Il valore della tradizione: perché è etico e sano consumare prodotti di aziende locali?
“Mangiare è una necessità.
Mangiare intelligentemente è un’arte.” – François de La Rochefoucauld

Lo scrittore e filosofo francese François de La Rochefoucauld quando scrisse questa riflessione aveva di sicuro in mente la cucina francese ma l’oggettività impressa in queste poche parole la rendono universale.
Ogni essere umano ha bisogno di mangiare per vivere, e non in tutto il globo si ha una buona alimentazione sia per problemi legati al clima, al cattivo sfruttamento delle terre, alla povertà, sia per la tendenza per i paesi occidentali all’abuso di cibo spazzatura. Il bacino del Mediterraneo ha sempre donato ai suoi abitanti un buon clima per la coltivazione e l’allevamento nonché un duraturo ed antico scambio di conoscenze che hanno diversificato in modo creativo ogni regione che si affaccia su questo grande mare.
Recentemente, da circa vent’anni ma soprattutto negli ultimi dieci anni, c’è stata invece una vera e propria invasione del così nominato cibo-spazzatura che purtroppo ha modificato le sane abitudini alimentari degli abitanti del Mediterraneo.
Le cause sono fondamentalmente due: la massiccia pubblicità che dalla televisione è entrata nella mente delle persone ed il costo relativamente basso che la produzione industriale può permettersi. La pubblicità, innanzitutto, colpisce la zona del desiderio mostrando un prodotto allettante, una casa felice e dei genitori belli e spensierati che, in poco tempo, riescono a preparare pranzi eccellenti per i propri figli, come se la cucina come qualsiasi arte non dovesse impiegare del tempo e come se il pranzo e la cena non fossero momenti di gaudio da trascorrere assaporando cibi diversi diversificando così i sapori.
Per la questione del prezzo nei vari supermercati si va a ribasso: le offerte colpiscono l’occhio del consumatore che oramai è stremato da anni di crisi e, gettando uno sguardo al giorno d’oggi, da un anno di pandemia. Ma se è vero che siamo quel che mangiamo ci siamo chiesti che prodotti vengono utilizzati per poter vendere due cordon blue a 1 euro e cinquanta? Con quella cifra non si compera neppure il petto di pollo, ed allora che cosa c’è all’interno di questo prodotto?

Per coloro che volessero conoscere la risposta si rimanda alla visione di un documentario del 2019 diretto da Martin Blanchard e da Maud Gangler dal titolo: “L’invasione del cibo spazzatura”; nel quale si analizzano le fasi della filiera, dall’allevamento al packaging così da spiegare i prodotti ultra-trasformati arricchiti di un effetto cocktail di additivi nella classiche ricette industriali che non risparmiano neppure i prodotti vegani, frutto di una miscela complessa di additivi, trucchi di marketing e potenti lobby.
Ognuno di noi può fare la differenza nella scelta che ogni giorno compie, una scelta che unisce la dimensione della società con quella della salute. Perché acquistare dal supermercato del cibo prodotto nei paesi del nord dell’Europa con ingredienti di dubbia provenienza (pensiamo ora a tutte quelle inquietanti notizie della carne proveniente dall’America Latina e dall’Est Europa) e talvolta chimici quando noi, in Italia, abbiamo delle aziende a conduzione famigliare che hanno mantenuto le antiche tradizioni così da avvalersi ancora della denominazione: artigiani del gusto? Già, perché? Eppure oggi con il web in un click possiamo acquistare in qualsiasi sito e da tutta Italia aiutando queste realtà a sopravvivere e ci si augura a prosperare.
Ognuno di noi può fare la differenza nella scelta di consumare dei prodotti dal sapore antico consapevoli di garantire questa possibilità anche alle generazioni future così come l’essere umano etico è chiamato a fare. Perché nella vita oltre ai selfie ci vuole anche una riflessione su chi siamo ma soprattutto su chi vogliamo essere.
Tra i vari e-commerce che promuovono il Made in Italy balza all’occhio Gusti del Piceno che presenta tutte queste caratteristiche appena illustrate promuovendo solo prodotti di aziende locali per lo più a conduzione familiare che memori delle antiche tradizioni hanno completamente bandito l’utilizzo di prodotti chimici incentivando la qualità.
Aziende come Poderi Manconi che sulle colline che accompagnano il fiume Tronto al mare semina e raccoglie i suoi prodotti seguendo le fasi e le regole dell’agricoltura; il Gruppo Ciotti nato nel 2015 che punta sull’oliva tenera ascolana e sul vino; l’Azienda Agricola Bio La Fontursia che prende il suo nome dal antico popolo Tuscio; Canapé nata con l’intento di recuperare la tradizione della coltivazione della Canapa Sativa da fibra; l’Azienda Terre Alte Picene che spicca per la produzione di pasta e farina dagli alti valori nutrizionali; le Cantine Capecci nate nel 1963 con lo scopo di riprodurre nella degustazione le sensazioni perfette presenti in natura; l’Oleificio Cosenza che dal 1956 produce Olio Extra Vergine d’oliva al 100% italiano; Anisetta Rosati nato come storico elixir digestivo nella seconda metà dell’Ottocento; Prodotti Ittici Euromar nati vent’anni fa e che continua l’antico mestiere della salagione tramandato dai nonni; il Salumificio Puzielli che da ottant’anni produce salumi ed insaccati; la Cooperativa Agricola Rocca Madre con l’impegno di garantire un rapporto fra sistema naturale e sistema umano; lo Zafferano Mercuri che ha una passione per la coltivazione dell’oro rosso; l’Azienda Agrobiologica La Viola nata nel 1980 ed a conduzione familiare; l’Azienda Agricola Germani che produce un ottimo vino cotto; il Birrificio Prima Pietra nato nel 2013 con una grande determinazione per creare birre genuine e di qualità; il Beerfirm Vesoteua nato nel 2019; l’Azienda Agricola Terra dei Calanchi Piceni che crea prodotti lavorati scrupolosamente utilizzando materie prime provenienti dalle proprie campagne; l’Azienda Agricola Le Casette nata recentemente ma con radici vitivinicole molto profonde; l’Apicultura Case da Sole che produce il miele seguendo le fioriture dalle colline alle più alte quote dei Monti Sibillini; il Pastificio Marilungo che ha più di cinquant’anni di specializzazione nella produzione della pasta all’uovo; i Liquori Meletti nati nel 1870 con l’antica tradizione della distillazione dell’anice; l’Azienda Agricola SelvaGiurata il cui paesaggio è contraddistinto dal continuo compenetrarsi di acqua e terra.
Produttori di questo calibro sono il Made in Italy, non si deve pensare solo ai grandi marchi delle sfilate di moda perché ogni produttore italiano seppur modesto nelle dimensioni opera per la qualità dei prodotti che in ogni parte del mondo sono ricercati come oro.
E dunque: perché comperare un vino scadente? Solo per bere due bottiglie in più? Non è meglio e più salutare bere una sola bottiglia ma di qualità, non solo per garantire il benessere del corpo ma anche per salvaguardare la passione per il gusto e garantire a queste realtà produttrici lunga vita?
Info
Documentario “L’invasione del cibo spazzatura” disponibile gratuitamente con sottotitoli in italiano sino al 2 aprile 2021 QUI.