Contest letterario gratuito di poesia “Il matrimonio di Mara”
“La compatta e rugosa muraglia, che appare in tutta la sua imponenza, richiama la storia ultra-millenaria del vulcano. Allorché esso sorse dalla profondità del mare e dalle viscere della terra, il suo magma fluido e incandescente creò paesaggi ruvidi, neri e poco ospitali. Praterie di rocce si accavallarono per le colate laviche da formare, poi, colline, monti e valli. Fiumi di fuoco raffreddato formarono anfratti spigolosi, caverne bue, co-stoni rocciosi e polverosi. La natura, poi, attraverso i millenni, fioriva incredibilmente rigogliosa in quei posti. Nell’ambiente inospitale nacquero prati, boschi, colline verdi: il fantasticare non ha limiti.” – “Il matrimonio di Mara”
Regolamento:
1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Il matrimonio di Mara” è promosso da Oubliette Magazine, dall’autore Salvatore Turiano e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Tema libero.
2. Articolato in una sezione:
A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.
4. Premio:
N° 1 copia del libro “Il matrimonio di Mara” di Salvatore Turiano, edito nel 2020 dalla casa editrice Tomarchio Editore, con seconda edizione nel 2021.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 26 settembre 2021 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in Chief)
Katia Debora Melis (Poetessa e Collaboratrice Oubliette)
Tiziana Topa (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)
Daniela De Tomasi (Scrittrice)
Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!
E saprò dirti
T” incontrai giovinezza effervescente
l’ombra nuda senza catene.
Dentro il cerchio magico
lo sguardo accattivante
ha fatto esplodere il mondo.
Avrò di te il ricordo,
impudica mi offristi
una nuvola per danzare
dove lui sciolse le vesti
e mi coprì di se.
Mi poggiasti il dito sulle labbra
le bocche e le mani
intima passione.
Nacque un seme
fu poesia.
Solcai mari tempestosi,
ti vidi svanire
in un lampo di tempo,
ora m’adagio al tuo ricordo giovinezza
La mia anima non muta
tra i sogni nasconde speranze
compagne mute che mutano
quest’animo in tormento,
di parole riempio il mondo
per chi come me
la musica del mare ascolta
in silenzio.
– accetto il regolamento
Massimo Gallazzi
San rocco al porto ( Lo)
Due mani
Due mani
per proteggere la tua indifesa,
che fanno sentire
la loro presenza,
e quasi la loro essenza.
Due mani,
che ti avvolgono
in un calore profumato.
Sguardo e sorriso sono complici,
la loro intesa è triplice,
in un’armonica casa
benedetta dal Padre.
Dove ogni tuo dubbio cade,
perché la grazia ha ucciso il peccato,
ciò che è, sarà è mai stato.
Mi spingo oltre e domando,
e attendo dall’eco il responso,
silente ma presente,
ancor prima di essere nato.
Tre mani e un’anima sola,
sperando che questa spicchi il volo.
Accetto il regolamento
Anyuta Real
Ci sono parole sincere.
Abbiamo una vita diversa.
Due vite parallele.
Ci sentiamo quasi spesso su whatsapp.
Ci possiamo scrivere in inglese unica lingua che ci permette di comunicare.
Ci perdiamo ogni tanto.
Non abbiamo tanto tempo.
Possiamo solo pensare che ci sono le distanze.
Non voglio rovinare questi
giorni bellissimi per te.
Ti considero come una sorella.
Sei fortunata che mio padre ti considera una sua figlia.
Aveva questo grande sogno.
Ti auguro con tutto il cuore ogni bene possibile.
Ci dispiace di non essere al tuo matrimonio.
– accetto il regolamento
IL TEMPO PUO’ ASPETTARE
Mi rubasti l’anima
quando fanciulla mi accostai all’amore,
mi donasti il tuo cuore
e fu un attimo durato un lungo tempo.
Lunghi anni
poi, un vento imetuoso
ti dirottò su uno scoglio,
perdesti la memoria
dimenticati i miei riccioli biondi,
le promesse, gli attimi d’amore.
Quante tempeste !
quante delusioni ed amarezze,
sbagli che ancor oggi
risento sulla pelle.
Nuvole, cicloni
poi, il sole rischiarò il cielo e vidi
un arcobaleno rosa,
sparirono le nubi
il tuo sorriso riesplose nei iei occhi,
i tuoi ricordi
riaffiorarono nella mente,
ora
il tempo siè fermato,
la mia mano stringe la tua,
il tuo abbraccio mi circonda,
le tue labbra sfiorano le mie.
Il tempo può aspettare,
noi vivremo ancora.
05.09.2021
accetto il regolamento
Sezione A – Poesia
Accetto il regolamento
“Rubami
ogni goccia d’amore
dal cuore
perchè nessuno
possa portarmi
via da te.
Custodiscilo
come gemma
rara e preziosa,
perchè altro non c’è
che ci avvicini
tanto a Dio
come l’Amore.”
© Daniela Giorgini
Cornice di abbracci
Cristalli di quarzo
Letto argenteo
Abbracciati Tu e Io
Il tempo scorre via!
Tutto è silenzio intorno a noi!
Canto di usignoli,
Dolce melodia
Emozioni!
Mi stringi forte a Te,
mi manca il respiro!
Proseguiamo…
Buon viaggio a noi!
Il nostro treno
Va meravigliosamente avanti!
Non potremo fermare il tempo,
Treno senza soste
Continueremo noi…
Liberi da ogni sotterfugio
Avremo sempre mete,
traguardi da raggiungere,
bellezze da contemplare
per farci meravigliare!
Seguiremo la nostra strada,
affiancati, mano nella mano!
Niente potrà distogliere
la mia mente, il mio vagheggiare,
ove io bramo dolcemente naufragare!
Il Tempo non aspetta
Tu lo sai!
Al volo coglieremo le sue occasioni
Rispetto di valori
Sentimenti, emozioni!
Retta via, cuore acceso
Non ci tradirà.
La seguiremo con Amore
Tanta curiosità!
Corolle leggere Noi…
Planiamo nel talamo argentato
Cullati dalla nostra amica
Splendente, lucente Artemide!
– accetto il regolamento
Come una sardina …
In onde profonde
In risacche secche
Si rinnova ogni giorno
La nostra vita
La pelle si scortica
Sulla sabbia rovente
Un sole freddo
Come certe persone
Sdraiato sotto l’ombrellone
Ammiro il divenire della vita
Che mi sfugge dalle dita
Il mio dolore è
come una sardina in salamoia
dentro una scatoletta troppo piccola
che non permette di muovermi
Mi sento un pesce fuor d’acqua
Affogo in un bicchiere d’acqua
ACCETTO IL REGOLAMENTO
SOLITUDINE
Una solitudine
Fatta di ricordi appesi alle pareti
E di cornici ovali
E di finestre quasi sempre chiuse.
Una vita fatta di scatolette
E interminabili file di bottiglie vuote
E lampadari
Con una sola lampadina accesa.
Vecchi libri rilegati in pelle
Un riccio di mare sopra la scrivania
E la palla di vetro con la neve
Che giace ferma, da anni ormai in attesa.
Puzza di chiuso,
Odor di solitudine
Due foto alle pareti
ed un altare ed un lumino acceso.
Sbiadito ricordo del tempo ormai passato
Vita sprecata giorno dopo giorno.
Solitudine
Che scema un po’ la sera
Quando ombre e fantasmi
Compaiono, per poco,
E vanno via.
Ho preso visione del regolamento e lo accetto.
MARCO ERNST
Poesia : Perseidi spente
Inondami di versi
in questa arida notte
non brilla stella alcuna:
tace anche la coscienza.
Se fosse vero ancora
che brillano le luci
non sentiresti freddo
da coprirti anche il cuore.
Ma spesso non viviamo
ci crogioliamo appena
su sconfinate isole :
ci grattiamo la schiena.
Infine resta il fondo
un barile di latta;
scrostato e arrugginito
noi sconosciuti e sparsi.
Ubriacami di suoni
fa che non sian cadenti
che i desideri veri
restino in alto cielo.
Tracima esonda e scrivi
parlami pefino
come vulcano erutta
un nome un volto : il mio!
Alessandra Sorcinelli
Accetto il regolamento
Dammi un po’ d’amore
So che forse parlo troppo,
perché se ti parlo d’amore,
corri via.
Ho capito cos’è che non va in me.
Ma,
non dovremmo mai essere
tutte le nostre paure.
Però so che è tutto vero,
quando ti guardo negli occhi.
Se ti dono,
le note più belle che ho,
quelle dell’anima,
credo che sia arrivato il momento,
di essere più forte.
Perché valgo molto di più
di ciò che immaginavo.
Ho bisogno di te,
per non rovinare le cose.
Dimentico spesso,
che posso essere irrazionale.
E vorrei non buttarmi,
ma ne vali la pena.
E non posso fare a meno
di pensare a te.
Come quando è tardi,
e mi sveglio per pensarti.
Mi chiedo se anche tu mi hai nel cuore.
E vorrei essere te.
Non posso forzarti ma
se mi darai un po’ d’amore.
Potremmo essere liberi.
Nuotiamo dentro un lago di lacrime salate,
ne abbiamo tante di lacrime non dette.
Le nascondiamo dagli occhi di tutti.
Ma le ferite si curano col sale.
E’ poca l’abitudine di sentirci liberi.
Come me, anche tu sei le cose che non ho.
Ci scrutiamo e non ci guardiamo,
ci sentiamo e ci conosciamo.
Io e te,
attaccati alle persone sbagliate.
Non vediamo il buono,
perché ci brucerebbe l’anima
e non dirmi a cosa pensi,
perché non pensi.
Probabilmente,
non capirai
ciò che sento,
ma sei mi darai un po’ d’amore,
prima che arrivi la sera,
e le sue stelle cattive.
Potrò mostrarti che è tutto ciò di cui hai bisogno.
Quindi lasciami tra le tue braccia.
E vediamo che succede
se mescoliamo le nostre vite.
Voglio restare con te,
e non importa se mi allontani,
non c’è niente che tu possa fare,
voglio restare seguendo le mie decisioni.
Se stai male appoggiati a me,
anche se ho le mie battaglie,
combatterò con te.
Perché tutto ciò che voglio è farti sentire amata.
Tu baciami e respira.
Così quando mi penserai,
tornerai al mio cuore, tutte le volte.
Se mi darai un po’ amore,
ti renderai conto che non mi interessano
i soldi,
le cose,
o i giochi,
perché non mi sono innamorato
della tua pelle,
dei tuoi occhi,
delle tue labbra,
e della tua voce.
Mi sono innamorato follemente della tua anima.
E se inventassero nuove parole,
per dirti quanto ti amo, le userei.
Cammineremo assieme vedrai,
perché non lascerò la tua mano.
E anche se non do tempo alle persone,
per sentire la mia mancanza,
non riesco a fare a meno di te,
sono ubriaco del tuo sorriso
e drogato dalle tue parole.
Non so se andrò lontano,
ma tu dammi un po’ d’amore.
Perché le cose belle non finisco,
si moltiplicano,
si trasferiscono.
E tu sei la mia cosa più grande.
Se mi darai un po’ d’amore,
renderò il tuo mondo più bello.
Tu solo sceglimi.
Dammi la mano,
e andiamo.
Antonio Di Bianco
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
La sposa
Oh la sposa!
Ecco la sposa!
L’hanno vestita come una pupazza!
Dietro un corteo!
Schiere di coppie
e donne sfiorazzate,
con al collo
guinzagli di gioielli.
Portano
scarpe ai piedi
che mordono come mastini.
Incedono senza alcun charme.
La stola sulle spalle,
ai piedi l’alluce valgo!
La trucida borsetta con perlinea a tracolla
Ed ecco finalmente lo sposo!
Rigido
come imbalsamato
incede
Raggiunge la sposa.
Le fa il baciamano
e si inginocchia a lato.
Finalmente un testo che non si abbandona all’enfasi sentimentale. Parla di vita, non di piagnistei e di cuora in rima con amore
TRAIT D’UNION
Pare riflettere ombre,
eterno mughetto,
intaglio odoroso…
Affiorano,
dal dorso di conchiglia,
screziati ippocastani,
evelti arbusti lacustri,
felci di giada.
Passi repentini,
oltre l’egida muraglia,
incrinano orme,
la foce traligna,
la frasca d’alabastro.
Il funambolo trattiene
l’ultimo raggio di luna,
accorda ad Oriente
il profilo dell’alba,
e l’iride discioglie,
di vapore acquamarina, smussate pietre rade.
– accetto il regolamento
Giovanni Delvò
Ho preso visione del regolamento e lo accetto.
UN PADRE
il primo boato fu sordo
il secondo frantumò le vetrate
il terzo uccise mio figlio.
il quarto non giunse.
sono ancora in attesa.
in me ho solo macerie.
“Il mare di questa estate rovente”
Al mattino i tuoi azzurri colori
s’incontrano con quelli rosati dell’alba,
in quest’estate calda.
Il lontano orizzonte dove acqua e cielo
si confondono in un matrimonio d’amore,
fa viaggiare il mio pensiero d’Infinito.
Vibra nell’aria una dolce armonia,
inebria di profumi, di pace l’anima mia.
Nelle tue acque placide
imbambolato mantello verdazzurro,
mi distrai come mago,
Il mio cuore si consola,
gli occhi si saziano d’infinito.
Non sento il tuo sussurro,
non vedo l’ incresparsi della tua onda.
Sei solo un letto placido,
silenziosamente mi scruti
Brezza di mare, intesa di sguardi
Indaga la ragione, ma si arrende il cuore
“Non cercare limiti nell’immensità dei miei colori,
Dei miei occhi dipinti di verde e di blu,
d’oro e d’argento la sera.
Nel mio letto troverai
barche ricolme di sogni, pronte a salpare,
Prendine una vieni via con me”
“Quando una pioggia di stelle illuminerà il tuo dolce viso, come Paradiso, trattieni il respiro…
Io arriverò perché Io sono
I tuoi pensieri, sono le tue paure.
Tu i tuoi sogni nei miei!
Noi, solo noi, un Sogno Infinito”
– accetto il regolamento
LA SPOSA
La vestono nuvole di carta
come luna nel vento di marzo
scesa lungo i prati della villa antica.
Cammina tra le statue infreddolita.
Nascoste tra i platani e le querce
al canto ininterrotto degli uccelli
inspirano espirano le statue
ridono respirano non vedono
la sposa dalle spalle nude
sotto un arco di fiori rigidi
nella morsa del gelo.
Dove sono i compagni – chiedo ai fiori –
i parenti, gli amici? Dove lo sposo che l’attende?
Lei è sola con la sua felicità.
Con lo sguardo vorrei cingerle le spalle
Con le labbra baciare le sue labbra
Con il fiato scaldare la sua pelle.
Ma lei è sola con la sua felicità.
.. . . . . . . .
Marcello Comitini
– – – – –
Accetto il regolamento
“Nel giardino dell’Eden”.
La meraviglia spumeggia sulla cresta dell’emotività.
Lo stupore fa il surfista nei meandri della bellezza.
Nella poesia dei fiori, nei colori dell’arcobaleno,
nei dolori del parto, nel fruscio del vento.
La vibrazione dei sensi, la percezione e l’estasi.
Oltre ogni orizzonte, lo stupore, l’ignoranza e la conoscenza.
L’Iddio umano s’inebria del bello.
E il pensiero corre ai ripari.
Schegge del sapere si assetano alla fonte della conoscenza.
L’idea comprime il tempo nell’attimo e srotola gli elementi.
Pensiero, manipolazione, realizzazione.
Intrecci di luci e colori nel prisma umano. Sensazioni.
La quantistica dell’evoluzione, la doppia elica del DNA.
Il loro incontro nella variazione della specie.
Il Prodigo punta il dito e sprigiona energia.
E’ vita, il desiderio di ciò che eravamo.
nell’io, nella natura, nell’universo.
Il ragno tende la tela ed attende
briciole del sapere dall’Onniscienza.
Il bambino intende una nuova ode
nel giardino dell’Eden.
Un nuovo stupore l’attende.
– accetto il regolamento
Era piccola
Tremanti le gambe e rosse le guance
sotto lo sguardo del maestro che capiva.
Piccola nel suo guscio e bramosa di sapere
quando sul banco sedeva composta.
Nero su bianco brillavano le lettere
pagina su pagina scorgeva la “FINE”
Erano giorni di peccare per le pere
rubate a compiacere il figlio del vicino.
Ginocchia sbucciate per arrivare prima
lacrime da versare sulla lista dei nomi.
Silenziosa e composta sedeva sul banco
imparando le leggi per salvare il mondo.
Usciva col vento per sentirlo urlare
Miagolava al gatto per farsi notare.
Nelle tasche, sassolini da buttare nel fiume
Nei sogni la scommessa di essere grande.
Temeva l’accusa nel sermone del prete
Scrutando suo padre che adorava le pere.
L’avrebbe perdonata perché era piccola,
senza confessione ne predica: era già Lunedì.
– accetto il regolamento
Luna ferma tra le onde del mare
evadi
la lugubre desolazione
di nascosti tremori
nell’argentea corrente
dentro lucide lacrime.
– accetto il regolamento
OCCHI
Occhi che ti scrutano
in ogni movimento e in tutto ciò che fai
Nell’attesa
di un assenso o di un dissenso
di un sorriso o di una lacrima
Occhi che seguono i tuoi passi
nel giorno e nella notte
sotto il sole o la pioggia
Occhi che in silenzio se ne stanno
nell’attesa d’uno sguardo
forse perso e ormai lontano
per un istante o per l’eterno
Occhi che guardano le stelle e il cielo
il sole o le nuvole
il mare, i fiumi e i laghi
Occhi che seguono il volo d’un aquilone e d’una farfalla
lo sbocciar dei fiori , il cadere delle foglie
e i colori dell’arcobaleno
Occhi di un padre o di una madre
in cui perdersi e finalmente riconoscersi
in cui specchiarsi
e finalmente ritrovarsi
-Accetto il regolamento
Di spiagge abbandonate
l’onda fatale
è antica,
l’acqua pulita
scorre tranquilla
sotto i sassi.
Anima mia.
– accetto il regolamento
LE STELLE BRILLANO
E le stelle brillano in cielo
in questa serata d’inverno,
ma così splendente che sembra primavera.
Primavera d’inverno con tanto sole
e dolce calore
e milioni di stelle che mi scaldano il cuore!
Vorrei abbracciare tante stelle
e portarle in casa mia
per mandare via tutta la mia grande malinconia.
Son triste,
in un guazzabuglio di malanni
che sto sopportando da qualche anno
e tutta la mia bella vita
è in un baleno sparita!
Non posso correre più
e godermi la mia dolce passione
con strette a me tante care persone,
che insieme ci godevamo
il nostro comune amore!
L’amore immenso per la Poesia,
che brillava sempre e ci faceva compagnia.
Una compagna fedele e tanto amata,
che mai ci abbandona
e come una fonte ci disseta!
E le stelle luccicanti
entrano in casa mia
e con il loro splendore
creo una magica Poesia!
– accetto il regolamento
Accetto il regolamento.
LA MIA ULTIMA INUTILE STUPIDA POESIA
Penso al tutto che colma
il vuoto delle nostre abitudini
le false notizie le futili storie
le opinioni quasi sempre scontate
le scorie i rifiuti le consuetudini
Penso al nulla che inonda l’estate
alle dune deserte delle contraddizioni
alle incerte parole dei troppi profeti
dei finti poeti e dei filosofi improvvisati
Penso a ciò che adesso siamo
e a ciò che non siamo mai stati
al tempo che abbiamo perso
ad inseguire i nostri stupendi ideali
e a sperare in un futuro diverso
Penso che siamo ancora qui
imprigionati dalle nostre paure
in questo malessere generale
dove tutti hanno voglia di niente
Penso alla gente che si perde
nei vicoli troppo stretti della vita
in un bicchiere sempre vuoto
nel vuoto delle stazioni vuote
in un labirinto senza via d’uscita
Alla fine me ne vado da solo
in un silenzio che mi è consueto
scrivendo parole cui dare un senso
nella speranza che per ora sia
la mia ultima inutile stupida poesia.
Italo Zingoni
06/06/2021
Sezione A – Poesia
Accetto il regolamento.
Nell’assordante silenzio
della mia anima irretita
tra passione e intelletto
ricerco il perfetto equilibrio.
Con la razionalità della mente
ascolto il mio cuore irrazionale,
stordito da planisferi emozionali
m’illudo di trovare la vera felicità.
Ah mio povero cuore,
non ti irritare con la sensata mente,
l’anima confusa rimarrà in attesa
di catturare i migliori e felici momenti.
Cinzia M. Adriana Proietti
@cinziamariadriana
GRAZIA MASTROMARCO
Accetto il regolamento
PERFEZIONE
Non so tu ma io
le trovo perfette
le matite spezzate
che scrivono ancora,
i cocci rotti e i calzini bucati,
i quadri incompiuti,
i frutti beccati,
gli occhi strabici e i sorrisi sdentati
i panni consunti,
le foto sbiadite,
le rughe sul viso e la pelle sdrucita,
gli oggetti smarriti,
i quaderni lisi e i cuori cuciti.
Non trovo nessuno al mondo
più perfetto di chi
rimedia agli sbagli
e ammette gli errori,
di chi puzza di
dignitoso lavoro,
di chi ricomincia di nuovo,
chi si fa domande e sa chiedere scusa,
di chi ha di dolore l’anima intrisa,
ma a te regala solo sorrisi,
chi rinasce dalle ceneri spente
e fa virare le gocce di pioggia
in miriadi di ameni arcobaleni.
Vincenzo Patierno
(Accetto regolamento)
A sé il mare consegnò orme: solchi
in distante data piantati.
In risonanza, vibrazioni delle onde
giochi lontani commemorano;
la lor scia è vissuto
sull’oceano dei ricordi,
dissipati in granelli,
che fan del compiuto
opera musiva,
proiettata in rilettura
sul sempiterno promontorio.
Accetto il regolamento
Lasciami sognare
E le notti d’estate vago sulla sabbia
a piedi nudi
ammiro il mare che tu guardi
da chissà quale riva e,
quando il silenzio mi avvolge,
ascolto ciò che canta il vento
e penso alla tua assenza.
Ma non è un canto, è la tua voce,
il tuo odore si sprigiona dalla brezza
e mi tuffo nel sale della schiuma
che inonda, mi sommerge, e ti sento.
Vieni, non ho più paura di amare, ti vedo.
Sei tu l’amore, ti abbraccio e ti voglio
perché la vita è qui, fra le tue braccia,
sei tu il mondo, ed è te che voglio amare.
Lo devo a te l’immenso della mia esistenza
ed è per te che oggi vivo ancora.
È questa la verità di un sogno antico
un sogno vero e grande quanto il mondo,
come l’amore e il bene che ti voglio
da quando sogno di viverti, vita mia.
Dai, vieni qui, lo vedi che tutto intorno è vita?
L’aria, l’acqua, i monti, il cielo,
il mare, il sole, la natura e i sogni e, stanotte,
con la luna negli occhi e le stelle a darci luce,
sarò vita anch’io e vivrò il sogno di amarti.
Ora abbracciami e baciami come fosse amore,
ma se fosse ancora solo un sogno, ti prego:
Lasciami sognare di viverci finché son vivo,
ma se non puoi o se non vuoi, non importa,
vivrò il sogno di amarti come fosse amore e,
con la speranza che diventi vero, ti abbraccio,
ti stringo forte e ti bacio oltre la bocca
per carezzarti l’anima e farti felice.
Il sorriso di un angelo
Guardava i fiori di un ciliegio,
non era avvenente, non era maliarda;
era spettinata, era sempre malinconica.
Soffocava troppa solitudine
sotto un filo di matita, labile.
I petali cadevano allegri
leggeri nella brezza di maggio,
come un’acquerugiola di tanti desideri;
ed io pregavo piano
quale celasse il segreto del suo sorriso,
anche di uno solo appena:
avrei visto nascere un angelo…
– accetto il regolamento
BUON COMPLEANNO
Mia dolce chimera,
se fossi Paride, a te darei la mela.
Berlusconi? Uno sull’altro, cento milioni.
Massimo Bottura? Una cena al chiaro di luna.
Un giullare medievale? A più voci, un madrigale.
E una casa sulla scogliera, se avessi potere,
contro tutte le norme da osservare,
ti costruirei, a meno di un metro dal mare,
con una grande veranda scoperta, dalla quale
lanciare l’amo innescato per pescare,
e la sera guardare affacciata le lampare
lontane luccicare,
accanto a un vecchio grammofono
pieno di vecchie tue canzoni,
da ascoltare secondo le emozioni.
O una grande barca a vela, con la quale
entrare nei porti che sognavi, e approdare
a Corinto, a Epidauro, a Rodi, a Mitilene …
e qui domandare dei posti dove si mangia bene,
servita da Apollo in persona come cameriere.
E dopo cena via a ballare su una rotonda
del litorale del mare Egeo, tra i lampioni
del lungomare, insieme alle figlie di Nereo.
Ma non sono che un barbone, un miserabile
straccione, e ti devi accontentare
del saluto del mio cuore malandato,
tanto tanto tanto spaventato.
– accetto il regolamento
Accetto il regolamento
“Spigoli”
Mare…
cerco i tuoi spigoli
le tue labbra…
le tue catene…
I tuoi castelli svaniscono con l’acqua
mentre gli occhi vivono e annegano
per amore
Il libro degli spersi
Stracci lucenti cullati dalle onde,
strisciano l’orma livida
nel guizzo buio della scia di una nave.
Il pensiero s’allaccia alla coda,
non diventa serio,
non ossessiona,
ma batte l’acqua e vola.
Ho sognato un tragitto lineare,
un traguardo fiorito e potente,
un lume d’eterno rogo,
che nel ricordo del nome,
sopravvive l’uomo.
Le porte sono state aperte,
soffia l’eco di fiori spenti,
ho nascosto l’anima nel dedalo dei versi
per non sfiorire la bellezza.
La civetta di carta disegna la soglia delle fiabe,
lentamente spira l’anima del bosco,
spine cordiali, intrecciate di niente e temporaneità.
Non posso pettinare i ricordi
di occhi chiusi e aperti
nel sogno evanescente degli specchi,
ma acciuffando le code dei riflessi
m’hanno impressa nel libro degli spersi.
Monia Minnucci – accetto il regolamento
Intima ora
di labbra e passione
legame di fiato
sguardi ficcati
nel fondo degli occhi
lacrime randage
fonte di piaceri
di bere e mangiare
insieme alla pelle
dentro gli squarci
di anime spoglie.
Raffaele Di Palma
accetto il regolamento
– Alter Ego –
Al di là di questo essere,
del suo divenire
nelle sue passioni…
Al di là di questo spazio,
di questo tempo,
in un altro dove,
un altro quando…
Rivestiti da diversa esistenza
e dissetati di verità
alla Fonte del Sapere…
Là dove si innalza
l’amor che or ci muove
e senza una fine
si erge ad essenza…
Come salmoni
siamo destinati là,
di dove viene l’uomo
che mi abita dentro.
– accetto il regolamento
CI OFFRIVAMO
Ci offrivamo niente di sicuro:
certo non il matrimonio
e ancor meno un anello,
di fidanzamento o altro.
Per non parlare degli umori,
dell’insofferenza
dell’indifferenza,
dell’egoismo,
dei modi distratti
e spesso sfuggenti,
della bigiotteria da poco
della biancheria da meno
del tuo viso dipinto,
del mio borbotto notturno.
E la sera tornando
nella casa che talvolta
sarebbe stata oscura,
non sempre ti avrei trovata in attesa
non sempre mi avresti trovato a vegliare.
Dunque, potevi esser felice con me
ed io con te,
senza sapere fino a quando
dunque, potevo esser felice con te
e tu con me
e credere se e quando.
Per questo rimarrà un mistero
Il motivo che ti spinse infine a sposarti
malgrado tutto in una chiesa,
a esser madre dopo nove mesi,
a procreare poi in modo responsabile,
ad aspettare un marito per pranzo e per cena,
ad amarlo senza schema,
a concedergli man mano più intima intimità,
a stupirti nel desiderare un altro,
a farti cercare,
ad andarlo a cercare,
ad accettarlo come amante,
al gusto di un secondo,
alla ripetizione di un terzo,
alla noia di un quarto,
ad un libitum tracimato,
eccetera, eccetera, eccetera.
Quanti luoghi comuni, mi diresti,
eppure, c’è stato anche dell’altro,
da crederci, conoscendoti,
o da non crederci affatto.
– accetto il regolamento
Finalmente piove
mentre indossi scuse
a mezzo respiro
per le infinite volte
che non mi hai cambiata
che non mi hai capita
che non mi hai amata.
Finalmente piove
ti guardo dritto negli occhi
e mi sorridi fissando il cielo.
“Vorrei che diluviasse”
dici intenerito
dalle mie guance rosse
“sulla mia testa matta.
Sì, lo so, ho sbagliato.
Sono un uomo distratto
ma niente è bello come noi
che insieme siamo Infinito”.
Accetto il regolamento
Donna
te ne starai in silenzio
relegata all’angolo
nel buio
occhi spenti
mani legate
e piedi di piombo
Prigioniera
in nome di un Dio
sordo.
In silenzio
col cuore sanguinante
e lacrime represse.
E partorirai femmine
che avranno la tua stessa sorte
e il tuo sangue
sarà veleno
E partorirai maschi
che ancora ti incateneranno
e il tuo sangue sarà veleno
Come sterile
albero spoglio.
Reciso
In nome di un Dio
sordo
all’urlo soffocato
delle donne afgane
Paola Pittalis
– accetto il regolamento
NEL VENTRE DI MIA MADRE
Fui in lei un tempo,
desiderio pensiero
caso germoglio fiore
frutto, nel ventre
di mia madre linfa fui
e ritmo, impulso elettrico,
moto del cuore,
primo suo pensiero
del mattino,
ultimo della sera.
La doglia dolorosa
ci separò, poi l’altro
strappo. Ora in me giace,
mio pensiero ricordo
struggimento rimpianto
spasmo nel mio ventre
ispirazione e canto.
(accetto il regolamento)
Bogdana Trivak
Accetto il regolamento
Velo sposalizio
Piuma bianca
Ricamata dalla
Cascata nevosa e
Velo sposalizio
Intessuto nella
Eternità o
Deltizia della
Parola…
Mia madre ha il nome di una montagna.
È nata su un’isola
di vento e carbone.
Occhi colore fondo del mare
quando è agitato,
mani piccole,
sorriso un po’ spento.
Mia madre è una barca.
Ci ha portato a largo
ma è rimasta sola,
sola a dondolarsi
e a chiedersi
che senso abbia
ancora navigare.
Mia madre è una bambina.
Nasconde le lacrime,
prepara il caffè,
tiene i conti a matita,
sistema le foto per casa,
non apre gli armadi,
combatte per esserci,
anche a metà.
Accetto il regolamento.
Grazia
Sorrido
anche solo a me stessa.
Il cuore trabocca
C’è vento che inquieta
ma è già passato.
Noi siamo presenti
siamo soli nascenti.
Resistiamo.
Balliamo.
Cantiamo.
Preghiamo.
Vivamo.
Amiamo.
Manca poco all’alba.
Accetto il regolamento
Vellise Pilotti
Dentro un sogno
Quando mi fermo ad ascoltare il sogno,
intono il canto di un giorno non lontano,
sento l’odore del tuo esistere, e vivo.
Canto la canzone che per te ho inventato,
lo faccio senza voce, ma col cuore,
come nel sogno che abbracciato al tuo
scrissi le parole e cantai d’un fiato i gesti.
Oggi lo rifaccio e, anche senza voce,
ci metto il cuore che ti ama,
che sogna e pulsa solo per amore.
Ho voglia di urlare e regalarti una ragione
per cantare ogni giorno come fosse amore.
Non si ferma l’emozione che urla ancora
e canta per te ciò che ho nel cuore e,
ascoltando il tremolio della mia voce,
incrocio i tuoi occhi e vedo l’immenso.
Tu non credi di essere il mio immenso?
Allora prendi i miei occhi e guarda i tuoi,
vedrai la tua anima pura, il tuo cuore buono,
il tuo amore da donare e quello da vivere.
E ricorda: la realtà dice che la vita vola,
ma la cosa bella è che i piloti del volo
e della nostra vita, siamo io e te,
ma quando ti sogno e mi sorridi, siamo noi.
Ora segui la mia mano che carezza:
la tua anima per regalarle gioia,
il tuo cuore per donargli amore
e il tuo corpo per stringerlo e amarlo
come non è mai stato amato, ma ho paura.
Amerò allora solo l’anima e i tuoi occhi,
non farò mai più soffrire il cuore tuo e,
quando chiederà di sentirsi amato,
risponderò che le parole sono inutili
e ci ritroveremo dentro il sogno
con gli occhi negli occhi, la gioia nel cuore e,
rapiti ti in quel bacio sognato da una vita,
respireremo con la stessa bocca e,
immersi nella certezza del sentirci vivi,
vivremo l’amore, la passione e l’immenso
continuando quel sogno che non avrà mai fine.
– accetto il regolamento
Amore è incomprensione e incomprensibile
Il mio non luogo
è il taglio dello spazio
sale cemento e boschi
il tuo pensiero li scavalca
mi cerca e si riflette nelle gronde
vivo chiaroveggenze
ma se raggela
so bene posso piegarmi i polsi dal rovescio
nel mio non luogo e mai legarti
l’amore quindi è incomprensione
è incomprensibile
amaro sottoluce
si lascia nei vialetti calpestati
polvere agli occhi
insensatezza del pulire suole
mentre un singulto fa
paralisi di gambe.
L’amore cerca resistenza
è lingua umida
scostumata, che non tace
è un bisticcio ubriaco tra forte e fragile.
Solita strage, ci si rimpolpa a pezzi.
– Accetto il regolamento
Partecipo al contest accettando il regolamento con la poesia: “Libellula”
Libellula
Vola vola la libellula
libera nell’aria
ali nere, ali argento
Vola vola la libellula
Io nel sasso son seduta
ferma, incantata
muovo gli occhi
su e giù
mirando la sua bellezza
Ora argento, ora nera
un petalo leggero
si muove senza vento:
è la libellula che vola
Vola vola la libellula
Poesia: “Ego mostro”
Ero seduto accanto al fuoco
una scintilla all’improvviso
Chi sei? Chi sei tu che mi guardi?
Rimasi in silenzio,
non capivo la provenienza della voce
Alla finestra nessuno
Ed ancora:
Parlo con te, chi sei tu?
Risposti: Io? Chi sono? Non lo so, e tu dove sei?
Ed ancora la voce: guarda giù, tornerò.
Ma giù non vidi nulla
e continuai ad ammirare le scintille del caminetto
Un’altra riuscì ad evadere da un tronco
Ehi, rieccomi, come fai a non sapere chi sei? Sai chi sono io?
Guardai giù. Eccolo il bagliore ancora vivo.
Sei una scintilla, tu.
Dunque, se sai chi sono io ma non sai chi sei tu,
qual è il tuo problema?
— accetto il regolamento
Tempo dell’amore
Noi non siamo soli nel mondo
Ci sentiamo soli
ma
una linea unica ci salda.
Noi siamo uniti da questa linea.
Vederla è molto difficile perché è invisibile.
Il tempo dell’amore
inizia con la ricerca della linea.
Chiudi gli occhi Mara e cercala
non la troverai in un uomo
ma dentro il tuo cuore.
Il tempo dell’amore
è questo.
– accetto il regolamento
– accetto il regolamento del contest per la sezione poesia
Ruvido inchiostro
È notte.
È buio.
La mano leggera
sorvola gli oggetti
cercando la preda.
È notte.
È buio.
La sinistra in soccorso
entrambe voraci
il piano ha degli angoli
e la brama ha luce.
Lesta la destra
rincuora la mente
parole, parole, parole
l’eco diviene ossessione.
Ruvido inchiostro
ruvide mani
ruvida carta.
È notte.
È buio.
… COME
Cede il roboante silenzio in un sibilare di vento, dentro
l’antro scuro
un biancheggiare di sogni, colpiti da fuoco amico.
Tra le fessure filtra una luce, coscienza d’un crepaccio
ghiacciato, sorgente di nervi e d’ossa rotte.
… come dolore,
d’un tormento senza fine, … come respiro
dei tempi soavi d’amore, … come ombra
steccata in odore di verità.
L’adorante effluvio
d’un disperante sguardo ricerca codici casuali
di vita sbagliata,
la corteccia contorta dell’anima in attesa. La notte
non si rimprovera di nulla, scivola
nel giorno nuovo, come neve,
in cresta di roccia, si ravvolge
in disincanto contuso.
Accetto il regolamento
Le stagioni della vita
Coprono i sentire foglie d’autunno
Noi siamo rospi che governano
il bosco e lo stagno
Ci sono pietre che si sbriciolano
Noi raccogliamo i pezzetti
e li lanciamo fuori dal bosco.
Le piante rinnovano il colore
verde, arancione
e poi la caduta atta a tingere
il passaggio.
Le stagioni della vita
le puoi vedere in un anno
tutto uguale, tutto si ripete
preciso come la lancetta.
La briciola diventa un mondo
nel quale l’organismo vive e vige.
Noi rospi lo sappiamo
e saltelliamo senza averne pensiero.
—
Accetto il regolamento del bando
TRA LE PIEGHE ROVENTI DELL’ESTATE
Tra le pieghe roventi dell’estate
Il sole effonde prismi di luce
Mentre carezze sul viso del vento
Rughe sulla fronte solchi del tempo
Lì in mezzo al mare scie di vele spiegate
Verso un orizzonte di sconfinato azzurro
acque mai attraversate per mete lontane
Di sogni raminghi su rotte mai tracciate
L’estate assapora colori e spande profumi
Sulla faccia il sale dopo un tuffo nel mare
Il calore di un abbraccio asciugato al sole
Schizzi di acqua a spennellare speranze
Lì in mezzo al giorno che svolge lento
La canicola lancia tutto il suo vigore
È una luce che acceca sguardi d’amore
Nuova linfa dona alle speranze del cuore
Lì nel mezzo dell’esistenza di ognuno
Le voci e i silenzi nelle pause del giorno
Ravvivano di luce memorie di un tempo
I ricordi si intrecciano a stagioni sfumate
Lì in mezzo ai campi una sagoma
Curva sul terreno accarezza fatica
Gronda sudore la pelle abbrustolita
Con gocce di sale e terra impasta la vita
Estate la stagione ridente che tutto indora
Anche se la vita in altre stagioni scolora
Come è dorato il grano del contadino
Nel campo al tramonto è ancora lì chino
Le cicatrici di oggi sono le ferite di ieri
Le stagioni passano ma restano impresse
Le orme si cancellano sui vecchi sentieri
Di oggi le fatiche di domani le promesse
Ritorna a casa per abbandonarsi alla sera
Le mani stanche ma sono rimaste carezze
L’estivo giorno è lungo ma la fine giunge
E vede quell’uomo felice con mani giunte
Accetto il regolamento
Intimamente
Quando nella notte sogno te
riesco al mattino a sorridere perché
intimamente
la tua visione
seppur illusione
mi accompagna durante la giornata.
Non sei morta, sei qui con me.
– accetto il regolamento
L’OASI
C’è un’oasi nel gran deserto
che accoglie da mille anni
coloro che si sono ribellati
e non hanno voluto un padrone.
Nell’oasi, un gran giardino
con datteri, arance, melegrane.
Profumo di gelsomino
intorno a tombe millenarie.
Tombe tra loro tutte uguali
senza segni distintivi,
senza nomi, senza preghiere,
solo un coccio a ricordare.
L’acqua zampilla dalla roccia,
gelida nel riverbero accecante,
tra ciuffi d’erba sensitiva,
e bagna un albero di mango.
Torneremo un giorno laggiù,
saremo accolti dai veri amici,
come giungessimo a un appuntamento
per troppo, lungo tempo atteso.
Sarà come tornare a casa,
nell’ombra del patio moresco,
tra l’aroma del coriandolo
e quello del tè alla menta.
La notte sulla terrazza
nell’onda fresca che ristora,
tra squittii d’animali nascosti
e gatti a caccia nell’ombra.
Laggiù ci coprirà l’ala
enorme del gran barbagianni
che plana a caccia di prede
nel dolce chiarore di luna.
Accetto il regolamento
Diario di viaggio.
La penna in mano
sospesa
tra i pensieri pacati
che rincorrono gli anni
cuciti alle trame
di un futuro vissuto.
E nella mente
una strada sinuosa
che parte da un punto lontano
(troppo lontano)
e sfuma tra le stelle.
Nel mezzo, le parole,
dette, scritte, taciute,
diario di un viaggio.
Accetto il regolamento
Siete meravigliosi. Complimenti e auguri di grandiosi successi!
Non sono brava a custodire i ricordi.
Le fotografie dentro scatole
che non so mai di preciso dove siano.
I disegni, le medaglie, le pagelle.
Ci sono, ma non so dove.
I libri persi un po’ in ogni casa.
Ma i ricordi del cuore
quelli lo so dove sono.
Proprio lì, negli angoli,
delle stanze chiuse.
A volte le porte sono chiuse a chiave,
ma altre volte sono solo accostate.
E allora ne esce qualcuno
e mi stupisco ogni volta.
Ce ne sono di nuovi di vecchi
di nuovissimi o vecchissimi ,
belli, brutti divertenti e struggenti.
Mi basta aprire un po’ la porta.
Quei ricordi lì li ho custoditi bene.
Accetto il regolamento
Sonia Somigli
Isola
Nella mia isola ci sono le onde
alte e impetuose
come montagne
Nella mia isola ci sono le nuvole
talvolta basse e scure
minaccianti di pioggia
Nella mia isola ci sono le case
di pietra e di legno
il primo immortale
il secondo mortale
Nella mia isola c’è la poesia
è la voce del vento
che unita alla mia
parla di Dio.
– accetto il regolamento del bando del concorso
Il GELO GHERMISCE I CUORI E LE OSSA (poesia rap)
E inginocchiarmi al li’
‘mite. Di ogni rabbioso
misero groviglio di
un ciglio cupo, cade rimb’
alza di mia esistenza
e affetto maledetto
dal buio, e abbandona’
to come un figlio odia’
to come il botto isti’
‘gato da un groppo alla
gola, in un mondo che il
tuo pianto odia. Chia’
‘ra come l’acqua rammenta
la tua memoria, che vo’
‘la verruca dell’anima
emozione che muore dram’
‘matica, ansia di aff’
‘ondare, timbro del bis’
‘ogno bruciante di un am’
‘ore irraggiungibile,
bellezza ferita, bel’
lezza bastonata, è chi’
‘udere amata mia con pen’
‘sieri ghigliotin’
‘ati dal braccio della
ferocia che vanifica
tanta incombenza
di labbra.
– accetto il regolamento
la conta primavera
le prime note di struggente oppressione
attanagliano il petto e le parole
le parole rimescolano giorni andati e notti insonni
il vuoto concentrico scava il centro della terra
nel fondo del bicchiere opaco di ambrata melassa
seduce i pensieri abissi di nero fin dove sei andato
rincorso da biglie colorate pezzi di vita spaccati sul tavolo da gioco
finito
forse mai nato sogno incredulo di se stesso
forte come i rami legnosi del glicine antico
invisibile stretta di attimi dentro gli attimi
fino a cent’anni e poi ancora
l’ho guardato vedersi inspessire
salire le stanze invadere inferriate balconi
e il suo fresco brusio compagno di ore canicola afosa d’agosto
sapore d’infanzia
in un bacio disciolto lenisce le trepide attese le ansie guardinghe
sei lì
ne sento attender l’inciampo lamento di giorni sbagliati
lagrime amare sciocche carezze alle mille promesse
e sogni gondole di limacciosa laguna
come sospese lampare oscillano il tempo della notte
batte lenta di mare risacca estiva
in fila sornione rimbalzano le acque le lune
e me
misero fragile hai affrontato
di tenace fermezza la lunga battaglia
affondi ancora
finte sbilenche respiro costante di pugile fondista
passo dopo passo un gancio e poi un altro
lunga attesa di giorni da venire
da finire sulle gambe malferme brucianti di sfinita stanchezza
ecco ora infine ritrovo la via
riconosco la trama sassosa e deserta
lo sguardo un pò più smarrito
abbandona quell’insulso orizzonte miraggio
e i guizzi della giovane stagione
lento rincomincia la conta
ben più feroce il tempo che attende di polvere bianca
riflette la vitrea pupilla
Accetto il regolamento
Padova Bohème
Attraverso fiumi di pietre
Giungo
Accompagnato dalla febbre
Della giornata finita
Ascoltando le rondini
Nell’acqua
E il legno ospitale
Presto o tardi appare
Nella casa spenta e ariosa
E grande e muta
Infilo lo spirito come a ristoro
Alcuni secondi
Mentre la terrazza chiama
Col convivio
Così calo sulla città
Immerso nei tetti francesi
Disseminati di cicche
Abbandonate
Brace nell’unico fumo
D’ebbrezza straniera
Accetto il regolamento
Un suonar di campane per la sposa
La sposa, mentre stava entrando in Chiesa,
ascoltava le campane che suonavano per lei un bel
“din, don, dan” !
Con molta immaginazione
pensò che le dicessero :
“prendilo, prendilo, prendilo” !
Finita la cerimonia,
mentre usciva dalla Chiesa,
un altro suono le annunciava la sua festa
con le campane che in modo allegro facevano
“din din, din don, din dan” !
Con molta immaginazione pensò
e capì che le dicessero :
“adesso tienilo, tienilo, tienilo”
– accetto il regolamento
Caro Oswaldo, si può sapere che cosa prende la sposa e poi che cosa tiene? L’anello?
SOSPIRO D’AMORE
Le voci dell’oblio
segnano il mio cammino.
E tu, sul dolce guanciale
assapori i sogni della notte
là dove la luna dipinge
la sua eterna melodia.
La terra rimuove l’aurora.
Tutto nasce come gemme
nel colloquio tra fiore e fiore,
mentre il tuo sospiro d’amore
è udito dal cuore delle stelle
cosi’ intenso nel groviglio di lacrime silenti
…così profondo nella culla dell’infinito.
* * * * *
-accetto il regolamento (Emilio Mercatili)-
Susanna Mastino
Giuro che
Giuro che con l’apparire del giorno, muterò questi piccoli sassi bianchi
in leggiadre farfalle.
Giuro che scioglierò le mie paure, come una promessa che ti scalderà il cuore…
Volerò lontano, in mondi irreali…
dove l’amore non sa morire,
dove l’amore non oscilla tra ragione e cuore.
Giuro che me ne andrò per sentieri ideali, per lasciare una gran scia… di profumo.
Giuro che quel cercare senza trovare mi porterà verso l’infinito.
accetto il regolamento
Cadono le note
Cadono le note
come lacrime di rugiada
sugli steli esili
e sulle corolle
appena dischiuse
Di che colore è la felicità?
Dispongo tutti i miei colori
su questa tavolozza fiorita
e mi accorgo
che nessuno gli somiglia
Nel mio pennello
mille colori
mille sfumature
per riempire
il foglio della mia vita
Quanto è profonda la malinconia?
Viaggia spedita
rincorre la musica
ruba quelle note
sui tasti neri e bianchi
Quante cose non sono accadute
né accadranno mai
resteranno impigliate
fra i nastri aggrovigliati dal tempo
racchiuse fra i nodi dimenticati
celate fra queste lacrime di rugiada
sugli steli esili
e sulle corolle
appena dischiuse:
note di felicità e di malinconia.
– accetto il regolamento
Angelo Cosentino
E’ un’eco
Una pagina voltata in fretta
una improvvida macchia nera
una data all’improvviso cancellata.
Il tuo silenzio è foriero di tenerezza,
non credesti al mio vuoto di memoria
in attesa trepida che io desto ti baci.
Vale una promessa più di un bacio
un bacio più della fuga della mente?
E” un’eco che ritorna con una richiesta…
amarsi ogni giorno senza la conta dei giorni.
Accetto il regolamento
VIAGGIO SOTTO LE LENZUOLA
Ci fu un anno particolare
In cui trascorremmo le nostre vacanze in ospedale.
Prima iniziasti tu, con il cuore.
Un cuore malmesso così si espressero
quelli in cappa bianca.
Ed io che ho sempre tenuto al tuo cuore
Rimasi di sasso.
Il cuore del mio tesoro che immaginavo
traboccante di amore per me,
ammalato?
E l’amore? Si è pure lui contagiato?
Il viaggio che sognavamo fare in quel periodo
si sdraiò sul tuo letto e lì rimase.
Aspettai che al tuo cuore sostituissero
qualche pezzo.
-Mi raccomando, quando trovate la scatola
dell’amore, lasciatela.-
Raccomandai ai medici
-Certo signora rispose il primario-
Mi sentivo in buone mani.
Tornasti a casa dopo un po’
Pezzi nuovi di zecca.
La scatola dell’amore intatta.
Una miriade di pillole da prendere
rigorosamente: prima e dopo i pasti.
Compreremo un beauty capiente per le medicine
da trasportare nel nostro viaggio, dicesti sorridendo.
Certo risposi, ne ho visto uno rosa sciokking.
Prima di partire farò pure io, un salto in ospedale
per la solita ecografia.
E… saremmo sicuramente partiti
se quel carcinoma di merda, non avesse
nidificato nel mio rene destro.
E l’idea del viaggio non si fosse così abbattuta
al punto di rimanere coricata nel letto.
Senza più alzarsi.
Accetto il regolamento
FOGLIE IN ATTESA
Scappano inseguite dal vento,
inforcano l’aria nel mulinello di un momento,
sos-pese pare chiedano aiuto
a distratti passanti,
pare che danzino leggere
come ballerine sulle punte
di un girotondo…
foglie in attesa di un pittore
che le dipinga
o di una bambina che le colga,
o meglio di uno sguardo
che si soffermi
su un quadro di affascinante bellezza
in continua alternanza
tra malinconia e tenerezza.
Sezione A – Tania Scavolini
Accetto il regolamento
Sera di maggio su Gaza
È una striscia di fuoco
la sera di maggio su Gaza,
non c’è sonno che chiuda
la vista efferata del giorno.
È una lingua di sangue
che corre per strade già affrante,
é un respiro ansante e crudele
su case dagli occhi socchiusi.
Si colora di rosso il contorno indistinto
del cielo di maggio su Gaza
e la bocca vermiglia risucchia parole
come frammenti di vetro nel vento,
mentre mani di bimbo si perdono
in sogni di giochi lontani
e le mamme a tracciare
disegni di pace su in cielo
inseguendo le stelle
per donare la luce alla notte.
Brilla un fuoco scarlatto
sopra i tetti di Gaza di maggio
e le porte sventrate e scuoiate
da uno scoppio assassino
ora osservano mute un’assenza
di senso e ricercano il sole
annerito di un fumo bugiardo.
– accetto il regolamento
Mara, mio dolce amore,
non ho più cantato ieri nel ritorno, anzi
ho disinserito persino la dinamo del fanalino
per procedere, così nel buio, nella calma della notte,
sotto il cielo stellato,
e così pensare meglio a te,
che sei la più bella di tutte le stelle,
la più cara di tutte le cose più care,
e il mio cuore batteva ancora con il tuo,
e la mia anima parlava ancora alla mia anima….
e ti ripeteva TI AMO
Mara, mia gioia,
vorrei gridarti il mio amore con la voce profetica del creato
vorrei sussurrarti le più dolci parole d’amore col sussurro del ruscello
vorrei stringerti con tutta la mia forza,
vorrei accarezzarti con la dolcezza di un venticello di primavera
vorrei….vorrei…. che passassero presto questi giorni
che ci separano dalla benedizione del nostro amore
per donarci appieno tutta la felicità benedetta e Santa che il Signore elargisce alle sue creatura.
Mara, mio tesoro carissimo,
è mezzanotte e mi sto per addormentare
con la speranza che tu ritorni
mei miei sogni
– accetto il regolamento
le mani
mimano gli istanti
si concedono integre
tornano ribelli
quale strana infedeltà nutrono dopo
cautela
se limano prigioni
distacco
se vicine all’impossibile
privilegio
tra le voci del mercante…
le mani
spogliano sorrisi
carezzano corpi supini
offuscano lacrime in piena
scivolano fra i capelli
e fra le dita
disfano gli addii
tra calligrafie incomprese…
le mani
se timide
non dicono troppo
solitarie
affondano nel campo dei ricordi
tra vecchie foto
dove immagini riposano sul grembo di una madre
in quel sole settembrino
e le brezze profumate d’alloro
mai dimenticati…
le mani
intente
a misurare colpe e sacrificio
ad afferrare
le paure del cieco sul ciglio della strada
e consolare i piedi nudi
a nutrire
l’improbabile domani…
le mani
dentro le storie
appoggiate sulle porte
a rallentare follie inascoltate.
le mani
quelle mani fra le ceneri
spente
lontane
confuse
in quell’aria che fa notte di giorno
dietro i muri
dove un tempo la primavera
era già un viaggio di sola andata
dove oggi
quelle mani in preghiera
sono nuovi cancelli
chiusi sul velo nero dei vinti…
Angie Patti Picciolo @
accetto il regolamento
La danza della terra
Danza in cerchio la terra
su note di paura e sgomento
volteggia con passi sinuosi
tra i vicoli di Amatrice
mentre bambini e adulti dormono,
ignari, della travolgente ballata.
Con il suo boato la terra
suona una danza che vorticosamente
s’insinua tra pianure e colline
per farne un convivio e offrirlo
agli abissi del mondo.
Risucchia corpi
di ogni età e genere.
Il suo, un egoismo che semina dolore e morte.
Dalle macerie, una nuova vita
prende forma tra le tendopoli,
e, uno spiraglio di luce
può dare un barlume di speranza
alle vite in solitudine.
Il nuovo epicentro
ora è l’umana solidarietà
che in un brivido invasivo
vuol dare speranza e
futuro a chi tutto ha perso.
Alberi maestri
Un varco per la speranza
quell’orizzonte lontano
Saluto mia moglie bacio mio figlio
e di notte salpo
Tanti come me
ombre lunghe e scure
alberi maestri in una sola imbarcazione
E prego l’Italia
prego le sue sponde di abbracciarmi
domattina
Prego che il porto non si allontani dalla riva
Temo il varco
chiuso
avanti agli occhi
e l’orizzonte di nuovo alle spalle
Prego l’Italia che non si divida
per timore di noi
alberi maestri spaccati a metà
Riccardo Montanaro / accetto il regolamento
Il mio Luogo
Non so se esisti, non so come sei fatto
se sei reale come un luogo vero
dove son nato e dove son vissuto
oppure il frutto di una fantasia
che ogni tanto appare e poi svanisce.
Quel che so è che non trovo un nome,
un modo di chiamarti e farti mio,
un indirizzo, una direzione
se sei il mio centro o la periferia.
Sulle mie carte non ti ho mai trascritto,
sei in assoluto senza posizione.
So che confini con infiniti luoghi
nei quali ho visto tutto e non ho visto.
So che assomigli a molti originali
odori di vittorie e di sconfitte
d’amicizie antiche ormai sfiorite
e pesi di quel niente che è passato.
Ti ho visto scritto nelle mie esperienze
alcune vere, altre solo scritte,
spesso prese in prestito alla vita,
altre rubate, come faccio spesso,
a quei fantasmi che mi porto dentro.
Sui tuoi confini ho scritto la mia vita,
quella reale che non ho mai scritto,
umida di passione e tanti amori
e anche quella di inutile scrittore.
Pagine e pagine che si son riempite
di vita vera, di mille sensazioni
tutte pagate con il mio sudore,
tutte scomparse, comprese le illusioni.
Adesso voglio andare fino in fondo,
conoscerti davvero, vederti in faccia.
Sapere
se sai di mare, se sei freddo o caldo,
se c’è il mio amore, se c’è la mia casa,
se sono lì le cose che ho raccolto
con la pazienza che non ho mai avuto.
Abner Rossi – accetto il regolamento
Oltre i vetri battuti dal vento,
i pensieri dispersi dal tempo
si arrovellano dietro la mia fronte,
oltre l’orizzonte.
Il sole, matassa rossa,
stanco si abbassa
sui campi ed i fiori arrossiscono,
le belle si schiudono,
gli altri appassiscono.
Assorto ad ascoltare gli sproloqui
delle foglie sugli alberi,
Indecenti turpiloqui,
il ciarlare delle lumache spoglie
su rami fruttiferi.
Declinano le corolle come l’elicriso
sulla scogliera,
sotto nuota il muggine
ed il tramonto si tinge dello stesso colore dell’euforbia che declina verso il mare.
Sopra il pontile,
una ringhiera penzola ruggine,
la scuote il vento
i fili d’erba
si abbracciano all’imbrunire.
Ancora un momento,
ancora per un attimo fatto di infinito,
sopra questo lenzuolo di squame d’argento,
mi sento smarrito.
Le stelle riposano sulle onde,
come un presagio,
pesa la notte sulle mie sponde,
amplificando il disagio.
Perso nel buio con le sue volte,
io ti invoco ed il mio cuore non ha colpe.
Io ti invoco amore mio,
ascolta questa mia elegia,
dell’anima bisbiglio,
scevra di sofismi e crismi.
Invoco te,
stilla di rugiada,
mio giglio,
fremito d’ali di fata,
mio appiglio.
Invoco le tue labbra insanguinate,
dolci come il miele,
i sorrisi abbacinanti,
la tua parola senza fiele,
tra i baci profumati.
Oh mia nume!
Mio elisio!
Mia musa, mia lume!
Io ti invoco per amore!
Invoco te che hai fatto di un barlume,
una vita sfavillante,
te che come un ragno,
da una goccia nello stagno,
hai tessuto un mare.
Invoco le tue mani,
le colline dei tuoi seni
che declinano sui miei domani,
le linee sinuose ed estatiche
sulla piana del tuo ventre,
dove si muovono frenetiche
le mie dita,
il mio ardore che non mente,
brama e freme di passione
sul sentiero che dai tuoi fianchi,
sfocia tra le tue gambe,
culla della vita.
Ed io invoco te ora,
questa notte e domani ancora,
e ti invocherò per sempre,
perché se è vero che ho imparato dalle natura,
nei miei silenzi affollati di parole,
se Iddio mi ha aperto la mente,
tu con il tuo sguardo hai aperto il mio cuore,
hai tirato fuori l’anima,
perché i tuoi occhi sono la porta dell’amore.
Accetto il regolamento
T’ho visto in quella foto
i tuoi occhi mi hanno ricordato ciò che sentivo,
credevo di aver dimenticato, ma non è cosi.
Il tuo sorriso mi ha riportato alla mente i momenti,
quando parlavamo il tuo sorriso prendeva l’attenzione.
Le tue guance rosse mi hanno fatto ricordare il desiderio
di una carezza innocente.
Le labbra mi hanno fatto tornare il desiderio di baciarle,
la foto che vedo è l’ultima cosa di cui avevo bisogno
ora mi ritrovo in un limbo creato dalla mente.
Il dolore si mischia con altri sentimenti quali:
L’amore, il risentimento e la frustrazione.
T’ho visto in questa foto e sogno di conversare nuovamente
anche se ti sei allontanata, io ti penso sempre
mi dicono “ Ti ha trattato male ”, “ Ti ha illuso e tradito”.
Ma il sentimento non si può scordare, il tuo sguardo è una spada
ogni volta che lo vedo mi trafigge il cuore.
T’ho visto nella foto e t’ho visto nella mente
non so cosa sia peggio, vederti o pensarti.
Accetto il regolamento
L’ACCATTONE DI SOGNI
Poggiato sulla balaustra della sera
le stelle nel cielo come chimera
respiro calmo con sguardo lontano
verso sogni da catturare colla mano
I pensieri quelli con i piedi per terra
parlano in silenzio al mio orecchio
i ricordi illuminandosi cadono nel secchio
della memoria che talvolta li afferra
Guardo l’oscuro immenso manto
gli occhi si perdono nell’incanto
a cercare tra quelle mille scintille
la medesima luce delle tue pupille
I cieli narrano di storie e avventure
di molti conoscono crudeli sventure
di altri custodiscono segreti e passione
di me raccontano che di sogni son l’accattone
Accadimenti scorrono sul fiume del tempo
sì srotolano passaggi sui gradini della vita
persone, anime, comparse e perditempo
amori speranze come polvere sulle dita
E mentre strofino il pollice e l’indice
da tergo compare la tua voce supplice
mi giro e scostandoti i capelli dal volto
la luce delle stelle nei tuoi occhi scorgo
– Accetto il regolamento –
L’esempio
In mezzo all’alluvione
compare il tuo sorriso.
Tutto fa dimenticare
pure d’essere in paradiso.
Ci accogli con semplicità
ricordo della tua vita terrena
sempre il tuo sì echeggiava
fino alla giornata estrema.
Sei esempio per noi tutti
grandi credenti e farabutti.
Tu ci hai insegnato come fare
solo donare senza domandare.
Nella nostra quotidianità
impariamo cos’è la carità
non è atto verso gli altri
è esser degni di guardarti.
– Accetto il regolamento –
Il sorriso è il modo meno invasivo
per migliorare il viso
Il sorriso è il simpatico alleato
del tuo “bambino”
Il sorriso è coerente
con la gente che ha di fronte
Nel sorriso passa corrente
Ti dona scossa
Ti apre la porta
Un sorriso è tuo amico
Un sorriso ha la forma
Di un micio
Mentre fa le fusa
Diffonde serenità
Un sorriso è virtù
del coraggio
Che mira il bersaglio
Al peggior nemico
minacciato e infastidito
Colpisce il pianto e il lamento
e rinasco …
Sorrido
(Accetto il regolamento)
— FINE CONTEST —
I FINALISTI ED I VINCITORI SARANNO AVVERTITI VIA E-MAIL
VI RINGRAZIAMO PER LA PARTECIPAZIONE
RISULTATI CONTEST “IL MATRIMONIO DI MARA”
VINCITORI E FINALISTI: https://oubliettemagazine.com/2021/10/04/vincitori-e-finalisti-del-contest-di-poesia-il-matrimonio-di-mara/