Viaggiare in Francia: Provenza, una regione oltre lo spazio e il tempo
“Guardare la natura è il primo passo per purificare la mente” – Amit Ray
Disseminata di borghi e città dal fascino indiscusso, la Provenza è una regione che in sé ne abbraccia altre: Costa Azzurra, Camargue, Isole di Hyères, fra cui la celebre Porquerolles. Tutte di grande richiamo turistico e ambientale.
Luogo suggestivo, anche per le ampie distese di lavanda che spesso figurano fra le pagine dei giornali, il territorio provenzale è in stretta sinergia con gli abitanti del posto.
Situata a sud della Francia, la Provenza si estende dalla riva sinistra del Rodano fino al confine con l’Italia. A sud, invece, è delimitata dal Mar Mediterraneo.
“Ogni cosa che puoi immaginare la natura l’ha già creata” – Albert Einstein
Testimone di una storia millenaria che l’ha attraversata lungo il corso dei secoli, con accadimenti ed eventi anche burrascosi, i quali ne hanno cambiato l’assetto geografico e politico, la Provenza affonda le sue origini in un passato lontano.
A conferma di ciò sono è il recupero di strumenti in pietra risalenti all’epoca preistorica, e il rinvenimento di grotte e capanne adibite ad abitazioni primitive: tracce da attribuirsi a un popolamento della zona fin dall’Età Paleolitica. I Liguri, già stanziati in zona, entrarono in contatto, intorno al VI secolo a.C. ai Greci che, sbarcati sulle coste della Provenza, fondano alcune colonie: ne è esempio la città di Marsiglia, edificata intorno al 600 a.C. e principale porto del mondo antico. In seguito, i Greci fonderanno anche le città di Nizza e Antibes.
Da citare è il passaggio di Annibale Barca (218 a.C.) che, proveniente da Cartagine e diretto a Roma, attraversa la Provenza travalicando le Alpi.
Quando poi i coloni greci si legano a Roma (125 e il 120 a.C.) l’intera regione viene sottomessa al dominio di Roma, diventando con Augusto una provincia romana. Caduto l’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), sono Burgundi, Visigoti, Franchi e Saraceni a fare il loro ingresso in Provenza, indugiandovi fino a che Carlo Martello li sconfigge: da quel momento la regione entra a far parte del Regno franco.
A seguire, sono vicende alterne ad attraversare la Provenza, protagonista all’epoca di importanti cambiamenti. Mentre sulla scena politica figurano personaggi spinti da motivi ereditari, i quali trovano posto accanto alla nobiltà locale e alla borghesia feudale.
Comunque, malgrado i complessi passaggi da un sovrano all’altro, la regione mantiene una propria fisionomia. Assumendo durante il Medioevo un’importanza culturale di rilievo, tanto da venire citata anche da Dante Alighieri nella Commedia.
Periodo storico, il Medioevo, che vede la regione interpretare lo sviluppo di una civiltà raffinata, toccando l’apice a cavallo dei secoli XII e XIII. Con la presenza sulla scena politica di Carlo d’Angiò, che grazie al matrimonio con Beatrice figlia di Berengario V, diventa conte di Provenza, le sorti della regione si legano al regno di Napoli.
È il 1309 quando il Papato si stanzia ad Avignone, città ceduta ai Papi dai sovrani angioini. Devastata dalla peste nei secoli XIV e XV, preda di bande e dilaniata da guerre di successione, la regione viene ceduta al re di Francia Luigi XI, inserendosi a pieno titolo nella storia e nella tradizione francese.
Con la Rivoluzione francese la regione viene divisa in dipartimenti e perde la sua autonomia per entrare a far parte con la Restaurazione (1815), del Regno di Sardegna sotto l’egida dei Savoia. E tornare poi a essere inglobata nella Francia.
“Non dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli” – Khalil Gibran
Il paesaggio della Provenza, attraversato da scenari differenti fra loro in merito all’aspetto geomorofologico, si sposa felicemente con un territorio per certi aspetti rimasto inalterato nel tempo. Ricco di elementi ambientali capaci di trasmettere emozioni primordiali, è luogo che restituisce al visitatore la percezione di un fascino remoto e selvaggio. Ne è esempio la Camargue, porzione di territorio diviso tra fiumi e mare, battuto dal vento e punteggiato da stagni e canneti, la quale conferma l’ambizione di un luogo dove la natura regna sovrana.
Elemento tipico della Camargue, tanto da diventare leggenda, è la presenza di nutriti cavalli bianchi. Impiegati quali ‘guardiani’ per il bestiame, adatti per la loro robustezza a vivere in ambienti anche inospitali, si racconta sia stato Giulio Cesare il primo a farne un allevamento, mentre Napoleone, grazie alla loro mitica resistenza, li adottò per i suoi soldati.
Anche la concentrazione di uccelli fa della Camargue un luogo dall’ambiente ricco e florido: alcuni vengono qui per nidificare, altri sostano durante le migrazioni. Esemplari piuttosto comuni sono la cicogna e l’airone cenerino.
Copiosa è la presenza di fenicotteri, tanto che il birdwatching, fiore all’occhiello di una regione favorita da un clima temperato, è un’attività molto praticata.
Oltre all’ambiente, protagonista della Camargue è la città di Arles, lembo di Provenza scelto da Giulio Cesare (58-50 a.C.) per stanziare la cosiddetta ‘piccola Roma’ di Gallia. Celebrata come luogo del cuore di Vincent Van Gogh, che vi ha soggiornato sul finire dell’Ottocento, offrendo quiete al suo male di vivere. Ed è calpestando questo territorio in un momento per lui assai fecondo, che il pittore per definizione qui ha rinvenuto ciò che non ha trovato altrove. Arrivato ad Arles nel 1888, la luce e i colori provenzali riempiono la sua tavolozza di sorprendenti tonalità grazie alla pittura en plein air, o di notte, con le candele fissate al suo cappello.
In Provenza, una tela dopo l’altra, Van Gogh sembra possedere un’energia inesauribile, esaltata dalla luminosità del posto e catturata sulla tela con pennellate fugaci, nel timore che potesse sfuggirgli di mano. Per Van Gogh la natura è possiede un’anima, anche se non la rappresenta come i suoi occhi la percepiscono, ma di essa offre forme e colori suggeritegli dalla creatività generata da questo luogo, la quale si manifesta in capolavori senza tempo.
A dividere l’avventura pittorica con Van Gogh è Paul Gauguin; entrambi dipingono straordinarie vedute di Arles e dei luoghi limitrofi, fino al momento in cui, al termine di un’accesa discussione, l’olandese si taglia il lobo di un orecchio.
Infine, costretto dalle sue precarie condizioni mentali a entrare in un ospedale psichiatrico, senza poter superare il momento del suo grave disagio esistenziale, conclude la sua ancor giovane vita all’età di 37 anni. Sono anche altri gli illustri pittori che hanno eletto la regione a loro meta prediletta, dando vita a opere rimaste scolpite nel tempo e nella memoria.
Cezanne, Matisse, Picasso e altri, tutti esponenti di rilievo che sul finire dell’Ottocento hanno preso d’assalto la zona fissando i colori della luce provenzale sulla tela.
Proseguendo in un’esplorazione artistica, che vede la Provenza regione a vocazione anche artistica, i più importanti musei da visitare sono quattro.
Il Museo Fernand Leger situato nel villaggio di Biot, dedicato a Fernand Léger, che sulla scia dell’opera di Paul Cezanne ha creato figure dalle sembianze che ricordano i robot.
Fondation Maeght conserva 10.000 opere, fra cui sculture di Alberto Giacometti, Joan Miro e il più grande quadro dipinto da Marc Chagall.
Carré d’Art ospita mostre temporanee e una collezione di circa 400 opere.
Mamac, è un museo il cui spazio distribuito su 3 piani e su 9 sale e con una terrazza panoramica che ospita un capolavoro di Yves Klein.
“E poi, ho la natura e l’arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più?” – Vincent Van Gogh
Personaggio controverso, Nostradamus è figura che fa ancora parlare di sé; e a tutt’oggi si avanzano dubbi sulla credibilità delle sue speculazioni, per i risvolti enigmatici che le accompagnano. Scienziato, medico, astrologo, farmacista e scrittore nasce nel 1503 a Saint-Rémy-de-Provence.
La narrazione che ruota intorno alla sua figura racconta che avrebbe previsto 10 anni prima il giorno e le circostanze della sua morte. Oltre ad aver anticipato eventi sanguinosi: dalla Rivoluzione francese all’esplosione della bomba atomica, all’ascesa di Adolf Hitler fino alla tragedia dell’11 settembre 2001 che ha visto il crollo delle Torri Gemelle.
A testimoniare il vissuto di Nostradamus è la sua residenza privata, oggi trasformata in un museo che ospita dispositivi e congegni che raccontano la sua attività di medico, astrologo e studioso di varie discipline. Oltre a custodire i suoi scritti originali, dipinti d’epoca e ritratti che lo raffigurano.
A tutt’oggi, accanto alla sua casa trova posto un orto, dove si coltivano erbe uguali a quelle coltivate un tempo da lui e impiegate per realizzare i suoi rimedi medicamentosi.
La Provenza è, inoltre, da annoverarsi quale sito ricco di manifestazioni dove la tradizione si fonda con la modernità. Eventi colmi di un’atmosfera magica tali da suscitare meraviglia nel visitatore.
Ne è esempio, la processione a mare che si svolge con un rito che sta a metà fra il misticismo e il folclore; ad accompagnare e fare eco a preghiere e musica è un corteo seguito da una moltitudine di persone sopraggiunte da ogni angolo d’Europa.
L’occasione è ricordare Sara la nera, una santa a cui gitani e sinti si rivolgono per ottenere protezione. Seppur non riconosciuta dalla chiesa ufficiale come santa, la statua di Sara la nera, patrona dei gitani, è trasportata a braccia in mare durante l’annuale pellegrinaggio che attira turisti da ogni dove, trasformando la celebrazione in un set quasi cinematografico.
Una consuetudine provenzale è passeggiare ed esplorare mercatini all’aperto e negozi di artigianato locale. Luoghi dove si possono acquistare prodotti fra i più diversi: dalle specialità gastronomiche locali, a cappelli di paglia ed abiti vintage, al sapone di Marsiglia a fiori freschi. O merletti e corsetti di epoche passate. O ancora, scampoli di cotone e tessuti provenzali che riproducono fiori e frutta in disegni stilizzati, ispirati a stoffe di provenienza esotica portati in Francia dal Re Sole.
Accanto si trovano negozi e negozietti di frutta candita e cioccolata, prodotti succulenti tipici della regione.
Prodotto d’eccellenza della Provenza è la lavanda; tipica pianta aromatica della zona si declina in una produzione soprattutto artigianale. Fra i prodotti realizzati con la lavanda sono da ricordare profumi e saponi: difficile perciò resistere all’acquisto di sacchetti profumati e altri prodotti realizzati con questa.
Anche la gastronomia fa della Provenza una regione estremamente appetibile; per alcuni aspetti la cucina provenzale è simile a quella mediterranea; basata su materie prime prodotte direttamente in loco, fra le quali spicca l’olio, le cui piante sono parte integrante del paesaggio e della cultura provenzale. L’insostituibile alimento, fondamento della cucina mediterranea, si accompagna in tavola con formaggi di produzione locale.
“Le nebbie sono scomparse: esco, mi rallegra il buon odore casalingo di spigo e di lavanda” – Dino Campana
Arles, Avignone, Marsiglia, Roussillon e le isole Porquerolles sono le località più note della Provenza. Soprattutto sono Arles ed Avignone, testimoni di un importante passato, ad evocare il tempo che fu, e incentivo di un crescente turismo.
È l’anfiteatro romano ad Arles a fare mostra di sé, che insieme ad altri monumenti imperiali ne fanno una città attraente. Diventato in epoca medievale un ‘condominio’ con abitazioni e botteghe è protetto da alte torri di vedetta. Restaurato in seguito ha ospitato la corrida.
In prossimità del teatro romano è stata recuperata la statua della Venere di Arles.
Da ricordare Place du forum, luogo su cui sorgeva il Foro romano i cui resti sono stati inglobati nelle case. Sulle rovine del Foro è stato fondato il Museo Arlaten dedicato alla cultura e alle tradizioni provenzali. Un eccellente esempio di architettura romanico-provenzale è la chiesa di Saint-Trophime, con un maestoso portale e un chiostro a doppie colonne.
A oltre sette secoli di distanza Avignone rimane la ‘città dei papi’, grazie anche alle sue mura ben conservate e le strade acciottolate che circondano il Palazzo dei Papi. Sulla piazza del Palazzo si affaccia la cattedrale Notre Dame des Doms, edificio romanico del XII secolo con interni poi ricomposti in epoche diverse.
Con vicoli che ricordano le casbah, Marsiglia è una città di contrasti.
Il suo porto è il più grande di Francia e il tessuto urbano ospita vecchi quartieri popolari e architetture postmoderne. Marsiglia è una città a vocazione multiculturale, così come è stato il suo passato ricco di luoghi, anche malfamati, che hanno dato alla città un tocco di noir.
Porquerolles, Port-Cros e l’Ile du Levant sono parte delle Ile d’Hyères, soprannominate anche isole d’oro, per il paesaggio prezioso in cui sono inserite: un ambiente naturale che vede spiagge bianchissime fare il paio con un mare che tanto ricorda quelli tropicali.
Altro richiamo, senza dubbio più frivolo dei precedenti, è la moda, nelle diverse tendenze che da sempre l’hanno caratterizzata. Sono stati vari i miti e le mode nate in Provenza, i sandali Saint Tropez, per esempio, preferite da vip e dive del mondo dello spettacolo. Un tempo, intorno agli anni Venti, erano realizzati in cuoio, poi creati in nabuk o tempestati di borchie o cristalli Swarovski nelle loro infinite varianti.
Anche il benessere e lo sport sono aspetti che incrementano le ambizioni turistiche provenzali, diventando fonte primaria dell’economia della zona. È ampia l’offerta di sport da praticare all’aria aperta sia in Costa Azzurra come nell’entroterra della Provenza. Sport che esaudiscono la voglia di avventura dei vacanzieri.
Ad Antibes, per esempio, è molto praticato il kite-surf, attività per planare sull’acqua con una piccola vela. Un’altra attività da praticare è arrampicarsi su di una ripida parete, sport che offre emozioni forti, per chi naturalmente desidera cimentarsi in questo tipo di esercizio. O ancora, scivolare sospesi nel vuoto appesi ad una carrucola in equilibrio su di una fune.
E per finire il trekking o il golf, attività meno estreme ma che arricchiscono ugualmente la vacanza. Inoltre, cimentarsi in rafting e canoa o praticare la navigazione in barca a vela.
Oggi, la Provenza è regione dalle peculiarità che ne fanno una meta attraente per molti turisti che in essa possono trovare motivo di lunghi soggiorni.
“Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri” – San Bernardo
Written by Carolina Colombi