“Cuore di mussola” di Katia Debora Melis: i significati interni della poesia
“Se hai qualche cosa/ che ami/ ti salvi./ Il resto/ sono solo leggende” – Katia Debora Melis
La mussola è un tessuto morbido di vari materiali, che evoca l’idea della carezza e della trasparenza.
Cuore di mussola, il titolo della nuova raccolta poetica di Katia Debora Melis, può significare, a mio giudizio, sia un cuore tenero e luminoso, sia il punto per eccellenza più delicato e trasparente di questo tessuto e quindi in assoluto la delicatezza e la purezza.
Solo a partire dalla morbidezza e dalla limpidezza è possibile scrivere liriche così belle, anche di fronte alla complessità del reale, spesso tragica.
Questi componimenti sono un confortevole dono già per l’aspetto grafico con cui si presentano: i caratteri belli esteticamente, molto leggibili e la disposizione delle liriche sulla parte destra delle pagine.
Sapiente è la costruzione dei componimenti stessi, brevi, talora ridotti fino all’osso, caratterizzati ciascuno da ritorni lessicali e stilistici in grado di colpire l’attenzione del lettore.
Studiato è l’accostamento delle parole, teso ad evocare, anche attraverso le allitterazioni, significati inediti.
Queste caratteristiche stilistiche si riscontrano in tutta la raccolta, sia nei testi legati alla stretta attualità che viviamo, sia in quelli dedicati alla riflessione sulla poesia, passando per quelle tese a carpire e fotografare momenti di contemplazione della natura.
E così la poesia “2020 mio amato respiro”, che apre significativamente la raccolta, parla di “Fili di cui abbiamo/ tutti bisogno”, ovvero di elementi che uniscono, in un momento in cui i “fili” possono evocare invece l’idea di solitudine e disperazione; in altri casi il sole, la luna, la montagna, l’ombra possono dare speranza di una “renovatio”, perché “sempre sui nostri monti è la pazienza” e perché, in ultima istanza “La voce della luna/ a volte è prepotente”, più prepotente del buio.
Del resto i “grani lacrimosi” della notte “Sembran stelle”. Per quanto, infatti, possa tremare “la rosa”, senza “nessuno intorno/ a farle primavera”, vale la pena di “pensare/ di avere per domani/ almeno una/ sola certezza/ Il resto è poi”.
Il resto è il desiderio fatto di “lunghe/ lunghissime braccia”; il resto è poesia e, “Non è poesia/ se dietro/ non c’è una cicatrice/ ─ anche di pura bellezza ─ /anche se non è la tua”.
In mezzo c’è “L’arte croccante” di “ridere bene”, per rispondere, con la saggezza degli antichi, all’orrore che può caratterizzare il nostro vivere quotidiano. Del resto, solo chi ha conosciuto la tragicità del reale, può ironicamente e saggiamente distaccarsene, come insegnano i classici, a cui la poetessa, anche per formazione culturale, guarda sempre.
Solo chi ha conosciuto il cuore delle cose, può risalire, conservando la morbidezza verso gli altri e la schiettezza nei riguardi della realtà. Così fa l’uomo della caverna di Platone; così Nietzsche legge il dionisiaco. Come si vede, dunque, avere un cuore di mussola è una risorsa preziosa per conoscere e per vivere.
Consapevole di aver dato solo una possibile chiave interpretativa di queste liriche, sono certa che i lettori sapranno trovare altri significati interni alle stesse, tanti quante sono le suggestioni evocate dai componimenti. Un aiuto in tal senso verrà sicuramente dal saggio critico di Nicola Rombolà premesso alla silloge.
Complimenti a Katia e ad maiora con la poesia, semper!
Written by Filomena Gagliardi
Bibliografia
Katia Debora Melis, Cuore di Mussola, Mario Vallone Editore, 84 pagine, 10 euro