Contest letterario gratuito di poesia “Io, l’Amante”
“Ero poco più di una bambina, ma avevo le idee chiare. Il mio atteggiamento deve avervi incuriosito, intrigato: ma chi era questa ragazzina, dal corpo voluttuoso di donna, che osava rifiutare i vostri fiori, i vostri inviti – quasi ordini – portati da un cortigiano? La mia famiglia in quel periodo fingeva di non sapere, di non vedere, con l’acquiescenza tipica verso i potenti, che forse mio padre se fosse vissuto non avrebbe avuto.” – tratto da “Io, l’Amante”
Regolamento:
1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Io, l’Amante” è promosso da Oubliette Magazine, dall’autrice Roberta Savelli e dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Tema libero.
2. Articolato in una sezione:
A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione dovrete anche voi cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.
4. Premio:
N° 1 copia del libro “Io, l’Amante” di Roberta Savelli, edito nel 2018 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni. Il romanzo ha avuto l’importante riconoscimento quale unico libro di narrativa incluso nell’ambito delle celebrazioni del 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci. È stato selezionato come Finalista per la sezione Colpo d’Occhio al Lamezia Internation Film Festival.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 23 gennaio 2021 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in Chief)
Katia Debora Melis (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)
Daniela De Tommasi (Scrittrice)
Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)
Rebecca Mais (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione ed in bocca alla giuria augurandoci che non crepi!
CRISANTEMI ROSSI
Porterò un mazzo di crisantemi rossi
al tuo breve giaciglio
per ricordarti e chiederti l’amore
che non colsi solo per un millimetro
di gioia nascosta in un novembre.
Vorrei dirti di navi
rimaste soltanto all’orizzonte.
Io non mi sono mai allontanato
dalla ruota dei tuoi giorni.
Forse era il mio campo di protezione
a volerti distante come un seme
tradito dall’inverno.
Sono tornato da un esilio incerto
e ti vorrei toccare
in ombra che compari
ora sulle mie mani
– accetto il regolamento
Accordi
Perdeva il sole,
come una rosa
i suoi petali,
gli ultimi raggi
nella calda fonte;
arrossì un poco,
vedendoci vicini,
il pendìo del monte.
Piangevano i grilli
i giorni della loro
stagione più bella.
E comparve a Sud,
fra nubi, una stella.
“È solo un aereo”
mi dicesti; leggevo,
ormai nei tuoi occhi
ogni parola che sapeva
di cielo, memoria,
cicale e sole.
Cucisti la tua storia
fra le prime appiole.
Spingesti lontano
orizzonti d’autunno.
mano per mano,
cullando la sera.
In quell’ abbraccio
fu di nuovo primavera.
Dolce fremeva l’uva
sui filari d’oro.
Parlammo di mare,
di cielo, di lavoro.
Poi un bacio, chiuso
nei raggi del tramonto,
un gracidìo di rana,
la corsa d’una lepre
alla sua tana.
Indossava già il prato
i veli di un’altra sera,
da lontano, un mormorio
sommesso, una preghiera.
Discesero piano dal ciel
tutte stelle nella fonte,
stringesti la mia vita
e le sue impronte;
accarezzava piano
il sole il suo orizzonte.
Forse un giorno o un’ora
sola ci siamo amati,
o forse una vita,
come ogni storia
che nasce, che
non sarà mai finita.
Spezzo e riallaccio
le nostre catene.
Percorro una vita
che non m’appartiene.
Non ferma una conchiglia
il vento del mare.
Lo trasforma in canto,
in ricordo
e in poesia.
S’allontana
l’ autunno.
Non c’ è malinconia.
– accetto il regolamento
LA SCHIUMA SUL CAPPUCCINO
Benedetta sia
la schiuma sul cappuccino,
la preghiera con cui ti bacio
la mattina.
E scende piano il giorno,
il pensiero di te
inaugurato ancora
col tuo latte sacro,
arcano,
che scende nelle viscere
tra musiche da bar
e lancette amare
appese alla parete.
Percorri reticoli,
ribosomi pazzi
che decidono in segreto
che tu resti,
scendi fino al delta
di una carne arresa.
Sei
prima del peccato originale
la schiuma bianca
che s’increspa sul mio mare.
Accetto il regolamento.
Millefiori
Sinuosa veniva dai templi,
i suoi ricci d’onice,
sconvolti dal Libeccio insolente,
come spuma bruna d’onde mediterranee.
Mai seppi il suo nome
e neanche lo volli,
ma vegliardo già nel cuore
ancor mi sovviene, della sua veste leggera,
ciascuno dei mille fiori che coloravano vivaci
quella pelle bianco perla.
– accetto il regolamento
Latte e borotalco
Profumo di borotalco
sulle pieghe di velluto
e latte che cola dalla bocca
del tuo bimbo appena nato
che avido succhia dal tuo seno.
Ricordi di mamma e di ninne nanna
di fiori di campo e terra bagnata,
delicate melodie di carillon
e girandole di farfalle colorate
sulla culla.
Dolci sono i ricordi
che stringi forte al petto
e li trattieni, bene prezioso
nello scrigno dei tuoi tesori.
Paola Pittalis
Accetto il regolamento
“Amante”
Ci sono giorni in cui esserti lontana diventa più pesante.
Sono i giorni che vorrei condividere con te.
Perché sono momenti della mia vita che amo.
Emozioni e sensazioni che sono parte di me.
Anche se provassi a raccontarle, non riuscirei a trasmetterle così come sono.
Vorrei tu vedessi i sorrisi, le lacrime, ogni smorfia sul mio viso.
Vorrei mi tenessi per mano.
Vorrei fossi qui ogni volta in cui fingo di essere sola, perché tu non puoi essere con me.
Vorrei fosse un amore possibile, anche se non lo è.
Eppure lo stiamo vivendo.
Amante.
Sì, è quello che sono.
Amante: participio presente del verbo “amare”.
Perché è adesso che ti amo.
Daniela Giorgini – Accetto il regolamento
ESTASI
Vorrei.
Momenti in cui vivere estasi d’amore
quando il piacere sarà specchio di se stesso,
schiacciando e perdendo autocontrolli risibili
di paure imposte da educazione alienante.
Dunque abbandono a ogni passione,
solo conservando il puro godere
senza riserve: io, tremante, perduto,
eppure padrone del fuoco.
Passioni.
Come tempesta turbinando
fuori del tempo misurabile,
coinvolgimento – occhi come prede –
in attesa di una notte diversa
e senza misura, protesa
a liquidi desideri, forse indicibili:
gli stessi che mi hanno già posseduto,
gli stessi che possiedo da sempre.
Estasi.
Che solo l’amore si crede conosca,
che i versi palatini hanno già denudato
e che mi prende in implacabile rito.
Mente, mani, labbra e fantasie ritornanti,
oggetti padroni del mio piacere,
esso schiavo e soggetto al tuo,
tu, silenzioso desiderio dei sensi,
spietata vertigine oggi per me.
Accetto il regolamento
Prima che io muoia.
Dopo ogni ricordo.
Nel mentre, desidero.
Le mani giunte.
Le tinte nere.
Gli occhi fissi.
Le ombre, si sovrappongono.
Almeno loro. E si intrecciano. E danzano.
Come le fiamme. Tremule.
Che il vento piega, ma che non spezza.
Come la notte fonda.
Come la luna tonda.
La luce tra i rami.
I tappeti di foglie.
Nel mentre, ti desidero.
E ti rammento.
Le mani chiuse.
La testa china.
Lo sguardo basso.
Il cuore in gola.
Le corse.
L’attesa.
Il Cristo e la bestemmia mancata.
Il dileggio, sadico male.
L’amore respinto.
Due lingue diverse.
Il tira e molla.
Perché sei venuta?
Torna.
Troverai il passaggio sbarrato.
E proverò ad aprirlo, tirando via ogni chiodo.
E tu fermami.
Senza odio.
Con l’amore che non sai dire.
Ingannami.
Resteremo ancora, dietro quella porta.
Senza più sfiorarci.
Essendoci.
E ti ho amata.
O forse me la racconto.
E tu credici.
Che nonostante tutto, mi piace pensarlo.
E tu odiami.
Che ti riesce.
Perché l’indifferenza, quella si,
che mi farebbe male.
– Accetto il regolamento
NOTTE NELL’OASI
Profumo di gelsomini
nella casa in mezzo all’oasi.
Il vento lieve della notte
portava i lievi rumori del deserto.
Sei venuta al mio giaciglio,
silenziosa come pantera,
nel buio senza luna
rischiarato da mille stelle.
Giovane berbera flessuosa,
nello splendore dei vent’anni,
orgogliosa della tua bellezza
e del tuo corpo di donna.
Schioccavano i rami delle palme,
squittivano i ratti nei giardini,
ragliavano gli asini e lontano
s’intendeva il richiamo del muezzin.
Lunga è stata la notte
nella brezza e nel mormorio dell’acqua
che dolce scorreva tra le palme
portando la vita negli orti.
Ci siamo risvegliati nel caldo
dei raggi dorati dell’aurora,
col canto dei galli,
uniti nel nostro sudore.
– accetto il regolamento
(accetto il regolamento)
CROWN E IL PIPISTRELLO RAFFREDDATO
(sottotitolo : “L’emergenza del coronavirus spiegata ai piû piccoli”
(Alberto Diamanti)
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Dentro un goffo pipistrello.in un lontanissimo paesino
a testa in giu con lui c’era un piccolo microbino
Crown era il suo nome e stava sempre al centro
di quel goffo pipistrello : lui stava sempre dentro!
Ma ad un tratto al pipistrello, sempre a testa in giû
gli prese il raffreddore… “Etciù, etciù, etciù!”
Crown, fu espulso da quell’animaletto
senza sapere che per gli altri…lui era infetto!!!
E così senza saperlo fino in fondo
cominició a vagare per il mondo
non immaginando per sua troppa ingenuità
che era pericoloso, per tutta l’umanità.
Allora tutti i bravi governanti
dissero alla gente : “Ehi, voi, che siete tanti,
dovete prendere degli accorgimenti di base,
e intanto state tutti dentro nelle case.
Lavatevi sempre le mani, e in ogni caso
mai metterle negli occhi, in bocca e naso,
fino a che Crown tornerà ben bello
a casa sua, dentro il pipistrello !!!”
E intanto, scenziati medici e dottori
mentre tutti noi non potevamo stare fuori
dalle nostre case, loro, in tutta sicurezza,
prepararono in gran fretta con destrezza
una medicina veramente eccezionale ;
e Crown che c’era rimasto molto male
per aver creato tutto questo inghippo
disse : “Di disagio ne ho creato anche fin troppo
vagar nel mondo,, non é stato così bello…
…me ne ritorno là, dentro il mio pipistrello!”
E così Crown senza il tempo di un saluto
se ne tornô da dove era venuto…
Il pipistrello lo vide : “Svelto, torna qua!”
…e rimase li dentro per l’eternità
convinto che solo quella era la sua meta.
Per salvare tutti noi ed il pianeta.
CON TE
Oh dolce farfalla che voli tra i fiori,
t’imbevi di rugiada e di profumi
e regali il sole guardandoti volare.
Ti sei posata leggera sul mio libro
quasi a voler nascondere le parole
ed io ti ammiro e con te vorrei volare.
Leggo con te che sfarfalli tra le righe,
mi distrai e non capisco più ciò che leggo,
son parole, è musica, è una canzone,
è la dolce melodia del tuo candore!
Oh dolce farfallina bianca come la neve,
chiudo il libro e ti sfioro con la mano,
mi accarezzi e poi ti allontani,
mi hai lasciato il tuo profumo
che tengo stretto stretto al cuore.
Ho il libro aperto tra le mani,
ti aspetto tra le pagine per cantare
un nuovo motivo e poi volare,
volare con te verso l’azzurro,
ti prego oh farfallina prestami le ali.
Con te volo con le ali che mi hai prestato,
voliamo insieme verso l’azzurro,
quell’azzurro lontano mai dimenticato!
– accetto il regolamento
Incoscienti!
Io, la Terra, sono una cellula dell’universo infinito
e voi, Umani, il cancro che mi corrode.
Ho la febbre. La temperatura sale. Ho le convulsioni.
La CO2 mi avvelena e il rigurgito di plastiche si dirama
per le mie vene di fiumi fino al profondo mare.
Come madre sono prodiga col mio seno.
E sono matrigna. I miei frutti sono avvelenati da conservanti.
I pesticidi uccidono le api, dissipano il profumo dei fiori.
Gli habitat vengono distrutti. Esseri viventi sono a rischio di estinzione.
I vostri figli respirano e mangiano i veleni delle terre di fuoco.
Io tremo e voi ridete. E vi fate le guerre. Incoscienti!
Voialtri sapienti comprate prodotti “alla spina”, a km0.
Usate borse di juta e accettate regali non incartati.
Io sono in agonia, mi sto inaridendo. I miei polmoni bruciano.
Non riesco più a controllare le stagioni e i colori sbiadiscono.
Limitate i consumi e sappiate accontentarvi.
Piantate alberi! Piantate alberi! Sono la mia tachipirina.
Le acque dei ghiacciai disciolti innalzeranno i livelli dei mari.
Poi evaporeranno e si dissolveranno con l’atmosfera.
Non voglio diventare come Marte, perché la Vita morrebbe.
Insieme la cellula e il suo carnefice.
Antonio Croce
Accetto il regolamento
Se ami
ama senza risparmio
Se scrivi esagera
Se balli lancia come un birillo il corpo
Se dipingi buca la tela
Se suoni
parla con Dio
Se muori fallo fino in fondo
Ma se vivi
vivi
Cercati un ciuffo d’ erba e fanne la tua tana
Cosi che quando abbracci avrai in mente quel groviglio
e il sapore del latte appena munto
Della vigna il succo del vino
Del campo il pan di zenzero
Porta sempre con te la musica sonnacchiosa delle note sciamanti
Il cuore in fondo è un alveare errante
Antonietta Fragnito
Accetto il regolamento
È questa idea di te che trema
contro un orizzonte di quiete,
il senso carezzevole d’ un pensiero
che non ha argini sul giro del mio cielo,
l’essenza di una malinconia
che d’un fiato cresce e muove in me
e va seguendo l’aria di ieri
per le viuzze ingiallite dalla luce d’autunno.
Sono d’intorno gli addii e i fuochi
che ho accantonato dietro il cuore,
il vocìo del vento che tra strada e strada
mi reclama nuove stagioni sulle guance secche.
Ma poi altro non è, mio bell’amore,
che questa triste meraviglia che mi danna,
i silenzi che arrugginiscono piantati nei ricordi.
Così io ti tengo, così rimani agli occhi miei.
E mi scopro come la prima aria della primavera
in quell’ attimo di felicità
che in alto, più in alto combacia
col velo fitto di nuvole colme.
– Accetto il regolamento
Noi dai mille nomi
Bocche in sussurro…
Occhi in sorriso…
Mani in ricerca…
Anime in attesa…
Noi
nell’etere del mondo incontriamoci,
in quell’angolo di fantasia amorosa
nascosto da rami di voglie
da foglie di sussulti
da teneri fiori di appagamento
Noi
due menti che rincorrono le luci della notte
e mischiano parole con silenzi
piaceri con nuovi desideri
sulle rive del gioco
all’odore di mare
Noi
che abbiamo imparato a volare
con l’aliante dell’anima
sorvolando deserti rigogliosi di noi
annegando tra le infinite onde
del mare del desiderio
Noi
dai mille nomi…
Accetto il Regolamento.
Daniela Cavazzi
Sarò libero
Libero,
libero,
mentre vado via in punta di piedi,
dalla desolazione caotica della mia città.
Da queste strade sdrucciole piene di lacrime,
Dai quartieri,
che parlano di una vita,
che avrei voluto cucirmi addosso in modo diverso.
Lasciami libero,
libero di andare.
Più forte del vento contro le chiome degli alberi.
Anche nella magia della notte piena di pensieri.
Salire verso il cielo.
Tra la luce fioca dei lampioni.
Lasciami andare dolcemente,
mentre tutto quello che ho dentro,
riaffiora dagli abissi.
Come il volo di una farfalla verso l’ossigeno.
Sono stanco di vivere come vorrebbero gli altri.
Che mi giudichino pure,
perché
voglio essere libero, libero di amare.
Non ho più tempo
Perché ho fretta di essere ciò che sono.
E non soffrirò più.
Camminerò tra la gente,
stringendo forte la tua mano
Fiero di quello che ho fatto.
Di tutti i biglietti aerei e le strade imboccate.
Per correre verso te,
più veloce della luce.
E per ritrovare me stesso in ogni angolo del mondo.
Dimostrandomi che nonostante tutto
posso essere felice,
voglio ballare anche se sbaglio tutti i passi,
non importa se mi spettinerò l’anima.
Voglio essere libero,
libero di uscire dal torpore,
della paura di non poter dire
quanto le cose dell’amore
siano semplici.
Voglio essere libero,
di non essere amico dello specchio.
Libero, libero
come il cielo infinito.
Perso nel blu di mille ali più luminose del sole.
Sarò libero, libero di respirare,
lontano dalla mia stanzetta minuscola,
e dalle menti schiacciate.
Dalle voci che corrono,
e che non fanno più male.
Sarò pronto,
riempirò le stesse forze
con cui sono nato,
troverò le mie stesse bellezze del cuore.
Senza mai cadere.
sarò libero, libero
di sentirmi bene.
-accetto il regolamento
Accetto regolamento.
Lei tra il lago e il mare
Lambiva appena il cielo l’aurora
e già l’infrangersi del mare
burrascoso al nuovo giorno si presentava,
dopo aver trascorso la notte
senza trovar tregua.
Sulla battigia il mare s’infrangeva
mentre lei di lì passava
persa in una fuga senza meta,
con la sola zavorra di lacrime,
che da cristalli di brina,
il viso le percorrevano.
Dallo sciabordio delle onde
i piedi si lasciò accarezzare
intanto che si rincorrevano in un gioco
che ai giorni di fanciulla
a lei trasportava, molto prima
che dell’attraente lago s’innamorasse,
che con il suo fare mendace la sedusse.
Sol che dopo la sua natura rivelò
e nel fondale di fango la segregò…
Il sale delle lacrime si unì a quello del mare
e quieto lui divenne,
cingendola in una carezza.
Ella s’immerse per unirsi
come per congiungersi
all’amor verace, che l’accolse
tra le vigorose ed accoglienti braccia…
SENZA FIATO
Brezza
Dal mare
All’alba
Abbracciati
-Mare e cielo
Senza fiato-
Nel bacio
-Dell’eterno
Fuoco nella
Fontana
Dell’amore
Senza fiato-
Solo ardore
E sognare
All’alba
O navigare…
— accetto il regolamento
LE VERITÀ
Mi chiedo
esistono amori possibili o son tutti sogni,
proiezioni di favole antiche,
di ricordi,
e di sensoriali bisogni.
Esistono amori o son false proiezioni
che intravvedi in un parter desiderato
nell’infantile in esso l’alter ego,
una parte di te o la tua soluzione a inconsce necessità o aggrovigliate
tue emozioni.
A immagini stereotipate,
A concrete esigenze anche immediate.
Non solo di corpo, come fame reale,
ma anche d’arsura e di sete di conoscenze diverse per completare te stesso,
in una crescita continua che guarda al cosmo come parte totalitaria ed integrale.
Vagar di fantasmi nell’infinito,
energica onda che si espande emanata dal corpo,
di cui il sesso,
non è movimento di corpi ansimanti,
nè solo piacere,
nè spamodico amplesso d’amanti.
Sono scariche chimiche che alimentano nuove energie
tantriche gioiose emissioni d’impulsi
che esplorano nuovi percorsi,
lasciando alle spalle le antiche vie.
Si cerca la completezza di biologiche
alchimie
attraverso neuroni,
ricercati
nell’altrui cerebral formazione.
Su binari tracciati dalle sinapsi
percorsi alla velocità stratosferica
da rigenerati fulminanti fiammate
che bruciano energie
e lasciando stremate.
@ Mario Italo Fucile
accetto il regolamento
Attraversiamo la notte in silenzio
Senza fare un solo lamento
senza piangere o ansimare,
torniamo ogni sera al faro
per guardare la Notte che arriva.
Siamo cacciatori di lucertole,
nelle notti di luna piena!
Di stelle sotto il sereno.
Vorrei capire, anche per te,
chi siamo e da dove veniamo.
A me basta la luce del tuo sorriso
per continuare nella traccia
dei tuoi sogni bambini.
Stupidi che siamo
ridiamo, scherziamo,
moriamo
come formiche annegate dalla piena.
Eppure io sento,
dentro le vecchie case,
fiorire ancora rose
e carezze per gli amanti,
e lucciole per gli ubriachi
e sangue per le giovani volpi
e martiri per i soliti ingenui
e tutto, senza una linea di sospensione.
Attraversiamo la notte in silenzio,
un incubo o un sogno saranno i nostri miti
e torneremo, con più vento, a saltar sulle cime dei Pini,
nelle tempeste di Sole che accecano le nostre giornate,
arse dal livore dei Santi
e mescolate al latte dei bambini,
che, intanto, crescono,
come lucertole sulle murate bagnate dal fuoco!
– accetto il regolamento
Nel vento
Nel tempo e nello spazio
sei tra le mie braccia, nuvola che fuggi
spinta via dal vento e fuggendo
piangi l’essenza che si scioglie.
Dall’alto vedi gli alberi contorcersi
nello sforzo di staccare le radici e volare,
l’erba selvatica bere allegramente le tue lacrime,
la città fusa nel vetro come una pietra lucida
dal cuore freddo e immobile
che attende il tuo svanire.
Uomini che imprecano a te e al vento
all’ottuso scorrere del tempo
altri che inneggiano e vorrebbero strapparsi
dalla terra essere come te che fuggi.
Ma senz’orma il vento ti dissipa
e ti dimenticano gli uomini in cerca altrove
di un avversario o di un conforto.
Rimani tra le mie braccia come un sogno pensato
come un’immagine della vita e dell’uomo
paurosi e fragili, spinti dal vento inesorabile.
Marcello Comitini
– dichiaro di accettare il regolamento
Chiave di violino
Sento l’archetto sento l’estate
sento ed immagino il piglio perfetto
la spalla che regge novello Atlante
il mondo che fugge veloce e costante.
Le note che seguono i passi di ognuno
serrande ormai chiuse ed in strada nessuno.
Tu entri ovunque laddove nessuno riesce ad entrare.
Oh giovane musico, tenace esploratore .
Tu hai la chiave perfetta e di violino il cuore.
Alessandra Sorcinelli
accetto il Regolamento
Lirica interessante e significativa, forse andrebbe un po’ più curata la musicalità dei versi.
Non tarparmi le ali
Non tarparmi le ali
maledetto uomo,
lasciami in pace
tra i miei battiti interiori.
Non pugnalarmi
di ignare frustrazioni,
Non insultarmi
con inutili dicerie.
Non affogarmi gli occhi di lacrime,
Non spararmi il tuo ispido veleno
in uno sguardo desideroso di pienezza
Non mantenere promesse
di bontà futile,
Non strapparmi i capelli
per vani litigi.
Basta lividi sulla pelle
e ferite del tuo sangue versato sul mio seno.
Lasciami echeggiare
nella celeste leggiadria
Lasciami libera,
di diventare una farfalla dorata
pronta a posarsi su variopinte corolle.
– accetto il regolamento
Claudio Esposito
Volo Bucarest Zurigo
Montagne di nubi
E cielo sopra un altro cielo
Un nuovo cielo sotto
Un altro e un altro ancora
E sotto ancora un mare
Di nuvole in tempesta
E in giù di nuovo un mare
Sembra vero….
E monti e valli e schiere
Di nuvole in cammino
E terre sopra il cielo
E cieli sotto il mare
Un lago nell’azzurro
Riverbero irreale….
Ma cosa è mai reale
In questo vagare opaco
In questo volo cieco….
Forse soltanto un’eco
Di quelle tue parole
L’immagine sfocata
Dei tuoi occhi dentro il sole.
– accetto il regolamento
CAMPI D’INVERNO
Non sempre all’aratura segue la semina,
non sempre possono nascere fiori
dalla corteccia, dal profondo del tronco.
Quando gli spifferi entrano dalla finestra
continua a bussare la tua mano
con voce forte, s’accartocciano
le foglie e s’appassiscono le rose
e i gabbiani venendo dal mare
seguono il trattore del contadino,
come fossi vivo, come fossi carne.
E lo sei nel fuoco e nella brace del camino,
nella nuvola fosca che incombe all’orizzonte,
nel rosso delle solite stelle di Natale
e in quelle luci appese
che s’accendono e si spengono.
S’accendono e si spengono
come i fili e gli intrecci della vita
che ricamano la stanza e ballano
e penzolano nelle giornate ventose sul trionfo
della vita sulla morte, scherzosa e acerba
sul portone già serrato, che s’apre ogni mattino
a un’alba nuova, ma in fondo già sempre stata
– accetto il regolamento
PERDERSI
Perdersi negli occhi
In un giorno di pioggia
Lasciando sole le parole.
Credendo nel mondo
Nell’anima di quegli occhi.
Perdersi per un pianto
Per una vaga sensazione
Credendo ad una voce
Falsa e distruttiva.
Perché non si dica
Ti credevo di averti perso.
Nelle vani notti
Ritrovarsi e credere
Di amarsi sempre
Per non perdersi Mai, mai, mai!
Perdersi solo negli occhi
E non nell’anima.
Accetto il.regolamento
LACRIMA DI LUCE
Siamo composti di solitudine.
Catene che pesano nel grembo
come il turbinio del vento
che spande silenzio nella notte.
Sempre assorto rimane il canto
dove nessun frammento d’amore
s’annida nell’alito del mondo.
Danze di farfalle
cesellano la magia di mille colori
incesti che dipingono
occhi senza alcun respiro .
Così remoti nel canto.
Così persi
dentro una lacrima di luce
– accetto il regolamento
E POI TU
Vorrò librarmi con queste ali stanche
inerpicarmi sulle irsute chine,
varcare passi e sulle cime bianche
suggere manna sopra ai sassi – a sera –
quando già l’ombre insidieranno il giorno
e colerà neve sul buon cammino.
E poi tu, sempre a fianco – la sostanza –
fatta di sangue e carne
con quest’anima mïa tra le mani…
Tu ed ïo – in amalgama –
come un pugno di sabbia
dentro la bolla d’un tempo infinito.
– accetto il regolamento
“Ma giù stancat e te“
(corona virus )
All’impruvvìso
zitt , zitt
si trasut int’a’ vita nost
accussì
sènz ca’ nisciuno ta vvitat.
Senza permess
con arroganza e mala creanza
ma chi ta mannat o’ Pate Eterno?
o si vunut tu
e capa toje.
T faccia sta domanda impertinente
pechè,
ma pare che si tropp strafuttent
Pare che ci vuò fa nu rispiett
che ci vuò fa pavà nu tuort fatt
Famm capì
qual’è l’intenzione
e pechè fai accussì.
Si pò è volontà ro pate eterno
allòr si
calamm a’ càpe
tras
fa chell ca cià spett
ma fall e press e nun ce fa penà
Poesia di Salvatore Ambrosino.
“Stanco di te”
All’improvviso
in silenzio
sei entrato nella nostra vita
come ti pareva
senza che nessuno ti ha invitato
senza permesso, con arroganza e mala creanza
ma chi ti ha mandato il Padre Eterno?
o sei venuto di tua spontanea volontà.
ti faccio questa domanda impertinente
perché sembri troppo strafottente
sembra che ci vuoi fare un dispetto
che ci vuoi punire per una offesa fatta
Fammi capire
qual è lo scopo e perché ti comporti così
Se invece è volontà di Dio
allora si
abbassiamo la testa
entra
fai ciò che devi fare
ma fallo subito e non ci fa penare.
Accetto il regolamento
QUANDO
Quando io sarò morta per te
Non avrà più senso vivere
I giorni grigi
Passeranno veloci, senza ricordi
Io continuerò a respirare,
a vivere, a lottare
ma per te non esisterò più
Viva passerò fra la gente
Come un fantasma
Alla ricerca di qualcosa
Che non troverò più
Di qualcuno lontano
Tu incontrerai altri occhi
A loro parlerai
Con il tuo sguardo.
Vedrai altri volti, altri sorrisi
E sorriderai felice
Non sai, ignori
Che io sono morta
Costretta a vivere
In un mondo grigio
Non più blu
Eppure era bello
Il tempo in cui tutto era blu
Perché c’eri tu.
– accetto il regolamento
Distanze
Le distanze questa notte sono oblio
di te che mi componi ogni memoria
e dei tuoi seni ancora sul mio petto
a scalare montagne e irti desideri
che graffiano la pelle come sassi
e accendono il sole anche nel buio
Averti non è voglia né possesso
è uno stormo di passeri che migra
oltre ogni mio pensiero disperato
è la tua intersezione come un gesto
che mi porta dove voglio andare
oltre le tenebre e oltre tutto il resto
che non riesco mai ad immaginare
Le distanze sono appese ad un soffio
che lieve ancora ci avvicina al sogno
in un andirivieni che ci sconvolge e preme
fino a raggiungere ogni tuo dolce confine
e darti amore che d’amarti ancora teme …
Italo Zingoni – RACCOLTA DIFFERENZIATA – 2013 – INEDITO – t.d.r.
-Accetto il Regolamento.
Tutto o nulla
Amo le tue labbra
Morbide e profumate
Amo le tue dita
Lunghe e affusolate
Premonitrici di passioni sul mio corpo che arde
Amo il tuo sorriso
Le tue giacche consunte
Amo il tuo fare goffo e impacciato
Il tuo guardarmi con desiderio celato agli occhi del mondo
Amo tutto di te
Godo di niente
A me é toccato il tutto o il nulla?
Chissá…
Graziella Mancini
Accetto il regolamento
PALINGENESI DELL’IO
Le notti solitarie d’incenso
Immersi in apnea emotiva
Alla cosciente ricerca
Della palingenesi dell’io.
Mi inseguo e mi agguanto
Nei respiri infossati
Che spaccano il vuoto.
È un sussulto spogliare
La ricchezza archetipica
Che ci appartiene.
È un tremito toccare
Il seme primordiale
Da cui discendiamo.
Giuseppe Chico accetto il regolamento
Io amante, noi amanti.
Mi interrogo spesso
sul senso della vita.
Stringo forte le tue dita
perchè possanno accogliere la mia passione
e tutto il desiderio del tuo profumo
dell’incedere felpato sulle vibrazioni del cuore
della vocazione che è in noi e per noi,
del bisogno di volare con i propri sogni
e di incontrarsi nell’amore
che ci sublima oltre le nuvole
e ci anima
rivelandoci il nostro essere amanti
che vivono
che soffrono
che muoiono ogni giorno
in silenzio
senza accorgercene.
Francesco Paolo Catanzaro
Accetto il regolamento
Ma andare a capo ogni tanto, può trasformare una prosa in poesia?
Non credo proprio.
Ardue salite,
ripide discese senza fine,
anima e corpo in silenzio.
Frammenti di vita e cuori innamorati
in quella piazza …
tavolini di algido metallo
coppiette incuranti d’un sole timido,
maliziosi sfiori,
scambi leggeri, senza pudore alcuno
e passanti incuranti.
Storie di vita trasportate da stormir di fronde,
fiori profumati,
e le campane che segnano il tempo
fino a sera tarda.
— accetto il regolamento
IO COME TE
(poesia contro la violenza sulle donne)
Io come te
e come tante altre.
Io che da sola mi devo bastare
io che sono la mia famiglia.
Le violenze come graffiti nelle caverne
sono incise nella cera degli anni
mentre il tempo sopisce e logora
con intarsio di pause
doloranti emozioni.
Il silenzio è muto d’ogni luce
e la pietà è un’angoscia immobile.
Il mio viso è infangato e stanco.
ma mi cullo nel domani
perché sono innamorata dell’amore
dell’amore che lui non riesce a darmi.
Così aspetto:
tra partenze e distacchi
tra baci e violenze
tra albe e risvegli
la favola della mia vita.
Aspetto che il mostro
si trasformi in principe azzurro
e che quelle mani callose di bestia
possano accarezzarmi come ho sempre sognato …
ora
anche pagando l’ultima tangente di dolore
la ferita non si rimargina.
Non c’è nessuna sutura possibile
perché da sola non ce la faccio.
Alzo le mie braccia
in segno di resa
poi mi accascio a terra
come fiore appassito,
calpestato dalla pioggia.
– accetto il regolamento
LA MASCHERA DELLA VITA
La vita mi ha donato
questa maschera che io mi porto addosso
la tengo stretta al viso
e in lei mi riconosco
Quando son triste
ed i pensieri assillano la mente
in lei io mi nascondo
dallo sguardo della gente
Sul palco della vita
l’indosso come attore
proteggendomi da fischi o applausi
quando entro in scena
sotto il riflettore
Al calar della sera
la ripongo sul fondo del cassetto
lo chiudo e poi mi specchio
per osservare i mio viso, le mie rughe
e rivedermi vecchio
Sorrido, piango
e poi sorrido ancora
la tolgo dal cassetto
e poi l’indosso
…ancora come allora…
Non è la maschera
della falsità e dell’ipocrisia
ma è il mio vero ego
qualunque esso sia
Ognuno ne possiede una
E la tiene stretta a se ogni giorno
per tutto il suo cammino
come in un eterno girotondo
Su questo enorme palcoscenico
la tiene custodita
per questo grande spettacolo
messo in scena dalla vita
— accetto il regolamento
IPOTESI
Ipotesi
effimero dell’uomo:
se Dio non ci avesse creato,
se Eva non peccato,
se la filosofia di Schopenhauer
fosse ascoltata…
L’umanità si estinguerebbe…
Ipotesi
sono la consolazione,
mentre ti trastullo soddisfatto,
un po’ di zucchero nel caffè rovente.
— accetto il regolamento
BRECCIA
Si disvela in semasia
qual turbinio una breccia
a tradir la pelle – vorrei, dispersa.
Ma saprò esserti sì – muta d’ansia
in anelito a tua poesia di sete
essendo gocce -cos’altro, del congiungersi?
In riva a mondi fragili
non sia riscossa amore che mi impura,
è qui e mi spazia il viso d’abat jour
in foce dove giaci – e resti a me.
– accetto il regolamento
Scorri dentro me
Scorri dentro me
percorri
distese, colline,
assapora
candide amarene,
nutrimi
di carezze di fuoco,
accendi le voglie
quando sull’orlo del brivido
nel delicato ondeggiare
sento l’acqua scorrere.
Ti trascino nella mia alba
per toccare la follia
che ferma il respiro
come musica incessante
finché l’alta marea non ci sommergerà.
Giuseppina Carta
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
La libertà della farfalla
Esplode dall’eterno passato
la malinconica dolcezza,
non avvezza a gestire un simile folle estuario amoroso.
La pressione del coinvolgimento
sconsiglierebbe nuove poderose emozioni,
ma il desiderio delle tue invocanti labbra
dopo l’autenticità del nostro abbraccio
sconsiglia il rimorso e l’infinito suicidio
di non aver provato ad assaggiarle.
Inconsolabilmente all’inverso
nel presente
corro il rischio di dover accettare
che tu essendo solo tua,
mi farai rabbrividire col gelido inverno della tua assenza.
Per proteggermi
dovrò dispensarti di me,
ma se pensandomi odierai anche solo il timore della mia inesistenza,
destandoci dall’orrore possibile,
in ambasciata invierò l’armonico e delicato battito d’ali
della mia ingenua farfalla,
che ispirandoti il calore del mio sorriso,
tramite i suoi delicati colori di libertà,
ci adescherà nel suo eccentrico e luminoso volo
senza fine.
LA SALAMANDRA
Spesso non so davvero
Quale anima appartenga
Al corpo che abito;
Lupi e uccelli,
Cavalli e tartarughe,
Abitano la selva
Ma quasi tutte le creature
Hanno cercato di nascondersi
Nel cuore degli alberi.
Tu, confine del mare
Troppo spesso raggiunto,
Concedimi un’eccezione
Per poter dirti oltre.
Ma il confine è di fuoco,
Le creature lo temono;
Solo la salamandra si insinua
Tra le fiamme
Oltre la porta.
Torna con addosso
Profumo di donna
E un corpo assente;
Fluttua nell’aria
Qualche istante
Prima di disperdersi…
Abbastanza per innamorarsi.
Marco Fregonese – Accetto il regolamento
La psicosi puerperale
Dal ventre della madre
procedevano nefasti nemici.
Irrompevano feraci dalla vagina,
rompendo le acque placentee
con fitte dilatatorie,
contrazioni rapide travaglio
rivoli di sangue sparso
nella più crudele delle guerre:
il parto.
Non il dolore di un figlio ucciso,
non quello di un figlio tradito
non quello di un figlio malato.
Ma quello di aver procreato,
perso per sempre qualcosa di sé
per un altro sconosciuto e nemico.
Succhia vorace il colostro, la forza,
gli anticorpi, l’anima stessa.
Nato all’odio in un funesto giorno
perse il figlio la madre nel gorgo
della disperazione inghiottita,
privata di sé nel latte profuso,
nel mare della solitudine persa.
E’ lui il dolore dell’assenza e della privazione.
Della violenza e della sopraffazione.
Di Lei, l’Invincibile, la Pura,
la Vittima sacrificale: la madre.
– accetto il regolamento
INES ZANOTTI
4 Gennaio 2021
GREVE DIADEMA
“Incombe devastante e muto
sulle vite del pianeta
il germe della piaga.
Penetra slealmente
e incute terrore
l’incontro col contagio
e la funesta sorte della morte.
Limitati siam di libertà
e demoliti nel futuro:
respiriamo a intervalli
frenando un abbraccio
e zittendo ogni parola.
Pure le strade
tacciono d’umanità
sciorinando solamente aria
sazia di cinguettii e scampanii.
Cala come neve il silenzio
sui nostri pensieri
e si adagia sulla nuda terra
quasi il mondo si fosse fermato,
e ogni cosa svanisse
in un eterno oblio…
Si è impadronito di un nostro tempo
il CORONAVIRUS !
Ma nel nostro DNA portiamo i geni
della speranza e della fiducia,
pertanto la vittoria su questo male
ci farà volgere lo sguardo
verso il sorgere di nuovi giorni…
ancora…”
Accetto il Regolamento
Giovanna Fracassi
Intensità
Nastri rossi
fra i brividi
stretti al petto
fiaccole accese
danzano
come stelle sulle onde
trema il riverbero del fuoco
nello sguardo assorto
mentre l’animo stupito
rinasce
al suono antico
di un richiamo lontano
dal profondo della foresta
dove tutto sembra tacere
in un infinito senso di quiete.
Nevicano
fiocchi di speranza
sulle labbra offerte
sull’intensità
di questo mio vivere
prima di sciogliermi acqua nell’acqua.
Accetto il regolamento
IL TUO NOME
Ti amo. E il tuo nome
ho sussurrato
stringendomi a te.
Ho sussurrato al tuo cuore
che ascoltava il mio silenzio,
ad un sogno
di strade illuminate,
di danze nel vento, di un calmo riposo
accarezzando i tuoi capelli.
Ti amo. E il tuo nome
ho gridato
cercandoti.
Ho gridato
al duro risveglio
da sogni uguali a prima
che mi incatenano a un’ombra,
all’incubo di un ricordo
che non è vita,
di una strada buia
dove solo l’eco
risponde al tuo nome.
E’ il mio ultimo grido,
il più forte
il più disperato,
è il mio amore immenso
che non è abituato
a non averti,
è la causa della lotta
che oggi mi toglie ogni forza
tranne quella, immensa,
del tuo nome.
–ACCETTO IL REGOLAMENTO
Meglio le tue mani
Al centro del pensiero
E’ qui che incolli tutte le pareti alla primavera del tempo
Nella morsa del corpo
Immagina quanto voleremo insieme
Ogni volta in due minuti
La scusa di una sigaretta
Neppure così tanto
Aspetto che mi spogli
Sempre a capofitto
Per sfiorare le foglie dell’ulivo
Non ho niente da fare
Questo il bianco della luna
La cordicella della sfida
Un fulmine da me a te
Tra silenzio e terra
Asfalto e lenzuolo
-Accetto il regolamento
MI ERA DAVANTI
Mi era davanti con gli occhi spenti
ci siamo amati e emozionati, non è più lo stesso
mi sembra di vedere un volto estraneo
mi ha dato amore anche quando non lo cercavo
ora son pronta neanche mi guarda
io sono sempre la stessa lui è cambiato,
amami amami era il suo grido disperato
non sono più io l’amore delle sua vita
me l’ha giurato tante volte
mi ero illuso fosse solo mio e di nessun altra,
solo ieri mi faceva sentire una regina
lui il mio principe sul cavallo bianco
amami amami ora sono io che lo chiedo lui non ascolta
vorrei tornasse quello di una volta
ero un fiore con tante api intorno, ho scelto lui
fece salti di gioia gli amici l’hanno invidiato
mi ha baciato anche dove non doveva
mi sono sentita donna, sentita importante,
vorrei rivivere le stesse emozioni di una volta,
truccata e ben vestita mi sono fatta bella per lui
ho usato tutte le armi che ha la donna
il decoltè, la gonna corta stretta un vita
era l’ultima speranza aveva sempre funzionato,
non ha capito che volevo lui, cercavo aiuto,
lui ha chiuso la porta e se ne è andato
non l’ho più visto non l’ho più cercato
si è innamorato della mia migliore amica,
l’amore non l’ho più cercato troppo delusa dalla vita,
gli uomini sono tutti uguali prendono quello che vogliono,
mai credere ai tanti ti amo sono in quei momenti
strappano il cuore, un’altra è già pronta.
– accetto il regolamento
IL SAPORE DEL CORPO
Il corpo infine si distese
nel sussurro armonioso
di un bisogno supremo
di carezze
concentrando l’energia
del donare e dell’avere,
liberando tutti i sogni
in estatiche dimensioni.
Divino l’avido tatto
nel raccolto finale
di un nuovo fragore
distinguendo emozioni
regalando saggezza
in perle di sudore
miste a gocce
di nuovo rossore.
Amore e vita…
semplicemente
uno strumento accordato
sui ritmi del vero sapore.
Maurizio Alberto Molinari
Accetto il regolamento
Polpastrelli lucenti
Spudorata notte,
brillante e acerba,
antica cospiratrice di sogni,
parlami di me.
Luna, dea bassa,
argenteo sorriso a mezz’asta,
m’hai trafitta con l’ illusione della tua voce fantasma.
Un rosario di corpi celesti,
fuggitivi astri,
oggi,
domani,
per l’eternità,
con la biforcuta idea che non si arrende.
Bocche spalancate,
osceno siparietto della mediocrità,
eruzioni velenose.
domandano giustizia allo sconfitto,
ma mai si chiedono cosa non hanno fatto.
Scostumata oscurità,
attrice di verità inconfessate,
incanta la mia guardinga esitazione
e bruciami sulla schiena delle stelle,
irriverenti arcelle,
come dita nel blu,
polpastrelli lucenti
… senza dubbi di nascita o latrati di morte,
la vulva sanguinante del vagito e l’inutile frontiera del lutto,
perché il cielo, acquasantiera di graffi, colmo di noi… ha visto tutto.
Dichiaro di accettare il regolamento.
Monia Minnucci
… in attesa di nuove albe
Bianche voci volano
in cieli di seta stellati …
Solleviamo i calici ai misteri
dei nostri cieli neri luminosi,
alle nostre lune storte quotidiane,
all’ombra di tramonti
in attesa di nuove albe
che ci porteranno verità
sconosciute all’animo umano …
di menti libere da mani occulte sporche …
in un tempo di persone
che pensano solo ai loro tornaconti …
Accetto il regolamento
Sai che t’amo
Di un pensiero m’arruffo,
inconsapevole progetto
che rulla tra le mani.
E annuso l’aria fredda
dei tuoi polmoni, l’aspiro,
e folate di nuvole sparute
inseguono le mie parole…
non le tue, spossate, bianche,
che sono sazie dei tentativi
di rincorse abiette per le scale.
E di me che urlo di me,
dei silenzi senza tregua,
della voglia di tenerezza
– perché sai che t’amo-
e di un altro me che ti capisca.
Sei la forza dei tuoi occhi
e mi rapisce la curva delle spalle,
all’altezza del mio cuore,
anche i tuoi battiti più forti dei miei,
in una luce distratta che non fa giorno.
Accetto il regolamento
letti sfatti (ti) scorgo
nelle sale d’aspetto
in forma di macchia
per non affezionarsi
alle giornate in vestaglia
perché amore è far vivere
ciò che cade
Accetto il regolamento
Liberi spiriti ribelli
a C. G.
C’è in giro la voce che “In Italia si sta bene!”:
lo dice qualche benpensante, benestante,
perbenista e menefreghista… ma nessuno
dice che viviamo in una società malata,
dove i delinquenti fanno i moralisti
e i malvagi fanno tendenza!
Una società dove i politici,
fossilizzati sulle loro poltrone, indifferenti
ad un malessere diffuso, non vivono
la quotidianità della gente, rinchiusi
come sono in un cieco egoismo:
hanno creato la loro casta, fatta di privilegi, arbitri e soprusi,
immuni alle leggi insieme ai loro servi di partito.
E mentre loro vanno in vacanza con lo yacht,
e qualcuno cerca cibo nella spazzatura,
a noi ci vogliono consegnare alle banche, novelli usurai!
Per non parlare di calciatori strapagati che cantano
e cantanti ipocriti che giocano a pallone,
vigilanti che ti violentano e delinquenti che sono Parlamentari;
uno stato dove chi dovrebbe proteggerci diventa il nostro nemico…
C’hanno confusi approfittando di un’apatia latente
che non c’aiuta, con pensionati allo stremo,
precari con stipendi da fame, disoccupati, poveri…
Oggi siamo tutti minoranza, siamo tutti degli esclusi.
Ci buttano fumo negli occhi con fiction, partite, veline e telenovele
per imbavagliarci e non farci riflettere
sui problemi che ci attanagliano,
dimenticandosi delle nostre esigenze
e di quello che vogliamo per davvero.
Vorrebbero farci emulare comportamenti idioti
e, purtroppo, a volte ci mettiamo del nostro,
non protestando quotidianamente.
È da quest’altra parte dello specchio
che il Mondo va alla rovescia!
Ma noi ci siamo schierati con gli ultimi,
con i diseredati e gli emarginati,
e, convinti del nostro credo,
continueremo a lottare,
perché continuiamo ad essere attuali,
a pretendere le stesse cose di sempre.
Ogni epoca ha avuto i suoi scrocconi e i suoi martiri:
noi vogliamo cancellare i primi e riscattare i secondi.
Noi, novelli araldi, vogliamo ergerci
a paladini di un Mondo giusto.
Assetati di vera giustizia, non correremo
il rischio di cadere nell’oblio, perché la nostra
è una presenza silenziosa, ma fastidiosa,
ed imperterriti porteremo in ogni luogo
il nostro messaggio di uguaglianza;
offuscheremo i vostri volti gaudenti e beffardi,
cari voi che vi credete i padroni del Mondo!
Ci guarderemo negli occhi e, tenendoci per mano,
ci chiameremo tutti “fratelli!” e alzeremo
la nostra voce così che dalle capanne dell’Africa agli igloo dell’Alaska,
alla faccia della vostra omertà,
urleremo forte il nostro grido di libertà:
«MAI PIÙ POVERI!».
Accetto il regolamento
Il coraggio di restare
Chimere s’annidano
nell’ombra della sera.
Polveriera di ricordi
che non voglio destare.
Era immenso, il mare,
lo scrutavo coi tuoi occhi.
Eravamo due allocchi,
senza il coraggio di restare.
Cristina Biolcati
Accetto il regolamento
TACI SILENZIO
Notte buia senza astri.
Piove, e lacrimano le foglie
strette ed anguste degli olivastri,
lava via la pioggia le doglie,
diluendole in piccoli fiumi salmastri.
Piove inquietudine
sulla testa dei suoi seguaci,
animali rapaci,
stille accusatorie sui poeti mendaci,
spacciatori di amenità,
superate solo dalle loro velleità.
Imbonitori con teste d’alloro adornate,
confinati in precisi contorni,
pavoneggiano contenuti disadorni.
Piove e tace,
chi porta fisse nel cuore acute spine,
piove e tace,
chi di solitudine e dolore da sue concubine.
Tace, ma non sa mentire.
Tace, ma scrive
parole che domani leggerà veruno,
parole che non leggerà nessuno.
Tace e scrive,
tessendo storie con i fili del cuore.
Taci silenzio, taci.
Segnerò pagine vuote
con schiere di Carmi,
risorgerò dalle tue braci,
e dal nulla con parole erudite,
sublimi, adamantine e crude.
Tempra nera che ti disarmi,
strappate fuori a mani nude,
parole di lotta contro il tuo oblio,
parole veraci,
tirate dal fondo del mio io.
Piove e tu giaci,
su lenzuola di speranza
coperta di desideri audaci.
Dentro l’anima danza,
ma piove e tu taci.
Sogni di quest’uomo che d’amore
non si stanca,
mira come per te sospira e manca.
Se Fortuna aiuta gli audaci,
Speranza è debile e fallace,
vita può essere mordace,
ma Fortuna temo troppo i tuoi baci.
Intanto piove e tutto tace.
Volgi lo sguardo a questa mia,
che dai lustri passati inbrunito,
cuore di selce intenerito,
infine trapassato e sciolto,
l’inquieta vertigine delle ore,
agli occhi tuoi me stesso
di allora troppo diverso,
coltre di nebbia disperso
infine il nostro amore.
Accetto il regolamento
Silvana Sonno – accetto il regolamento
Mi ricordo
Mi ricordo di te
sì, mi ricordo
e della quercia sotto cui baciasti
per prima la mia mano:
il polso, il palmo, e poi tutte le dita
apprensione e letizia quelle labbra
così voraci e umide, d’umori
che segnavano tracce
ai miei pensieri.
Dello sguardo ho ricordo e del sorriso
dentro cui mi tenesti imprigionata
e dei sospiri, certo
ah, quei sospiri …
Ricordo il tuo sapore un po’ salato
che si mischiava in bocca alla saliva
un sentore d’estate alla marina
di sudore e tabacco
e liquirizia.
Ricordo di una ghianda tra il fogliame
che pizzicava la mia pelle nuda
e il cielo di viola
e le cicale …
Quel che è venuto dopo è già lontano.
COSÌ LONTANO, COSÌ VICINO
Così lontano, così vicino
annidarsi quell’assillo
ripetermi a memoria i detti dei saggi
seguirne le dottrine
provenire da un’altra solitudine
come alieno triste
con una coscienza da genio
nel rigore dell’anima
e l’incomprensione dei propositi
vacillare quella saldezza
sentirmi a casa nei pianeti
– accetto il regolamento
Attraversami
attraversami
come esile soffio di vento
passi su ponte
sudore su fronte
come luce che oltrepassa il tramonto
o eco che sfida il silenzio
attraversami
poi dammi la mano
sono un’ ombra
che cerca il suo sole
il porto la nave
la foglia il suo ramo
attraversami
e rimani vicina ai miei giorni
tienimi stretto
fammi sentire
il rumore del mare
le tue labbra tremanti
due occhi che cercano ancora
un vecchio poeta dormiente.
(accetto il regolamento)
(accetto il regolamento)
IL FIORE DELL’AGLIO
Al riparo
nel grembo della terra
ben al caldo
durante i mesi dell’inverno,
cresce un bulbo d’aglio.
Avvinghia le radici
nel terreno arido e roccioso,
è solo lì nel buio
come nel ventre di una madre
ma percepisce i suoni
del suo mondo intorno:
dalla dolce bonaccia
fino al gelido maestrale.
Alla cieca troverà la via
per far sbucare nel mondo
il suo lungo stelo
sulla cui cima il fiore
perfettamente tondo e verde
ho scorto una sera d’estate.
Se ne stava solitario,
affacciato alla scogliera
ad osservare il mare sottostante.
Altri suoni e panorami
nella vita non conosce
e quando,
sul finire dell’estate,
lentamente seccherà,
anche per lui, quel giorno,
il sole per sempre morirà.
Testardi amanti
Peperoncino sulle labbra rosse
Pizzica come il pensiero di te
Oggi è un giorno pieno di sole
Quanti colori
quante sfumature
Nell’aria tersa.
Correre con te vorrei
sulla battigia
Assaporare la frescura del mare
Desiderio insopprimibile
Di rincorrerci come due bambini
Alla ricerca di una felicità
Innocente e pura
E rotolarci sulla sabbia
Scivolare insieme
Abbandonando sulla spiaggia
disseminata di conchiglie
I nostri vestiti leggeri
Ah! che incanto
Tuffarci tra le onde del mare
Senza pensare al.domani
Gioia infinita
Finalmente liberi di essere noi
Senz’altro al mondo
Noi con la voglia
Di gridare a tutti
Siamo vivi e incoscienti
Testardi amanti
Alla spasmodica ricerca
Di beffare ancora
una volta il tempo
Ladri d’istanti
Che tutti chiamano follie
Noi invochiamo Vita…
– accetto il regolamento
ALLE FINESTRE
Wisteria su potenti tralci
annodati, concùssi
da racemi penduli
grondanti profumi
smisurati.
Sincronìa coi corpi
sopravvissuti a notti
di lune a metà
fin dentro strettoie
luminose.
Questo sei
se cerco il chiaro
fra i sussurri viola
dei glicini accaduti.
Se dei si, appena nati
nella bocca dei miei mattini,
assieme all’odore del caffè,
faccio fogliazióni,
simultanee diacronìe
alle finestre,
per non farmi mai vissuta.
Poesia.
Leone Anna
Visto e accetto regolamento
BAMBINA
Bambina qui mi chiaman tutti
ma vi giuro sul mio cuore
che benché io mi ci sforzi
non ricordo più il mio nome
A 11 anni mi han violata
sul mio corpo come cani
ma io non ho sentito niente
solo il sangue sulle mani
il mio pane è sulla strada
dai miei primi 12 anni
un esercito di uomini
si confondono con gli anni
e scordare è una salvezza
così dimentico le facce
ma l’odore che rimane
non si toglie con le docce
vivon gli uomini di mondo
in simbiosi con il sole
ma per me non c’è speranza
solo tenebre e dolore
e tutti quanti hanno un amore
e molti figli da cullare
io lavoro senza tregua
ma non ho bocche da sfamare
I benpensanti e i moralisti
fanno leggi senz’appello
ma la notte poi ti pesan
come carne da macello
questa gente menzognera
ci racconta dell’eterno
non sa che la morte consola
paragonata a questo inferno
perché poi sei nei gironi
mi ritocca ancor l’inferno
e mi ributtano qui in strada
poi mi sente il Padreterno
quante bocche quante mani
dentro questa vita ad ore
cinquant’anni di lavoro
senza fare mai l’amore
ma il mio amore sai è la luna
mi protegge e mi vuol bene
lei mi ascolta e mi sostiene
poi torniamo a casa insieme
Gli anni volan senza sconti
ma io son tale e quale a prima
ho mezzo secolo suonato
ma qui mi chiamano bambina.
– accetto il regolamento
Abbiamo perso
È stantia questa inerzia che avanza,
decomponendo ogni tessuto
e deteriorando le mie ossa.
Si svuota di ogni passione ogni gesto,
Ogni parola, ogni accenno di sorriso,
mentre m’avvicino al vuoto colmo di pace,
silenzi e corse senza mete imposte.
C’è stato un tempo in cui mi guardavi
ed io era parte del tutto.
E c’è un tempo in cui tutto
è parte di ciò che non sento.
Camminiamo per le vie,
guardando vetrine opposte,
le mie hanno la saracinesca chiusa
per colpa di uno scontrino in meno
e di un intruso in più in quelle poltrone desiderate.
Abbiamo perso il dovere di educare
Per subire quello di essere amati.
Sogniamo il successo facile
Mentre la nostra esistenza diventa più vile.
Se avessi ancora un po’ di forze
in questo letto di naufraghi e violentati,
ti prenderei tra le braccia
e, danzando, scalderei le tue labbra,
Prima che il freddo geli i nostri respiri
E qualcuno ci trovi ai lati opposti dello stesso viale.
Accetto il regolamento di questo contest letterario.
Cuore allo zenith
Con un gesto delicato,
impercettibile,
i suoi capelli ora
sono altrove.
Teme si ribellino
e turbino
il tuo sonno.
Ma tu non dormi.
Hai gli occhi chiusi,
ma non dormi.
Pensi all’onda lieve
che ti solleticava
la pelle
e che adesso è scomparsa.
Vorresti protestare,
urlare che è reato
far fuggire i suoi capelli
lontano da te.
Vorresti prometterle
che sarai sempre
accanto a lei
e non avrà
più alcuna paura.
Vorresti stringerla
e sussurrarle che
strapperai
le nuvole dal cielo
pur di donarle il sole
e che la notte
non esisterà tormento
perché sarà una leggera
carezza di stelle.
Ma quando il sole è
allo zenith
e le ombre si nascondono
furtivamente,
l’oscurità ti assale.
E vacilli.
Non esiste compito
più arduo
dell’amore.
Accetto il regolamento
DESTINAZIONE MATTINO
Percepisco il lento e rubicondo ondeggiare della terra
sotto i miei piedi scalzi
Sono nato al quarto piano di un palazzo anonimo
in una casa calda, accogliente e colma di vita
Mia madre è il cuore, mio padre il ritmo che l’anima
Eppure, sento il fragore della vita
Sopra, sotto e tutt’intorno a me
Ma non la mia
Sono un segnalibro tra le pagine del mondo
Mi chiedo se troverò anch’io la mia trama un giorno
o dovrò solamente attendere il capitolo finale.
Lo chiedo a te, adesso
Foglio bianco
Perchè nessuno fin’ora ha saputo concedermi la grazia di un forse
– Accetto il regolamento
Amiamoci
Essendo nata nel millenovecento trenta
fui testimone di tanti eventi dell’Italia e non solo.
Tutta l’Europa fu in un abisso
di cui ancora porta le cicatrici.
Europa, Europa, Europa
non hai ancora sussurrato: amiamoci
Amiamoci tutti, francesi e turchi
Amiamoci tutti, dalle Alpi al mare
Come possiamo subire l’odio?
Come possiamo non amare il prossimo?
Tanto hai da imparare Europa
ma non ne avrai il tempo.
Cadrai prima per insolenza.
– Accetto il regolamento
La rovina della donna
La rovina della donna
è l’amore cieco verso il maschio.
Una rovina che ci porta
a sbagliare nel perdonare.
Bisogna allontanarsi al primo ostacolo
perché egli non cambia.
Non cambia no no.
È la rovina della donna
perdonare l’uomo che sbaglia.
Lo ripeto e te lo ripeto.
Allontanati prima del secondo errore.
Perché egli non cambia
e non cambierà mai.
Accetto il regolmento del concorso
ASTERIODE E STELLA
Sono seducente
Nulla di importante
Mi salvano le distanze
Dalla tua luce naturale
Non sono una tua luna
Non mi accontento di girare
Di guardare milioni di volte
Il tuo volto luminoso
Son sedotto dal tuo sguardo
Che magnetico mi attira
Come un metallo fortemente
Non si può più trattenere
Tu cacciatrice siderale
Ogni cosa sai vedere
Fisso è il tuo sguardo
Penetrante nella mente
Quella di asteroide
È la mia natura
E non posso sostare
A una distanza dalla tua
Non posso trattenermi
Devo tuffarmi
Dentro le tue orbite interne
Sempre più ammalianti
Le spire sempre più strette
Oramai sto per cadere
È la rete dei tuoi confini
Ero freddo e son bollente
È il destino naturale
Di chi vìola la legge
Oltre quel punto
Non c’è più ritorno
Troppo mi sono avvicinato
Imprudente ma felice
Sono andato dritto al cuore
Negli inferni siderali
Non c’è più traccia di materia
Svuotato completamente
Evaporato in un istante
Scia fumosa così brillante
Se era fuoco oppure amore
Nessuno mai potrà sapere
Questo è lo scotto da pagare
Per chi ama il suo peregrinare
– Accetto il regolamento
L’ AMORE DI UNA VITA
C’è tanto spazio
dentro al tuo letto sfatto,
un grande vuoto
è appeso ora nell’armadio
e mentre fissi il muro
dipingi dei ricordi,
fatti di pensieri spogli,
di quelli che non scordi,
ti senti sola
perché l’amore,
sì, l’amore, ti ha lasciato
e avverti forte su di te
ancora quell’abbraccio,
ma sei tu che stringi
le tue braccia attorno al cuore,
tra singhiozzi e lacrime
ti proteggi dal dolore,
per sempre,
tatuato sulle dita,
una carezza postuma,
l’amore di una vita.
Enrico James Scano
Accetto il regolamento del concorso
NON FA RUMORE IL PIANTO D’UN BAMBINO
(Al dramma dimenticato dello Yemen e del suo popolo)
Non fa rumore il pianto d’un bambino
che sanguina fra mille sparute stelle
né di una madre il grido di dolore
che pur ferisce l’infinita notte d’una terra
dov’è tramontata ormai l’alba
e il vuoto nome di Dio riempie
i crateri affamati delle bombe
Soltanto voci e gemiti sommessi
attraverso i radi annoiati spiragli
dei nostri notiziari stanchi
s’ammucchiano a manciate
nel silenzio dell’indifferenza
mentre si sgretola l’antica terra di Saba
lungo le piste obliate del sogno
E così pure le sue fragili torri color ocra
e i profumi arcani d’incenso e spezie
sotto l’aguzzina pioggia di fuoco
con cui unte di petrolio e sangue
nuove mani di predoni spengono la vita
a chi mendica la speranza – o l’illusione –
di un raggio tiepido di sole
Anche la luce mutilata della luna
in questo martirio d’ombre s’oscura
come per dar anestetizzata requie
alla sorda coscienza del mondo
che distrattamente si risveglia ogni mattino
senza che nel cuore faccia più rumore
nemmeno il pianto d‘un bambino.
LAURA VARGIU
Partecipo alla sezione A e accetto il regolamento.
MAI …
Non è mai stato un motivo vano amarti.
Mai semplice farlo.
Ti ho solamente donato
attimi per trovare
il passato nel vuoto, dei tuoi
tanti secondi piatti.
La pazienza nel darti
la mia gioia.
Di guardati negli occhi.
Un balzo nel silenzio muto
di un tuo abbraccio.
Un pensiero che si concretizza
nel nulla.
L’ oggi.
Perché lontana da me.
Solo un metro che ci divide.
Solo un misero virus.
Un’ infallibile metodo per separarci.
Per consolarti da sola.
Sei come un faro racchiuso in una scatola.
Un pensiero che non ho mai detto.
La voglia di ritrovarti ancora,
un piccolo chiodo appuntato alla parete.
Un quadro da incorniciare.
Benedetta tu Grazia tra le grazie.
Il bene reciproco fatto prima,
lo sento ancora addosso.
Sei il mio numero telefonico preferito.
Non posso lasciare passare
oltre le cose.
Non posso lasciare te.
Te…così semplice … Lì ad ascoltarmi.
A vivere di poesie
d’ispirazione.
Inalzando l’Amore senza alcun fine.
– accetto il regolamento
MARGHERITA
Margherita
la mano bianca
apriva ai pronubi fidati.
Margherita
nella sottana
nasconde una ferita
chiusa a pugno
di petali di dita
dove la sera si rintana.
– Partecipo per la sezione A e accetto il presente regolamento –
L’amante
Io, l’amante,
il bacio segreto,
la strega
dalle mille voglie,
il vino delle notti insonni,
in una stanza buia
che nasconde i sogni.
Vivo di attimi rubati
sposa a metà
su un letto a tempo,
sempre decisa ad andare
senza mai andare.
Mi nutro di gocce di luna,
mi vesto di vento
e una lunga cicatrice
di uomini
mi attraversa la fronte
e la scava, come l’urlo
che abita il mio cuore.
Io, l’amante,
la donna di nessuno,
la libera prigioniera,
il volto fiero nel sole,
cupo nella tenebra,
quando nel silenzio,
sazio di proibito,
lo vedo allontanarsi
stretto al suo laccio,
e lo lascio andare,
come si lasciano partire
i pensieri e i dubbi dolorosi,
e mi copro
di nuda realtà,
aspettando,
ancora una volta,
il domani.
Partecipo alla sezione A e accetto il regolamento
Il sogno continua
Lentamente e con cura
i quadri scendono dalle pareti.
Tornano tra usuali angoli familiari
per essere goduti solo da pochi,
come se fosse giunta al termine
la loro condivisione.
Un raggio di luce filtra nella stanza
al richiudersi della porta.
Sembra svanito il sogno dei sogni.
Poi, nel silenzio, tra i chiaro e scuri
della luce solare si alzano voci
ed inizia il nuovo evento.
Gli artisti liberi ora
di aggirarsi nella stanza,
senza costrizione alcuna,
rivivono le atmosfere create
in attimi di intensa ispirazione.
Continuano a vivere,
tra le spoglie pareti,
vite, amori, battaglie dell’anima
che per tanto tempo han saputo
condurci in mondi a noi sconosciuti
facendoci sognare.
Il nostro sogno continua.
Partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento
LA NOTTE PER SOGNARE
Aspetto la notte per sognare, chiudere gli occhi e correre via.
Trovarmi come d’incanto seduto su una foglia, che sospinta dal
vento mi porta via.
Volare e provare nuove emozioni, un brivido che ti prende e al
frullar della mente, rispondere con il battito di questo pazzo,
romantico cuor.
Volare lontano dall’ipocrisia, volare lontano dall’ingiustizia,
volare e rincorrere nubi, sorvolar deserti e cercar luminose stelle
e un raggio di sole che il cuore possa riscaldar.
Volare, volare
per poi cadere nel solito risveglio del mattino.
Accorgersi che non è cambiato niente.
Assonnato mi affaccio alla finestra, non c’è vento,
per strada solo uno spazzino che raccoglie foglie secche ed
ingiallite, anche loro cadute e deluse per quel sogno che non
c’è più.
Partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento
FANTASMA AMANTE
Tu,
dalla chioma di neve, albume strapazzato,
dal volto rigato, scavo d’un aratro di vita,
dagli occhi di caramello, filante di dolce dorato,
da labbra di carnea crema, petali prosciugati dai baci,
dal corpo che curvando piega, floscia vela senza vento,
dalla voce tremula, gelatina d’ombre urlate.
Tu,
continui a cacciare le luminose falene dei sogni,
ti costringi a impastare i soli, pani di cera sciolta,
a chiedere in calor di sangue l’amore e la pietà,
a misurare e pesare la banalità d’ogni triste verità,
a nutrirti della Poesia e delle sue eterne illusioni,
a sciogliere dell’enigma della sfinge il male radicale.
Tu,
anima dalle sensazioni antiche senza velo e senz’ira,
sosti tra gli aromi lontani d’un mondo perduto
e come onda t’infrangi sulle spiagge sassose del tempo,
conchiglia incastrata tra i filamenti fibrosi della sorte,
aspetti di pescare nel mare il messaggio in bottiglia
e scomparire tra i bagliori d’una speranza.
Tu … e tu … solo tu … fantasma amante, nel buio.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Fai quello che ti pare
C’è vita in certe sfocature di sonno La solita commedia
Una corsa su diversi lati
Cosce Culo
Fica Piccoli colpi di mondo Troppo scandalosi per poter mangiare il greto di un ruscello Appunto elettricità minuta
La tua può alzarmi la gonna
Salire in blu
Ah-bel fiulin- ma da quale gradino? Siamo poeti sfondati dal centro
Nel mezzo di un impasto di sperma
Il precipizio a singhiozzi
Non ridere se le gambe invecchiano ogni volta Apri il respiro La luce ci guarda
Accetto il regolamento
Il mare dove non si tocca
Le cose che somigliano al foglio scritto a mano
al battito imprevisto che t’affanna la gola
le cose che non si prendono e non arrivano
e nemmeno si trovano
volevo e voglio
Senza memoria di fiele
discussioni accanite
le cose che non succedono
quelle che non si vedono
ma dovrebbero accadere
quelle volevo per chiudere i conti
come in sogno e in sogno tramutare le mie ore sveglie
Nel circuito impettito delle illusioni
trovo il padre e il figlio il bene oltraggioso
la cattedrale scolpita sul viso della ragazza
la gioia musicale su un’altissima impalcatura
Mi sbaglierò ma bastava a me e al mio misero inferno
Dovrebbero succedere anche
le cose per sempre
senza niente da raggiungere
solo il mare
il mare dove si tocca
il piede piantato bene nel corpo dell’acqua
la sabbia immobile
la certezza che nessuna tempesta
ci sotterri l’abbraccio
che rimanga a vista
l’aroma del fiato consistente
delle doglie dell’ amore futuro
Prova lo slancio prova
spingi
da qui al bianco della balena
al piccone che apre il male
alla corda che stringe il male
e poi ferma
ecco si tocca
Dovrebbe accadere un come stai senza preparazione
non c’è male
dimmi come è laggiù il tempo
non c’è male
potevamo salvarci
se le mani si fossero tenute bene
in un contesto di sopravvivenza
senza temere i chiodi
e’ cosi che la croce si sarebbe piegata a polvere
il mare dove non si tocca sarebbe finito
lo sgombero delle anime non sarebbe arrivato
Accetto il regolamento
GIOCATTOLO D’AMORE
Amore sì amore
sei una piccola bomba all’idrogeno
i tuoi sensi liberi e puri come l’acqua
chiome nerissime di puledra nel vento
forza impeto natura scatenata
nelle tue viscere nei tuoi occhi
energia pura allo stato amore…
bimba calda innamorata del mio collo
che ricopri di baci e saliva
sei paziente quanto dolcissima…
i tuoi fianchi il tuo ventre
nel mezzo della notte
stesi sul lettopavimento
notte d’orgasmi stanchissimi
addormentati felici …
le nostre gambe intrecciate
le braccia che stringono possessive
la tua bocca che mi schianta…
non resisto a tanto piacere
vinto tra le tue labbra morbide
avide di darmi tanto amore
sono solo un piccolo giocattolo fragile.
– accetto il regolamento
Pennellate nel vento
E resta ancora l’immaginazione
tra filamenti di giorni appesi a un filo
tra mille dubbi carichi di stoppie
ed il fogliame cosparso sul selciato.
Scopri che riesci ancora ad inventare
le colorate trame di ore e giorni spenti
trascorsi ad aspettare nel turbinio
di passi e di movenze sempre uguali.
E non ti accorgi che il cielo ha quel celeste
che cambia ancora al calare della sera,
mentre si spengono le luci abbacinate
di un folle vortice di vite consumate.
Ma al limitare di sogni e di speranze,
affievolite da suoni a intermittenza
restano ancora invenzioni e fantasie
di sagge menti disposte a procreare.
Un turbinio di lampi ed emozioni,
tessute lievi come esili farfalle,
volano via alla luce del mattino
come frammenti nella polvere del sole.
Saranno storie e racconti di bellezza.
Saranno fiori cresciuti nel deserto.
Saranno mille arcobaleni di colori
a pennellare una rinascita nel vento.
Accetto il regolamento
Due cuori
Due cuori ospitava
il mio petto
nella penombra
del tuo amore
invernale.
Come una primula
sotto il tuo davanzale
i miei baci sbocciavano
per guarnire i tuoi sogni
nelle ore più dolci
concesse all’amore…
di tribordo virò
la mia notte
dentro a un cielo
di nuvole rosse,
nel sentiero
dei giorni perduti
un profumo
costrinse i miei occhi
a ricordare…
un frammento di tempo
che non sapevo
abitasse ancora il mio cuore.
– accetto il regolamento
Sarà ancora primavera
Cristalli di luce,
gli ultimi di un giorno ostinato
all’ombra che incede,
piovono sulla fronte
da uno squarcio di cielo.
E lacrima l’iride scalfita
affannata ad abbattere pareti d’orizzonte
in quel suo spasmodico cercare
fin dove curva lo scenario e oltre il promontorio
aspro di sale e di tempesta,
l’altra faccia del sogno.
Ed è sempre a quest’ora
che nasce come vento di mare
una lusinga antica,
linfa di vita che ascende e implode
tra gli spazi del cuore.
Spazza dalla fuliggine i pensieri
spruzza sulle mani
note palpitanti di mandorlo e di viole
che l’ombroso autunno
con cura nascose sotto il suo mantello
di guazza e foglie morte.
Accetto il regolamento.
IL MALE CHE M’OPPRIME
Questo male che m’opprime
non è il vecchio male di vivere,
ma l’insieme dei torti in essere
difesi come giustizia in etere,
però sull’aria vola e si sente,
la parola ria e cocente
e va’ lentamente
sui cuori di chi la sente.
Accetto il regolamento.
Fascino clandestino
Ci siamo percorsi, invano
carezze lievi sulle forme
incertezza ricomposta in disparte
rapiti, bruciati, erosi dal tempo
banalizzati dal mantra del perdono
frenati d’improvviso
il vigore all’estremità del potere
tra le nostre mani
un amore sottile e la sua tenerezza.
Furtivo il messaggio
quasi un inganno al nostro presente
il domani, poi
neppure lo aspettiamo.
Accetto il regolamento
Una musica pura, cristallina trascina la mia mente confusa.
Una musica dolce, romantica penetra nelle mie viscere e nei miei
timpani e rimbomba dolcemente.
L’arco teso vibra e suona, la mia mente vola alta nel cielo nero,
caldo e cosparso di mille tizzoni accesi:
Mille note sparse nel firmamento ora oscuro ora illuminato.
Pensieri fluttuanti sulla tastiera di un pianoforte sulle corde di una
chitarra ora lontana ora vicina.
Pensieri rappresi, nascosti per paura di essere svelati, per paura di
scomode veritá.
Per paura di cosa, di sentirti cosi vícina, cosi lontana?
per paura di che, di amarti, di non amarti, o di es¬sere in una vía di
mezzo e di non sapere da che parte guardare e verso guale parte
dirigermi?
Per paura verso me stesso che forse conosce la verità che combatte
contra se stesso?
Ti amo? Non ti amo?
Ti sento molto, sento il tuo odore, il tuo profumo mi ricordo il tuo
fiato ansimante.
La mia testa sul tuo ventre, i tuoi mille rumori, il tuo respiro
profondo, il tuo cuore che batte, che batte forte, forte, quasi quanto
il mio!
La tua pelle morbida e profumata é cosi invitante:
Idromele per le mie labbra,latte candido per i miei baci, miele
vellutato per la mia lingua.
I tuoi occhi sono due fari nella notte, brillano come diamanti pazzi,
si accendono di luce non vera, ma viva, forte, sincera e delicata!
Le tue labbra piene e carnose, bagnate di rugiada celeste
saziano la mia sete, temperano il mio spirito mi danno
pace e ristoro, e tanto miele, tanta dolcezza, tanta umida morbidezza.
Quanti ricordi ora che sei lontana e che io ti vorrei
vicina,epidermide contro epidermide,respiro contro respiro
corpo contro corpo in una dolce tenzone.
La tua testa sul mio collo,i respiri che diventano un tutt’uno
alimentando la macchina celeste.
Dove é ora il tuo dolce tepore, la tua risata sibil¬lina?
Dove sono ora i tuoi occhi ammiccanti, mia dolce compagna?
Non mi lasciare solo.
La strada é lunga, dietro l’angolo vedo il buio e la mia luce non
basta, il mio coraggio neppure!
Vieni, torna accanto a me, per altre battaglie,altre vittorie, sono
tanto solo!
Un armonica suona in lontananza, una voce armoniosa sibila parole
d’amore, per me …per te …per noi due!
Diego Castelbuono
Accetto il regolamento.
SEI
Sei la fiamma del mio fuoco
di lava il mio vulcano,
dura, come dura roccia,
lieve come una carezza.
Tuo il profumo d’ogni fiore,
di ogni alba sei rugiada,
Tu essenza vera e pura
di ogni mio sentire.
Mauro Bompadre
*Accetto il regolamento
Gioco di binari
Erano frecce
al cuore bruciato,
da poco tempo
tornano arrotolati i giorni
attaccati all’inquieta sfiducia.
Disperdo la calma
in controluce,
forse la certezza della passione
è solo un gioco.
Confuso
su questo binario
occupato,
destituito
dall’infinito
pensiero d’eroismo.
Sibila lo spasimo,
con il frastuono della parola.
Accarezzando il vento,
sciolti
a riscattare i godimenti
in perfetta estasi.
Quando il corpo schiacciato
tra la frenesia della carne
è un’unica carezza
che gioca con lingue accese
a rinnovare
il sapore del bacio eretto
nelle onde calde
della passione.
°Accetto il regolamento
AMORE PERDUTO
Smarrita,
liquefatta nelle mie stesse lacrime,
bramo pace!
Se più non m’ami,
restituiscimi il cuore,
non lasciarlo abbandonato
tra cianfrusaglie inutili,
senza più valore,
usurate e gettate.
Ne ho bisogno, è mio!
Abbi pietà,
mentre boccheggio
priva di ossigeno.
– accetto il regolamento
L’intrusa
Specchio rimandi il mio sguardo ferito
Da un amore mai nato
Io sono l’intrusa
La sconosciuta che segue ogni tua mossa
Ogni attimo
Ogni tua scelta
Ogni tuo respiro senza mai dire nulla…
Specchio…io sono l’intrusa che lo ama in silenzio!
Do il consenso
INCIPIT
…E ora mi giri le spalle
e non ti volti più…
sono caduta
ma non è niente, niente
mi rialzo da sola
come sempre,
in questo giardino
che alletta e allieta
petali e spine cadono
ad uno ad uno
imbevuti e nutriti
d’intenso sangue
gocce amare
di rabbia e sale
come pulviscolo
si diradano in alto…
Spegni le stelle
abissi nell’oscurità
di maree senza cicli,
col fango false storie
boccheggiano
in quello che resta,
ma troverò la strada
dal buio alla luce,
avrò la testa nel cuore
e il cuore nell’amore,
conduce all’incipit
di novella ora,
e rinascerò dalle ceneri
come polvere che sale
nei raggiri del cielo.
Accetto il regolamento
Noi non sappiamo
Noi non sappiamo
il come e il quando
verdeggiò la terra
e candido il fiore
del frutto è dolcezza
che all’oro del sole
la luce è saggezza
meraviglia di pensiero
ovunque spazia.
Raffaele Di Palma
Accetto il regolamento
Amore cieco (4 sensi)
——————-
Più non m’assiste la vista degli occhi
che mi donava gioia della visione di te
quando mai sazio ero d’ammirarti.
Quattro sensi non son troppo pochi,
quando t’adagi qui accanto a me
e più acuti di prima si fan per amarti.
Dolci parole, lievi sospiri, aroma di pelle
contatto di mani, disegno di carezze
sapore di labbra e di spalle nude
fruscio di corpi e odor dei capelli.
Sfiorando il velo sulle tue fattezze
attendo l’estasi che mi dischiude.
Quattro sensi per bramarti e cercarti!
Quattro sensi per sentirti ed esplorarti!
Quattro sensi: tanti … per amarti!
————————————
Accetto il Regolamento
Ho preso il treno per Firenze, lo chiamo alba fredda, quello che parte presto la mattina, sa di goccioline umide e di dipendenza da nicotina. Non ho avuto tempo di fare colazione, di comprarmi dei giornali. Ho dimenticato di obliterare il biglietto. Non ho ben chiaro che scusa troverò quando passerà il controllore. Alle belle signorine non dicono nulla, mi scrive lui in un messaggio. Lui adesso cammina su Ponte Vecchio, tira vento e mi aspetta.
Mi piace la parola aspettare.
Sono seduta lato finestrino, ho scelto il vagone meno vuoto, ho posato la mia borsa sul sedile anteriore e consumato un pacchetto intero di caramelle gommose alla frutta. Mi metto comoda e inizio a guardare il paesaggio, le case e il cielo.
Arriverò da lui per le dieci.
Ho indossato un paio di sandali alti e un tubino nero con una camicia bianca. Lui sarà già alla sua quarta sigaretta, avrà passato le sue grandi mani nei suoi capelli ricci almeno dieci volte e consumato due caffè, uno corto e uno alla panna. Non ho ancora visitato la Galleria degli Uffizi, l’idea mi affascina molto. E non ho ancora assaggiato una bistecca alla fiorentina. Mi viene in mente un racconto di Clarice Lispector dal titolo “Felicità clandestina”. Lo sento quasi mio dal momento che ho
assunto la stessa forma dell’attesa.
Essere come nel mare e nuotare.
Con una differenza, non bramo di possedere Reinações de Narizinho, di Monteiro Lobato, un libro spesso, di quelli con cui dormire e da mangiarselo. La mia felicità clandestina si trova su questi binari.
Eccomi in trappola.
Accetto il regolamento
Una nuova vita
Negli anni ho fatto brindisi coi ladri
che hanno trafugato tante volte le mie cose,
ho brindato pure con la malattia
che m’ha tolto tanto, ma sono ancora vivo.
Poi con coraggio ho brindato con chi,
senza rubarmi niente m’ha preso tutto,
e m’ha lasciato nudo e senza cuore.
Ora vivrò per chi mi crede ancora e,
quando ritroverò il mio cuore,
e la sofferenza sarà storia
come la gioia che ne avrà preso il posto,
brinderò a un giorno nuovo
e lo vivrò con ciò che mi rimane.
Ritroverò l’amore di una vita nuova,
le donerò me stesso e il cuore
vivendo insieme la vita che ci aspetta.
Scioglierò la tristezza che ho nel cuore,
i nodi fermi da qualche parte in gola,
parlerò al dolore con la gioia ritrovata
e ascoltando la vita appesa a un filo,
che vedo sempre più sottile,
la vivrò finché son vivo
con chi vorrà dividerla con me
indossando i panni del presente
con cui la vita ci vestirà ogni giorno.
Accetto il regolamento
Non so che sia
Non so che sia
quello strano abbarbicarsi e non arrendersi,
quello scoppiare di un bozzolo funereo
a partorire una driade di azzurro gelo,
bianca di amnios e rossa di capelli,
ad incendiar la neve
e a ricordare all’albero che è vivo.
– accetto il regolamento
SOS-piro
Proteggersi dallo sguardo di un uomo,
che non è mai stato un vero uomo,
mettersi di spalle e non perdonarsi
notti che non si possono dimenticare.
Forse, è solo la fine di una storia,
forse, se hai voglia di vivere di nuovo
puoi scorticare la tua pelle,
il tuo corpo vestito di vita vissuta
la tua anima che ha scelto di dare
e non di ricevere,
scorticarsi fino al blu delle vene
e poi rinascere più forte, più ribelle
per amarsi oltre che amare
per ricevere oltre che dare.
Ma stai ancora di spalle,
con la tua voglia di andare
Un SOS-piro e via…
per sempre
Tania Scavolini – accetto il regolamento
Mi manca
Andrà tutto bene, è solo un vento sconosciuto
soffia da oriente e tra un po’ sarà passato
viaggia nell’aria e come sabbia volteggia
poi scende dal cielo e bagna come la pioggia.
Sarà che forse ho troppi anni addosso
e me ne sono accorto solo adesso
ma a restare solo non ero pronto,
non sembrava ancora il mio momento.
Mi manca il bicchiere di vino bevuto
con l’amico più caro da poco mancato
le carte da gioco e le bestemmie
una vita vissuta tra vigne e vendemmie.
Sarà quel vento che spira sulle vite di seta
che scappa lento tra le dita e m’inquieta.
Mi manca il cantiere di mani incallite
di gru e di ruspe ormai abbandonate
il giudicare le cose da fare rimaste
quelle sbagliate e quelle giuste.
Mi ricordano buchi vuoti dentro la terra
colmati di vecchi fiori abbandonati in serra,
cuori bruciati, passati attraverso deliri
portati in fila dai militari.
Mi manca Giuseppe, gran rompipalle,
teneva le chiappe su una sedia a rotelle,
portava il nome e aveva l’aspetto ribelle
di un grande eroe e di altri mille.
Se n’è andato col fazzoletto al collo
si era battuto per un mondo più bello.
Mi manca quel breve tratto di strada
che porta dritto alle loro gioiose grida,
ai sorrisi in fiore di quei pochi anni d’età
che trasformano i miei secoli in felicità.
Una gioia di cui sento la mancanza
negata a chi, come loro, è fragile d’innocenza.
E ora che son rimasto solo cosa faccio?
sotto la mascherina mi porto un cruccio,
è cresciuta la mia lunga barba bianca
ed è sempre più lenta l’andatura stanca.
Posso rinunciare a tanto e ci metto impegno
ma dentro di me so di cosa ho bisogno
quello che più manca per farmi coraggio
è soltanto il calore di un caldo abbraccio.
– Accetto il regolamento
L’emozione dilata
il senso del tempo,
stempera il tedio
di un attimo schiavo del nulla.
Spoglia è l’anima
dalla stretta ruggente
dell’anonimo.
Scivola via
il quotidiano
come un getto d’acqua;
non sosta la mente
laddove non germoglia
il fiore distintivo,
fonte cromatica
di particolarità.
Costante è la ricerca
di affinità mentali,
collaudo di cuori
dal simbiotico battito.
Si vive di sogni inespressi,
fermati a tratti su pagine
da inchiostro trapelante a fiotti
come fosse sangue.
M’innamoro del dolce suono
della speranza,
armonica giostra
che vivacizza un tempo morente.
Disperdo bozze di amore
che s’animano al tocco della vita
bramose di riconoscenza.
Lo schianto
di un vero pungente
provoca tagli
sulla pelle dei miei sogni
che rimarcano
disappunto sulla carta.
Possano loro permanere
eternamente
nella villa dei miei pensieri,
governare la spinta vitale
cucita sulla mia essenza,
sovraccaricare
il vuoto di momenti trascurabili.
Cristina Giammito – Accetto il regolamento
Di raffiche di vento
improvvise,
di ceneri danzanti
come farfalline,
Di te che sei con me
nell’aria,
di questo son fatte
le memorie care.
Braci accese
per sempre ardenti,
per sempre in vita.
– accetto il regolamento
(Poesia Modificata)
Questo Tuo Sole
ti illumina il viso
riflette i tuoi occhi
e anche se piove
chi se ne frega…
Tanto
domani
ti aspetta un sorriso
Questo tuo Sole
E’ su un cuore
su un core sbandato
dove attecchisce
pure l’amore…
E son le sue mani
le sue carezze
a fare della terra
giardino di cielo
dove posare
ali di sogno
Questo Tuo Sole
dissolve le ombre
portandosi via
la fredda paura…
E basta un tuo bacio:
pura follia!
nascono radici
di nuovi colori…
E manco la morte
osa fermare
Questo Tuo Sole
ti illumina il viso
riflette i tuoi occhi
e anche se piove
chi se ne frega
Tanto
domani
chi se ne frega
ti aspetta un sorriso…
Francesco Bergamasco
Accetto il regolamento
Una poesia che offre la speranza all’amore… Alla vita…
”..TERRA ROSSA.. ”
.. si danza nella mia terra
dentro i vicoli pieni
di povertà
per ciò che nasce
e per ciò che muore
questo puoi fare
per non pensare
quello che resta
di ciò che non è
mai cambiato
le mani intrise di terra rossa
la mancata rivoluzione
di mia madre e mio padre
si ripete ancora
l’amoroso crimine
del respiro di una speranza
persa..
legata solo alla preghiera
di un Dio sempre assente
manca il tempo
che abbiamo vissuto
quante lacrime impresse
sul volto
restano in preghiere antiche
avvolte in un fazzoletto
sporco di sudore
nessuna via
nella pancia della mia
abbandonata
martoriata terra..
IL POETA DELLA PENNA VERDE
– accetto il regolamento
Felicità
Ho fatto un percorso per raggiungerti
ma nella confusione ti persi.
Non ho saputo riconoscerti
nella molteplicità di obiettivi.
Mi scontro col subconscio
ed il mio io ne esce sconfitto.
Per godere di quell’attimo lassù in cima
tante sofferenze in salita son passate.
Come un alcolista anonimo mi siedo
in un cerchio di gente ad ascoltare.
Il mondo visto a modo mio
nulla dona alle mutevoli aspettative.
Scrivere di idee nuove rimaste sconosciute
sotterrate dagli influenzatori moderni.
Non è carriera né potere la priorità
è povertà pervasa di felicità umana.
– dichiaro di accettare il regolamento
Quale verso, quale immensità
Vai cercando nella vita, che si fa Amore…
Solitudine mista a quotidiana solarità
O abbracci e compagnie che fan parte di un tempo che è stato,
Nella speranza che esso ritornerà?
La stessa onda non ci bagna due volte,
Benché il mare sia sempre lo stesso
Ma un treno può portarci a fare un viaggio
Che non conosca sempre lo stesso ritorno
Alessandro Parisotto
Accetto il regolamento
STOP PARTECIPAZIONI
SI RINGRAZIANO TUTTI I PARTECIPANTI AL CONTEST
I FINALISTI SARANNO AVVERTITI TRAMITE E-MAIL
VINCITORI E FINALISTI DEL CONTEST
https://oubliettemagazine.com/2021/02/03/vincitori-e-finalisti-del-contest-poetico-io-lamante/