“Shock Wave 2” di Herman Yau: Far East Film Festival 2021, Sezione Competition
Il primo capitolo della serie, “Shock Wave”, aveva chiuso fragorosamente il Far East Film Festival del 2017; il sequel “de iure”, “Shock Wave 2”, apre invece l’evento nell’edizione online di quest’anno. In entrambi i casi, Oubliette Magazine non è mancato all’appuntamento col regista Herman Yau, che era stato avvicinato anche in occasione del suo 70esimo film (sic), “A Home with a View”, in concorso al FEFF 2019.
La sequenza iniziale è a dir poco emblematica e getta subito luce sul tono che dominerà l’intera opera: l’aeroporto di Hong Kong, struttura colossale da 70 miliardi di dollari, viene completamente distrutto da un’esplosione atomica, con tanto di fungo che adombra la metropoli.
Si direbbe che non vi sia scampo a una catastrofe simile, ma la voice over avverte il pubblico che quel disastro, conseguenza di una rabbia incontrollata, è stato evitato proprio grazie a una strenua lotta contro tale sentimento.
Andy Lau, già protagonista dell’episodio precedente, ha cambiato pelle: deposti necessariamente gli abiti di Cheung, veste quelli di Fung, bonificatore di ordigni non meno esperto e intraprendente.
Durante una missione apparentemente ordinaria (ammettendo che si possa definire “routine” la presenza di ostaggi legati a una bomba in cima a un grattacielo), costui cade in una trappola e, sbalzato al piano inferiore dall’onda d’urto, perde una gamba.
La sua carriera, per tanti, potrebbe esser giunta al capolinea, ma lui non si dà per vinto e durante la convalescenza torna ad allenarsi, riprendendosi completamente e anzi superando gli standard delle prestazioni che vengono imposti al corpo di polizia. L’esito degli sforzi non è tuttavia scontato e infatti, a cinque anni dal tragico incidente, si vede l’agente… compiere un attentato dinamitardo.
Ricostruire le dinamiche che hanno condotto proprio Fung a commettere un gesto così efferato è un compito da affidarsi a un paio di entità distinte, ognuna con le proprie sfide: la squadra dei colleghi, capitanata dall’amico di sempre Man (Ching Wan Lau) e l’ex fidanzata Ling (Ni Ni), dovrà aggirare l’ostacolo costituito dal trauma cerebrale che ha portato l’uomo a perdere la memoria; il regista, dal canto suo, sarà chiamato a orientare lo spettatore in una serie di flashback rivelatori che metteranno in relazione il beniamino cui viene preclusa l’ambita reintegrazione e il progetto del “Giorno della Resurrezione” promosso dal gruppo terroristico Vendetta.
“Shock Wave 2” deve sicuramente molto al predecessore sotto molteplici punti di vista, ma per certi versi se ne discosta anche, perdendo in genuinità: se il focus sulla minaccia eversiva viene mantenuto ed anzi si pone un accento maggiore sulle folli strategie del villain di turno, il biondo Maverick (Tse Kwan-ho), mutano invece tutti i personaggi e nella loro nuova configurazione corale quasi non rimane più spazio per replicare con successo l’asprissimo contrasto fra l’eroe e l’antagonista, che in “Shock Wave” era stato orchestrato con tanta cura.
Il regolamento di conti che efficacemente reggeva l’intero arco narrativo viene rimpiazzato con un desiderio di rivalsa il quale da un lato pone Fung in una condizione di ambiguità non del tutto risolta (l’amarezza e il furioso disappunto dovuti al diniego da parte dei superiori e il conseguente avvicinamento a Vendetta costituiscono una macchia ardua a lavarsi, pur con l’introduzione di un “miracoloso” ravvedimento), dall’altro ingarbuglia una trama che smarrisce la limpidezza del capitolo d’esordio e rende a tratti disagevole avanzare nell’intreccio.
Complici gli effetti speciali eccessivamente pirotecnici e non sempre realistici, il finale stesso, nonostante ricalchi l’ottimo esempio rappresentato dal drammatico antecedente, capitola di fronte quella spettacolarizzazione della morte da cui Yau si era astenuto e che aveva reso plausibile e addirittura commovente l’uscita di scena di un paladino capace di conquistarsi le sincere simpatie del pubblico.
Vien da chiosare lamentando che la distribuzione in sala (la quale, per quanto limitata, avverrà sul territorio italiano a partire dal prossimo 2 luglio) sarebbe stata di gran lunga più meritata da “Shock Wave”: evidentemente, quattro anni or sono i tempi non erano ancora maturi o, più probabilmente, la Tucker Film non poteva ancora vantare un peso sul mercato equiparabile a quello che ha guadagnato oggi.
Voto al film:
Written by Raffaele Lazzaroni
Info
Recensione FEFF 2017: Shock Wave
Recensione FEFF 2019: A Home with a View
Rubrica Far East Film Festival