La mente degli animali è intelligente ed emotiva: ecco perché soffrono di stress

Il concetto di mente non è estraneo agli animali. Anche gli animali hanno quasi sempre un sistema nervoso e, soprattutto i mammiferi, anche una corteccia, che permette loro di avere una sorta di mente. La loro mente si può ammalare come la nostra.

Cane depresso
Cane depresso

Lo stato mentale dell’uomo e dei mammiferi è condizionato dalla correlazione tra il tronco cerebrale ed i centri corticali superiori. È considerato normale lo stato di un animale sveglio e attento, che reagisce in maniera congrua agli stimoli visivi, uditivi e tattili. Lo stato mentale alterato è indicativo di lesioni della corteccia cerebrale, dell’ipotalamo, del mesencefalo, del tronco. Alcune informazioni relative allo stato mentale sono desumibili all’osservazione diretta altre dal racconto anamnestico: la perdita di abitudini apprese sono più facilmente riscontrabili dal proprietario in ambiente domestico che all’esame fisico diretto.

I segni clinici significativi delle alterazioni neurologiche che producono stati mentali alterati negli animali sono:

  • Deambulazione compulsiva senza meta;
  • Pressione della testa negli angoli;
  • Perdite delle abitudini apprese;
  • Vocalizzi;
  • Sindrome da disattenzione parziale lateralizzata: indifferenza da stimoli che provengono da un lato dell’ambiente (per coinvolgimento della corteccia cerebrale del lato opposto).

L’aspetto critico di questa fase dell’esame neurologico consiste nell’operare una distinzione (quando possibile) tra un disturbo neurologico e disturbo del comportamento.

Questa valutazione è utile, soprattutto, per differenziare le patologie dell’encefalo da quelle del midollo spinale e dei nervi periferici. La depressione del sensorio, assenza o rallentata risposta agli stimoli esterni, in genere è una conseguenza delle lesioni encefaliche, mentre, nelle patologie spinali, anche quando costringono al decubito, l’animale appare lucido e in allerta. Si distinguono tre livelli di alterazione del sensorio:

  • depressione: poco interesse verso l’ambiente esterno;
  • sopore: nessun contatto con l’ambiente esterno, reazioni assenti al tatto ed agli stimoli acustici, presenti, invece, a forti stimoli dolorosi;
  • coma: completa perdita della coscienza, nessuna risposta agli stimoli anche di tipo doloroso.

Questo dal punto di vista neurologico, cioè quelle patologie organiche del cervello che alterano la mente e il comportamento, esattamente come negli esseri umani: chi è malato di sclerosi multipla può avere allucinazioni. Ma, come gli esseri umani hanno sintomi mentali senza malattie conclamate del cervello, così anche gli animali. Un cane trattato male tende alla depressione. Anche i gatti sono amici degli umani, quindi se lasciati troppo a lungo soli, possono soffrire di ansia di separazione e urinare per tutta casa.

Quando si parla di emozioni come paura e angoscia, bisogna dire anche che lo stress viene vissuto da ogni costituzione dell’animale in maniera diversa. Un maltese che deve camminare per la strada ha uno stato emotivo diverso dal molosso, che ha una costituzione neurormonale molto diversa.

Cavalli stressati
Cavalli stressati

Anche le malattie fisiche possono essere specifiche di certe costituzioni. Per i cavalli abbiamo la paralisi ipercalcemica del Quarter Horse, la atrofia cerebellare del purosangue arabo, e così via. Per la specie canina sono particolarmente predisposte alle patologie delle vie aeree superiori le razze brachicefale (stenosi delle narici, procidenza del palato molle).

Fare il veterinario è difficile perché il paziente non parla e non riferisce i sintomi e poi perché la anatomia e la patologia variano da specie di animali ad altre e il veterinario quindi deve sapere molte cose. Per esempio nel cavallo il palato molle è sotto l’epiglottide, invece nel cane il rapporto è invertito e il palato è disposto sopra l’epiglottide. Nel bovino poi abbiamo altri organi. Il rumine è il prestomaco più grande del bovino e occupa tutto lo spazio di sinistra. Palpando con la mano si percepisce una sensazione di affossamento alla pressione, modificazioni di questa risposta avvengono per motivi: dietetici, come in corso di timpanismo per aumento della tensione di parete, oppure in corso di dislocazione abomasale sinistra per allontanamento del rumine dalla parete. Un altro prestomaco del bovino è il reticolo. Nel cane e nel gatto il fegato normalmente non è palpabile perché dietro le coste spurie. Diventa palpabile per aumento di volume da cause circolatorie, degenerative, neoplastiche (talvolta percezione di irregolarità).

Di solito un animale non vive uno stress interrotto ma continuo: un cane sta in una casa con i bambini ed è stressato, esce per fare i bisogni ed è stressato dalle automobili, e così via. Lo stress è cronico e si accumula nel tempo. Lo stress procura anche tossine e infiammazione, quindi l’animale stressato finisce con l’ammalarsi anche fisicamente. È il concetto di malattia psicosomatica: quando una emozione negativa procura una malattia organica.

I proprietari di animali li amano di solito, ma spesso i proprietari non si immedesimano nella psicologia dell’animale, quindi lo trattano da umano anche se non lo è. Tale atteggiamento a lungo andare stressa l’animale, questo allora inizia con lo stare male. Questo è evidente non solo nei cani, ma soprattutto nei gatti, che sono più sensibili e risentono di stimoli negativi anche minimi. Gli animali non sono cose, ma sono esseri dotati di una mente.

Può sembrare una cosa da niente, ma i cani di solito non amano essere accarezzati sulla testa. Per alcuni cani il gesto è quasi indifferente, ma per i biotipi più sensibili la carezza sulla testa, essendo inteso come un gesto di sottomissione, può ferire profondamente l’autostima. Inchinare la testa dovrebbe essere un movimento scelto dall’animale stesso, quando decide lui di sottomettersi, e non invece imposto dal proprietario anche mediante una carezza, gradita solo a quest’ultimo, mentre l’animale la vive in tutt’altra maniera. Altri gesti che per noi sembrano giochi o comunque comportamenti ai quali il cane si abitua, pare agli esperti che il cane non sopporta: per esempio afferrargli il muso, tirargli il pelo, traslocare (il cane è un essere abitudinario che vuole sentire gli stessi odori e stare negli stessi ambienti), suoni forti (aspirapolvere, petardi), odori forti (i quali non solo lo disturbano psicologicamente ma gli creano spesso allergie e irritazioni), violenza, bagni frequenti.

Quindi per comprendere lo stato di stress di un animale va analizzato prima di tutto il comportamento del proprietario. Il buon amante dell’animale deve entrare in empatia con esso ragionando al suo livello. Molti vogliono che un cane o un gatto ragionino come un essere umano, ma è un grande errore.

Molto spesso poi un proprietario ha dei problemi di ansia o di irritazione che poi trasferisce sull’animale in una maniera molto precisa. Per esempio, quando un cane si gratta per l’ansia e il proprietario continua a sgridarlo, il cane perde la fiducia verso il padrone e si vede accresciuto lo stress. Certe razze sono particolarmente sensibili, come il pechinese, quindi diventano sempre più stressati anche per stimoli che sembrano non eccessivi.

Gatto stressato
Gatto stressato

Cani e gatti sono esseri intelligenti. Il mito che la intelligenza sia appannaggio degli umani è stato scalfito da tempo. Per esempio un cane che vive a contatto con la padrona può accorgersi che questa è incinta. È sicuramente un fatto di fiuto: un uomo ha 6 milioni di cellule olfattive, mentre un cane 300 milioni. La donna incinta ha una rivoluzione ormonale di cui il cane si rende conto per via del cambiamento di odore. Ma non solo. Un cane può accorgersi anche che le abitudini della padrona sono cambiate fino a capire che questa è incinta tanto da iniziare a starle accanto continuamente per proteggerla. Ma non è finita qui. Cani e gatti sono talmente intelligenti e intuitivi che possono addirittura mimare inconsapevolmente le malattie psichiatriche dei padroni! 

Se un animale non sta bene dal punto di vista fisico anche la sua mente non funziona bene. Quindi, oltre al proprietario, un animale può stare male emotivamente anche per via di propri stati fisici. Esattamente come negli esseri umani. Una persona che da qualche giorno è stitica diventa irritabile. Alcuni antiparassitari inibiscono il GABA, quindi determinano una predominanza della dopamina, un neurormone che dà impulso e attivazione, rendendo l’animale particolarmente ingestibile. Certi prodotti alimentari industriali per cani hanno un eccesso di metalli pesanti, i quali si accumulano nelle parti grasse dell’organismo: il cervello è ricchissimo di grassi, quindi il mercurio o l’alluminio si sedimentano nel cervello del cane e lo rendono particolarmente ansioso. Un cane riempito di glutammato, anch’esso presente nei prodotti industriali, tenderà ad essere iperattivato. Un cane o un gatto con un forasacco che causa dolore diffuso possono essere, senza una malattia della psiche, depressi oppure insofferenti a tutto. Il cane e il gatto possono grattarsi certamente le orecchie, ma se lo fanno troppo spesso il proprietario dovrebbe sospettare qualcosa, come un forasacco, specie se l’animale inclina anche la testa. Grattarsi spesso in quella zona potrebbe essere pure sintomo di acari alle orecchie o di infezione.

I disturbi psicosomatici negli animali si sviluppano per una interazione tra problemi fisiologici, psicologici, psicosociali e ambientali.  Molto spesso i veterinari non considerano la psiche dell’animale nei vari disturbi che questo presenta. Si parla poco in veterinaria della psicosomatica, cioè per esempio che una dermatite può derivare non da germi ma da uno stato di stress. Molto spesso disfunzioni immunitarie riguardano la psiche dell’animale in quanto lo stress influisce sul sistema immunitario, oltre che sul sistema endocrino. Se il veterinario blocca il sintomo fisico con il farmaco ma non la causa psicosomatica, l’animale si ammalerà di nuovo dopo qualche tempo.

La mente degli animali domestici non è solo intelligente, ma anche emotiva. Cani e gatti rispondono agli stimoli ambientali non in maniera automatica ma filtrata da una mente emotiva. Già Freud individuava nei gatti una fonte di benessere e di felicità, ponendo una base per la pet-therapy. I gatti non sono cose, ma individui dotati di una mente intelligente e emotiva, come tuti gli animali domestici, che quindi possono servire per stringere una relazione benefica per entrambi. I gatti si prestano particolarmente (più dei cani) perché sono animali indipendenti, al contrario del cane, quindi con il gatto è più facile stabilire una relazione più libera e ricca di risvolti.

Anche nei cani disturbi alimentari possono derivare da disturbi psicologici, che riguardano la sfera emotiva e relazionale, esattamente come negli esseri umani. L’alimentarsi serve sia nell’uomo sia nel cane e nel gatto per stare meglio psicologicamente, quindi i disturbi alimentari servono per fronteggiare dei picchi emozionali. La tensione che l’animale vive in quel momento viene diretta nell’assunzione di cibo in modo da tornare all’equilibrio emozionale. Se il cane richiede attenzione e non viene soddisfatto, può ingoiare un sasso o un pezzo di legno, cioè compare la sindrome della pica, ingerisce cose non commestibili. Ma la descrizione di un comportamento singolo è come un sintomo, allora per fare la diagnosi non basta sapere il sintomo ma tutto il contesto: per esempio la sindrome della pica può dipendere anche da un deficit cognitivo nel cane anziano, cioè invecchiando perde la cognizione della cosa giusta da fare oppure la pica può comparire anche nell’adolescenza del cane oppure in concomitanza di cause organiche (parassiti intestinali, malnutrizione, patologie neurologiche, endocrine come nel gatto il diabete).

Doberman
Doberman

C’è poi tutto il problema dell’aggressività negli animali. Pensiamo al cane. Molti proprietari si lamentano che il cane ringhia. Ora, è come per le persone. Quando un umano dice “ti spacco la faccia” può scherzare con un amico o può litigare quando gli hanno rubato il portafogli. Anche un cane può emettere un ringhio quando gioca con i bambini oppure quando si sente minacciato. Sono due ringhi ma per distinguerli bisogna conoscere il linguaggio non verbale dei cani, che è molto diverso nel gioco oppure nello scontro fisico.

Un cane, un gatto, un cavallo non attaccheranno mai per gusto di farlo, come invece uno psicopatico può offendere il sottoposto al lavoro senza motivo. Se un cane ringhia sul serio al padrone, è perché questi non ha imparato a dare all’animale la sicurezza necessaria. Il cucciolo è stato picchiato? Ha subito altre prevaricazioni? È stato molestato mentre mangiava?

Lo stress è una risposta fisiologica a un pericolo. Se una gazzella vede un leone sta in una fase di attesa, quindi cade in stress acuto quando produce molta adrenalina che prepara l’organismo alla fuga innalzando la pressione arteriosa e la pulsazione del cuore. Nei cani non c’è un discorso generale sullo stress: un pastore tedesco reagisce a un pericolo attaccando, mentre un barboncino reagisce bloccandosi dalla paura. Esistono quindi due reazioni allo stress: attiva (attacco o fuga) e passiva (blocco). Il discorso è complesso dal punto di vista ormonale e costituzionale, ma in genere le due reazioni hanno due diversi tipi di corredo ormonale. Nel primo cane l’ipofisi è più attiva con produzione maggiore di adrenalina, mentre nel secondo cane l’epifisi è più attiva dell’ipofisi, che quindi produce meno adrenalina.

Anche quando parliamo di aggressività un conto è il primo cane, un secondo il secondo: nel cane lupo l’aggressività è un attacco contro un pericolo imminente, invece nel cane più tranquillo è una reazione alla paura, come quando viene curato male dal padrone.

In ogni modo un cane arrabbiato o impaurito sta in uno stato continuo di stress. Un cane soffre lo stress anche quando viene abbandonato oppure si distacca male dal padrone. Lo stress produce maggiori livelli di cortisolo e questa condizione determina spesso tumori. Perché?

L’attivazione simpatica correlata all’ipercortisolemia crea vasospasmo spesso nella mammella della cagna, quindi acidosi e sviluppo di forme tumorali. Allora nella cagna il distacco produce spesso tumore alla mammella perché nella sua psiche la mammella è simbolicamente collegata agli affetti.

Animali stressati
Animali stressati

Gli animali, sembra ai più, non commettono atti aggressivi con l’intenzione di fare del male gratuito, che invece fanno gli esseri umani. Un cane può attaccare chi crede inferiore per stabilire la dominanza ma mai per umiliare gratuitamente (anche se di dominanza si parla talvolta a sproposito, comunque essa è assente nei cuccioli fino a tre mesi).

Un animale può mordere quando ha il mal di denti: oppresso dal dolore non si controlla più. Ma l’uomo è molto diverso, questi ha anche quella aggressività detta distruttiva (Fromm), cioè senza uno scopo interpersonale che la giustifichi.

Ciò dipenderebbe dalla coscienza evoluta umana, che permette di scegliere tra diversi tipi di azione, anche quelli puramente sadici. Quindi gli esseri umani hanno sviluppato altresì strategie per neutralizzare quei componenti della società che fanno del male agli altri, anche ma non solo per scopo utilitaristico, come nel furto o nella rapina.

 

Written by Marco Calzoli

 

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