Contest letterario gratuito di poesia “Il matrimonio di Mara”

La compatta e rugosa muraglia, che appare in tutta la sua imponenza, richiama la storia ultra-millenaria del vulcano. Allorché esso sorse dalla profondità del mare e dalle viscere della terra, il suo magma fluido e incandescente creò paesaggi ruvidi, neri e poco ospitali. Praterie di rocce si accavallarono per le colate laviche da formare, poi, colline, monti e valli. Fiumi di fuoco raffreddato formarono anfratti spigolosi, caverne bue, co-stoni rocciosi e polverosi. La natura, poi, attraverso i millenni, fioriva incredibilmente rigogliosa in quei posti. Nell’ambiente inospitale nacquero prati, boschi, colline verdi: il fantasticare non ha limiti.– “Il matrimonio di Mara”

Contest Il matrimonio di Mara
Contest Il matrimonio di Mara

Regolamento:

1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Il matrimonio di Mara” è promosso da Oubliette Magazine, dall’autore Salvatore Turiano e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

La partecipazione al Contest è gratuita.

Tema libero.

 

2. Articolato in una sezione:

A. Poesia (limite 100 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.

Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.

Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.

 

4. Premio:

N° 1 copia del libro “Il matrimonio di Mara” di Salvatore Turiano, edito nel 2020 dalla casa editrice Tomarchio Editore, con seconda edizione nel 2021.

Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.

 

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 26 settembre 2021 a mezzanotte.

 

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Il matrimonio di Mara
Il matrimonio di Mara

Alessia Mocci (Editor in Chief)

Katia Debora Melis (Poetessa e Collaboratrice Oubliette)

Tiziana Topa (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)

Daniela De Tomasi (Scrittrice)

Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)

 

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:

https://www.facebook.com/OublietteMagazin

 

10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.

 

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

Buona partecipazione!

 

80 pensieri su “Contest letterario gratuito di poesia “Il matrimonio di Mara”

  1. E saprò dirti

    T” incontrai giovinezza effervescente
    l’ombra nuda senza catene.
    Dentro il cerchio magico
    lo sguardo accattivante
    ha fatto esplodere il mondo.
    Avrò di te il ricordo,
    impudica mi offristi
    una nuvola per danzare
    dove lui sciolse le vesti
    e mi coprì di se.
    Mi poggiasti il dito sulle labbra
    le bocche e le mani
    intima passione.
    Nacque un seme
    fu poesia.
    Solcai mari tempestosi,
    ti vidi svanire
    in un lampo di tempo,
    ora m’adagio al tuo ricordo giovinezza
    La mia anima non muta
    tra i sogni nasconde speranze
    compagne mute che mutano
    quest’animo in tormento,
    di parole riempio il mondo
    per chi come me
    la musica del mare ascolta
    in silenzio.

    – accetto il regolamento

    1. Massimo Gallazzi
      San rocco al porto ( Lo)

      Due mani

      Due mani
      per proteggere la tua indifesa,
      che fanno sentire
      la loro presenza,
      e quasi la loro essenza.
      Due mani,
      che ti avvolgono
      in un calore profumato.
      Sguardo e sorriso sono complici,
      la loro intesa è triplice,
      in un’armonica casa
      benedetta dal Padre.
      Dove ogni tuo dubbio cade,
      perché la grazia ha ucciso il peccato,
      ciò che è, sarà è mai stato.
      Mi spingo oltre e domando,
      e attendo dall’eco il responso,
      silente ma presente,
      ancor prima di essere nato.
      Tre mani e un’anima sola,
      sperando che questa spicchi il volo.

      Accetto il regolamento

    2. Anyuta Real

      Ci sono parole sincere.
      Abbiamo una vita diversa.
      Due vite parallele.
      Ci sentiamo quasi spesso su whatsapp.
      Ci possiamo scrivere in inglese unica lingua che ci permette di comunicare.
      Ci perdiamo ogni tanto.
      Non abbiamo tanto tempo.
      Possiamo solo pensare che ci sono le distanze.
      Non voglio rovinare questi
      giorni bellissimi per te.
      Ti considero come una sorella.
      Sei fortunata che mio padre ti considera una sua figlia.
      Aveva questo grande sogno.
      Ti auguro con tutto il cuore ogni bene possibile.
      Ci dispiace di non essere al tuo matrimonio.

      – accetto il regolamento

    3. IL TEMPO PUO’ ASPETTARE
      Mi rubasti l’anima
      quando fanciulla mi accostai all’amore,
      mi donasti il tuo cuore
      e fu un attimo durato un lungo tempo.
      Lunghi anni
      poi, un vento imetuoso
      ti dirottò su uno scoglio,
      perdesti la memoria
      dimenticati i miei riccioli biondi,
      le promesse, gli attimi d’amore.
      Quante tempeste !
      quante delusioni ed amarezze,
      sbagli che ancor oggi
      risento sulla pelle.
      Nuvole, cicloni
      poi, il sole rischiarò il cielo e vidi
      un arcobaleno rosa,
      sparirono le nubi
      il tuo sorriso riesplose nei iei occhi,
      i tuoi ricordi
      riaffiorarono nella mente,
      ora
      il tempo siè fermato,
      la mia mano stringe la tua,
      il tuo abbraccio mi circonda,
      le tue labbra sfiorano le mie.
      Il tempo può aspettare,
      noi vivremo ancora.
      05.09.2021

      accetto il regolamento

  2. Sezione A – Poesia
    Accetto il regolamento
    “Rubami
    ogni goccia d’amore
    dal cuore
    perchè nessuno
    possa portarmi
    via da te.
    Custodiscilo
    come gemma
    rara e preziosa,
    perchè altro non c’è
    che ci avvicini
    tanto a Dio
    come l’Amore.”
    © Daniela Giorgini

    1. Cornice di abbracci
      Cristalli di quarzo
      Letto argenteo
      Abbracciati Tu e Io
      Il tempo scorre via!
      Tutto è silenzio intorno a noi!
      Canto di usignoli,
      Dolce melodia
      Emozioni!
      Mi stringi forte a Te,
      mi manca il respiro!
      Proseguiamo…
      Buon viaggio a noi!
      Il nostro treno
      Va meravigliosamente avanti!
      Non potremo fermare il tempo,
      Treno senza soste
      Continueremo noi…
      Liberi da ogni sotterfugio
      Avremo sempre mete,
      traguardi da raggiungere,
      bellezze da contemplare
      per farci meravigliare!
      Seguiremo la nostra strada,
      affiancati, mano nella mano!
      Niente potrà distogliere
      la mia mente, il mio vagheggiare,
      ove io bramo dolcemente naufragare!
      Il Tempo non aspetta
      Tu lo sai!
      Al volo coglieremo le sue occasioni
      Rispetto di valori
      Sentimenti, emozioni!
      Retta via, cuore acceso
      Non ci tradirà.
      La seguiremo con Amore
      Tanta curiosità!
      Corolle leggere Noi…
      Planiamo nel talamo argentato
      Cullati dalla nostra amica
      Splendente, lucente Artemide!

      – accetto il regolamento

  3. Come una sardina …

    In onde profonde
    In risacche secche
    Si rinnova ogni giorno
    La nostra vita
    La pelle si scortica
    Sulla sabbia rovente
    Un sole freddo
    Come certe persone
    Sdraiato sotto l’ombrellone
    Ammiro il divenire della vita
    Che mi sfugge dalle dita
    Il mio dolore è
    come una sardina in salamoia
    dentro una scatoletta troppo piccola
    che non permette di muovermi
    Mi sento un pesce fuor d’acqua
    Affogo in un bicchiere d’acqua

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  4. SOLITUDINE

    Una solitudine
    Fatta di ricordi appesi alle pareti
    E di cornici ovali
    E di finestre quasi sempre chiuse.
    Una vita fatta di scatolette
    E interminabili file di bottiglie vuote
    E lampadari
    Con una sola lampadina accesa.

    Vecchi libri rilegati in pelle
    Un riccio di mare sopra la scrivania
    E la palla di vetro con la neve
    Che giace ferma, da anni ormai in attesa.
    Puzza di chiuso,
    Odor di solitudine
    Due foto alle pareti
    ed un altare ed un lumino acceso.

    Sbiadito ricordo del tempo ormai passato
    Vita sprecata giorno dopo giorno.
    Solitudine
    Che scema un po’ la sera
    Quando ombre e fantasmi
    Compaiono, per poco,
    E vanno via.

    Ho preso visione del regolamento e lo accetto.
    MARCO ERNST

  5. Poesia : Perseidi spente

    Inondami di versi
    in questa arida notte
    non brilla stella alcuna:
    tace anche la coscienza.

    Se fosse vero ancora
    che brillano le luci
    non sentiresti freddo
    da coprirti anche il cuore.

    Ma spesso non viviamo
    ci crogioliamo appena
    su sconfinate isole :
    ci grattiamo la schiena.

    Infine resta il fondo
    un barile di latta;
    scrostato e arrugginito
    noi sconosciuti e sparsi.

    Ubriacami di suoni
    fa che non sian cadenti
    che i desideri veri
    restino in alto cielo.

    Tracima esonda e scrivi
    parlami pefino
    come vulcano erutta
    un nome un volto : il mio!

    Alessandra Sorcinelli
    Accetto il regolamento

  6. Dammi un po’ d’amore
    So che forse parlo troppo,
    perché se ti parlo d’amore,
    corri via.
    Ho capito cos’è che non va in me.
    Ma,
    non dovremmo mai essere
    tutte le nostre paure.
    Però so che è tutto vero,
    quando ti guardo negli occhi.
    Se ti dono,
    le note più belle che ho,
    quelle dell’anima,
    credo che sia arrivato il momento,
    di essere più forte.
    Perché valgo molto di più
    di ciò che immaginavo.
    Ho bisogno di te,
    per non rovinare le cose.
    Dimentico spesso,
    che posso essere irrazionale.
    E vorrei non buttarmi,
    ma ne vali la pena.
    E non posso fare a meno
    di pensare a te.
    Come quando è tardi,
    e mi sveglio per pensarti.
    Mi chiedo se anche tu mi hai nel cuore.
    E vorrei essere te.
    Non posso forzarti ma
    se mi darai un po’ d’amore.
    Potremmo essere liberi.
    Nuotiamo dentro un lago di lacrime salate,
    ne abbiamo tante di lacrime non dette.
    Le nascondiamo dagli occhi di tutti.
    Ma le ferite si curano col sale.
    E’ poca l’abitudine di sentirci liberi.
    Come me, anche tu sei le cose che non ho.
    Ci scrutiamo e non ci guardiamo,
    ci sentiamo e ci conosciamo.
    Io e te,
    attaccati alle persone sbagliate.
    Non vediamo il buono,
    perché ci brucerebbe l’anima
    e non dirmi a cosa pensi,
    perché non pensi.
    Probabilmente,
    non capirai
    ciò che sento,
    ma sei mi darai un po’ d’amore,
    prima che arrivi la sera,
    e le sue stelle cattive.
    Potrò mostrarti che è tutto ciò di cui hai bisogno.
    Quindi lasciami tra le tue braccia.
    E vediamo che succede
    se mescoliamo le nostre vite.
    Voglio restare con te,
    e non importa se mi allontani,
    non c’è niente che tu possa fare,
    voglio restare seguendo le mie decisioni.
    Se stai male appoggiati a me,
    anche se ho le mie battaglie,
    combatterò con te.
    Perché tutto ciò che voglio è farti sentire amata.
    Tu baciami e respira.
    Così quando mi penserai,
    tornerai al mio cuore, tutte le volte.
    Se mi darai un po’ amore,
    ti renderai conto che non mi interessano
    i soldi,
    le cose,
    o i giochi,
    perché non mi sono innamorato
    della tua pelle,
    dei tuoi occhi,
    delle tue labbra,
    e della tua voce.
    Mi sono innamorato follemente della tua anima.
    E se inventassero nuove parole,
    per dirti quanto ti amo, le userei.
    Cammineremo assieme vedrai,
    perché non lascerò la tua mano.
    E anche se non do tempo alle persone,
    per sentire la mia mancanza,
    non riesco a fare a meno di te,
    sono ubriaco del tuo sorriso
    e drogato dalle tue parole.
    Non so se andrò lontano,
    ma tu dammi un po’ d’amore.
    Perché le cose belle non finisco,
    si moltiplicano,
    si trasferiscono.
    E tu sei la mia cosa più grande.
    Se mi darai un po’ d’amore,
    renderò il tuo mondo più bello.
    Tu solo sceglimi.
    Dammi la mano,
    e andiamo.

    Antonio Di Bianco
    Accetto il regolamento

  7. Accetto il regolamento

    La sposa

    Oh la sposa!
    Ecco la sposa!
    L’hanno vestita come una pupazza!
    Dietro un corteo!
    Schiere di coppie
    e donne sfiorazzate,
    con al collo
    guinzagli di gioielli.
    Portano
    scarpe ai piedi
    che mordono come mastini.
    Incedono senza alcun charme.
    La stola sulle spalle,
    ai piedi l’alluce valgo!
    La trucida borsetta con perlinea a tracolla
    Ed ecco finalmente lo sposo!
    Rigido
    come imbalsamato
    incede
    Raggiunge la sposa.
    Le fa il baciamano
    e si inginocchia a lato.

    1. Finalmente un testo che non si abbandona all’enfasi sentimentale. Parla di vita, non di piagnistei e di cuora in rima con amore

  8. TRAIT D’UNION

    Pare riflettere ombre,
    eterno mughetto,
    intaglio odoroso…
    Affiorano,
    dal dorso di conchiglia,
    screziati ippocastani,
    evelti arbusti lacustri,
    felci di giada.
    Passi repentini,
    oltre l’egida muraglia,
    incrinano orme,
    la foce traligna,
    la frasca d’alabastro.
    Il funambolo trattiene
    l’ultimo raggio di luna,
    accorda ad Oriente
    il profilo dell’alba,
    e l’iride discioglie,
    di vapore acquamarina, smussate pietre rade.

    – accetto il regolamento

  9. Giovanni Delvò
    Ho preso visione del regolamento e lo accetto.

    UN PADRE
    il primo boato fu sordo
    il secondo frantumò le vetrate
    il terzo uccise mio figlio.
    il quarto non giunse.
    sono ancora in attesa.
    in me ho solo macerie.

  10. “Il mare di questa estate rovente”

    Al mattino i tuoi azzurri colori
    s’incontrano con quelli rosati dell’alba,
    in quest’estate calda.
    Il lontano orizzonte dove acqua e cielo
    si confondono in un matrimonio d’amore,
    fa viaggiare il mio pensiero d’Infinito.
    Vibra nell’aria una dolce armonia,
    inebria di profumi, di pace l’anima mia.
    Nelle tue acque placide
    imbambolato mantello verdazzurro,
    mi distrai come mago,
    Il mio cuore si consola,
    gli occhi si saziano d’infinito.
    Non sento il tuo sussurro,
    non vedo l’ incresparsi della tua onda.
    Sei solo un letto placido,
    silenziosamente mi scruti
    Brezza di mare, intesa di sguardi
    Indaga la ragione, ma si arrende il cuore
    “Non cercare limiti nell’immensità dei miei colori,
    Dei miei occhi dipinti di verde e di blu,
    d’oro e d’argento la sera.
    Nel mio letto troverai
    barche ricolme di sogni, pronte a salpare,
    Prendine una vieni via con me”
    “Quando una pioggia di stelle illuminerà il tuo dolce viso, come Paradiso, trattieni il respiro…
    Io arriverò perché Io sono
    I tuoi pensieri, sono le tue paure.
    Tu i tuoi sogni nei miei!
    Noi, solo noi, un Sogno Infinito”

    – accetto il regolamento

  11. LA SPOSA

    La vestono nuvole di carta
    come luna nel vento di marzo
    scesa lungo i prati della villa antica.
    Cammina tra le statue infreddolita.
    Nascoste tra i platani e le querce
    al canto ininterrotto degli uccelli
    inspirano espirano le statue
    ridono respirano non vedono
    la sposa dalle spalle nude
    sotto un arco di fiori rigidi
    nella morsa del gelo.
    Dove sono i compagni – chiedo ai fiori –
    i parenti, gli amici? Dove lo sposo che l’attende?

    Lei è sola con la sua felicità.

    Con lo sguardo vorrei cingerle le spalle
    Con le labbra baciare le sue labbra
    Con il fiato scaldare la sua pelle.

    Ma lei è sola con la sua felicità.
    .. . . . . . . .
    Marcello Comitini
    – – – – –
    Accetto il regolamento

  12. “Nel giardino dell’Eden”.
    La meraviglia spumeggia sulla cresta dell’emotività.
    Lo stupore fa il surfista nei meandri della bellezza.
    Nella poesia dei fiori, nei colori dell’arcobaleno,
    nei dolori del parto, nel fruscio del vento.
    La vibrazione dei sensi, la percezione e l’estasi.
    Oltre ogni orizzonte, lo stupore, l’ignoranza e la conoscenza.
    L’Iddio umano s’inebria del bello.
    E il pensiero corre ai ripari.
    Schegge del sapere si assetano alla fonte della conoscenza.
    L’idea comprime il tempo nell’attimo e srotola gli elementi.
    Pensiero, manipolazione, realizzazione.
    Intrecci di luci e colori nel prisma umano. Sensazioni.
    La quantistica dell’evoluzione, la doppia elica del DNA.
    Il loro incontro nella variazione della specie.
    Il Prodigo punta il dito e sprigiona energia.
    E’ vita, il desiderio di ciò che eravamo.
    nell’io, nella natura, nell’universo.
    Il ragno tende la tela ed attende
    briciole del sapere dall’Onniscienza.
    Il bambino intende una nuova ode
    nel giardino dell’Eden.
    Un nuovo stupore l’attende.

    – accetto il regolamento

  13. Era piccola
    Tremanti le gambe e rosse le guance
    sotto lo sguardo del maestro che capiva.
    Piccola nel suo guscio e bramosa di sapere
    quando sul banco sedeva composta.
    Nero su bianco brillavano le lettere
    pagina su pagina scorgeva la “FINE”
    Erano giorni di peccare per le pere
    rubate a compiacere il figlio del vicino.
    Ginocchia sbucciate per arrivare prima
    lacrime da versare sulla lista dei nomi.
    Silenziosa e composta sedeva sul banco
    imparando le leggi per salvare il mondo.
    Usciva col vento per sentirlo urlare
    Miagolava al gatto per farsi notare.
    Nelle tasche, sassolini da buttare nel fiume
    Nei sogni la scommessa di essere grande.
    Temeva l’accusa nel sermone del prete
    Scrutando suo padre che adorava le pere.
    L’avrebbe perdonata perché era piccola,
    senza confessione ne predica: era già Lunedì.

    – accetto il regolamento

  14. OCCHI
    Occhi che ti scrutano
    in ogni movimento e in tutto ciò che fai
    Nell’attesa
    di un assenso o di un dissenso
    di un sorriso o di una lacrima
    Occhi che seguono i tuoi passi
    nel giorno e nella notte
    sotto il sole o la pioggia
    Occhi che in silenzio se ne stanno
    nell’attesa d’uno sguardo
    forse perso e ormai lontano
    per un istante o per l’eterno
    Occhi che guardano le stelle e il cielo
    il sole o le nuvole
    il mare, i fiumi e i laghi
    Occhi che seguono il volo d’un aquilone e d’una farfalla
    lo sbocciar dei fiori , il cadere delle foglie
    e i colori dell’arcobaleno
    Occhi di un padre o di una madre
    in cui perdersi e finalmente riconoscersi
    in cui specchiarsi
    e finalmente ritrovarsi

    -Accetto il regolamento

  15. LE STELLE BRILLANO

    E le stelle brillano in cielo
    in questa serata d’inverno,
    ma così splendente che sembra primavera.
    Primavera d’inverno con tanto sole
    e dolce calore
    e milioni di stelle che mi scaldano il cuore!
    Vorrei abbracciare tante stelle
    e portarle in casa mia
    per mandare via tutta la mia grande malinconia.
    Son triste,
    in un guazzabuglio di malanni
    che sto sopportando da qualche anno
    e tutta la mia bella vita
    è in un baleno sparita!
    Non posso correre più
    e godermi la mia dolce passione
    con strette a me tante care persone,
    che insieme ci godevamo
    il nostro comune amore!
    L’amore immenso per la Poesia,
    che brillava sempre e ci faceva compagnia.
    Una compagna fedele e tanto amata,
    che mai ci abbandona
    e come una fonte ci disseta!

    E le stelle luccicanti
    entrano in casa mia
    e con il loro splendore
    creo una magica Poesia!

    – accetto il regolamento

  16. Accetto il regolamento.

    LA MIA ULTIMA INUTILE STUPIDA POESIA

    Penso al tutto che colma
    il vuoto delle nostre abitudini
    le false notizie le futili storie
    le opinioni quasi sempre scontate
    le scorie i rifiuti le consuetudini
    Penso al nulla che inonda l’estate
    alle dune deserte delle contraddizioni
    alle incerte parole dei troppi profeti
    dei finti poeti e dei filosofi improvvisati
    Penso a ciò che adesso siamo
    e a ciò che non siamo mai stati
    al tempo che abbiamo perso
    ad inseguire i nostri stupendi ideali
    e a sperare in un futuro diverso

    Penso che siamo ancora qui
    imprigionati dalle nostre paure
    in questo malessere generale
    dove tutti hanno voglia di niente

    Penso alla gente che si perde
    nei vicoli troppo stretti della vita
    in un bicchiere sempre vuoto
    nel vuoto delle stazioni vuote
    in un labirinto senza via d’uscita

    Alla fine me ne vado da solo
    in un silenzio che mi è consueto
    scrivendo parole cui dare un senso
    nella speranza che per ora sia
    la mia ultima inutile stupida poesia.

    Italo Zingoni
    06/06/2021

  17. Sezione A – Poesia
    Accetto il regolamento.

    Nell’assordante silenzio
    della mia anima irretita
    tra passione e intelletto
    ricerco il perfetto equilibrio.

    Con la razionalità della mente
    ascolto il mio cuore irrazionale,
    stordito da planisferi emozionali
    m’illudo di trovare la vera felicità.

    Ah mio povero cuore,
    non ti irritare con la sensata mente,
    l’anima confusa rimarrà in attesa
    di catturare i migliori e felici momenti.

    Cinzia M. Adriana Proietti
    @cinziamariadriana

  18. GRAZIA MASTROMARCO
    Accetto il regolamento

    PERFEZIONE
    Non so tu ma io
    le trovo perfette
    le matite spezzate
    che scrivono ancora,
    i cocci rotti e i calzini bucati,
    i quadri incompiuti,
    i frutti beccati,
    gli occhi strabici e i sorrisi sdentati
    i panni consunti,
    le foto sbiadite,
    le rughe sul viso e la pelle sdrucita,
    gli oggetti smarriti,
    i quaderni lisi e i cuori cuciti.
    Non trovo nessuno al mondo
    più perfetto di chi
    rimedia agli sbagli
    e ammette gli errori,
    di chi puzza di
    dignitoso lavoro,
    di chi ricomincia di nuovo,
    chi si fa domande e sa chiedere scusa,
    di chi ha di dolore l’anima intrisa,
    ma a te regala solo sorrisi,
    chi rinasce dalle ceneri spente
    e fa virare le gocce di pioggia
    in miriadi di ameni arcobaleni.

  19. Vincenzo Patierno
    (Accetto regolamento)
    A sé il mare consegnò orme: solchi
    in distante data piantati.
    In risonanza, vibrazioni delle onde
    giochi lontani commemorano;
    la lor scia è vissuto
    sull’oceano dei ricordi,
    dissipati in granelli,
    che fan del compiuto
    opera musiva,
    proiettata in rilettura
    sul sempiterno promontorio.

  20. Accetto il regolamento
    Lasciami sognare
    E le notti d’estate vago sulla sabbia
    a piedi nudi
    ammiro il mare che tu guardi
    da chissà quale riva e,
    quando il silenzio mi avvolge,
    ascolto ciò che canta il vento
    e penso alla tua assenza.
    Ma non è un canto, è la tua voce,
    il tuo odore si sprigiona dalla brezza
    e mi tuffo nel sale della schiuma
    che inonda, mi sommerge, e ti sento.
    Vieni, non ho più paura di amare, ti vedo.
    Sei tu l’amore, ti abbraccio e ti voglio
    perché la vita è qui, fra le tue braccia,
    sei tu il mondo, ed è te che voglio amare.
    Lo devo a te l’immenso della mia esistenza
    ed è per te che oggi vivo ancora.
    È questa la verità di un sogno antico
    un sogno vero e grande quanto il mondo,
    come l’amore e il bene che ti voglio
    da quando sogno di viverti, vita mia.
    Dai, vieni qui, lo vedi che tutto intorno è vita?
    L’aria, l’acqua, i monti, il cielo,
    il mare, il sole, la natura e i sogni e, stanotte,
    con la luna negli occhi e le stelle a darci luce,
    sarò vita anch’io e vivrò il sogno di amarti.
    Ora abbracciami e baciami come fosse amore,
    ma se fosse ancora solo un sogno, ti prego:
    Lasciami sognare di viverci finché son vivo,
    ma se non puoi o se non vuoi, non importa,
    vivrò il sogno di amarti come fosse amore e,
    con la speranza che diventi vero, ti abbraccio,
    ti stringo forte e ti bacio oltre la bocca
    per carezzarti l’anima e farti felice.

  21. Il sorriso di un angelo

    Guardava i fiori di un ciliegio,
    non era avvenente, non era maliarda;
    era spettinata, era sempre malinconica.
    Soffocava troppa solitudine
    sotto un filo di matita, labile.
    I petali cadevano allegri
    leggeri nella brezza di maggio,
    come un’acquerugiola di tanti desideri;
    ed io pregavo piano
    quale celasse il segreto del suo sorriso,
    anche di uno solo appena:
    avrei visto nascere un angelo…

    – accetto il regolamento

  22. BUON COMPLEANNO

    Mia dolce chimera,
    se fossi Paride, a te darei la mela.
    Berlusconi? Uno sull’altro, cento milioni.
    Massimo Bottura? Una cena al chiaro di luna.
    Un giullare medievale? A più voci, un madrigale.
    E una casa sulla scogliera, se avessi potere,
    contro tutte le norme da osservare,
    ti costruirei, a meno di un metro dal mare,
    con una grande veranda scoperta, dalla quale
    lanciare l’amo innescato per pescare,
    e la sera guardare affacciata le lampare
    lontane luccicare,
    accanto a un vecchio grammofono
    pieno di vecchie tue canzoni,
    da ascoltare secondo le emozioni.
    O una grande barca a vela, con la quale
    entrare nei porti che sognavi, e approdare
    a Corinto, a Epidauro, a Rodi, a Mitilene …
    e qui domandare dei posti dove si mangia bene,
    servita da Apollo in persona come cameriere.
    E dopo cena via a ballare su una rotonda
    del litorale del mare Egeo, tra i lampioni
    del lungomare, insieme alle figlie di Nereo.
    Ma non sono che un barbone, un miserabile
    straccione, e ti devi accontentare
    del saluto del mio cuore malandato,
    tanto tanto tanto spaventato.

    – accetto il regolamento

  23. Accetto il regolamento
    “Spigoli”
    Mare…
    cerco i tuoi spigoli
    le tue labbra…
    le tue catene…
    I tuoi castelli svaniscono con l’acqua
    mentre gli occhi vivono e annegano
    per amore

  24. Il libro degli spersi

    Stracci lucenti cullati dalle onde,
    strisciano l’orma livida
    nel guizzo buio della scia di una nave.

    Il pensiero s’allaccia alla coda,
    non diventa serio,
    non ossessiona,
    ma batte l’acqua e vola.

    Ho sognato un tragitto lineare,
    un traguardo fiorito e potente,
    un lume d’eterno rogo,
    che nel ricordo del nome,
    sopravvive l’uomo.

    Le porte sono state aperte,
    soffia l’eco di fiori spenti,
    ho nascosto l’anima nel dedalo dei versi
    per non sfiorire la bellezza.

    La civetta di carta disegna la soglia delle fiabe,
    lentamente spira l’anima del bosco,
    spine cordiali, intrecciate di niente e temporaneità.

    Non posso pettinare i ricordi
    di occhi chiusi e aperti
    nel sogno evanescente degli specchi,
    ma acciuffando le code dei riflessi
    m’hanno impressa nel libro degli spersi.

    Monia Minnucci – accetto il regolamento

  25. Intima ora
    di labbra e passione
    legame di fiato
    sguardi ficcati
    nel fondo degli occhi
    lacrime randage
    fonte di piaceri
    di bere e mangiare
    insieme alla pelle
    dentro gli squarci
    di anime spoglie.
    Raffaele Di Palma
    accetto il regolamento

  26. – Alter Ego –

    Al di là di questo essere,
    del suo divenire
    nelle sue passioni…
    Al di là di questo spazio,
    di questo tempo,
    in un altro dove,
    un altro quando…
    Rivestiti da diversa esistenza
    e dissetati di verità
    alla Fonte del Sapere…
    Là dove si innalza
    l’amor che or ci muove
    e senza una fine
    si erge ad essenza…
    Come salmoni
    siamo destinati là,
    di dove viene l’uomo
    che mi abita dentro.

    – accetto il regolamento

  27. CI OFFRIVAMO

    Ci offrivamo niente di sicuro:
    certo non il matrimonio
    e ancor meno un anello,
    di fidanzamento o altro.
    Per non parlare degli umori,
    dell’insofferenza
    dell’indifferenza,
    dell’egoismo,
    dei modi distratti
    e spesso sfuggenti,
    della bigiotteria da poco
    della biancheria da meno
    del tuo viso dipinto,
    del mio borbotto notturno.
    E la sera tornando
    nella casa che talvolta
    sarebbe stata oscura,
    non sempre ti avrei trovata in attesa
    non sempre mi avresti trovato a vegliare.
    Dunque, potevi esser felice con me
    ed io con te,
    senza sapere fino a quando
    dunque, potevo esser felice con te
    e tu con me
    e credere se e quando.
    Per questo rimarrà un mistero
    Il motivo che ti spinse infine a sposarti
    malgrado tutto in una chiesa,
    a esser madre dopo nove mesi,
    a procreare poi in modo responsabile,
    ad aspettare un marito per pranzo e per cena,
    ad amarlo senza schema,
    a concedergli man mano più intima intimità,
    a stupirti nel desiderare un altro,
    a farti cercare,
    ad andarlo a cercare,
    ad accettarlo come amante,
    al gusto di un secondo,
    alla ripetizione di un terzo,
    alla noia di un quarto,
    ad un libitum tracimato,
    eccetera, eccetera, eccetera.
    Quanti luoghi comuni, mi diresti,
    eppure, c’è stato anche dell’altro,
    da crederci, conoscendoti,
    o da non crederci affatto.

    – accetto il regolamento

  28. Finalmente piove
    mentre indossi scuse
    a mezzo respiro
    per le infinite volte
    che non mi hai cambiata
    che non mi hai capita
    che non mi hai amata.
    Finalmente piove
    ti guardo dritto negli occhi
    e mi sorridi fissando il cielo.
    “Vorrei che diluviasse”
    dici intenerito
    dalle mie guance rosse
    “sulla mia testa matta.
    Sì, lo so, ho sbagliato.
    Sono un uomo distratto
    ma niente è bello come noi
    che insieme siamo Infinito”.
    Accetto il regolamento

  29. Donna
    te ne starai in silenzio
    relegata all’angolo
    nel buio
    occhi spenti
    mani legate
    e piedi di piombo

    Prigioniera
    in nome di un Dio

    sordo.

    In silenzio

    col cuore sanguinante
    e lacrime represse.

    E partorirai femmine
    che avranno la tua stessa sorte
    e il tuo sangue
    sarà veleno

    E partorirai maschi
    che ancora ti incateneranno
    e il tuo sangue sarà  veleno

    Come sterile
    albero spoglio.

    Reciso

    In nome di un Dio

    sordo

    all’urlo soffocato
    delle donne afgane

    Paola Pittalis
    – accetto il regolamento

  30. NEL VENTRE DI MIA MADRE

    Fui in lei un tempo,
    desiderio pensiero
    caso germoglio fiore
    frutto, nel ventre
    di mia madre linfa fui
    e ritmo, impulso elettrico,
    moto del cuore,
    primo suo pensiero
    del mattino,
    ultimo della sera.
    La doglia dolorosa
    ci separò, poi l’altro
    strappo. Ora in me giace,
    mio pensiero ricordo
    struggimento rimpianto
    spasmo nel mio ventre
    ispirazione e canto.
    (accetto il regolamento)

  31. Bogdana Trivak
    Accetto il regolamento
    Velo sposalizio

    Piuma bianca
    Ricamata dalla
    Cascata nevosa e
    Velo sposalizio
    Intessuto nella
    Eternità o
    Deltizia della
    Parola…

  32. Mia madre ha il nome di una montagna.
    È nata su un’isola
    di vento e carbone.
    Occhi colore fondo del mare
    quando è agitato,
    mani piccole,
    sorriso un po’ spento.

    Mia madre è una barca.
    Ci ha portato a largo
    ma è rimasta sola,
    sola a dondolarsi
    e a chiedersi
    che senso abbia
    ancora navigare.

    Mia madre è una bambina.
    Nasconde le lacrime,
    prepara il caffè,
    tiene i conti a matita,
    sistema le foto per casa,
    non apre gli armadi,
    combatte per esserci,
    anche a metà.

    Accetto il regolamento.

  33. Grazia
    Sorrido
    anche solo a me stessa.
    Il cuore trabocca
    C’è vento che inquieta
    ma è già passato.
    Noi siamo presenti
    siamo soli nascenti.
    Resistiamo.
    Balliamo.
    Cantiamo.
    Preghiamo.
    Vivamo.
    Amiamo.
    Manca poco all’alba.
    Accetto il regolamento
    Vellise Pilotti

  34. Dentro un sogno
    Quando mi fermo ad ascoltare il sogno,
    intono il canto di un giorno non lontano,
    sento l’odore del tuo esistere, e vivo.
    Canto la canzone che per te ho inventato,
    lo faccio senza voce, ma col cuore,
    come nel sogno che abbracciato al tuo
    scrissi le parole e cantai d’un fiato i gesti.
    Oggi lo rifaccio e, anche senza voce,
    ci metto il cuore che ti ama,
    che sogna e pulsa solo per amore.
    Ho voglia di urlare e regalarti una ragione
    per cantare ogni giorno come fosse amore.
    Non si ferma l’emozione che urla ancora
    e canta per te ciò che ho nel cuore e,
    ascoltando il tremolio della mia voce,
    incrocio i tuoi occhi e vedo l’immenso.
    Tu non credi di essere il mio immenso?
    Allora prendi i miei occhi e guarda i tuoi,
    vedrai la tua anima pura, il tuo cuore buono,
    il tuo amore da donare e quello da vivere.
    E ricorda: la realtà dice che la vita vola,
    ma la cosa bella è che i piloti del volo
    e della nostra vita, siamo io e te,
    ma quando ti sogno e mi sorridi, siamo noi.
    Ora segui la mia mano che carezza:
    la tua anima per regalarle gioia,
    il tuo cuore per donargli amore
    e il tuo corpo per stringerlo e amarlo
    come non è mai stato amato, ma ho paura.
    Amerò allora solo l’anima e i tuoi occhi,
    non farò mai più soffrire il cuore tuo e,
    quando chiederà di sentirsi amato,
    risponderò che le parole sono inutili
    e ci ritroveremo dentro il sogno
    con gli occhi negli occhi, la gioia nel cuore e,
    rapiti ti in quel bacio sognato da una vita,
    respireremo con la stessa bocca e,
    immersi nella certezza del sentirci vivi,
    vivremo l’amore, la passione e l’immenso
    continuando quel sogno che non avrà mai fine.

    – accetto il regolamento

  35. Amore è incomprensione e incomprensibile

    Il mio non luogo
    è il taglio dello spazio
    sale cemento e boschi
    il tuo pensiero li scavalca
    mi cerca e si riflette nelle gronde
    vivo chiaroveggenze
    ma se raggela
    so bene posso piegarmi i polsi dal rovescio
    nel mio non luogo e mai legarti
    l’amore quindi è incomprensione
    è incomprensibile
    amaro sottoluce
    si lascia nei vialetti calpestati
    polvere agli occhi
    insensatezza del pulire suole
    mentre un singulto fa
    paralisi di gambe.
    L’amore cerca resistenza
    è lingua umida
    scostumata, che non tace
    è un bisticcio ubriaco tra forte e fragile.
    Solita strage, ci si rimpolpa a pezzi.

    – Accetto il regolamento

  36. Partecipo al contest accettando il regolamento con la poesia: “Libellula”

    Libellula

    Vola vola la libellula
    libera nell’aria
    ali nere, ali argento
    Vola vola la libellula
    Io nel sasso son seduta
    ferma, incantata
    muovo gli occhi
    su e giù
    mirando la sua bellezza
    Ora argento, ora nera
    un petalo leggero
    si muove senza vento:
    è la libellula che vola
    Vola vola la libellula

  37. Poesia: “Ego mostro”

    Ero seduto accanto al fuoco
    una scintilla all’improvviso
    Chi sei? Chi sei tu che mi guardi?
    Rimasi in silenzio,
    non capivo la provenienza della voce
    Alla finestra nessuno
    Ed ancora:
    Parlo con te, chi sei tu?
    Risposti: Io? Chi sono? Non lo so, e tu dove sei?
    Ed ancora la voce: guarda giù, tornerò.
    Ma giù non vidi nulla
    e continuai ad ammirare le scintille del caminetto
    Un’altra riuscì ad evadere da un tronco
    Ehi, rieccomi, come fai a non sapere chi sei? Sai chi sono io?
    Guardai giù. Eccolo il bagliore ancora vivo.
    Sei una scintilla, tu.
    Dunque, se sai chi sono io ma non sai chi sei tu,
    qual è il tuo problema?

    — accetto il regolamento

  38. Tempo dell’amore

    Noi non siamo soli nel mondo
    Ci sentiamo soli
    ma
    una linea unica ci salda.
    Noi siamo uniti da questa linea.
    Vederla è molto difficile perché è invisibile.
    Il tempo dell’amore
    inizia con la ricerca della linea.
    Chiudi gli occhi Mara e cercala
    non la troverai in un uomo
    ma dentro il tuo cuore.
    Il tempo dell’amore
    è questo.

    – accetto il regolamento

  39. – accetto il regolamento del contest per la sezione poesia

    Ruvido inchiostro

    È notte.
    È buio.
    La mano leggera
    sorvola gli oggetti
    cercando la preda.
    È notte.
    È buio.
    La sinistra in soccorso
    entrambe voraci
    il piano ha degli angoli
    e la brama ha luce.
    Lesta la destra
    rincuora la mente
    parole, parole, parole
    l’eco diviene ossessione.
    Ruvido inchiostro
    ruvide mani
    ruvida carta.
    È notte.
    È buio.

  40. … COME

    Cede il roboante silenzio in un sibilare di vento, dentro
    l’antro scuro
    un biancheggiare di sogni, colpiti da fuoco amico.
    Tra le fessure filtra una luce, coscienza d’un crepaccio
    ghiacciato, sorgente di nervi e d’ossa rotte.
    … come dolore,
    d’un tormento senza fine, … come respiro
    dei tempi soavi d’amore, … come ombra
    steccata in odore di verità.
    L’adorante effluvio
    d’un disperante sguardo ricerca codici casuali
    di vita sbagliata,
    la corteccia contorta dell’anima in attesa. La notte
    non si rimprovera di nulla, scivola
    nel giorno nuovo, come neve,
    in cresta di roccia, si ravvolge
    in disincanto contuso.

    Accetto il regolamento

  41. Le stagioni della vita

    Coprono i sentire foglie d’autunno
    Noi siamo rospi che governano
    il bosco e lo stagno
    Ci sono pietre che si sbriciolano
    Noi raccogliamo i pezzetti
    e li lanciamo fuori dal bosco.
    Le piante rinnovano il colore
    verde, arancione
    e poi la caduta atta a tingere
    il passaggio.
    Le stagioni della vita
    le puoi vedere in un anno
    tutto uguale, tutto si ripete
    preciso come la lancetta.
    La briciola diventa un mondo
    nel quale l’organismo vive e vige.
    Noi rospi lo sappiamo
    e saltelliamo senza averne pensiero.


    Accetto il regolamento del bando

  42. TRA LE PIEGHE ROVENTI DELL’ESTATE

    Tra le pieghe roventi dell’estate
    Il sole effonde prismi di luce
    Mentre carezze sul viso del vento
    Rughe sulla fronte solchi del tempo

    Lì in mezzo al mare scie di vele spiegate
    Verso un orizzonte di sconfinato azzurro
    acque mai attraversate per mete lontane
    Di sogni raminghi su rotte mai tracciate

    L’estate assapora colori e spande profumi
    Sulla faccia il sale dopo un tuffo nel mare
    Il calore di un abbraccio asciugato al sole
    Schizzi di acqua a spennellare speranze

    Lì in mezzo al giorno che svolge lento
    La canicola lancia tutto il suo vigore
    È una luce che acceca sguardi d’amore
    Nuova linfa dona alle speranze del cuore

    Lì nel mezzo dell’esistenza di ognuno
    Le voci e i silenzi nelle pause del giorno
    Ravvivano di luce memorie di un tempo
    I ricordi si intrecciano a stagioni sfumate

    Lì in mezzo ai campi una sagoma
    Curva sul terreno accarezza fatica
    Gronda sudore la pelle abbrustolita
    Con gocce di sale e terra impasta la vita

    Estate la stagione ridente che tutto indora
    Anche se la vita in altre stagioni scolora
    Come è dorato il grano del contadino
    Nel campo al tramonto è ancora lì chino

    Le cicatrici di oggi sono le ferite di ieri
    Le stagioni passano ma restano impresse
    Le orme si cancellano sui vecchi sentieri
    Di oggi le fatiche di domani le promesse

    Ritorna a casa per abbandonarsi alla sera
    Le mani stanche ma sono rimaste carezze
    L’estivo giorno è lungo ma la fine giunge
    E vede quell’uomo felice con mani giunte

    Accetto il regolamento

  43. Intimamente

    Quando nella notte sogno te
    riesco al mattino a sorridere perché
    intimamente
    la tua visione
    seppur illusione
    mi accompagna durante la giornata.
    Non sei morta, sei qui con me.

    – accetto il regolamento

  44. L’OASI

    C’è un’oasi nel gran deserto
    che accoglie da mille anni
    coloro che si sono ribellati
    e non hanno voluto un padrone.

    Nell’oasi, un gran giardino
    con datteri, arance, melegrane.
    Profumo di gelsomino
    intorno a tombe millenarie.

    Tombe tra loro tutte uguali
    senza segni distintivi,
    senza nomi, senza preghiere,
    solo un coccio a ricordare.

    L’acqua zampilla dalla roccia,
    gelida nel riverbero accecante,
    tra ciuffi d’erba sensitiva,
    e bagna un albero di mango.

    Torneremo un giorno laggiù,
    saremo accolti dai veri amici,
    come giungessimo a un appuntamento
    per troppo, lungo tempo atteso.

    Sarà come tornare a casa,
    nell’ombra del patio moresco,
    tra l’aroma del coriandolo
    e quello del tè alla menta.

    La notte sulla terrazza
    nell’onda fresca che ristora,
    tra squittii d’animali nascosti
    e gatti a caccia nell’ombra.

    Laggiù ci coprirà l’ala
    enorme del gran barbagianni
    che plana a caccia di prede
    nel dolce chiarore di luna.

    Accetto il regolamento

    1. Diario di viaggio.

      La penna in mano
      sospesa
      tra i pensieri pacati
      che rincorrono gli anni
      cuciti alle trame
      di un futuro vissuto.
      E nella mente
      una strada sinuosa
      che parte da un punto lontano
      (troppo lontano)
      e sfuma tra le stelle.
      Nel mezzo, le parole,
      dette, scritte, taciute,
      diario di un viaggio.

      Accetto il regolamento

  45. Non sono brava a custodire i ricordi.

    Le fotografie dentro scatole
    che non so mai di preciso dove siano.
    I disegni, le medaglie, le pagelle.
    Ci sono, ma non so dove.
    I libri persi un po’ in ogni casa.

    Ma i ricordi del cuore
    quelli lo so dove sono.
    Proprio lì, negli angoli,
    delle stanze  chiuse.
    A volte le porte sono chiuse a chiave,
    ma altre volte sono solo accostate.
    E allora ne esce qualcuno
    e mi stupisco ogni volta.
    Ce ne sono di nuovi di vecchi
    di nuovissimi o vecchissimi ,
    belli, brutti divertenti e struggenti.
    Mi basta aprire un po’ la porta.

    Quei ricordi lì li ho custoditi bene.

    Accetto il regolamento
    Sonia Somigli

  46. Isola

    Nella mia isola ci sono le onde
    alte e impetuose
    come montagne
    Nella mia isola ci sono le nuvole
    talvolta basse e scure
    minaccianti di pioggia
    Nella mia isola ci sono le case
    di pietra e di legno
    il primo immortale
    il secondo mortale
    Nella mia isola c’è la poesia
    è la voce del vento
    che unita alla mia
    parla di Dio.

    – accetto il regolamento del bando del concorso

  47. Il GELO GHERMISCE I CUORI E LE OSSA (poesia rap)
    E inginocchiarmi al li’
    ‘mite. Di ogni rabbioso
    misero groviglio di
    un ciglio cupo, cade rimb’
    alza di mia esistenza
    e affetto maledetto
    dal buio, e abbandona’
    to come un figlio odia’
    to come il botto isti’
    ‘gato da un groppo alla
    gola, in un mondo che il
    tuo pianto odia. Chia’
    ‘ra come l’acqua rammenta
    la tua memoria, che vo’
    ‘la verruca dell’anima
    emozione che muore dram’
    ‘matica, ansia di aff’
    ‘ondare, timbro del bis’
    ‘ogno bruciante di un am’
    ‘ore irraggiungibile,
    bellezza ferita, bel’
    lezza bastonata, è chi’
    ‘udere amata mia con pen’
    ‘sieri ghigliotin’
    ‘ati dal braccio della
    ferocia che vanifica
    tanta incombenza
    di labbra.

    – accetto il regolamento

  48. la conta primavera

    le prime note di struggente oppressione
    attanagliano il petto e le parole
    le parole rimescolano giorni andati e notti insonni
    il vuoto concentrico scava il centro della terra
    nel fondo del bicchiere opaco di ambrata melassa
    seduce i pensieri abissi di nero fin dove sei andato
    rincorso da biglie colorate pezzi di vita spaccati sul tavolo da gioco
    finito
    forse mai nato sogno incredulo di se stesso
    forte come i rami legnosi del glicine antico
    invisibile stretta di attimi dentro gli attimi
    fino a cent’anni e poi ancora
    l’ho guardato vedersi inspessire
    salire le stanze invadere inferriate balconi
    e il suo fresco brusio compagno di ore canicola afosa d’agosto
    sapore d’infanzia
    in un bacio disciolto lenisce le trepide attese le ansie guardinghe
    sei lì
    ne sento attender l’inciampo lamento di giorni sbagliati
    lagrime amare sciocche carezze alle mille promesse
    e sogni gondole di limacciosa laguna
    come sospese lampare oscillano il tempo della notte
    batte lenta di mare risacca estiva
    in fila sornione rimbalzano le acque le lune
    e me
    misero fragile hai affrontato
    di tenace fermezza la lunga battaglia
    affondi ancora
    finte sbilenche respiro costante di pugile fondista
    passo dopo passo un gancio e poi un altro
    lunga attesa di giorni da venire
    da finire sulle gambe malferme brucianti di sfinita stanchezza
    ecco ora infine ritrovo la via
    riconosco la trama sassosa e deserta
    lo sguardo un pò più smarrito
    abbandona quell’insulso orizzonte miraggio
    e i guizzi della giovane stagione
    lento rincomincia la conta
    ben più feroce il tempo che attende di polvere bianca
    riflette la vitrea pupilla

    Accetto il regolamento

  49. Padova Bohème

    Attraverso fiumi di pietre
    Giungo
    Accompagnato dalla febbre
    Della giornata finita
    Ascoltando le rondini
    Nell’acqua
    E il legno ospitale
    Presto o tardi appare

    Nella casa spenta e ariosa
    E grande e muta
    Infilo lo spirito come a ristoro
    Alcuni secondi
    Mentre la terrazza chiama
    Col convivio

    Così calo sulla città
    Immerso nei tetti francesi
    Disseminati di cicche
    Abbandonate

     
    Brace nell’unico fumo
    D’ebbrezza straniera

    Accetto il regolamento

  50. Un suonar di campane per la sposa

    La sposa, mentre stava entrando in Chiesa,
    ascoltava le campane che suonavano per lei un bel
    “din, don, dan” !

    Con molta immaginazione
    pensò che le dicessero :
    “prendilo, prendilo, prendilo” !

    Finita la cerimonia,
    mentre usciva dalla Chiesa,
    un altro suono le annunciava la sua festa
    con le campane che in modo allegro facevano
    “din din, din don, din dan” !

    Con molta immaginazione pensò
    e capì che le dicessero :
    “adesso tienilo, tienilo, tienilo”

    – accetto il regolamento

    1. Caro Oswaldo, si può sapere che cosa prende la sposa e poi che cosa tiene? L’anello?

  51. SOSPIRO D’AMORE

    Le voci dell’oblio
    segnano il mio cammino.

    E tu, sul dolce guanciale
    assapori i sogni della notte
    là dove la luna dipinge
    la sua eterna melodia.

    La terra rimuove l’aurora.
    Tutto nasce come gemme
    nel colloquio tra fiore e fiore,
    mentre il tuo sospiro d’amore
    è udito dal cuore delle stelle
    cosi’ intenso nel groviglio di lacrime silenti
    …così profondo nella culla dell’infinito.
    * * * * *
    -accetto il regolamento (Emilio Mercatili)-

  52. Susanna Mastino

    Giuro che
    Giuro che con l’apparire del giorno, muterò questi piccoli sassi bianchi
    in leggiadre farfalle.
    Giuro che scioglierò le mie paure, come una promessa che ti scalderà il cuore…
    Volerò lontano, in mondi irreali…
    dove l’amore non sa morire,
    dove l’amore non oscilla tra ragione e cuore.
    Giuro che me ne andrò per sentieri ideali, per lasciare una gran scia… di profumo.
    Giuro che quel cercare senza trovare mi porterà verso l’infinito.

    accetto il regolamento

  53. Cadono le note

    Cadono le note
    come lacrime di rugiada
    sugli steli esili
    e sulle corolle
    appena dischiuse

    Di che colore è la felicità?
    Dispongo tutti i miei colori
    su questa tavolozza fiorita
    e mi accorgo
    che nessuno gli somiglia

    Nel mio pennello
    mille colori
    mille sfumature
    per riempire
    il foglio della mia vita

    Quanto è profonda la malinconia?
    Viaggia spedita
    rincorre la musica
    ruba quelle note
    sui tasti neri e bianchi

    Quante cose non sono accadute
    né accadranno mai
    resteranno impigliate
    fra i nastri aggrovigliati dal tempo
    racchiuse fra i nodi dimenticati

    celate fra queste lacrime di rugiada
    sugli steli esili
    e sulle corolle
    appena dischiuse:
    note di felicità e di malinconia.

    – accetto il regolamento

  54. Angelo Cosentino
    E’ un’eco

    Una pagina voltata in fretta
    una improvvida macchia nera
    una data all’improvviso cancellata.
    Il tuo silenzio è foriero di tenerezza,
    non credesti al mio vuoto di memoria
    in attesa trepida che io desto ti baci.
    Vale una promessa più di un bacio
    un bacio più della fuga della mente?
    E” un’eco che ritorna con una richiesta…
    amarsi ogni giorno senza la conta dei giorni.

    Accetto il regolamento

    1. VIAGGIO SOTTO LE LENZUOLA
      Ci fu un anno particolare
      In cui trascorremmo le nostre vacanze in ospedale.
      Prima iniziasti tu, con il cuore.
      Un cuore malmesso così si espressero
      quelli in cappa bianca.
      Ed io che ho sempre tenuto al tuo cuore
      Rimasi di sasso.
      Il cuore del mio tesoro che immaginavo
      traboccante di amore per me,
      ammalato?
      E l’amore? Si è pure lui contagiato?
      Il viaggio che sognavamo fare in quel periodo
      si sdraiò sul tuo letto e lì rimase.
      Aspettai che al tuo cuore sostituissero
      qualche pezzo.
      -Mi raccomando, quando trovate la scatola
      dell’amore, lasciatela.-
      Raccomandai ai medici
      -Certo signora rispose il primario-
      Mi sentivo in buone mani.
      Tornasti a casa dopo un po’
      Pezzi nuovi di zecca.
      La scatola dell’amore intatta.
      Una miriade di pillole da prendere
      rigorosamente: prima e dopo i pasti.
      Compreremo un beauty capiente per le medicine
      da trasportare nel nostro viaggio, dicesti sorridendo.
      Certo risposi, ne ho visto uno rosa sciokking.
      Prima di partire farò pure io, un salto in ospedale
      per la solita ecografia.
      E… saremmo sicuramente partiti
      se quel carcinoma di merda, non avesse
      nidificato nel mio rene destro.
      E l’idea del viaggio non si fosse così abbattuta
      al punto di rimanere coricata nel letto.
      Senza più alzarsi.

      Accetto il regolamento

  55. FOGLIE IN ATTESA

    Scappano inseguite dal vento,
    inforcano l’aria nel mulinello di un momento,
    sos-pese pare chiedano aiuto
    a distratti passanti,
    pare che danzino leggere
    come ballerine sulle punte
    di un girotondo…
    foglie in attesa di un pittore
    che le dipinga
    o di una bambina che le colga,
    o meglio di uno sguardo
    che si soffermi
    su un quadro di affascinante bellezza
    in continua alternanza
    tra malinconia e tenerezza.
    Sezione A – Tania Scavolini
    Accetto il regolamento

  56. Sera di maggio su Gaza

    È una striscia di fuoco
    la sera di maggio su Gaza,
    non c’è sonno che chiuda
    la vista efferata del giorno.
    È una lingua di sangue
    che corre per strade già affrante,
    é un respiro ansante e crudele
    su case dagli occhi socchiusi.
    Si colora di rosso il contorno indistinto
    del cielo di maggio su Gaza
    e la bocca vermiglia risucchia parole
    come frammenti di vetro nel vento,
    mentre mani di bimbo si perdono
    in sogni di giochi lontani
    e le mamme a tracciare
    disegni di pace su in cielo
    inseguendo le stelle
    per donare la luce alla notte.
    Brilla un fuoco scarlatto
    sopra i tetti di Gaza di maggio
    e le porte sventrate e scuoiate
    da uno scoppio assassino
    ora osservano mute un’assenza
    di senso e ricercano il sole
    annerito di un fumo bugiardo.

    – accetto il regolamento

  57. Mara, mio dolce amore,
    non ho più cantato ieri nel ritorno, anzi
    ho disinserito persino la dinamo del fanalino
    per procedere, così nel buio, nella calma della notte,
    sotto il cielo stellato,
    e così pensare meglio a te,
    che sei la più bella di tutte le stelle,
    la più cara di tutte le cose più care,
    e il mio cuore batteva ancora con il tuo,
    e la mia anima parlava ancora alla mia anima….
    e ti ripeteva TI AMO
    Mara, mia gioia,
    vorrei gridarti il mio amore con la voce profetica del creato
    vorrei sussurrarti le più dolci parole d’amore col sussurro del ruscello
    vorrei stringerti con tutta la mia forza,
    vorrei accarezzarti con la dolcezza di un venticello di primavera
    vorrei….vorrei…. che passassero presto questi giorni
    che ci separano dalla benedizione del nostro amore
    per donarci appieno tutta la felicità benedetta e Santa che il Signore elargisce alle sue creatura.
    Mara, mio tesoro carissimo,
    è mezzanotte e mi sto per addormentare
    con la speranza che tu ritorni
    mei miei sogni

    – accetto il regolamento

  58. le mani
    mimano gli istanti
    si concedono integre
    tornano ribelli
    quale strana infedeltà nutrono dopo
    cautela
    se limano prigioni
    distacco
    se vicine all’impossibile
    privilegio
    tra le voci del mercante…
    le mani
    spogliano sorrisi
    carezzano corpi supini
    offuscano lacrime in piena
    scivolano fra i capelli
    e fra le dita
    disfano gli addii
    tra calligrafie incomprese…
    le mani
    se timide
    non dicono troppo
    solitarie
    affondano nel campo dei ricordi
    tra vecchie foto
    dove immagini riposano sul grembo di una madre
    in quel sole settembrino
    e le brezze profumate d’alloro
    mai dimenticati…
    le mani
    intente
    a misurare colpe e sacrificio
    ad afferrare
    le paure del cieco sul ciglio della strada
    e consolare i piedi nudi
    a nutrire
    l’improbabile domani…
    le mani
    dentro le storie
    appoggiate sulle porte
    a rallentare follie inascoltate.
    le mani
    quelle mani fra le ceneri
    spente
    lontane
    confuse
    in quell’aria che fa notte di giorno
    dietro i muri
    dove un tempo la primavera
    era già un viaggio di sola andata
    dove oggi
    quelle mani in preghiera
    sono nuovi cancelli
    chiusi sul velo nero dei vinti…

    Angie Patti Picciolo @
    accetto il regolamento

  59. La danza della terra

    Danza in cerchio la terra
    su note di paura e sgomento
    volteggia con passi sinuosi
    tra i vicoli di Amatrice
    mentre bambini e adulti dormono,
    ignari, della travolgente ballata.

    Con il suo boato la terra
    suona una danza che vorticosamente
    s’insinua tra pianure e colline
    per farne un convivio e offrirlo
    agli abissi del mondo.
    Risucchia corpi
    di ogni età e genere.
    Il suo, un egoismo che semina dolore e morte.

    Dalle macerie, una nuova vita
    prende forma tra le tendopoli,
    e, uno spiraglio di luce
    può dare un barlume di speranza
    alle vite in solitudine.
    Il nuovo epicentro
    ora è l’umana solidarietà
    che in un brivido invasivo
    vuol dare speranza e
    futuro a chi tutto ha perso.

    1. Alberi maestri

      Un varco per la speranza
      quell’orizzonte lontano
      Saluto mia moglie bacio mio figlio
      e di notte salpo
      Tanti come me
      ombre lunghe e scure
      alberi maestri in una sola imbarcazione
      E prego l’Italia
      prego le sue sponde di abbracciarmi
      domattina
      Prego che il porto non si allontani dalla riva
      Temo il varco
      chiuso
      avanti agli occhi
      e l’orizzonte di nuovo alle spalle
      Prego l’Italia che non si divida
      per timore di noi
      alberi maestri spaccati a metà

      Riccardo Montanaro / accetto il regolamento

  60. Il mio Luogo

    Non so se esisti, non so come sei fatto
    se sei reale come un luogo vero
    dove son nato e dove son vissuto
    oppure il frutto di una fantasia
    che ogni tanto appare e poi svanisce.

    Quel che so è che non trovo un nome,
    un modo di chiamarti e farti mio,
    un indirizzo, una direzione
    se sei il mio centro o la periferia.

    Sulle mie carte non ti ho mai trascritto,
    sei in assoluto senza posizione.
    So che confini con infiniti luoghi
    nei quali ho visto tutto e non ho visto.

    So che assomigli a molti originali
    odori di vittorie e di sconfitte
    d’amicizie antiche ormai sfiorite
    e pesi di quel niente che è passato.

    Ti ho visto scritto nelle mie esperienze
    alcune vere, altre solo scritte,
    spesso prese in prestito alla vita,
    altre rubate, come faccio spesso,
    a quei fantasmi che mi porto dentro.

    Sui tuoi confini ho scritto la mia vita,
    quella reale che non ho mai scritto,
    umida di passione e tanti amori
    e anche quella di inutile scrittore.

    Pagine e pagine che si son riempite
    di vita vera, di mille sensazioni
    tutte pagate con il mio sudore,
    tutte scomparse, comprese le illusioni.

    Adesso voglio andare fino in fondo,
    conoscerti davvero, vederti in faccia.

    Sapere
    se sai di mare, se sei freddo o caldo,
    se c’è il mio amore, se c’è la mia casa,
    se sono lì le cose che ho raccolto
    con la pazienza che non ho mai avuto.

    Abner Rossi – accetto il regolamento

  61. Oltre i vetri battuti dal vento,
    i pensieri dispersi dal tempo
    si arrovellano dietro la mia fronte,
    oltre l’orizzonte.

    Il sole, matassa rossa,
    stanco si abbassa
    sui campi ed i fiori arrossiscono,
    le belle si schiudono,
    gli altri appassiscono.

    Assorto ad ascoltare gli sproloqui
    delle foglie sugli alberi,
    Indecenti turpiloqui,
    il ciarlare delle lumache spoglie
    su rami fruttiferi.

    Declinano le corolle come l’elicriso
    sulla scogliera,
    sotto nuota il muggine
    ed il tramonto si tinge dello stesso colore dell’euforbia che declina verso il mare.

    Sopra il pontile,
    una ringhiera penzola ruggine,
    la scuote il vento
    i fili d’erba
    si abbracciano all’imbrunire.

    Ancora un momento,
    ancora per un attimo fatto di infinito,
    sopra questo lenzuolo di squame d’argento,
    mi sento smarrito.

    Le stelle riposano sulle onde,
    come un presagio,
    pesa la notte sulle mie sponde,
    amplificando il disagio.

    Perso nel buio con le sue volte,
    io ti invoco ed il mio cuore non ha colpe.

    Io ti invoco amore mio,
    ascolta questa mia elegia,
    dell’anima bisbiglio,
    scevra di sofismi e crismi.

    Invoco te,
    stilla di rugiada,
    mio giglio,
    fremito d’ali di fata,
    mio appiglio.

    Invoco le tue labbra insanguinate,
    dolci come il miele,
    i sorrisi abbacinanti,
    la tua parola senza fiele,
    tra i baci profumati.

    Oh mia nume!
    Mio elisio!
    Mia musa, mia lume!

    Io ti invoco per amore!

    Invoco te che hai fatto di un barlume,
    una vita sfavillante,
    te che come un ragno,
    da una goccia nello stagno,
    hai tessuto un mare.

    Invoco le tue mani,
    le colline dei tuoi seni
    che declinano sui miei domani,
    le linee sinuose ed estatiche
    sulla piana del tuo ventre,
    dove si muovono frenetiche
    le mie dita,
    il mio ardore che non mente,
    brama e freme di passione
    sul sentiero che dai tuoi fianchi,
    sfocia tra le tue gambe,
    culla della vita.

    Ed io invoco te ora,
    questa notte e domani ancora,
    e ti invocherò per sempre,
    perché se è vero che ho imparato dalle natura,
    nei miei silenzi affollati di parole,
    se Iddio mi ha aperto la mente,
    tu con il tuo sguardo hai aperto il mio cuore,
    hai tirato fuori l’anima,
    perché i tuoi occhi sono la porta dell’amore.

    Accetto il regolamento

  62. T’ho visto in quella foto
    i tuoi occhi mi hanno ricordato ciò che sentivo,
    credevo di aver dimenticato, ma non è cosi.
    Il tuo sorriso mi ha riportato alla mente i momenti,
    quando parlavamo il tuo sorriso prendeva l’attenzione.
    Le tue guance rosse mi hanno fatto ricordare il desiderio
    di una carezza innocente.
    Le labbra mi hanno fatto tornare il desiderio di baciarle,
    la foto che vedo è l’ultima cosa di cui avevo bisogno
    ora mi ritrovo in un limbo creato dalla mente.
    Il dolore si mischia con altri sentimenti quali:
    L’amore, il risentimento e la frustrazione.
    T’ho visto in questa foto e sogno di conversare nuovamente
    anche se ti sei allontanata, io ti penso sempre
    mi dicono “ Ti ha trattato male ”, “ Ti ha illuso e tradito”.
    Ma il sentimento non si può scordare, il tuo sguardo è una spada
    ogni volta che lo vedo mi trafigge il cuore.
    T’ho visto nella foto e t’ho visto nella mente
    non so cosa sia peggio, vederti o pensarti.

    Accetto il regolamento

  63. L’ACCATTONE DI SOGNI

    Poggiato sulla balaustra della sera
    le stelle nel cielo come chimera
    respiro calmo con sguardo lontano
    verso sogni da catturare colla mano

    I pensieri quelli con i piedi per terra
    parlano in silenzio al mio orecchio
    i ricordi illuminandosi cadono nel secchio
    della memoria che talvolta li afferra

    Guardo l’oscuro immenso manto
    gli occhi si perdono nell’incanto
    a cercare tra quelle mille scintille
    la medesima luce delle tue pupille

    I cieli narrano di storie e avventure
    di molti conoscono crudeli sventure
    di altri custodiscono segreti e passione
    di me raccontano che di sogni son l’accattone

    Accadimenti scorrono sul fiume del tempo
    sì srotolano passaggi sui gradini della vita
    persone, anime, comparse e perditempo
    amori speranze come polvere sulle dita

    E mentre strofino il pollice e l’indice
    da tergo compare la tua voce supplice
    mi giro e scostandoti i capelli dal volto
    la luce delle stelle nei tuoi occhi scorgo

    – Accetto il regolamento –

  64. L’esempio

    In mezzo all’alluvione
    compare il tuo sorriso.
    Tutto fa dimenticare
    pure d’essere in paradiso.
    Ci accogli con semplicità
    ricordo della tua vita terrena
    sempre il tuo sì echeggiava
    fino alla giornata estrema.
    Sei esempio per noi tutti
    grandi credenti e farabutti.
    Tu ci hai insegnato come fare
    solo donare senza domandare.
    Nella nostra quotidianità
    impariamo cos’è la carità
    non è atto verso gli altri
    è esser degni di guardarti.

    – Accetto il regolamento –

  65. Il sorriso è il modo meno invasivo
    per migliorare il viso
    Il sorriso è il simpatico alleato
    del tuo “bambino”
    Il sorriso è coerente
    con la gente che ha di fronte
    Nel sorriso passa corrente
    Ti dona scossa
    Ti apre la porta
    Un sorriso è tuo amico
    Un sorriso ha la forma
    Di un micio
    Mentre fa le fusa
    Diffonde serenità
    Un sorriso è virtù
    del coraggio
    Che mira il bersaglio
    Al peggior nemico
    minacciato e infastidito
    Colpisce il pianto e il lamento
    e rinasco …
    Sorrido
    (Accetto il regolamento)

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