“La spia che amava” di Clare Mulley: biografia di una donna straordinaria della Seconda guerra mondiale
“L’educazione di Christine non le consentiva molto altro che diventare una buona moglie dell’alta società. L’impoverimento della famiglia, unito alle origini ebree, avevano ridotto notevolmente le sue possibilità di contrarre un buon matrimonio.”
Christine Granville era il suo nome originale, poi sostituito da Krysthina Sharbek, nome in codice. Ma perché un nome in codice per una ragazza polacca di buona famiglia?
Perché Christine Granville è stata una delle spie più attive della Seconda guerra mondiale. A raccontare di Christine è la biografia La spia che amava scritta da Clare Mulley.
Clare Mulley, inglese, giornalista, biografa e conduttrice televisiva, grazie al ritrovamento di un ampio carteggio conservato in un vecchio baule, ha dato vita a un libro di ampia testimonianza storica; edito nel 2020 dalla casa editrice 21Lettere, che ha avuto il merito di portare all’attenzione dei lettori italiani le vicende di Christine Granville.
“Christine frequentò poi altre scuole prestigiose, tra cui quella del Sacro Cuore di Leopoli, nella Polonia orientale…”
Figura di donna complessa, Christine è sconosciuta al grande pubblico, almeno fino ad oggi; merita invece di essere ricordata per l’intraprendenza e il coraggio con cui si è misurata durante la sua esistenza, e impiegati al servizio del destino dell’Europa.
Dal padre, Christine ereditava quel senso di patriottismo che l’ha spinta a cimentarsi in imprese estreme, al fine di essere d’aiuto alla Polonia, suo paese d’origine.
Censurata fino a non molto tempo fa, la sua storia è stata portata alla luce grazie a documenti d’archivio, oltre che a interviste e a testimonianze di coloro che l’hanno conosciuta e sono rimasti colpiti dalla sua prorompente personalità. Anche se per la verità i documenti ufficiali e accessibili all’autrice non sono stati poi molti.
Il filo conduttore de La spia che amava è il racconto della vita di Christine, il cui spartiacque è rappresentato dalle imprese, eroiche e spericolate, di cui è stata artefice. Oltre che per la sua abilità di mimetizzarsi e guidare gli eventi che l’hanno vista protagonista; senza lasciarsi guidare da essi.
“Ci vollero due giorni per attraversare la Slovacchia, e sebbene si fossero persi più di una volta, nonostante la loro guida, ora camminavano in discesa e lontano dall’inverno che si protraeva sulle montagne”
Racconto di vita vera quella di Christine, divisa tra gesta di coraggio e sacrifici, sangue freddo ed astuzia; senza dubbio una vita leggendaria, tanto che alcuni aspetti, tra finzione e realtà, tendono a sovrapporsi.
Ma vero è, che la famosa spia della Seconda guerra mondiale rimane emblema di audacia e di libertà al di fuori degli schemi conosciuti, in quanto è stata la prima donna a calarsi nei panni di un’agente britannica.
Donna estremamente attraente, sugli uomini esercitava un fascino indiscutibile che le valse due matrimoni e due divorzi, oltre a relazioni amorose poi compromesse dal legame con un altro agente segreto.
Ed ora, brevemente la trama di un libro che si snoda in un numero di pagine prossimo alle 600, la quale si sviluppa grazie a un intreccio di parole e frasi che danno una struttura ben articolata a una biografia minuziosa.
Nata nel 1908 nella Polonia zarista, anche se esistono perplessità e incertezze sull’esatta data di nascita, Christine è ricordata come una donna dal coraggio non comune.
Quando abbandona la sua vita agiata in Polonia la guerra sta per esplodere in tutta la sua asprezza; ma il fatto che, in compagnia del suo secondo marito, determina la sua decisione di raggiungere la Gran Bretagna, è soprattutto l’invasione della Polonia (settembre 1939).
A quel punto, sentendosi chiamata a difendere il suo paese, sottoposto a una catastrofe senza pari, che vedrà cadere sotto i colpi del nazismo un alto numero di vittime, Christine decide di combattere il nazismo a modo suo.
Accade quando la Gran Bretagna e la Francia dichiarano guerra ai paesi appartenenti all’Asse, episodio che dà inizio a un momento buio come è stato quello della Seconda guerra mondiale. Periodo storico di cui Christine sarà una delle figure chiave.
Ma soprattutto è figura centrale del contesto spionistico della SOE, organizzazione di sabotaggio costituita da Winston Churchill, di cui Christine e il secondo marito entreranno a far parte.
Struttura voluta nel 1940 proprio da Churchill coniugata in un’espressione che è rimasta memorabile, ovvero con l’invito a “incendiare l’Europa”.
Oltre a fare un resoconto dettagliato delle imprese di Christine, La spia che amava ripercorre gli eventi che dall’inizio dell’ascesa del nazismo hanno portato poi alla caduta di Hitler e nel 1949 a riconoscere la Polonia come stato comunista. Eventi, che la vedono come una donna temeraria, la quale, avventurandosi in Europa e in Africa per scovare i piani nazisti per invadere l’Urss, sembra non conoscere la paura. Ed è stato proprio grazie al suo lavoro di intelligence, se Churchill è entrato in possesso di un microfilm in cui si parlava dell’Operazione Barbarossa: piano nazista per l’invasione della Russia. E, come la letteratura racconta, pare che di Churchill fosse proprio la spia prediletta.
Figura di donna emancipata e dall’audacia non comune, dotata di intelligenza viva e da impareggiabile destrezza, Christine ha il controllo su situazioni ritenute impossibili.
Detentrice di una straordinaria capacità di persuasione, tanto da ammansire perfino i cani della Gestapo; per farsi rilasciare, nel momento in cui fu catturata dalla polizia nazista, morse la sua stessa lingua facendola sanguinare copiosamente per simulare la tubercolosi.
Le sue azioni furono talmente spericolate che le valsero riconoscimenti al valore sia dal Regno Unito come dalla Francia.
Si racconta inoltre, che sia stata la prima a stabilire un contatto fra la resistenza francese e i partigiani italiani.
Ritenuta indispensabile durante la guerra, terminato il conflitto diventò un personaggio scomodo e pericoloso di cui disfarsi. Una persona da dimenticare, senza che le venisse riconosciuta l’importanza fondamentale delle azioni compiute per annientare il nazismo.
Infine, nel 1952 si concludeva la sua tormentata e incredibile vita; uccisa in una misera stanza d’albergo per mano di un uomo da lei rifiutato. La stessa stanza dove è stato rinvenuto il baule contenente i documenti che hanno testimoniato la sua eccezionale esistenza.
“All’inizio del 1943 la manodopera tedesca, in calo, si sforzava di soddisfare le esigenze produttive del paese. I nazisti facevano già uso di lavoratori polacchi, che si organizzarono efficacemente per limitare la produzione utile e, ove possibile, rispedire i rifornimenti alla resistenza polacca.”
Una storia senza dubbio avvincente quella portata su carta dall’autrice; una storia che meritava di essere raccontata, e che egregiamente ha fatto Clare Mulley, disegnando un ritratto autentico e dettagliato di Christine. Un racconto senza reticenze, proprio della biografia storica. Che, arricchita da un’appendice di istantanee a metà del libro, permette al lettore di riconoscere il viso gaio e sorridente di una donna che ha fatto della libertà, sua e quella altrui, un vessillo da sbandierare alto.
Una storia che rappresenta anche molte donne che, in contesti bellici o in ambito di pace, hanno svolto mansioni e occupato ruoli fondamentali; e che sono state riconosciute come tali soltanto moltissimi anni dopo.
Si racconta inoltre, che Ian Fleming, autore del personaggio di James Bond, 007 britannico portato sugli schermi, sia rimasto affascinato dalla figura di Christine, tanto da ispirarsi a lei per tratteggiare la prima delle Bond Girls.
Accolto con fervore, il libro ha suscitato molta attenzione in Gran Bretagna. Presentato alla Camera dei Lord del Parlamento inglese l’autrice ha ricevuto la medaglia Bene Merito della Repubblica di Polonia. Riportata alla luce recentemente, la storia di Christine la si può anche considerare un manifesto, un inno al coraggio che dovrebbe essere bagaglio di ogni persona che ha a cuore le sorti del proprio paese. Perché è stato per il proprio paese che Christine, guidata dall’amore per la sua patria, ha fatto cose inenarrabili. Anche se poi ha vissuto gli ultimi anni della sua vita nell’indigenza.
“Londra era deprimente per Christine. Non poteva sopportare il pensiero di trascorrere il resto della sua vita da spettatrice, condannata per sempre a stare fuori dal palcoscenico, con, al posto di un’attività che avesse uno scopo, solo un crescente senso di limitazione, noia e isolamento.”
A Claire Mulley va dato merito di aver portato a conoscenza una vicenda, sviscerata fin nei minimi particolari, di una donna che ha dato un contributo decisivo all’esito della Seconda Guerra Mondiale.
Un lavoro meticoloso svolto dall’autrice che, grazie a documenti e testimonianze, di cui è riportata ogni fonte, raccontano le gesta di Christine e dei suoi amori, spesso finiti miseramente.
“Gli addii stavano sottraendo tempo prezioso e Sir Owen cominciò ad agitarsi, ma Christine non si scompose. Quando l’impiegato fece pressione perché comunicasse la sua data di nascita lei sorrise, alzò lo sguardo verso di lui e colse l’occasione per togliere sette anni alla sua età.”
Written by Carolina Colombi