“Vite di Sheikh musulmani” di Abd Al-Wahhab Ash-Sha’rani: massime e sentenze dei maestri dell’Islam

Soleva dire: ‹‹Non farti mai un discepolo, un familiare, una zàwiya[1], ma fuggi gli uomini perché questi tempi sono tempi da fuga!››– riferito allo sheikh Abu ‘s-Su’Ùd al Giarihi (circa secolo XVI)

Vite di Sheikh musulmani di Abd Al-Wahhab Ash-Sha’rani
Vite di Sheikh musulmani di Abd Al-Wahhab Ash-Sha’rani

Vite di Sheikh musulmani del 1962 è la prima versione italiana dai testi originali edita da Edizioni Paoline con traduzione, introduzione e note di Virginia Vacca, incontrata anche in “Racconti arabi antichi”.

L’autore Abd Al-Wahhab Ash-Sha’rani è nato e vissuto al Cairo, morto nel 1565. La sua vita si incentra nell’incontro con uomini di religione, non solo perché suo padre e suo nonno erano sheikh[2] di grande rilievo in Egitto ma anche per una sua dote innata di devozione all’insegnamento della dottrina.

Oltre ad esser stato capo di un piccolo gruppo intorno alla scuola ed all’oratorio di una moschea, fu uno studioso di mistici d’Egitto e raccolse le loro vite in un libro denominato “at-Tabaqàt al-kubra” (Le grandi categorie) partendo dal primo secolo dell’Islam sino ai contemporanei.

Un documento di grande rilievo ed utilità compilato in ordine cronologico e che consta di 400 pagine. Il libro non fu mai di interesse europeo; eppure, è una importante fotografia dei primi secoli dell’Islam con aneddoti, citazioni poetiche, riflessioni teologiche, esposizioni dottrinali, oltre che fatti di vita dei mistici.

In questo articolo si è scelto di presentare massime e sentenze presenti nell’ultima parte del volume per una prima riflessione sul mondo islamico; mentre si anticipa che, in un futuro articolo, si entrerà più specificamente nel libro di Abd Al-Wahhab Ash-Sha’rani, con la trattazione della differenza tra sheikh, abdàl, sufi e la presentazione della vita di qualche famoso sheikh. Per poter leggere per intero la sezione di massime e sentenze si consiglia di acquistare il libro.

 

“Il migliore di noi non è buono, è soltanto migliore di chi è peggiore di lui.”

“Il mondo è una bestia da soma: se lo cavalchi ti porta, se ti lasci cavalcare da lui, ti ammazza.”

“Non ho mai conosciuto nessuno che, cercando i bene terreni, ottenesse quelli soprannaturali, mentre non è sempre vero il contrario.”

“Quando nel cuore di un uomo entra la superbia, la sua intelligenza diminuisce nella stessa misura, o più ancora.”

“Non portare mai una lettera ad un principe senza sapere che cosa c’è scritto.”

“Se i cuori dei credenti sinceri non fossero soggetti a periodi di indifferenza verso Dio, sicuramente sarebbero uccisi dall’immensità di quel che si manifesterebbe loro.”

“Chi sospetta se stesso di ipocrisia, non è certamente un ipocrita.”

“Non largire mai la tua scienza religiosa a chi non lo domanda.”

Alchimia araba - Sufi - Sheikh
Alchimia araba – Sufi – Sheikh

“Spostare le montagne è più facile che eliminare l’amore del comando, se ha messo radici nell’animo.”

“Chi è provocato e non va in collera è un somaro, chi riceve cortesie e non ne gode è un demonio.”

“Stupisce dello studioso di scienze religiose, come mai la sua anima inferiore lo chiami ad amare il mondo, malgrado la sua fede nelle cose che sa di certa scienza.”

“Se i tuoi discorsi non giovano a te, come vuoi che giovino agli altri?”

“I profeti, i dottori, i re, hanno ognuno il loro segreto, e se lo manifestassero profezia, scienza e regno andrebbero in malora.”

“La guerra santa è fatta di dieci parti: una è quella contro gli infedeli, le altre nove sono il tuo combattimento contro te stesso.”

“Chi si riposa sulla voce pubblica che lo proclama santo, è prigioniero di se stesso.”

“Mio Dio, Tu hai creato queste creature senza che lo sapessero ed hai imposto loro un compito senza che lo volessero: se non li aiuti Tu, chi li aiuterà?”

“Il mondo fugge chi lo cerca e cerca chi lo fugge; se chi fugge è raggiunto dal mondo, viene ferito; se chi cerca il mondo lo trova, è ucciso.”

“Chi ama comparire è schiavo delle apparenze, chi ama nascondersi è schiavo della ritrosia, per chi serve Dio, comparire o nascondersi è indifferente.”

“Il mistico, appena raggiunge un grado spirituale elevato, rimpicciolisce agli occhi del mondo, come stella che sembra piccola, ma il difetto è negli occhi di chi guarda.”

“Non andate in collera con chi vi fa del male, è la volontà di Dio che gli ha dato il potere su di voi.”

“L’errore sta nel primo passo e la salvezza sta nell’ultimo passo.”

 

“Odo e obbedisco”

 

Note

[1] La zàwiya è un centro religioso che presenta ostello e scuola, nella maggior parte dei casi era sita nei pressi di una moschea.

[2] Vocabolo arabo che, oltre al primitivo significato di “vecchio”, ha assunto nell’età musulmana altri sensi legati all’idea di rispetto; quindi capo (di tribù o sotto tribù, di villaggio, di confraternita religiosa, di corporazione di mestiere), maestro di scuola (in Algeria e nel Marocco), professore o persona eminente in scienze musulmane o anche in mistica, caposcuola in discipline religiose o filologiche; in Egitto e nel Marocco anche cantante di merito (con il femminile sheikhah). Continua a leggere su Treccani.

 

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