo
in un Sacrario, di una voce
antica che si perde nell’aria
e sa di mare, di agrumi, e
di bambini senza un domani.
Pensieri in compagnia
del destino. In attesa che
torni primavera, il volo
circolare delle rondini e
la voglia di fare casa,
dove la solitudine, ha già
costruito un nido!
Maria Rosa Oneto
Marco Astegiano
“accetto il regolamento”
Demenza senile
Un giorno mi sveglierò
sì curvo e canuto
che i pensieri, tutti,
sciameranno via, stanchi,
dalla mia anima dolente,
come fredda nebbia,
dalla terra novembrina.
Cadrà allora nell’oblio
il divino simulacro
di quella tua forma sublime:
si sbiadirà la polvere d’oro,
sottile, sul tuo volto;
si scalfirà l’avorio,
lucente, della tua pelle;
si dissolverà il profumo tuo
di rosa e mandarino,
e il sapore di fuoco, delle tue labbra,
si spegnerà, mesto.
Così, in quel limbo melmoso,
mi lascerò annegare,
naufrago impotente
a una bonaccia fatale,
tra petali di loto danzante,
senza più un faro a guidarmi.
Troppo tardi sarà, allora,
per aver compreso
che fosti tu sola
l’essenza stessa
della mia moritura
misera esistenza.
Per diventare materia dentro un sogno
Così rimango tra la terra e il cielo
in questa notte di lampi soffocati
e mi sovviene dell’aria il suo respiro
tra molli affanni rincorsi tra le cose.
Piccoli passi percorsi nella brezza
che soffia lieve negli antri della mente
ed i ricordi sono lame che crudeli
sanno affondare la pelle trasparente.
Aleggia lieve sul soffice percorso
di un’esistenza trafitta dentro il nulla
uno sfuggente pensiero come spirito
che disperato ha perduto direzione.
Ma come fiori ed essenze a primavera
le foglie fragili si librano nel cielo
tra quei profumi di magica speranza
che l’orizzonte regala a noi mortali.
E sono odori e fragranze sempre nuove
che creano abiti e vestiti di stagione,
mentre l’anelito di cuori vagabondi
conduce ancora un gomitolo di vita.
E mi ritrovo sospesa verso il cielo
come crisalide dal tempo trasformata
attendo Eolo e il calore del suo soffio
per diventare materia dentro un sogno.
– accetto il regolamento
(Ah, l’amour!)
L’eco e l’urlo si sposarono. Ogni sera,
da allora, insieme al canto della capinera,
nella valle si sente una voce:
Mi lascerai un giorno?
E la risposta, lontana:
No…no…no…
Saremo sempre sposi?
Sì…sì…sì…
Smetterai di amarmi mai?
Mai…mai…mai…
– accetto il regolamento
AMPLESSI
Allor che furono umide e parlanti
le profuamate ed assetate sticchie
di gemmate e desiderate amanti,
perbenismi equivoci tornarono
nel nulla umiliati dall’amore,
chiuso essendo il passo che svilir vorrebbe,
con le ombre di conformismi triti,
il piacere che vive il suo bruciare.
Inverato fu il segreto dell’onda,
Fluente e increspata di spuma,
Esondante da febbril natura
E da stordenti e risognate voglie.
Tatti morbosi esploran l’epitelio,
Accorrono ai desiderati sguardi,
All’oscurità di flautati spacchi,
Ai non mai abbastanza diletti varchi.
Infrante furon le difese aduse
A negare l’estasi possibile
Per sensi avvezzi a morbosi sogni
Armonici all’ampiezza del fiottare.
Scrisse il poeta ti offrirò la bocca,
E la musa ne modellò l’aspetto.
Donne iteranti dalla luce all’ombra
Apparvero in una marcia immobile
Verso un illusorio creato inizio,
Forse avvenuto e, in un morente dubbio,
da fumose connivenze immaginato.
Ma dall’ inanimato pressappoco
Può accadere che un preciso fascinoso
Amore possa avvolgere ogni cuore,
Ogni pulsione d’ irrefrenati
Desideri in apnea di trepidante attesa.
– accetto il regolamento
COME ONDE DEL MARE
Come onde del mare
sospinte dal vento
I miei pensieri
oscillano
Giungono alla riva
e in lei s’infrangono
Cullano una distesa
infinita di granelli di sabbia
Una melodia all’unisono
risuona accarezzandoli
Li accompagnerà
nell’eterno e perpetuo moto
della vita
– Accetto il regolamento
silvana sonno
parti
E’ arduo partorire idee
farle splendenti e nitide
al netto d’ombrature lunari.
Sorgono come piccoli soli
a rischiarare la tenebrosa alcova
della mente, dove le accolse un bozzolo
crogiolo molle di silenzi e quiete.
E quando dallo stellato trono
tutto fanno vivido e lucente:
il cielo il mar le selci, le creature
è assai difficile anche immaginare
che il parto sia avvenuto quasi sempre
nella solitudine d’un sogno
ma sempre, a farne spese, strati e strati d’aurore
lasciate a rosseggiare come cenci.
– accetto il regolamento
Senza te
Come l’ala spezzata
d’una pernice
è il mio cuore.
Come freddo timore,
è il mio grido, ho lo sguardo fisso come una bambola…
e mendico amore.
Senza te annegherei nell’oceano
e non potrei chiudere gli occhi per sognare.
Tu scaldi i miei giorni,
fai brillare i miei occhi stanchi,
senza te, dolce tiranno non ride il mondo.
– accetto il regolamento
PLÉIADE
L’amore non è nell’intaglio
del tronco,
nel cuore scavato
tra due nomi,
non è nello scherno
della luna,
nell’angolo di luce
che stordisce,
nelle frasi puntate
d’improvvidi poeti,
negli avverbi patinati,
nel garbuglio di stelle
che rotola sui tetti…
L’amore è nel lampo azzurro
di uno sguardo,
sull’uscio della stanza
e tu mi appari,
nell’abbraccio sotteso.
Amore è ogni volta
che chiami il mio nome.
– accetto il regolamento
MAI
Nella mente restano impigliati
pensieri profondi mai raccontati.
Sogni e speranze a corda tesa
restano lì, in un limbo, in attesa.
Progetti incompleti ed astratti,
noncuranti di tempi mai adatti.
Ahimè, ormai il tempo è scaduto
e nulla di fatto è realmente accaduto,
disegni e utopie a lungo rimandati
in un sonno profondo si son dissipati.
-Valeria Runcio-
(Accetto il regolamento)
Francesca Santucci
ACCORATO TREMORE MI SORPRENDE
Quando si dilata, frana e muore
contro rocce a picco e sabbia
fluttuante l’onda-dai remoti abissi
la tenera conchiglia in sé portando-
accorato tremore mi sorprende.
Simile a quell’onda è il mio destino:
confusa e fragile in questo tempo
oscuro come un’ oscura selva
contro il frastuono del mondo
a frantumarmi io vado.
(Accetto il regolamento)
SUI VETRI LONTANI
Le mie mani
corsero
sui vetri lontani
e vidi giovani donne
vestite di nero
andare al rosario,
quando luglio rigonfio di mare
nascose la luna rosseggiante
dietro gli eucalipti.
E’ all’improvviso
dal freddo d’inverno
bagnato,
l’altare sotto le nubi polverose del crepuscolo,
ove tu aspettavi in ginocchio.
E adesso urlo e urlo
ma tu non sei più lì.
Urlo sui vetri
percossi da pioggia e da lacrime,
urlo sui vetri lontani!
ma tu rimani lì,
nell’ultima stanza al buio,
e la coperta di lana addosso
non ti riscalda più,
né il fuoco antico del camino.
Urlo al tuo corpo gentile,
urlo al tuo corpo
di pietra
a te vestita di lacrime.
O poveri vetri di ieri,
battuti dai canti e dal dolore,
battuti dal vento e dalla pioggia,
O poveri vetri di vetro,
quanti anni ho passato lì a guardarvi!
(Bruno Brundisini)
accetto il regolamento
PENSIERI…DI FESTA
Luci bianche
e colorate
ad intermittenza,
scintillio sfavillante
in ogni dove
nell’umile dimora appaga gli occhi
nell’esposta bellezza,
brilla tutto…
sui davanzali…sui balconi
rosse ghirlande sui cornicioni
luce calda
dorata ed evanescente,
splendido lo scenario
coreografia impeccabile
ma sguardi lontani
e disattenti
non appartengono piu’
e fanno la differenza.
Si fa strada a larghe braccia la solitudine dentro…
e fuori…
in un grigio pensiero inconsolabile…
a grandi passi verso il Natale,
una lacrima bagna il cuore
congelato dalla neve caduta in anticipo
e in abbondanza,
spegne il luccichio, insiste una fiammella nel buio,
e’ luce d’amore
che avvolge ogni cosa e si posa su tutto e tutti,
implode nell’anima
inducendo alla speranza
ad ogni respiro
e palpita per questa vita bastarda
meravigliosa e imprevedibile.
Antonella Vara – accetto il regolamento
Veleno
L’amore ormeggia
sulla pena dell’amore
dei giorni fine
del caso. Posti che tiene
il carcere dell’anima
infine arida
di vita. Dove
le mani dovevano
al cuore azzannato.
Una via di fuga verso
la meta che arde
in una sera ma piove
il destino pieno
di meno onore
addio alla dignità
gelida anche ahi !!!
Come cambia la faida della dolcezza.
Sconfitta dalla angoscia furba,
Qui incombe
il fuoco, Che scava come la mia faccia
che dice e sbanda affondo alla vita effimera
nel mare goffo in cui si scaglia con violenza.
Che scenda sulla vuota sorte.
Che incombe sul mondo come
un veleno che ci afferra.
– accetto il regolamento
– La teoria dei parapioggia –
‘A questo segno non mi rivedrai
e non ricorderai le mie parole
quando del coro ascolterai le strofe
di voci d’oro e di angeli fanciulli
nell’abbandono mio.’ E se rimane
un attimo severa é perchè posa
la mano a donarmi una carezza
lieve come il tempo, e come allora
leggera e di esperta tenerezza.
‘Le stelle nella notte sono ancora
il luogo, sai, dove l’amore spezza.’
Maurizio Rubicone Longhi
Accetto il regolamento
Venezia
Oggi il cielo
È come un dipinto.
Passano sguardi,
Passano vite.
Lingue straniere,
Palazzi viventi
Parlano piano
I piccioni attenti.
Gente cammina,
Suo profumo
Il mare ammira.
Pesante leggerezza
Sulle spalle di un uomo
Acqua speranza
Libertà è un dono.
Angoli pieni di nostalgia
Viaggio di vita si avvicina.
Farfalle che ballano
La loro morte
Pronto a stupire
Nessuna colpa tramonto.
Renata Bruzaite
– Accetto il regolamento
Partecipo al concorso accettado il regolamento
Poesia con titolo: NOI
Distesa nell’erba stavo ad osservare
i fili
verdi e resistenti
che noi calpestiamo
senza badare
Li osservavo con gli occhi e con le mani
li stringevo per capire il loro segreto
per percepire il verde con le dita
ma sono gli occhi e la luce che creano
quel verde
mentre pensavo a questo
vidi un filo d’erba
risalire verso il cielo
qualcosa lo spingeva
l’istinto della vita.
Restai sorpresa
Restai sul prato per tre giorni
così da dimenticarmi di me
per poter iniziare un noi.
CONTRO LE PORTE
E se l’amor si fa contro le porte
aperti ad ogni ignota conseguenza
precipitar nel vuoto oltre le soglie
o premercisi addosso sotto chiave
che castità far rinsecchire il sangue
svuota domande di vanità e risposte
stai lì e zampilli “virtute e canoscenza”
ma star te senza mi sperde, mi raggela.
Roberto Marzano (accetto il regolamento)
Titolo: Luna
Un pensiero a te
che splendi lassù
Oh Luna
te ammiro
ogni notte
e talvolta di giorno
Mutevole come me
mi sento spicchio
mi sento tondo
ma sempre l’occhio
è in cerca di te
perché te ne stai a ballare
tra le stelle
accese.
Oh Luna
sino alla morte
ti cercherò.
(Acetto il regolamento)
accetto il regolamento del contest
*
siamo onde
in questo mare digitale
*
governati da parole
di altri
*
Non sono l’unica
a chiederselo
ma tutti in silenzio
non parlano.
Ci guardiamo allo specchio
senza conoscerci
è pelle?
è occhio?
è labbra?
ma chi sono?
Ci guardiamo di soppiatto
non siamo noi gli unici
ad esistere
eppure l’arroganza
è vincente.
No, non sono l’unica
ma sono una delle poche
che continua ad urlarlo.
— accetto il regolamento
Passo dopo passo in quella piccola Marina
consumo la mia vita nell’ascolto dell’onda
quando sussurra al cuore.
Stregato dall’alba con gli occhi in su
osservo il cielo e le ombre
che si vestono di luce e le barche
che prendono forma cullate con grazia …
Custodiscono segreti che rimarranno tali.
Respiro solo la bellezza
m’ arrendo al tintinnio degli alberi
e al bisbigliar del vento
con quel linguaggio unico
che il cuore mio conserva nel ricordo.
accetto il regolamento
Emanuela Di Caprio
04/11/2021
Accetto il regolamento
Scrigni
Scrigni di carta ingiallita dal tempo
sublimano realtà in folli pensieri,
e le ossa pur caduche, già piegate
aspettano invano un sole sterile.
Come un feto in grembo ostile
non so come girarmi, a tratti
apro un occhio sghembo e triste,
sollevo un ciuffo di capelli
e, come in una recita di teatrino
di periferia, fingo una preghiera atea
che non esiste, ma mi consola.
Parole mi assordano adesso
come echi che oltrepassano oceani
di tempo. E sorridi ancora a me
che incredula ero e ancora resto
ferma e attonita di una gioia ormai antica,
mentre tu già hai attraversato trincee
e altri mondi, rimango e aspetto,
conscia del mio sangue raggelato.
E ancora io continuo a raccontarmi
fole e mai sazia di speranza
non rinuncio ad aspettarti
e quasi ti vedo, piccolo laggiù, all’orizzonte,
oppure sei un miraggio
come fatamorgana del deserto.
IPOTESI
Ipotesi
effimero dell’uomo:
se Dio non ci avesse creato,
se Eva non peccato,
se la filosofia di Schopenhauer
fosse ascoltata…
L’umanità si estinguerebbe…
Ipotesi
sono la consolazione,
mentre ti trastullo soddisfatto,
un po’ di zucchero nel caffè rovente.
-Accetto il regolamento
in totue b’at Poesia — La Poesia è ovunque
So amiga dae pisedda — Sono amica fin da piccola
cun sa Poesia — della Poesia
e maigantas bortas — e tantissime volte
bennida est a domo mia. — è venuta a casa mia.
Cando la cùmbido — Quando le offro qualcosa
cheret sas rimas — vuole delle rime
in su caligheddu — nel calice piccolo
e ‘andende si.nche — e nell’andar via
si racumandat — si raccomanda
chi dia contu — che tenga a bada
a su cherveddu! — il cervello!
A bustare sa poesia — Per pranzo la poesia
fit in sa pulenta — stava nella polenta
cando minnanna — quando mia nonna
l’afitaiat pro totus — l’affettava per tutti
e fit cuntenta. — e ne era contenta.
A chenare — Per cena
fit in su brou ‘e pudda — stava nel brodo di gallina
pius saboridu fena — molto saporito anche
si non ba’aiat àteru nudda. — se non v’era null’altro.
Poesia fit — Era Poesia
cand’ap‘idu su mare — quando ho visto il mare
e dae sa prima ‘orta — e dalla prima volta
cumintzei a l’amare. — iniziai ad amarlo.
Rimas isortas fint — Rime sciolte erano
cussas chi dae ‘ajiana — quelle che da ragazza
bolaìant che rundinedda — volavano come rondinella
si nche fia lontana. — se stavo molto lontana.
S’amore est poesia — L’amore è poesia
e cando su coro no’at faeddos — e quando il cuore non sa parlare
sos versos ch’ isse frommat — i versi che lui compone
son fatos de tzocheddos. — son formati da battiti.
Su fiore poetat — Il fiore fa il poeta
chi paret meda sàbiu — sembrando molto saggio
e dat sas menzus rimas, — e fa le sue migliori rime
cand’est in Maju. — quando arriva Maggio.
Su chelu at sas nues — Il cielo ha le nuvole
chi li faghent sa poesia — che gli fanno da Poesia
e, si si pesat bentu — e se si alza il vento
revéntit melodia. — diventa melodia.
In totue b’at poesia — Ovunque c’è Poesia
fena in d’una mirada tua — anche in un tuo sguardo
chi comente meighina — che come una medicina
sanat sa suferentzia sua. — guarisce la sua sofferenza.
accetto il regolamento
Bellissima, Gesuina Scanu! Versi stupendi, stracolmi di poesia! Ti senti accapponare la pelle. E senti l’odore del brodo e della polenta, mentre guardi la nonna che la taglia! E vedi la rondinella, mentre guardi il mare! E le nuvole del cielo! E il vento!
Fosse per me, riterrei concluso il contest!
Hai vinto tu, con grande distacco!
SII ACQUA
Sii come l’acqua di un fiume che scorre nell’alveolo della vita,
fra sponde che si modificano
mentre il tempo trascorre.
Sii come liquido puro o fangoso,
sereno o iroso,
calmo o impetuoso.
Sii acqua che corrode le rocce,
liquido che trasporta ramaglie,
che rivolta detriti
o accarezza radici.
Abbevera animali assetati
disseta campi induriti e segnati
corrode manufatti in rovina
ali fa girar di mulini.
Sii come acqua che scorre felice
senza badar a ciò che il mondo gli fa
oppure gli dice.
@ Mario Italo Fucile
Accetto il regolamento
Campi arati
Già volgea il tempo d’autunno,
un cielo plumbeo oscurava la terra
e i campi arati sembravan
come soldati di ritorno dalla guerra,
spogli e inermi dopo la battaglia.
Delle tante fatiche dei contadini,
ora, solo il vecchio aratro,
oscuro e immobile, resisteva sul campo
come fosse un cannone
che ha smesso di combattere.
Nell’immobilità del tempo,
parmi sentir ancora le voci
e le grida della gente del contado
e veder le loro alacri gesta
quando col vomere
ed i buoi attaccati al giogo,
tra fatica e sudore,
si iniziava a mietere
la dura e arsa terra.
Or fugge il dì
come la vita nei campi,
ebbra e inquieta,
mentre lontano un poeta
canta versi solitari,
e non c’è più rumore
su questo mondo,
avvolto in un violaceo velo.
Eppur, tra le nuvole furiose
s’ apre uno spiraglio di sole
che, gioioso e vittorioso,
getta i suoi strali di luce,
come segno di pace,
sulla terra stanca,
in questo giorno senza fretta.
Fiorella Fiorenzoni – Accetto il regolamento
A metà strada
Tra anima e materia,
appena a metà strada,
si piazza il grande carro
di tutti i miei pensieri.
Un carro variegato,
a volte un po’ chiassoso,
a volte un po’ a riposo.
Spesso audace.
Talora sgangherato.
In questo punto di mezzo,
anello che mi congiunge
spirito e corpo,
ogni immagine delinea le sue forme.
La tua, dai contorni indefiniti,
fumosi e precari,
ha negli occhi
il segreto delle onde,
sulle labbra ha raggi di luna,
nelle mani l’eleganza di una piuma,
lungo la schiena
l’estasi di ogni tocco delle mie dita.
Te ne stai sul carro,
a metà strada,
insieme a tutto il resto.
Però tu brilli
tra tutta quella merce.
E illumini l’anima,
riscaldi la materia.
Ilaria Aimone
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento- Claudia Ruscitti
I colori dei pensieri
Da principio i pensieri
avevano il profumo del latte,
bianchi come il primo vagito.
Fluttuavano su una nuvola
di spuma chiara, cogliendo
ogni virgola del cielo.
Presto mutarono e verdi
divennero, come un bosco al sole.
Volavano leggeri con ali di farfalla,
ebbri di spazi nel grande blu,
lo sguardo di una lunga primavera
colma di candide promesse.
Il grigio li coprì, si spensero,
dimentichi di sogni e di chimere
nel vento sommesso della sera.
Un pensiero rimase, di pura seta,
nero e lucido, come un suono oscuro,
che si disperse, senza essere visto.
Rumore di …
Penso che tu sai
Pensare non dovrei
Quando penso mi sento
Come un animale in gabbia
Penso che sono un’anima errante
In cerca di un posto dove riposare
Forse mi serve una tempesta
per riprendere in mano la mia vita
Mi farò trovare quando tu verrai
Non so se mi farà bene la tua presenza
La tua presenza mi cambierà
Non voglio più vivere in questo
Silenzio Assordante, Solitario
Voglio un po’ di rumore intorno a me
Rumore di vita
Rumore di risate
Rumore di litigate … anche
Rumore di …
accetto il regolamento
Ho scelto di volare
anche se il mio traguardo è ancor lontano
Ho scelto la mia libertà
perché merito una vita senza sbarre.
– accetto il regolamento
Accetto il regolamento- Francesca Giustini
QUANDO ARRIVA LA NOTTE
Arrivo a un passo dal mare silenzioso
col mio torrente di parole
per creature differenti
millesimata di voci
senza difese
dono di sospensione e sperdimento
ed oltrepasso il tempo
privilegio e dannazione
per secoli terrestri
con la luce che scende tra i capelli
colmi di raggi ancora luccicanti
e ardo fremente nelle vene del mondo
utopica visione
sprofondata in uno sfondo lontano
fra sciami sollevati d’azzurro
dove svanisce il contatto col cielo
Abbrivio in tale splendore
e mi concedo d’essere inaudita
quando arriva la notte.
LA QUIETE
Domandatelo al silenzio
cos’è la quiete
se per caso
ha a che vedere
con l’assenza
se l’assenza è quello
che ti preme dentro
o pure
se si riposa nelle campane ferme
di una chiesa vuota
se si addormenta
dietro le porte delle case chiuse
se è il mutismo
dei passi assenti
per le strade sgombre
se questi passi
sono il calpestare sospeso
del transito imminente
della donna in nero
se chissà è
sinonimo del dopo
dopo la lotta
dopo la tristezza
dopo la malattia
dopo la tempesta
o se invece dimora
nelle ore del prima
prima degli occhi chiusi
prima del clamore di un grido
prima di un battito d’ali
prima dell’ossigeno nei polmoni
Chissà
se forse
assomiglia ad un pensiero
che si aggrappa con forza
a delle parole non dette
se per caso è quello
che penetra tra i vicoli stretti
lasciando la città impietrita
se sono gli occhi umidi
che non distinguono
tra un giorno ed un altro
Oppure
è questa forza
che ha il coraggio
di spostare
il rumore improprio
della paura nel mentre
la adrenalinica danza
della speranza in cinta
la certezza gioiosa
della fede
il sole che scalda
il vento che soffia
la luce che entra
la notte che dorme
la stella che brilla
il mare che ondeggia
il seme che nasce
l’ave che vola
l’azzurro nello sguardo
il mano nella mano
il profumo del caffè
la gente che prega
la calma perfetta
di un tuo abbraccio
in tempi di furia
@hebemunoz – accetto il regolamento
Accetto il regolamento
E SE FOSSE SOLTANTO…?
Disforma
l’attesa a compièta
fremendo
i quietanti fonèmi di rito
giocosa ipàllage
lieta divaga
ma è vera ordalìa
de lo joco jocundo
altroché se lo è
se fàbula attenta
aurate finzioni
verbate così
ad libitum ! Sì
di ritorno però
e violenta à gogò.
Dissolta la bella
monologa sparsa
irrequieta di vento
ariosa ariosa
deambula inquieta
apolide in situ
glutendo la scorza
e abboccando
fors’anche vermiglia
se piglia
la preda di crudo
e sboccando
la perfida
(oh quanto perfida
lesta pazzigna
ammesso comunque
che dura così).
E se fosse soltanto..?
Ah ma che fragile
gioco di stacco
di scorcio per ogni
propaggine a tempo
d’un brivido a passi
di breve cadenza
appunto dicevo
propaggine a tempo
di danza fuscello.
Ma sì che è proprio così
tam gaudioso tam blando
tam tam tam
bla bla blando
e però non so se
e però non so quando
e nemmanco so quanto
di sette presenze
di guitte sapienze
sapienze di guitti
smaccate finzioni
trigrammi di noia
non so
costassù proprio no
ma so che per ogni
gridino-civetta
gridaccio perdunque
di notte mi passa
un efèbo assonnato
nel grembo matrigno
tam gaudioso tam blando
tam forse pazzigno
da madre così.
E se fosse soltanto..?
MEDITAZIONI DI PRIMAVERA
Io che conduco i passi a fatica
perché ogni istante
ha un ricordo che mi imbavaglia
e di dolore mi struggo
ai cinguettii fra i rami,
che, emozionata,
respiro l’aria
come se fosse amore
e cerco ancora
per strada
i tuoi occhi neri
nei volti;
io che mi perdo
in silenzio
dietro al tramonto che sfuma
e, poi, rientro
a testa bassa,
da sola,
con il mio canto muto
ancorato in cuore
mi chiedo:
quanti
possono
come me
assaporare,
anche se tristemente,
il giorno,
quanti,
vedere i voli?
Quanti
trovano
mani da stringere,
quanti,
sorrisi?
E quanti
tornano a casa?
ACCETTO IL REGOLAMENTO
scendere dal basso
il provvisorio immaginare
gli avanzi raccolti di te
di noi sotto le lenzuola
tu non c’eri la metà
sbagliata
accetto il regolamento
Pandemia, ieri?
E’ arrivato in silenzio ignoto
senza chiedere permesso
si è insinuato come una serpe
in molti di noi umani…
Ha cercato i più deboli
dove restarci per sempre
e anche chi è più forte
lo deve temere e sperare…
Solo nuovi eroi col camice
lo combattono resoluti
comunque vittime
muniti solo d’una mascherina…
E’ un nuovo veleno
che impesta il pianeta
ma non è arrivato da Marte
no è un nostro prodotto
di una umanità beota…
Di chi avvelena la natura
e non la sa rispettare
di coloro che non vivono
in armonia con il creato…
Quegli stessi inesorabili
che anche durante il dramma
cercano il profitto
speculano sul dolore…
Di fronte a questa nuova pestilenza
quando ne usciremo
cosa ne trarremo?
Troppo spesso l’umanità
non ha saputo apprendere
dalla storia del suo passato
e continua ebete nell’errare
accetto il regolamento
Valentina Lomartire
Accetto il regolamento al bando
Ci siamo detti addio mille e mille volte
Ci siamo detti
prima con parole
poi con silenzio
Ci siamo detti,
giustificati,
giusto il tempo di
un addio
Ci siamo detti
e ancora prima,
dentro.
Ci siamo detti
a voce bassa,
dentro.
CI siamo confessati.
Ci siamo detti
Assolti?
Mai.
Senza riuscire a terminare il rosario.
Ad ogni grano,
una stazione.
Ma
siamo sempre stati pronti.
Stessa fermata
per poi prendere quel treno senza perdere la litania.
Senza prenderlo mai, davvero.
Ci siamo detti.
Ad ogni grano,
una stazione.
Unica corsia
Unico binario
Ci siamo detti
Assolti?
inevitabile.
Ci siamo detti
di un bagaglio
senza peso
di biglietto
senza data.
Ad ogni grano,
una stazione.
Quella sola.
Ci siamo detti
Questo a Dio
Non piacerà.
Attendere che la monetina volteggi.
Tendere la mano:
Addio, per la testa
E tu il mio treno.
Che ricada,
serrare le dita;
Addio, per la croce.
E io il tuo passeggero.
Sguardi su di me
come uno scandaglio
nelle loro percezioni
avverto la freddezza
e la distanza
Ma non mi feriscono
e non lasciano residui
di amarezza in me.
Sono già distaccata
da un tempo e uno spazio
ormai estranei
Sono già in un cono di luce
che mi mostra solo bellezza
di valori e sentimenti
senza invidia o ipocrisia.
Solo chi ha gli stessi valori
risplende di questa luce
e non a caso è mio amico…
La pioggia sporca è fuori
a imbrattare di fango
le altre strade della vita.
Tania Scavolini sez A accetto il regolamento
Niccolò Giordano Bonato
Accetto il regolamento del bando
Felicità
Sento nella sera suoni soavi
Attorno a me e come un fiore mi richiami
Respiro un profumo che sa d’estate
Adesso sono felice – ora sta a te
Il punto è che avrai la fica in mezzo alle cosce
Qualsiasi cosa che ti prende dalla carne viva Come un tram in corsa
Le idee sopravvissute a certi profumi Non sono forse i piedi a catturare un viso smarrito?
Non è tutta la gente della strada a farsi la sacra scopatina sul primo muro che trova?
Da ieri un corpo sfigurato
Un vestito di cartone- una bocca chiusa
Succede anche a noi ragazze- caro signor H.
Non recitare la parte dello stupido
Sono caviglie-fianchi-lembi di pelle che chiedono
Un filo di neve o qualche fiore selvatico
Ti toccherà seguire la loro solitudine
Dentro le fosse dell’aria
In fin dei conti camminano in cucina
A caccia di vecchie porcellane da sciacquare all’orizzonte
Poveri amori
Nessuno è senza passato
Le ombre vengono più deluse di prima A cucire la piega viola della testa – i capezzoli strappati
No- davvero- caro signor H.
Dimmi dei cuori caduti dal peso dei giochi
Di quei ritardi che calpestiamo con violenza
Se hai fegato dovrebbero essere semi di mais
Nelle giornate sottoterra
C’è freddo per Lilith
In ognuno di noi che
Impara il limite del mondo da un piccolo clitoride rotto
Corre poi in rivolta verso il mare
Pochi sanno riconoscere l’altra metà del respiro Il vuoto sta in un manicomio di storie da niente
Alcune betoniere d’acciaio
Ferme sotto i rami bianchi dei pioppi E tu vorresti pisciare ancora le belle
Mutandine affidate al parto della pancia?
E’ la voce dell’estate
Il vero rito contro i lupi nascosti da un mucchio di roba
Quasi in cerchio
Alla linea esatta del buio
Siamo qui pieni di sassi oppure
Spostati di un attimo ai tetti delle palazzine
Guardiamo l’alba e forse un piatto di cibo
Che portiamo ai bambini nudi del parco
– accetto il regolamento
La tua poesia sarebbe perfetta se nominasse anche il glande e un bel paio di testicoli!
Se poi parlasse anche dei problemi della prostata sarebbe degna dell’Olimpo!
BUONASERA
Ai salti, ai fossi, a meditate imprese
per le qual cose gioventù si spese
per quei ruscelli dove non si affoga
essendo l’acqua solo qualche goccia
dove s’entra ragazzi e s’esce grandi
come girini che si fan racconti.
Abner Rossi
accetto il regolamento
Accetto il Regolamento del Bando
Partecipazione sez A
Titolo poesia: La formula
La formula,
Alla ricerca di una forma
R = e^(-t/s) è la mia luce
Eccola!
Luce, sostanza
Vibrante ,costante
creata da una mente eccellente
Il tempo dei ricordi lontani
non li voglio scordare
allora dedizione, concentrazione
e…
R come Resistenza
E come energia
Nell’universo…
Dall’oblio ,distanza
e lì tra la corteccia, emozione
ho riabracciato quella sensazione
L’essenza stessa
Permanenza Eterna!
LUCI DI POSIZIONE
Amare senza riserve
è la nostra missione.
Siamo luci di posizione
In strade poco illuminate.
Soli
per pianeti freddi
e distanti.
Meraviglia e fatica.
Attraversiamo foreste
di pensieri aggrovigliati e selvaggi.
Cerchiamo àncore
per non naufragare
che la corrente è forte.
Viviamo inclinati
per resistere
ai venti impetuosi
ai marosi.
E ogni tanto
ci va giù la catena
e roviniamo per terra.
Ma sempre ci rialziamo.
accetto il regolamento
Ho i pensieri più limpidi,
ora,
ho le parole più belle,
ho i pensieri
che si lasciano andare…
Ho inchiostro
e tempo
mentre tu,
di là,
ora,
dormi…
accetto il regolamento.
Anna Rossetto
accetto il regolamento
Pensieri scritti durante il le chiusure per pandemia.
IL SILENZIO
Il silenzio.
Ammutolito dai motori, dalle tastiere, dai nostri inutili rumori. Seppellito dai nostri passi veloci, da parole gravide di discorsi infiniti e troppo spesso inconcludenti. Cancellato dalla fretta, dalle ansie, dalle nostre paure.
Le nostre paure. Onnipresenti. Ora più che mai.
Hanno preso corpo, una consistenza gigantesca e vigliacca. Invisibili ed intoccabili. Come serpenti nell’erba alta, pronte a morderci per poi fuggire. Inafferrabili. Impunite.
Il silenzio ora parla. Ora può parlare. Può farsi sentire. Ma non dalle nostre orecchie.
Parlano sottovoce i viali solitari, orfani di passi frettolosi. Gridano i parchi e le giostrine, dimentiche dell’ilarità dei bimbi. Si disperano le piazze, piangendo la loro vuota grandezza. Sussurrano mestamente tra loro i palazzi, ricordando altri discorsi, strette di mano, saluti e abbracci.
No, le nostre orecchie non odono nulla. Ma i nostri occhi, loro sì che ascoltano.
I colori, le forme, l’arte, la cultura, la natura, i paesaggi. La vita tangibile, quella che erge costruzioni di antica bellezza. Quella che crea angoli e panorami dal respiro infinito.
E’ ancora tutto lì.
Aspetta noi, in un limbo di parole silenziose cariche di speranza. Nulla è mutato. E’ solo immobile, sospeso. Tutto trattiene il respiro.
Noi torneremo e saremo gli unici ad essere cambiati.
Torneremo a far tacere il silenzio. Lui non ce ne vorrà. Perché l’ha capito.
Per noi il silenzio non è mai stato sinonimo di vita. Ma, in questo frangente, lui se ne andrà soddisfatto. Ne avrà salvate molte, di vite.
Accetto il regolamento del presente bando.
LE PAROLE SONO PIETRE
Non ricordo chi ha detto
che le parole sono pietre;
fa brutti scherzi
la memoria, alla mia età!
Si, sono pietre le parole,
sono pietre vive.
Te n’ accorgi quando tuo figlio
te le sbatte in faccia!
Sono pietre le parole…
e tant’altro di più.
Sono arida sabbia
negli occhi arrossati.
Sono acqua bollente
sulle piaghe roventi.
Sono macigni sul cuore dolente.
Sono uragano per la mente.
Sono valanga, sono slavina
Per la tua anima smarrita.
Tu, schiacciato, inerme
taciti i pensieri e non fai niente
perché le parole son di tuo figlio
e tuo figlio è carne
e anima tua,
è il tuo cuore e la tua vita.
Le parole sono pietre
E non puoi far niente,
neppure soffrire
perché, se soffri tu,
tuo figlio soffre per te
e tu…tu non vuoi
che tuo figlio debba soffrire.
Mery Carol
Vito Romita – Accetto il regolamento.
PRIGIONIERO
Stretta in un pugno
la libertà negata
gronda di rosso
lama lucente.
Per vent’anni i miei occhi
han posato lo sguardo
su sbarre di ferro
ed un cielo a strisce.
Ricordo quel giorno
il dito puntato
di gente comune
di chi mi ha condannato.
Non si può immaginare
chi un’ora d’aria
potrà respirare.
Le vostre galere
son le ventitré ore
che son fredde davvero
senza sole ed amore.
Uccidono l’anima
così lentamente
che lama d’acciaio
è meno tagliente.
A te che sei fuori
a vomitare parole
sul “si deve” e “si può”
redimere il cuore
cambiar direzione
ammanettando la vita
che commette un errore
rifletti e poi pensa
che io sono qui
da solo a patire
per la tua ostinazione
di voler giudicare
un cuore malato
d’eccesso d’amore.
Grazie a Oubliette Magazine per la splendida iniziativa.
— STOP PARTECIPAZIONI —
I finalisti riceveranno un’e-mail con la comunicazione.
L’articolo di premiazione sarà pubblicato dopo alcuni giorni dalla ricezione dell’e-mail.
Si ringraziano tutti i poeti e le poetesse per la partecipazione al Contest.