“Extraterrestri in campagna” di Fabrizio Bertolino, Annamaria Piccinelli ed Anna Perazzone: alcune citazioni tratte dal libro

Come si può nominare le cose, se non praticandole, se non lavorando e vivendo nel corpo delle cose? In questo senso la parola conoscere viene usata ampiamente nella Bibbia, nel senso di fare l’amore. Per nominare le cose bisogna farci l’amore insieme.” – Franco Loi

Extraterrestri in campagna
Extraterrestri in campagna

Extraterrestri in campagna – Quando insegnanti e ragazzi sbarcano in fattoria didattica” è un volume edito nel 2012 dalla casa editrice mantovana Negretto Editore. Realizzato con il contributo dell’Università della Valle d’Aosta si presenta come una “fattoria didattica” nella quale si osservano i comportamenti, le reazioni, le emozioni e le paure dei bambini in presa diretta e senza alcun disturbo da parte dell’adulto.

Il saggio consta di circa 230 pagine e vede un’introduzione firmata dai tre autori, Fabrizio Bertolini, Annamaria Piccinelli ed Anna Perazzone, e la suddivisione in tre parti. La prima parte “Diario di una fattoria didattica. Avvistamenti, resoconti, osservazioni” di Annamaria Piccinelli è distribuita in dieci capitoli: “Quante cose sotto al melo”, “Mi fa schifo, ma è bellissimo”, “Un grande minestrone”, “Quei giganti dei microrganismi”, “Dallo stomaco alla storia”, “Il cagnolino Brown e gli altri animali”, “Stare fuori è molto diverso che stare dentro”, “L’abbondanza invadente”, “Una specie di mezzo di contrasto” e “Gli inseganti della bacinella”. La seconda parte “Cittadini digitali iperprotetti alla ricerca di una nuova identità ecologica” firmata da Fabrizio Bertolino ed Anna Perazzone è distribuita in quattro capitoli: “Cittadini del nuovo millennio”, “La fattoria tra realtà, rappresentazione e finzione”, “Fattorie didattiche, agriasili e agrinido: occasioni per ricucire i legami spezzati”, “La fattoria come contesto di apprendimento: l’esperienza oltre la frammentazione della conoscenza”. La terza parte a cura di Fabrizio Bertolino è dedicata agli approfondimenti: “I diritti naturali dei bambini e delle bambine”, “Educare in campagna: libri e files per lettori appassionati” e “Le fattorie didattiche sono davvero fattorie?”. L’immagine di copertina è firmata da Davide Ceccon.

Fabrizio Bertolino si è laureato in Scienze Naturali, ed ha indirizzato i suoi studi successivi verso l’ambito umanistico divenendo nel 2003 ricercatore in Pedagogia generale e sociale presso l’Università della Valle d’Aosta, dove si occupa di formazione dei futuri insegnanti ed educatori.

Annamaria Piccinelli è nata e nel 1968 e vive a Casalmaggiore sulla riva sinistra del Po. Durante i suoi studi umanistici fa vari “incontri”: un professore che racconta il Medioevo parlando di maiali e boschi, uno scultore che da bambino si incantava a guardare i ravioli uscire da sotto le dita di sua madre. Lavora nell’ambito delle Fattorie Didattiche parmensi e mantovane come operatore e formatore di insegnanti ed imprenditori.

Anna Perazzone è nata nel 1968, si è laureata a Torino in Scienze Naturali. Dal 1999 è ricercatrice presso il Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Torino dove si occupa di didattica delle scienze naturali ed educazione ambientale. È titolare di insegnamenti presso il Corso di Laurea in Scienze Naturali e Scienze della Formazione Primaria ed è componente del Consiglio Direttivo del Centro Interuniversitario IRIS – Istituto di Ricerca Interdisciplinare sulla Sostenibilità.

Davide Ceccon è fumettista, illustratore, autore di testi e fotografo. Esordisce alla fine degli anni Ottanta sul quotidiano “Il Mattino di Padova” con vignette di satira. Presto riviste nazionali come Snoopy (RCS), Dodo (Mondadori), Il Messaggero dei Ragazzi (Antoniani Padova) accolgono i suoi personaggi: Lilo & C. Dal 1991 collabora a Smemoranda; negli stessi anni crea i personaggi Volfango e Costanza che trovano spazio su Comix – Il Giornale dei Fumetti. Pubblica le sue vignette anche su “Cuore” diretto da Michele Serra. Molte le collaborazioni con RAI e tv private.

Citazioni tratte dal libro

“Molti genitori probabilmente vorrebbero poter osservare i propri figli senza essere visti, verificarne le reali competenze e soppesare direttamente metodologie e strumenti a cui è affidata la loro formazione.”

“L’azienda agricola è un ambito privilegiato per iniziare a ragionare di sostenibilità e di relazione con i sistemi naturali; essa inoltre si può configurare come contesto educativo del tutto peculiare, che facilita e rende pressoché inevitabili modalità didattiche diverse, maggiormente interattive e partecipative.”

“La Fattoria, più dell’ambiente scolastico è un luogo di vita, reale, complesso, ricco di relazioni. In un’azienda agricola interagiscono esseri molto diversi tra loro, dalle piante, agli animali, ai microrganismi.”

“In un’azienda agricola ci sono odori, profumi, bagnato, asciutto, caldo, fresco, pulito, sporco, vecchio e nuovo. In un’azienda agricola si vede nascere e allattare e si vede anche morire, c’è chi domina e chi è dominato.”

“Il melo è davvero bellissimo in autunno. Ha una chioma rotonda e piena e le fronde arrivano quasi a terra. Tra le foglioline fitte penzolano, impettite, grosse mele rosse. Non si vedono subito, ma se ti fermi un attimo e ne scorgi una, poi ti appaiono tutte, una dopo l’altra, come stelle di una bonaria volta campestre.”

“Cercare di entrare nel senso delle cose e dei processi può essere molto rischioso, compromettente e scomodo anche se si sta semplicemente parlando di equilibri ecologici.”

Extraterrestri in campagna
Extraterrestri in campagna

“Forse la Scuola può, anzi deve toccare i gangli vitali, i mattoni del mondo, gli elementi (come suggeriva il vecchio nome della scuola Primaria), e così facendo è inevitabile che faccia sorgere dubbi sulle possibili cosmologie, ma quanto spesso accade davvero di affondare nei valori di senso e quanto invece non la fanno da padrone le tassonomie, i nomi, i racconti ripuliti e piani?”

“Il contesto agricolo, da luogo di vita, sostentamento, lavoro condiviso dalla quasi totalità degli italiani, è andato incontro ad una radicale trasformazione ed ha visto un progressivo diminuire dei suoi occupati fino ad assumere i tratti di uno spazio estraneo, se non per i pochi rimasti o i nuovi tornati.”

“È la perdita di consapevolezza ecologica che ci deve allarmare; perdita causata in larga misura da un sistema di produzione e consumo che ha allontanato sempre più il nostro stile di vita dai ritmi e dai vincoli degli ecosistemi naturali. I comportamenti che mettiamo in atto sono funzione della nostra idea di ambiente e del nostro modo di percepire la relazione con esso.”

“L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, la verdura che compriamo al supermercato, il legno del tavolo su cui scriviamo, i vestiti che indossiamo, … nulla può essere dato per scontato come se vivessimo in un pianeta in eterna crescita che produce e ricicla materia in tempi compatibili con i nostri ritmi di consumo.”

“Nella nostra società diventa prioritario riconquistare una sorta di identità ecologica46 che ci consenta di percepire la natura in relazione con ciò che siamo e facciamo quotidianamente: l’educazione, nella sua accezione più globale, può avere il compito di aiutare le persone a riscoprire i fili che le legano ad ambienti vicini e lontani.”

“Una serie di concause ha determinato l’affermarsi di una generazione che, con un estremo sforzo di sintesi, si potrebbe definire di cittadini digitali iperprotetti. Per descriverne i tratti peculiari occorre partire da una questione di numeri, cioè dal problema della cosiddetta solitudine del bambino.”

“Apprensione e ansia sono amplificate dall’attenzione che i mass media rivolgono agli episodi di cronaca che hanno per vittime i bambini, episodi (rapimenti, uccisioni, abusi) per fortuna tanto gravi quanti isolati. Si assiste ad uno scollamento tra rischi reali e percezione che di essi ne hanno le persone, ancor più se genitori di un bene prezioso ed ormai raro.”

“Si parla di nativi digitali, immersi a tal punto in una dimensione virtuale e on line della vita da crearsi un proprio modo di essere e di fare: si conoscono e comunicano attraverso chat e blog (MSN e Yahoo Messenger, Skype, …), si incontrano in cyberspazi (Myspace, Twitter, Facebook, …) comprano, vendono, scambiano su eBay; giocano con il DS e la Wii, ricercano con Google, creano profili, pagine e naturalmente guardano la televisione digitale in streaming.”

“La metafora dell’imballaggio protettivo ci riporta immediatamente all’idea di un’identità chiusa entro confini ristretti, soffocata, impoverita, impaurita e resa insensibile rispetto a tutto ciò che non rientra in un quotidiano sempre più programmato, strutturato, addomesticato. Ambiente naturale e ambiente rurale possono (devono!) diventare, anche per questa ragione, ambienti educativi grazie ai quali sia possibile tentare una sorta di… disimballaggio.”

“Chi vive in fattoria in qualche misura determina, sperimenta e entra in contatto con questa realtà composita e diversificata, chi invece ne è lontano si costruisce una rappresentazione più o meno veritiera che dipenderà dai messaggi ricevuti dal sistema dei media, dalla qualità delle letture e dei materiali incontrati, dal confronto con altri.”

“In generale il mondo agricolo presentato in questi libri è idilliaco: l’ambientazione è infatti essenzialmente diurna, in giornate di sole splendente presumibilmente primaverili o estive. Tutti i colori sono vivaci: l’erba è verde, il cielo azzurro, i trattori rossi o blu, i vestiti sgargianti. Tutte le azioni si svolgono in luoghi puliti, quasi asettici, non solo privi di rifiuti, fango, escrementi di animali, ma anche di sfalci, potature, cumuli di terra. Fanno eccezione i maialini spesso immersi in un bagno di fango!!!”

Anna Perazzone - Fabrizio Bertolino - Annamaria Piccinelli
Anna Perazzone – Fabrizio Bertolino – Annamaria Piccinelli

“I libri creano una rappresentazione distorta che carica di aspettative…, le fattorie si adeguano e costruiscono una realtà finta in cui soddisfare tali aspettative. Il richiamo funziona, l’utente è contento, ma dal punto di vista educativo nulla è stato aggiunto alla capacità di capire veramente il significato di un ambiente tanto lontano.”

“Coltivare e allevare sono azioni che implicano una relazione di cura verso un vivente non umano, pianta o animale. Gli agribimbi essendo immersi nell’ambiente agricolo, possono favorire la nascita e lo sviluppo di organismi, seminando, innaffiando, nutrendo, pulendo, …; questo da un lato consente di comprendere il significato di vivente come sistema aperto, inserito in un ambiente da cui trae risorse per soddisfare bisogni, dall’altro di riflettere sul mantenimento in vita di un organismo grazie al proprio impegno.”

“Si tratta della possibilità di far sperimentare il tempo dell’attesa e della pazienza, non come momento di passività e di assenza di eventi, quanto invece come peculiarità del mondo vivente dove ogni organismo ha un suo ritmo di sviluppo.”

“Fattorie didattiche, agrinido/agriasili, sono luoghi dove ricercare e sperimentare percorsi per incontrare e conoscere l’alterità del mondo vivente, per trovare un personale equilibro nel rapporto con l’animale da compagnia, domestico, selvatico, con l’animale che cammina e parla come noi.”

“La modellizzazione della realtà, intesa come formalizzazione dell’altrui esperienza, non è mai data una volta per tutte! Ciascuno rielabora i modelli sulla base delle proprie esperienze, di cui comunque abbonda la quotidianità, e al tempo stesso grazie ai modelli incorporati riesce ad attribuire all’esperienza significati utili e coerenti rispetto alle scelte e alle azioni che è chiamato a compiere.”

“Posso studiare a scuola catene, reti e piramidi alimentari ma è solo andando nel bosco che riesco cogliere le proprietà che emergono da quei legami e a intuire la complessità di quel sistema.”

“Chi lavora con i bambini sa bene che con loro allargare i confini di un sapere, abbattere i muri delle discipline, esplorare cosa si nasconde sotto la scorza delle parole non è un’operazione così difficile. I bambini non ragionano per categorie, i bambini narrano storie e pensano difficile! Siamo noi che li costringiamo ad avvicinarsi e ad appropriarsi di un sapere frammentato, irrigidito, per certi versi semplificato e disgiunto in categorie che sono funzionali alle spiegazioni, ma impediscono la ricerca di significati.”

 

Le librerie, per eventuali richieste dei lettori, sono tenute a rivolgersi ai distributori regionali che sono indicati nel sito Negretto Editore.

 

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