Il cinema degli anni Duemila: i 30 capolavori del decennio
Sì, lo so: dopo due articoli sui capolavori del cinema negli anni Settanta e Ottanta, per coerenza avrei dovuto prendere in considerazione gli anni Novanta.
Per qualche misteriosa ragione, tuttavia, non mi sono sentito in grado, o comunque a mio agio nell’affrontare quel decennio (posso dire, al limite, che tra i miei film preferiti degli anni Novanta ci sono Pulp Fiction di Tarantino, The Truman show di Peter Weir e Tutto su mia madre di Almodóvar).
Mi sembra di avere idee più chiare, per così dire, sul primo decennio del nuovo secolo, durante il quale si sono affacciate o definitivamente affermate nuove importanti figure di cineasti – Trier, Iñárritu, Nolan – con una loro personale, creativa maniera di fare cinema (perché i capolavori sono tali anche e soprattutto dal punto di vista tecnico, della struttura, della visione).
Gli anni Duemila vengono segnati dallo shock per l’attacco alle Twin Towers di New York dell’11 settembre 2001 e, successivamente, dalla grande crisi economica innescata dai mutui subprime che, cominciata nella seconda metà del 2006, portò nel settembre del 2008 alla bancarotta di Lehman Brothers – eventi che comportarono conseguenze di cui tuttora risentiamo.
Ma, d’altro canto, furono anni caratterizzati anche dalla diffusione di massa dei computer, l’espansione del web e la creazione dei social media (Facebook, creato nel 2004, divenne disponibile a tutti nel settembre 2006).
Sia la crisi economica che l’espansione del web sconvolsero gli equilibri del cinema – che già a partire dagli anni Ottanta aveva dovuto “riposizionarsi”, come ricordato nell’articolo precedente –soprattutto riguardo alla produzione e la distribuzione.
Nel novembre del 2004 fu lanciato Vimeo, seguito cinque mesi dopo dall’inaugurazione di YouTube.
A livello creativo questo comportò un’ulteriore penalizzazione del cosiddetto “cinema d’arte” a favore di quello di intrattenimento, possibilmente blockbuster, mentre la produzione indipendente man mano si rivolse (o fu confinata) ai canali alternativi – incluso appunto il web – ove però divenne in un certo senso ancor più di nicchia, circondata da milioni di prodotti talvolta anche amatoriali.
L’abbattimento dei costi di produzione, legato al progressivo abbandono della pellicola a favore del digitale – già subentrato all’ingombrante e obsoleto videotape – rendeva infatti possibile a chiunque improvvisarsi regista (e raramente con belle sorprese). Anche questo comportò una progressiva modificazione dell’approccio tecnico, visivo e narrativo nel cinema degli anni Duemila.
Parlando sinceramente, avvicinarsi – nella lista che segue – al numero 30, per essere in linea con gli scorsi articoli, è stato molto più difficoltoso rispetto ai decenni precedenti trattati.
Ho dovuto aggiungere obtorto collo un paio di titoli (non dico quali), per nulla convinto ma cedendo all’unanimità della critica che li ritiene fondamentali; mi sono rifiutato di inserirne altri di autori molto à la page – forse noterete le assenze – perché a mio parere possono anche essere “bei” film, ma senza la statura di capolavori, se per capolavori intendiamo film come Quarto potere, Fino all’ultimo respiro o 2001: Odissea nello spazio (ma anche A qualcuno piace caldo, La finestra sul cortile o Easy Rider).
Per gli “avvisi ai naviganti” riguardo ai criteri generali seguiti per elaborare la lista (e ai relativi rischi) rimando agli articoli precedenti, ribadendo, ancora una volta, che chi scrive non può, ovviamente, aver visto tutti i film del decennio.
Per concludere, spero possiate perdonare il mio essere così rétro. Per le stesse ragioni esposte sopra non ce la faccio proprio a considerare capolavori della cinematografia i vari Harry Potter, Signori degli Anelli, vampiri adolescenti e supereroi multicolori…
Amores Perros di Alejandro González Iñárritu, 2000
Dancer in the Dark di Lars von Trier, 2000
Il gladiatore (Gladiator) di Ridley Scott, 2000
In the Mood for Love (Huāyàng niánhuá) di Wong Kar-wai, 2000
Memento di Christopher Nolan, 2000
Gosford Park di Robert Altman, 2001
Mulholland Drive di David Lynch, 2001
Gangs of New York di Martin Scorsese, 2002
Il pianista (The Pianist) di Roman Polanski, 2002
La 25a ora (25th Hour) di Spike Lee, 2002
Minority Report di Steven Spielberg, 2002
Oasis (Oasiseu) di Chang-dong Lee, 2002
Parla con lei (Hable con ella) di Pedro Almodóvar, 2002
Buongiorno, notte di Marco Bellocchio, 2003
Dogville di Lars von Trier, 2003
Il ritorno (Vozvraščenie) di Andrej Zvyagintsev, 2003
Le invasioni barbariche (Les invasions barbares) di Denys Arcand, 2003
Love Actually di Richard Curtis, 2003
Master & Commander (Master and Commander: The Far Side of the World) di Peter Weir, 2003
L’enfant di Jean-Pierre e Luc Dardenne, 2005
Babel di Alejandro González Iñárritu, 2006
Le vite degli altri (Das Leben der Anderen) di Florian Henckel von Donnersmarck, 2006
Il petroliere (There Will Be Blood) di Paul Thomas Anderson, 2007
Lo scafandro e la farfalla (Le scaphandre et le papillon) di Julian Schnabel, 2007
The Hurt Locker di Kathryn Bigelow, 2008
Avatar di James Cameron, 2009
Il segreto dei suoi occhi (El secreto de sus ojos) di Juan José Campanella, 2009
Rispettando la tradizione degli articoli precedenti, ho lasciato alcuni posti a disposizione del lettore…
Written by Sandro Naglia
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