Contest letterario gratuito di poesia “Io, l’Amante”

Ero poco più di una bambina, ma avevo le idee chiare. Il mio atteggiamento deve avervi incuriosito, intrigato: ma chi era questa ragazzina, dal corpo voluttuoso di donna, che osava rifiutare i vostri fiori, i vostri inviti – quasi ordini – portati da un cortigiano? La mia famiglia in quel periodo fingeva di non sapere, di non vedere, con l’acquiescenza tipica verso i potenti, che forse mio padre se fosse vissuto non avrebbe avuto.” – tratto da “Io, l’Amante”

Contest Io l'Amante di Roberta Savelli
Contest Io l’Amante di Roberta Savelli

Regolamento:

1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Io, l’Amante” è promosso da Oubliette Magazine, dall’autrice Roberta Savelli e dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

La partecipazione al Contest è gratuita.

Tema libero.

 

2. Articolato in una sezione:

A. Poesia (limite 100 versi)

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.

Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione dovrete anche voi cliccare sulla casella.

Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.

 

4. Premio:

Io, l'amante
Io, l’Amante

N° 1 copia del libro “Io, l’Amante” di Roberta Savelli, edito nel 2018 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni. Il romanzo ha avuto l’importante riconoscimento quale unico libro di narrativa incluso nell’ambito delle celebrazioni del 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci. È stato selezionato come Finalista per la sezione Colpo d’Occhio al Lamezia Internation Film Festival.

Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.

 

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 23 gennaio 2021 a mezzanotte.

 

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Editor in Chief)

Katia Debora Melis (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)

Daniela De Tommasi (Scrittrice)

Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)

Rebecca Mais (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

 

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:

https://www.facebook.com/OublietteMagazin

 

10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.

 

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

Buona partecipazione ed in bocca alla giuria augurandoci che non crepi!

 

110 pensieri su “Contest letterario gratuito di poesia “Io, l’Amante”

  1. CRISANTEMI ROSSI

    Porterò un mazzo di crisantemi rossi
    al tuo breve giaciglio
    per ricordarti e chiederti l’amore
    che non colsi solo per un millimetro
    di gioia nascosta in un novembre.
    Vorrei dirti di navi
    rimaste soltanto all’orizzonte.
    Io non mi sono mai allontanato
    dalla ruota dei tuoi giorni.
    Forse era il mio campo di protezione
    a volerti distante come un seme
    tradito dall’inverno.
    Sono tornato da un esilio incerto
    e ti vorrei toccare
    in ombra che compari
    ora sulle mie mani

    – accetto il regolamento

    1. Accordi

      Perdeva il sole,
      come una rosa
      i suoi petali,
      gli ultimi raggi
      nella calda fonte;
      arrossì un poco,
      vedendoci vicini,
      il pendìo del monte.
      Piangevano i grilli
      i giorni della loro
      stagione più bella.
      E comparve a Sud,
      fra nubi, una stella.
      “È solo un aereo”
      mi dicesti; leggevo,
      ormai nei tuoi occhi
      ogni parola che sapeva
      di cielo, memoria,
      cicale e sole.
      Cucisti la tua storia
      fra le prime appiole.
      Spingesti lontano
      orizzonti d’autunno.
      mano per mano,
      cullando la sera.
      In quell’ abbraccio
      fu di nuovo primavera.
      Dolce fremeva l’uva
      sui filari d’oro.
      Parlammo di mare,
      di cielo, di lavoro.
      Poi un bacio, chiuso
      nei raggi del tramonto,
      un gracidìo di rana,
      la corsa d’una lepre
      alla sua tana.
      Indossava già il prato
      i veli di un’altra sera,
      da lontano, un mormorio
      sommesso, una preghiera.
      Discesero piano dal ciel
      tutte stelle nella fonte,
      stringesti la mia vita
      e le sue impronte;
      accarezzava piano
      il sole il suo orizzonte.
      Forse un giorno o un’ora
      sola ci siamo amati,
      o forse una vita,
      come ogni storia
      che nasce, che
      non sarà mai finita.
      Spezzo e riallaccio
      le nostre catene.
      Percorro una vita
      che non m’appartiene.
      Non ferma una conchiglia
      il vento del mare.
      Lo trasforma in canto,
      in ricordo
      e in poesia.
      S’allontana
      l’ autunno.
      Non c’ è malinconia.

      – accetto il regolamento

    2. LA SCHIUMA SUL CAPPUCCINO
      Benedetta sia
      la schiuma sul cappuccino,
      la preghiera con cui ti bacio
      la mattina.
      E scende piano il giorno,
      il pensiero di te
      inaugurato ancora
      col tuo latte sacro,
      arcano,
      che scende nelle viscere
      tra musiche da bar
      e lancette amare
      appese alla parete.
      Percorri reticoli,
      ribosomi pazzi
      che decidono in segreto
      che tu resti,
      scendi fino al delta
      di una carne arresa.
      Sei
      prima del peccato originale
      la schiuma bianca
      che s’increspa sul mio mare.

      Accetto il regolamento.

    3. Millefiori
      Sinuosa veniva dai templi,
      i suoi ricci d’onice,
      sconvolti dal Libeccio insolente,
      come spuma bruna d’onde mediterranee.
      Mai seppi il suo nome
      e neanche lo volli,
      ma vegliardo già nel cuore
      ancor mi sovviene, della sua veste leggera,
      ciascuno dei mille fiori che coloravano vivaci
      quella pelle bianco perla.

      – accetto il regolamento

    4. Latte e borotalco

      Profumo di borotalco
      sulle pieghe di velluto
      e latte che cola dalla bocca
      del tuo bimbo appena nato
      che avido succhia dal tuo seno.

      Ricordi di mamma e di ninne nanna
      di fiori di campo e terra bagnata,
      delicate melodie di carillon
      e girandole di farfalle colorate
      sulla culla.

      Dolci sono i ricordi
      che stringi forte al petto
      e li trattieni, bene prezioso
      nello scrigno dei tuoi tesori.

      Paola Pittalis
      Accetto il regolamento

  2. “Amante”

    Ci sono giorni in cui esserti lontana diventa più pesante.
    Sono i giorni che vorrei condividere con te.
    Perché sono momenti della mia vita che amo.
    Emozioni e sensazioni che sono parte di me.
    Anche se provassi a raccontarle, non riuscirei a trasmetterle così come sono.
    Vorrei tu vedessi i sorrisi, le lacrime, ogni smorfia sul mio viso.
    Vorrei mi tenessi per mano.
    Vorrei fossi qui ogni volta in cui fingo di essere sola, perché tu non puoi essere con me.
    Vorrei fosse un amore possibile, anche se non lo è.
    Eppure lo stiamo vivendo.
    Amante.
    Sì, è quello che sono.
    Amante: participio presente del verbo “amare”.
    Perché è adesso che ti amo.

    Daniela Giorgini – Accetto il regolamento

  3. ESTASI

    Vorrei.
    Momenti in cui vivere estasi d’amore
    quando il piacere sarà specchio di se stesso,
    schiacciando e perdendo autocontrolli risibili
    di paure imposte da educazione alienante.
    Dunque abbandono a ogni passione,
    solo conservando il puro godere
    senza riserve: io, tremante, perduto,
    eppure padrone del fuoco.

    Passioni.
    Come tempesta turbinando
    fuori del tempo misurabile,
    coinvolgimento – occhi come prede –
    in attesa di una notte diversa
    e senza misura, protesa
    a liquidi desideri, forse indicibili:
    gli stessi che mi hanno già posseduto,
    gli stessi che possiedo da sempre.

    Estasi.
    Che solo l’amore si crede conosca,
    che i versi palatini hanno già denudato
    e che mi prende in implacabile rito.
    Mente, mani, labbra e fantasie ritornanti,
    oggetti padroni del mio piacere,
    esso schiavo e soggetto al tuo,
    tu, silenzioso desiderio dei sensi,
    spietata vertigine oggi per me.

    Accetto il regolamento

  4. Prima che io muoia.
    Dopo ogni ricordo.
    Nel mentre, desidero.
    Le mani giunte.
    Le tinte nere.
    Gli occhi fissi.
    Le ombre, si sovrappongono.
    Almeno loro. E si intrecciano. E danzano.
    Come le fiamme. Tremule.
    Che il vento piega, ma che non spezza.
    Come la notte fonda.
    Come la luna tonda.
    La luce tra i rami.
    I tappeti di foglie.
    Nel mentre, ti desidero.
    E ti rammento.
    Le mani chiuse.
    La testa china.
    Lo sguardo basso.
    Il cuore in gola.
    Le corse.
    L’attesa.
    Il Cristo e la bestemmia mancata.
    Il dileggio, sadico male.
    L’amore respinto.
    Due lingue diverse.
    Il tira e molla.
    Perché sei venuta?
    Torna.
    Troverai il passaggio sbarrato.
    E proverò ad aprirlo, tirando via ogni chiodo.
    E tu fermami.
    Senza odio.
    Con l’amore che non sai dire.
    Ingannami.
    Resteremo ancora, dietro quella porta.
    Senza più sfiorarci.
    Essendoci.
    E ti ho amata.
    O forse me la racconto.
    E tu credici.
    Che nonostante tutto, mi piace pensarlo.
    E tu odiami.
    Che ti riesce.
    Perché l’indifferenza, quella si,
    che mi farebbe male.

    – Accetto il regolamento

  5. NOTTE NELL’OASI

    Profumo di gelsomini
    nella casa in mezzo all’oasi.
    Il vento lieve della notte
    portava i lievi rumori del deserto.

    Sei venuta al mio giaciglio,
    silenziosa come pantera,
    nel buio senza luna
    rischiarato da mille stelle.

    Giovane berbera flessuosa,
    nello splendore dei vent’anni,
    orgogliosa della tua bellezza
    e del tuo corpo di donna.

    Schioccavano i rami delle palme,
    squittivano i ratti nei giardini,
    ragliavano gli asini e lontano
    s’intendeva il richiamo del muezzin.

    Lunga è stata la notte
    nella brezza e nel mormorio dell’acqua
    che dolce scorreva tra le palme
    portando la vita negli orti.

    Ci siamo risvegliati nel caldo
    dei raggi dorati dell’aurora,
    col canto dei galli,
    uniti nel nostro sudore.

    – accetto il regolamento

  6. (accetto il regolamento)

    CROWN E IL PIPISTRELLO RAFFREDDATO
    (sottotitolo : “L’emergenza del coronavirus spiegata ai piû piccoli”
    (Alberto Diamanti)
    ——————————————————

    Dentro un goffo pipistrello.in un lontanissimo paesino

    a testa in giu con lui c’era un piccolo microbino

    Crown era il suo nome e stava sempre al centro

    di quel goffo pipistrello : lui stava sempre dentro!

    Ma ad un tratto al pipistrello, sempre a testa in giû

    gli prese il raffreddore… “Etciù, etciù, etciù!”

    Crown, fu espulso da quell’animaletto

    senza sapere che per gli altri…lui era infetto!!!

    E così senza saperlo fino in fondo

    cominició a vagare per il mondo

    non immaginando per sua troppa ingenuità

    che era pericoloso, per tutta l’umanità.

    Allora tutti i bravi governanti

    dissero alla gente : “Ehi, voi, che siete tanti,

    dovete prendere degli accorgimenti di base,

    e intanto state tutti dentro nelle case.

    Lavatevi sempre le mani, e in ogni caso

    mai metterle negli occhi, in bocca e naso,

    fino a che Crown tornerà ben bello

    a casa sua, dentro il pipistrello !!!”

    E intanto, scenziati medici e dottori

    mentre tutti noi non potevamo stare fuori

    dalle nostre case, loro, in tutta sicurezza,

    prepararono in gran fretta con destrezza

    una medicina veramente eccezionale ;

    e Crown che c’era rimasto molto male

    per aver creato tutto questo inghippo

    disse : “Di disagio ne ho creato anche fin troppo

    vagar nel mondo,, non é stato così bello…

    …me ne ritorno là, dentro il mio pipistrello!”

    E così Crown senza il tempo di un saluto

    se ne tornô da dove era venuto…

    Il pipistrello lo vide : “Svelto, torna qua!”

    …e rimase li dentro per l’eternità

    convinto che solo quella era la sua meta.

    Per salvare tutti noi ed il pianeta.

  7. CON TE

    Oh dolce farfalla che voli tra i fiori,
    t’imbevi di rugiada e di profumi
    e regali il sole guardandoti volare.

    Ti sei posata leggera sul mio libro
    quasi a voler nascondere le parole
    ed io ti ammiro e con te vorrei volare.

    Leggo con te che sfarfalli tra le righe,
    mi distrai e non capisco più ciò che leggo,
    son parole, è musica, è una canzone,
    è la dolce melodia del tuo candore!

    Oh dolce farfallina bianca come la neve,
    chiudo il libro e ti sfioro con la mano,
    mi accarezzi e poi ti allontani,
    mi hai lasciato il tuo profumo
    che tengo stretto stretto al cuore.

    Ho il libro aperto tra le mani,
    ti aspetto tra le pagine per cantare
    un nuovo motivo e poi volare,
    volare con te verso l’azzurro,
    ti prego oh farfallina prestami le ali.

    Con te volo con le ali che mi hai prestato,
    voliamo insieme verso l’azzurro,
    quell’azzurro lontano mai dimenticato!

    – accetto il regolamento

  8. Incoscienti!

    Io, la Terra, sono una cellula dell’universo infinito
    e voi, Umani, il cancro che mi corrode.
    Ho la febbre. La temperatura sale. Ho le convulsioni.
    La CO2 mi avvelena e il rigurgito di plastiche si dirama
    per le mie vene di fiumi fino al profondo mare.
    Come madre sono prodiga col mio seno.
    E sono matrigna. I miei frutti sono avvelenati da conservanti.
    I pesticidi uccidono le api, dissipano il profumo dei fiori.
    Gli habitat vengono distrutti. Esseri viventi sono a rischio di estinzione.
    I vostri figli respirano e mangiano i veleni delle terre di fuoco.
    Io tremo e voi ridete. E vi fate le guerre. Incoscienti!
    Voialtri sapienti comprate prodotti “alla spina”, a km0.
    Usate borse di juta e accettate regali non incartati.
    Io sono in agonia, mi sto inaridendo. I miei polmoni bruciano.
    Non riesco più a controllare le stagioni e i colori sbiadiscono.
    Limitate i consumi e sappiate accontentarvi.
    Piantate alberi! Piantate alberi! Sono la mia tachipirina.
    Le acque dei ghiacciai disciolti innalzeranno i livelli dei mari.
    Poi evaporeranno e si dissolveranno con l’atmosfera.
    Non voglio diventare come Marte, perché la Vita morrebbe.
    Insieme la cellula e il suo carnefice.

    Antonio Croce
    Accetto il regolamento

  9. Se ami
    ama senza risparmio
    Se scrivi esagera
    Se balli lancia come un birillo il corpo
    Se dipingi buca la tela
    Se suoni
    parla con Dio
    Se muori fallo fino in fondo
    Ma se vivi
    vivi
    Cercati un ciuffo d’ erba e fanne la tua tana
    Cosi che quando abbracci avrai in mente quel groviglio
    e il sapore del latte appena munto
    Della vigna il succo del vino
    Del campo il pan di zenzero
    Porta sempre con te la musica sonnacchiosa delle note sciamanti
    Il cuore in fondo è un alveare errante
    Antonietta Fragnito
    Accetto il regolamento

  10. È questa idea di te che trema
    contro un orizzonte di quiete,
    il senso carezzevole d’ un pensiero
    che non ha argini sul giro del mio cielo,
    l’essenza di una malinconia
    che d’un fiato cresce e muove in me
    e va seguendo l’aria di ieri
    per le viuzze ingiallite dalla luce d’autunno.
    Sono d’intorno gli addii e i fuochi
    che ho accantonato dietro il cuore,
    il vocìo del vento che tra strada e strada
    mi reclama nuove stagioni sulle guance secche.
    Ma poi altro non è, mio bell’amore,
    che questa triste meraviglia che mi danna,
    i silenzi che arrugginiscono piantati nei ricordi.
    Così io ti tengo, così rimani agli occhi miei.
    E mi scopro come la prima aria della primavera
    in quell’ attimo di felicità
    che in alto, più in alto combacia
    col velo fitto di nuvole colme.

    – Accetto il regolamento

  11. Noi dai mille nomi

    Bocche in sussurro…
    Occhi in sorriso…
    Mani in ricerca…
    Anime in attesa…

    Noi
    nell’etere del mondo incontriamoci,
    in quell’angolo di fantasia amorosa
    nascosto da rami di voglie
    da foglie di sussulti
    da teneri fiori di appagamento

    Noi
    due menti che rincorrono le luci della notte
    e mischiano parole con silenzi
    piaceri con nuovi desideri
    sulle rive del gioco
    all’odore di mare

    Noi
    che abbiamo imparato a volare
    con l’aliante dell’anima
    sorvolando deserti rigogliosi di noi
    annegando tra le infinite onde
    del mare del desiderio

    Noi
    dai mille nomi…

    Accetto il Regolamento.
    Daniela Cavazzi

  12. Sarò libero

    Libero,
    libero,
    mentre vado via in punta di piedi,
    dalla desolazione caotica della mia città.
    Da queste strade sdrucciole piene di lacrime,
    Dai quartieri,
    che parlano di una vita,
    che avrei voluto cucirmi addosso in modo diverso.
    Lasciami libero,
    libero di andare.
    Più forte del vento contro le chiome degli alberi.
    Anche nella magia della notte piena di pensieri.
    Salire verso il cielo.
    Tra la luce fioca dei lampioni.
    Lasciami andare dolcemente,
    mentre tutto quello che ho dentro,
    riaffiora dagli abissi.
    Come il volo di una farfalla verso l’ossigeno.
    Sono stanco di vivere come vorrebbero gli altri.
    Che mi giudichino pure,
    perché
    voglio essere libero, libero di amare.
    Non ho più tempo
    Perché ho fretta di essere ciò che sono.
    E non soffrirò più.
    Camminerò tra la gente,
    stringendo forte la tua mano
    Fiero di quello che ho fatto.
    Di tutti i biglietti aerei e le strade imboccate.
    Per correre verso te,
    più veloce della luce.
    E per ritrovare me stesso in ogni angolo del mondo.
    Dimostrandomi che nonostante tutto
    posso essere felice,
    voglio ballare anche se sbaglio tutti i passi,
    non importa se mi spettinerò l’anima.
    Voglio essere libero,
    libero di uscire dal torpore,
    della paura di non poter dire
    quanto le cose dell’amore
    siano semplici.
    Voglio essere libero,
    di non essere amico dello specchio.
    Libero, libero
    come il cielo infinito.
    Perso nel blu di mille ali più luminose del sole.
    Sarò libero, libero di respirare,
    lontano dalla mia stanzetta minuscola,
    e dalle menti schiacciate.
    Dalle voci che corrono,
    e che non fanno più male.
    Sarò pronto,
    riempirò le stesse forze
    con cui sono nato,
    troverò le mie stesse bellezze del cuore.
    Senza mai cadere.
    sarò libero, libero
    di sentirmi bene.

    -accetto il regolamento

  13. Accetto regolamento.

    Lei tra il lago e il mare
    Lambiva appena il cielo l’aurora
    e già l’infrangersi del mare
    burrascoso al nuovo giorno si presentava,
    dopo aver trascorso la notte
    senza trovar tregua.
    Sulla battigia il mare s’infrangeva
    mentre lei di lì passava
    persa in una fuga senza meta,
    con la sola zavorra di lacrime,
    che da cristalli di brina,
    il viso le percorrevano.
    Dallo sciabordio delle onde
    i piedi si lasciò accarezzare
    intanto che si rincorrevano in un gioco
    che ai giorni di fanciulla
    a lei trasportava, molto prima
    che dell’attraente lago s’innamorasse,
    che con il suo fare mendace la sedusse.
    Sol che dopo la sua natura rivelò
    e nel fondale di fango la segregò…
    Il sale delle lacrime si unì a quello del mare
    e quieto lui divenne,
    cingendola in una carezza.
    Ella s’immerse per unirsi
    come per congiungersi
    all’amor verace, che l’accolse
    tra le vigorose ed accoglienti braccia…

  14. SENZA FIATO

    Brezza

    Dal mare

    All’alba

    Abbracciati

    -Mare e cielo

    Senza fiato-

    Nel bacio

    -Dell’eterno

    Fuoco nella

    Fontana

    Dell’amore

    Senza fiato-

    Solo ardore

    E sognare

    All’alba

    O navigare…

    — accetto il regolamento

  15. LE VERITÀ

    Mi chiedo
    esistono amori possibili o son tutti sogni,
    proiezioni di favole antiche,
    di ricordi,
    e di sensoriali bisogni.

    Esistono amori o son false proiezioni
    che intravvedi in un parter desiderato
    nell’infantile in esso l’alter ego,
    una parte di te o la tua soluzione a inconsce necessità o aggrovigliate
    tue emozioni.

    A immagini stereotipate,
    A concrete esigenze anche immediate.

    Non solo di corpo, come fame reale,
    ma anche d’arsura e di sete di conoscenze diverse per completare te stesso,
    in una crescita continua che guarda al cosmo come parte totalitaria ed integrale.

    Vagar di fantasmi nell’infinito,
    energica onda che si espande emanata dal corpo,
    di cui il sesso,
    non è movimento di corpi ansimanti,
    nè  solo piacere,
    nè spamodico amplesso d’amanti.

    Sono scariche chimiche che alimentano nuove energie
    tantriche gioiose  emissioni d’impulsi
    che esplorano nuovi percorsi,
    lasciando alle spalle le antiche vie.

    Si cerca la completezza di biologiche
    alchimie
    attraverso neuroni,
    ricercati
    nell’altrui  cerebral formazione.

    Su binari tracciati dalle sinapsi
    percorsi alla velocità stratosferica
    da  rigenerati fulminanti fiammate
    che bruciano energie
    e lasciando stremate.

    @ Mario Italo Fucile
    accetto il regolamento

  16. Attraversiamo la notte in silenzio

    Senza fare un solo lamento
    senza piangere o ansimare,
    torniamo ogni sera al faro
    per guardare la Notte che arriva.

    Siamo cacciatori di lucertole,
    nelle notti di luna piena!
    Di stelle sotto il sereno.
    Vorrei capire, anche per te,
    chi siamo e da dove veniamo.
    A me basta la luce del tuo sorriso
    per continuare nella traccia
    dei tuoi sogni bambini.

    Stupidi che siamo
    ridiamo, scherziamo,
    moriamo
    come formiche annegate dalla piena.
    Eppure io sento,
    dentro le vecchie case,
    fiorire ancora rose
    e carezze per gli amanti,
    e lucciole per gli ubriachi
    e sangue per le giovani volpi
    e martiri per i soliti ingenui
    e tutto, senza una linea di sospensione.

    Attraversiamo la notte in silenzio,
    un incubo o un sogno saranno i nostri miti
    e torneremo, con più vento, a saltar sulle cime dei Pini,
    nelle tempeste di Sole che accecano le nostre giornate,
    arse dal livore dei Santi
    e mescolate al latte dei bambini,
    che, intanto, crescono,
    come lucertole sulle murate bagnate dal fuoco!

    – accetto il regolamento

  17. Nel vento

    Nel tempo e nello spazio
    sei tra le mie braccia, nuvola che fuggi
    spinta via dal vento e fuggendo
    piangi l’essenza che si scioglie.
    Dall’alto vedi gli alberi contorcersi
    nello sforzo di staccare le radici e volare,
    l’erba selvatica bere allegramente le tue lacrime,
    la città fusa nel vetro come una pietra lucida
    dal cuore freddo e immobile
    che attende il tuo svanire.
    Uomini che imprecano a te e al vento
    all’ottuso scorrere del tempo
    altri che inneggiano e vorrebbero strapparsi
    dalla terra essere come te che fuggi.
    Ma senz’orma il vento ti dissipa
    e ti dimenticano gli uomini in cerca altrove
    di un avversario o di un conforto.
    Rimani tra le mie braccia come un sogno pensato
    come un’immagine della vita e dell’uomo
    paurosi e fragili, spinti dal vento inesorabile.

    Marcello Comitini
    – dichiaro di accettare il regolamento

  18. Chiave di violino

    Sento l’archetto sento l’estate
    sento ed immagino il piglio perfetto
    la spalla che regge novello Atlante
    il mondo che fugge veloce e costante.
    Le note che seguono i passi di ognuno
    serrande ormai chiuse ed in strada nessuno.
    Tu entri ovunque laddove nessuno riesce ad entrare.
    Oh giovane musico, tenace esploratore .
    Tu hai la chiave perfetta e di violino il cuore.

    Alessandra Sorcinelli
    accetto il Regolamento

  19. Lirica interessante e significativa, forse andrebbe un po’ più curata la musicalità dei versi.

  20. Non tarparmi le ali

    Non tarparmi le ali
    maledetto uomo,
    lasciami in pace
    tra i miei battiti interiori.
    Non pugnalarmi
    di ignare frustrazioni,
    Non insultarmi
    con inutili dicerie.
    Non affogarmi gli occhi di lacrime,
    Non spararmi il tuo ispido veleno
    in uno sguardo desideroso di pienezza
    Non mantenere promesse
    di bontà futile,
    Non strapparmi i capelli
    per vani litigi.
    Basta lividi sulla pelle
    e ferite del tuo sangue versato sul mio seno.
    Lasciami echeggiare
    nella celeste leggiadria
    Lasciami libera,
    di diventare una farfalla dorata
    pronta a posarsi su variopinte corolle.

    – accetto il regolamento

  21. Claudio Esposito
    Volo Bucarest Zurigo

    Montagne di nubi
    E cielo sopra un altro cielo
    Un nuovo cielo sotto
    Un altro e un altro ancora
    E sotto ancora un mare
    Di nuvole in tempesta
    E in giù di nuovo un mare
    Sembra vero….
    E monti e valli e schiere
    Di nuvole in cammino
    E terre sopra il cielo
    E cieli sotto il mare
    Un lago nell’azzurro
    Riverbero irreale….
    Ma cosa è mai reale
    In questo vagare opaco
    In questo volo cieco….
    Forse soltanto un’eco
    Di quelle tue parole
    L’immagine sfocata
    Dei tuoi occhi dentro il sole.

    – accetto il regolamento

  22. CAMPI D’INVERNO
    Non sempre all’aratura segue la semina,
    non sempre possono nascere fiori
    dalla corteccia, dal profondo del tronco.
    Quando gli spifferi entrano dalla finestra
    continua a bussare la tua mano
    con voce forte, s’accartocciano
    le foglie e s’appassiscono le rose
    e i gabbiani venendo dal mare
    seguono il trattore del contadino,
    come fossi vivo, come fossi carne.
    E lo sei nel fuoco e nella brace del camino,
    nella nuvola fosca che incombe all’orizzonte,
    nel rosso delle solite stelle di Natale
    e in quelle luci appese
    che s’accendono e si spengono.
    S’accendono e si spengono
    come i fili e gli intrecci della vita
    che ricamano la stanza e ballano
    e penzolano nelle giornate ventose sul trionfo
    della vita sulla morte, scherzosa e acerba
    sul portone già serrato, che s’apre ogni mattino
    a un’alba nuova, ma in fondo già sempre stata

    – accetto il regolamento

  23. PERDERSI

    Perdersi negli occhi
    In un giorno di pioggia
    Lasciando sole le parole.
    Credendo nel mondo
    Nell’anima di quegli occhi.
    Perdersi per un pianto
    Per una vaga sensazione
    Credendo ad una voce
    Falsa e distruttiva.
    Perché non si dica
    Ti credevo di averti perso.
    Nelle vani notti
    Ritrovarsi e credere
    Di amarsi sempre
    Per non perdersi Mai, mai, mai!
    Perdersi solo negli occhi
    E non nell’anima.

    Accetto il.regolamento

  24. LACRIMA DI LUCE

    Siamo composti di solitudine.

    Catene che pesano nel grembo
    come il turbinio del vento
    che spande silenzio nella notte.

    Sempre assorto rimane il canto
    dove nessun frammento d’amore
    s’annida nell’alito del mondo.

    Danze di farfalle
    cesellano la magia di mille colori
    incesti che dipingono
    occhi senza alcun respiro .

    Così remoti nel canto.

    Così persi
    dentro una lacrima di luce

    – accetto il regolamento

  25. E POI TU
    Vorrò librarmi con queste ali stanche
    inerpicarmi sulle irsute chine,
    varcare passi e sulle cime bianche
    suggere manna sopra ai sassi – a sera –
    quando già l’ombre insidieranno il giorno
    e colerà neve sul buon cammino.

    E poi tu, sempre a fianco – la sostanza –
    fatta di sangue e carne
    con quest’anima mïa tra le mani…

    Tu ed ïo – in amalgama –
    come un pugno di sabbia
    dentro la bolla d’un tempo infinito.

    – accetto il regolamento

  26. “Ma giù stancat e te“
    (corona virus )

    All’impruvvìso
    zitt , zitt
    si trasut int’a’ vita nost

    accussì

    sènz ca’ nisciuno ta vvitat.

    Senza permess
    con arroganza e mala creanza

    ma chi ta mannat o’ Pate Eterno?

    o si vunut tu
    e capa toje.

    T faccia sta domanda impertinente
    pechè,
    ma pare che si tropp strafuttent

    Pare che ci vuò fa nu rispiett
    che ci vuò fa pavà nu tuort fatt

    Famm capì
    qual’è l’intenzione
    e pechè fai accussì.

    Si pò è volontà ro pate eterno
    allòr si

    calamm a’ càpe

    tras
    fa chell ca cià spett
    ma fall e press e nun ce fa penà

    Poesia di Salvatore Ambrosino.

    “Stanco di te”

    All’improvviso
    in silenzio
    sei entrato nella nostra vita
    come ti pareva
    senza che nessuno ti ha invitato

    senza permesso, con arroganza e mala creanza

    ma chi ti ha mandato il Padre Eterno?
    o sei venuto di tua spontanea volontà.

    ti faccio questa domanda impertinente
    perché sembri troppo strafottente

    sembra che ci vuoi fare un dispetto
    che ci vuoi punire per una offesa fatta

    Fammi capire
    qual è lo scopo e perché ti comporti così

    Se invece è volontà di Dio
    allora si

    abbassiamo la testa

    entra
    fai ciò che devi fare
    ma fallo subito e non ci fa penare.

    Accetto il regolamento

  27. QUANDO
    Quando io sarò morta per te
    Non avrà più senso vivere
    I giorni grigi
    Passeranno veloci, senza ricordi
    Io continuerò a respirare,
    a vivere, a lottare
    ma per te non esisterò più
    Viva passerò fra la gente
    Come un fantasma
    Alla ricerca di qualcosa
    Che non troverò più
    Di qualcuno lontano
    Tu incontrerai altri occhi
    A loro parlerai
    Con il tuo sguardo.
    Vedrai altri volti, altri sorrisi
    E sorriderai felice
    Non sai, ignori
    Che io sono morta
    Costretta a vivere
    In un mondo grigio
    Non più blu
    Eppure era bello
    Il tempo in cui tutto era blu
    Perché c’eri tu.

    – accetto il regolamento

  28. Distanze
    Le distanze questa notte sono oblio
    di te che mi componi ogni memoria
    e dei tuoi seni ancora sul mio petto
    a scalare montagne e irti desideri
    che graffiano la pelle come sassi
    e accendono il sole anche nel buio
    Averti non è voglia né possesso
    è uno stormo di passeri che migra
    oltre ogni mio pensiero disperato
    è la tua intersezione come un gesto
    che mi porta dove voglio andare
    oltre le tenebre e oltre tutto il resto
    che non riesco mai ad immaginare
    Le distanze sono appese ad un soffio
    che lieve ancora ci avvicina al sogno
    in un andirivieni che ci sconvolge e preme
    fino a raggiungere ogni tuo dolce confine
    e darti amore che d’amarti ancora teme …
    Italo Zingoni – RACCOLTA DIFFERENZIATA – 2013 – INEDITO – t.d.r.
    -Accetto il Regolamento.

  29. Tutto o nulla
    Amo le tue labbra
    Morbide e profumate
    Amo le tue dita
    Lunghe e affusolate
    Premonitrici di passioni sul mio corpo che arde
    Amo il tuo sorriso
    Le tue giacche consunte
    Amo il tuo fare goffo e impacciato
    Il tuo guardarmi con desiderio celato agli occhi del mondo
    Amo tutto di te
    Godo di niente
    A me é toccato il tutto o il nulla?
    Chissá…

    Graziella Mancini
    Accetto il regolamento

  30. PALINGENESI DELL’IO

    Le notti solitarie d’incenso
    Immersi in apnea emotiva
    Alla cosciente ricerca
    Della palingenesi dell’io.
    Mi inseguo e mi agguanto
    Nei respiri infossati
    Che spaccano il vuoto.
    È un sussulto spogliare
    La ricchezza archetipica
    Che ci appartiene.
    È un tremito toccare
    Il seme primordiale
    Da cui discendiamo.

    Giuseppe Chico accetto il regolamento

  31. Io amante, noi amanti.

    Mi interrogo spesso
    sul senso della vita.
    Stringo forte le tue dita
    perchè possanno accogliere la mia passione
    e tutto il desiderio del tuo profumo
    dell’incedere felpato sulle vibrazioni del cuore
    della vocazione che è in noi e per noi,
    del bisogno di volare con i propri sogni
    e di incontrarsi nell’amore
    che ci sublima oltre le nuvole
    e ci anima
    rivelandoci il nostro essere amanti
    che vivono
    che soffrono
    che muoiono ogni giorno
    in silenzio
    senza accorgercene.

    Francesco Paolo Catanzaro
    Accetto il regolamento

  32. Ardue salite,
    ripide discese senza fine,
    anima e corpo in silenzio.
    Frammenti di vita e cuori innamorati
    in quella piazza …
    tavolini di algido metallo
    coppiette incuranti d’un sole timido,
    maliziosi sfiori,
    scambi leggeri, senza pudore alcuno
    e passanti incuranti.
    Storie di vita trasportate da stormir di fronde,
    fiori profumati,
    e le campane che segnano il tempo
    fino a sera tarda.

    — accetto il regolamento

  33. IO COME TE
    (poesia contro la violenza sulle donne)

    Io come te
    e come tante altre.
    Io che da sola mi devo bastare
    io che sono la mia famiglia.

    Le violenze come graffiti nelle caverne
    sono incise nella cera degli anni
    mentre il tempo sopisce e logora
    con intarsio di pause
    doloranti emozioni.

    Il silenzio è muto d’ogni luce
    e la pietà è un’angoscia immobile.
    Il mio viso è infangato e stanco.
    ma mi cullo nel domani
    perché sono innamorata dell’amore
    dell’amore che lui non riesce a darmi.
    Così aspetto:
    tra partenze e distacchi
    tra baci e violenze
    tra albe e risvegli
    la favola della mia vita.

    Aspetto che il mostro
    si trasformi in principe azzurro
    e che quelle mani callose di bestia
    possano accarezzarmi come ho sempre sognato …
    ora
    anche pagando l’ultima tangente di dolore
    la ferita non si rimargina.
    Non c’è nessuna sutura possibile
    perché da sola non ce la faccio.
    Alzo le mie braccia
    in segno di resa
    poi mi accascio a terra
    come fiore appassito,
    calpestato dalla pioggia.

    – accetto il regolamento

  34. LA MASCHERA DELLA VITA
    La vita mi ha donato
    questa maschera che io mi porto addosso
    la tengo stretta al viso
    e in lei mi riconosco
    Quando son triste
    ed i pensieri assillano la mente
    in lei io mi nascondo
    dallo sguardo della gente
    Sul palco della vita
    l’indosso come attore
    proteggendomi da fischi o applausi
    quando entro in scena
    sotto il riflettore
    Al calar della sera
    la ripongo sul fondo del cassetto
    lo chiudo e poi mi specchio
    per osservare i mio viso, le mie rughe
    e rivedermi vecchio
    Sorrido, piango
    e poi sorrido ancora
    la tolgo dal cassetto
    e poi l’indosso
    …ancora come allora…
    Non è la maschera
    della falsità e dell’ipocrisia
    ma è il mio vero ego
    qualunque esso sia
    Ognuno ne possiede una
    E la tiene stretta a se ogni giorno
    per tutto il suo cammino
    come in un eterno girotondo
    Su questo enorme palcoscenico
    la tiene custodita
    per questo grande spettacolo
    messo in scena dalla vita

    — accetto il regolamento

  35. IPOTESI

    Ipotesi
    effimero dell’uomo:
    se Dio non ci avesse creato,
    se Eva non peccato,
    se la filosofia di Schopenhauer
    fosse ascoltata…
    L’umanità si estinguerebbe…

    Ipotesi
    sono la consolazione,
    mentre ti trastullo soddisfatto,
    un po’ di zucchero nel caffè rovente.

    — accetto il regolamento

  36. BRECCIA

    Si disvela in semasia
    qual turbinio una breccia
    a tradir la pelle – vorrei, dispersa.
    Ma saprò esserti sì – muta d’ansia
    in anelito a tua poesia di sete
    essendo gocce -cos’altro, del congiungersi?
    In riva a mondi fragili
    non sia riscossa amore che mi impura,
    è qui e mi spazia il viso d’abat jour
    in foce dove giaci – e resti a me.

    – accetto il regolamento

  37. Scorri dentro me
    Scorri dentro me
    percorri
    distese, colline,
    assapora
    candide amarene,
    nutrimi
    di carezze di fuoco,
    accendi le voglie
    quando sull’orlo del brivido
    nel delicato ondeggiare
    sento l’acqua scorrere.
    Ti trascino nella mia alba
    per toccare la follia
    che ferma il respiro
    come musica incessante
    finché l’alta marea non ci sommergerà.
    Giuseppina Carta
    Accetto il regolamento

  38. Accetto il regolamento

    La libertà della farfalla

    Esplode dall’eterno passato
    la malinconica dolcezza,
    non avvezza a gestire un simile folle estuario amoroso.

    La pressione del coinvolgimento
    sconsiglierebbe nuove poderose emozioni,
    ma il desiderio delle tue invocanti labbra
    dopo l’autenticità del nostro abbraccio
    sconsiglia il rimorso e l’infinito suicidio
    di non aver provato ad assaggiarle.

    Inconsolabilmente all’inverso
    nel presente
    corro il rischio di dover accettare
    che tu essendo solo tua,
    mi farai rabbrividire col gelido inverno della tua assenza.

    Per proteggermi
    dovrò dispensarti di me,
    ma se pensandomi odierai anche solo il timore della mia inesistenza,
    destandoci dall’orrore possibile,
    in ambasciata invierò l’armonico e delicato battito d’ali
    della mia ingenua farfalla,
    che ispirandoti il calore del mio sorriso,
    tramite i suoi delicati colori di libertà,
    ci adescherà nel suo eccentrico e luminoso volo
    senza fine.

  39. LA SALAMANDRA

    Spesso non so davvero
    Quale anima appartenga
    Al corpo che abito;

    Lupi e uccelli,
    Cavalli e tartarughe,
    Abitano la selva
    Ma quasi tutte le creature
    Hanno cercato di nascondersi
    Nel cuore degli alberi.

    Tu, confine del mare
    Troppo spesso raggiunto,
    Concedimi un’eccezione
    Per poter dirti oltre.

    Ma il confine è di fuoco,
    Le creature lo temono;
    Solo la salamandra si insinua
    Tra le fiamme
    Oltre la porta.

    Torna con addosso
    Profumo di donna
    E un corpo assente;
    Fluttua nell’aria
    Qualche istante
    Prima di disperdersi…

    Abbastanza per innamorarsi.

    Marco Fregonese – Accetto il regolamento

  40. La psicosi puerperale
    Dal ventre della madre
    procedevano nefasti nemici.
    Irrompevano feraci dalla vagina,
    rompendo le acque placentee
    con fitte dilatatorie,
    contrazioni rapide travaglio
    rivoli di sangue sparso
    nella più crudele delle guerre:
    il parto.
    Non il dolore di un figlio ucciso,
    non quello di un figlio tradito
    non quello di un figlio malato.
    Ma quello di aver procreato,
    perso per sempre qualcosa di sé
    per un altro sconosciuto e nemico.
    Succhia vorace il colostro, la forza,
    gli anticorpi, l’anima stessa.
    Nato all’odio in un funesto giorno
    perse il figlio la madre nel gorgo
    della disperazione inghiottita,
    privata di sé nel latte profuso,
    nel mare della solitudine persa.
    E’ lui il dolore dell’assenza e della privazione.
    Della violenza e della sopraffazione.
    Di Lei, l’Invincibile, la Pura,
    la Vittima sacrificale: la madre.

    – accetto il regolamento

  41. INES ZANOTTI
    4 Gennaio 2021

    GREVE DIADEMA
    “Incombe devastante e muto
    sulle vite del pianeta
    il germe della piaga.
    Penetra slealmente
    e incute terrore
    l’incontro col contagio
    e la funesta sorte della morte.
    Limitati siam di libertà
    e demoliti nel futuro:
    respiriamo a intervalli
    frenando un abbraccio
    e zittendo ogni parola.
    Pure le strade
    tacciono d’umanità
    sciorinando solamente aria
    sazia di cinguettii e scampanii.
    Cala come neve il silenzio
    sui nostri pensieri
    e si adagia sulla nuda terra
    quasi il mondo si fosse fermato,
    e ogni cosa svanisse
    in un eterno oblio…
    Si è impadronito di un nostro tempo
    il CORONAVIRUS !
    Ma nel nostro DNA portiamo i geni
    della speranza e della fiducia,
    pertanto la vittoria su questo male
    ci farà volgere lo sguardo
    verso il sorgere di nuovi giorni…
    ancora…”

    Accetto il Regolamento

  42. Giovanna Fracassi

    Intensità

    Nastri rossi
    fra i brividi
    stretti al petto
    fiaccole accese
    danzano
    come stelle sulle onde
    trema il riverbero del fuoco
    nello sguardo assorto
    mentre l’animo stupito
    rinasce
    al suono antico
    di un richiamo lontano
    dal profondo della foresta
    dove tutto sembra tacere
    in un infinito senso di quiete.
    Nevicano
    fiocchi di speranza
    sulle labbra offerte
    sull’intensità
    di questo mio vivere
    prima di sciogliermi acqua nell’acqua.

    Accetto il regolamento

  43. IL TUO NOME

    Ti amo. E il tuo nome
    ho sussurrato
    stringendomi a te.
    Ho sussurrato al tuo cuore
    che ascoltava il mio silenzio,
    ad un sogno
    di strade illuminate,
    di danze nel vento, di un calmo riposo
    accarezzando i tuoi capelli.

    Ti amo. E il tuo nome
    ho gridato
    cercandoti.
    Ho gridato
    al duro risveglio
    da sogni uguali a prima
    che mi incatenano a un’ombra,
    all’incubo di un ricordo
    che non è vita,
    di una strada buia
    dove solo l’eco
    risponde al tuo nome.

    E’ il mio ultimo grido,
    il più forte
    il più disperato,
    è il mio amore immenso
    che non è abituato
    a non averti,
    è la causa della lotta
    che oggi mi toglie ogni forza
    tranne quella, immensa,
    del tuo nome.
    –ACCETTO IL REGOLAMENTO

  44. Meglio le tue mani
    Al centro del pensiero
    E’ qui che incolli tutte le pareti alla primavera del tempo
    Nella morsa del corpo
    Immagina quanto voleremo insieme
    Ogni volta in due minuti
    La scusa di una sigaretta
    Neppure così tanto
    Aspetto che mi spogli
    Sempre a capofitto
    Per sfiorare le foglie dell’ulivo
    Non ho niente da fare
    Questo il bianco della luna
    La cordicella della sfida
    Un fulmine da me a te
    Tra silenzio e terra
    Asfalto e lenzuolo

    -Accetto il regolamento

  45. MI ERA DAVANTI

    Mi era davanti con gli occhi spenti
    ci siamo amati e emozionati, non è più lo stesso
    mi sembra di vedere un volto estraneo
    mi ha dato amore anche quando non lo cercavo
    ora son pronta neanche mi guarda
    io sono sempre la stessa lui è cambiato,
    amami amami era il suo grido disperato
    non sono più io l’amore delle sua vita
    me l’ha giurato tante volte
    mi ero illuso fosse solo mio e di nessun altra,
    solo ieri mi faceva sentire una regina
    lui il mio principe sul cavallo bianco
    amami amami ora sono io che lo chiedo lui non ascolta
    vorrei tornasse quello di una volta
    ero un fiore con tante api intorno, ho scelto lui
    fece salti di gioia gli amici l’hanno invidiato
    mi ha baciato anche dove non doveva
    mi sono sentita donna, sentita importante,
    vorrei rivivere le stesse emozioni di una volta,
    truccata e ben vestita mi sono fatta bella per lui
    ho usato tutte le armi che ha la donna
    il decoltè, la gonna corta stretta un vita
    era l’ultima speranza aveva sempre funzionato,
    non ha capito che volevo lui, cercavo aiuto,
    lui ha chiuso la porta e se ne è andato
    non l’ho più visto non l’ho più cercato
    si è innamorato della mia migliore amica,
    l’amore non l’ho più cercato troppo delusa dalla vita,
    gli uomini sono tutti uguali prendono quello che vogliono,
    mai credere ai tanti ti amo sono in quei momenti
    strappano il cuore, un’altra è già pronta.

    – accetto il regolamento

  46. IL SAPORE DEL CORPO

    Il corpo infine si distese
    nel sussurro armonioso
    di un bisogno supremo
    di carezze

    concentrando l’energia
    del donare e dell’avere,
    liberando tutti i sogni
    in estatiche dimensioni.

    Divino l’avido tatto
    nel raccolto finale
    di un nuovo fragore

    distinguendo emozioni
    regalando saggezza
    in perle di sudore
    miste a gocce
    di nuovo rossore.

    Amore e vita…
    semplicemente
    uno strumento accordato
    sui ritmi del vero sapore.

    Maurizio Alberto Molinari
    Accetto il regolamento

  47. Polpastrelli lucenti

    Spudorata notte,
    brillante e acerba,
    antica cospiratrice di sogni,
    parlami di me.

    Luna, dea bassa,
    argenteo sorriso a mezz’asta,
    m’hai trafitta con l’ illusione della tua voce fantasma.

    Un rosario di corpi celesti,
    fuggitivi astri,
    oggi,
    domani,
    per l’eternità,
    con la biforcuta idea che non si arrende.

    Bocche spalancate,
    osceno siparietto della mediocrità,
    eruzioni velenose.
    domandano giustizia allo sconfitto,
    ma mai si chiedono cosa non hanno fatto.

    Scostumata oscurità,
    attrice di verità inconfessate,
    incanta la mia guardinga esitazione
    e bruciami sulla schiena delle stelle,
    irriverenti arcelle,
    come dita nel blu,
    polpastrelli lucenti
    … senza dubbi di nascita o latrati di morte,

    la vulva sanguinante del vagito e l’inutile frontiera del lutto,
    perché il cielo, acquasantiera di graffi, colmo di noi… ha visto tutto.

    Dichiaro di accettare il regolamento.
    Monia Minnucci

  48. … in attesa di nuove albe

    Bianche voci volano
    in cieli di seta stellati …
    Solleviamo i calici ai misteri
    dei nostri cieli neri luminosi,
    alle nostre lune storte quotidiane,
    all’ombra di tramonti
    in attesa di nuove albe
    che ci porteranno verità
    sconosciute all’animo umano …
    di menti libere da mani occulte sporche …
    in un tempo di persone
    che pensano solo ai loro tornaconti …

    Accetto il regolamento

  49. Sai che t’amo

    Di un pensiero m’arruffo,
    inconsapevole progetto
    che rulla tra le mani.
    E annuso l’aria fredda
    dei tuoi polmoni, l’aspiro,
    e folate di nuvole sparute
    inseguono le mie parole…
    non le tue, spossate, bianche,
    che sono sazie dei tentativi
    di rincorse abiette per le scale.
    E di me che urlo di me,
    dei silenzi senza tregua,
    della voglia di tenerezza
    – perché sai che t’amo-
    e di un altro me che ti capisca.
    Sei la forza dei tuoi occhi
    e mi rapisce la curva delle spalle,
    all’altezza del mio cuore,
    anche i tuoi battiti più forti dei miei,
    in una luce distratta che non fa giorno.

    Accetto il regolamento

  50. letti sfatti (ti) scorgo

    nelle sale d’aspetto

    in forma di macchia

    per non affezionarsi

    alle giornate in vestaglia

    perché amore è far vivere

    ciò che cade

    Accetto il regolamento

  51. Liberi spiriti ribelli
    a C. G.

    C’è in giro la voce che “In Italia si sta bene!”:
    lo dice qualche benpensante, benestante,
    perbenista e menefreghista… ma nessuno
    dice che viviamo in una società malata,
    dove i delinquenti fanno i moralisti
    e i malvagi fanno tendenza!
    Una società dove i politici,
    fossilizzati sulle loro poltrone, indifferenti
    ad un malessere diffuso, non vivono
    la quotidianità della gente, rinchiusi
    come sono in un cieco egoismo:
    hanno creato la loro casta, fatta di privilegi, arbitri e soprusi,
    immuni alle leggi insieme ai loro servi di partito.
    E mentre loro vanno in vacanza con lo yacht,
    e qualcuno cerca cibo nella spazzatura,
    a noi ci vogliono consegnare alle banche, novelli usurai!
    Per non parlare di calciatori strapagati che cantano
    e cantanti ipocriti che giocano a pallone,
    vigilanti che ti violentano e delinquenti che sono Parlamentari;
    uno stato dove chi dovrebbe proteggerci diventa il nostro nemico…
    C’hanno confusi approfittando di un’apatia latente
    che non c’aiuta, con pensionati allo stremo,
    precari con stipendi da fame, disoccupati, poveri…
    Oggi siamo tutti minoranza, siamo tutti degli esclusi.
    Ci buttano fumo negli occhi con fiction, partite, veline e telenovele
    per imbavagliarci e non farci riflettere
    sui problemi che ci attanagliano,
    dimenticandosi delle nostre esigenze
    e di quello che vogliamo per davvero.
    Vorrebbero farci emulare comportamenti idioti
    e, purtroppo, a volte ci mettiamo del nostro,
    non protestando quotidianamente.
    È da quest’altra parte dello specchio
    che il Mondo va alla rovescia!
    Ma noi ci siamo schierati con gli ultimi,
    con i diseredati e gli emarginati,
    e, convinti del nostro credo,
    continueremo a lottare,
    perché continuiamo ad essere attuali,
    a pretendere le stesse cose di sempre.
    Ogni epoca ha avuto i suoi scrocconi e i suoi martiri:
    noi vogliamo cancellare i primi e riscattare i secondi.
    Noi, novelli araldi, vogliamo ergerci
    a paladini di un Mondo giusto.
    Assetati di vera giustizia, non correremo
    il rischio di cadere nell’oblio, perché la nostra
    è una presenza silenziosa, ma fastidiosa,
    ed imperterriti porteremo in ogni luogo
    il nostro messaggio di uguaglianza;
    offuscheremo i vostri volti gaudenti e beffardi,
    cari voi che vi credete i padroni del Mondo!
    Ci guarderemo negli occhi e, tenendoci per mano,
    ci chiameremo tutti “fratelli!” e alzeremo
    la nostra voce così che dalle capanne dell’Africa agli igloo dell’Alaska,
    alla faccia della vostra omertà,
    urleremo forte il nostro grido di libertà:
    «MAI PIÙ POVERI!».

    Accetto il regolamento

  52. Il coraggio di restare

    Chimere s’annidano
    nell’ombra della sera.
    Polveriera di ricordi
    che non voglio destare.
    Era immenso, il mare,
    lo scrutavo coi tuoi occhi.
    Eravamo due allocchi,
    senza il coraggio di restare.

    Cristina Biolcati

    Accetto il regolamento

  53. TACI SILENZIO
    Notte buia senza astri.
    Piove, e lacrimano le foglie
    strette ed anguste degli olivastri,
    lava via la pioggia le doglie,
    diluendole in piccoli fiumi salmastri.

    Piove inquietudine
    sulla testa dei suoi seguaci,
    animali rapaci,
    stille accusatorie sui poeti mendaci,
    spacciatori di amenità,
    superate solo dalle loro velleità.
    Imbonitori con teste d’alloro adornate,
    confinati in precisi contorni,
    pavoneggiano contenuti disadorni.

    Piove e tace,
    chi porta fisse nel cuore acute spine,
    piove e tace,
    chi di solitudine e dolore da sue concubine.
    Tace, ma non sa mentire.

    Tace, ma scrive
    parole che domani leggerà veruno,
    parole che non leggerà nessuno.
    Tace e scrive,
    tessendo storie con i fili del cuore.

    Taci silenzio, taci.
    Segnerò pagine vuote
    con schiere di Carmi,
    risorgerò dalle tue braci,
    e dal nulla con parole erudite,
    sublimi, adamantine e crude.
    Tempra nera che ti disarmi,
    strappate fuori a mani nude,
    parole di lotta contro il tuo oblio,
    parole veraci,
    tirate dal fondo del mio io.

    Piove e tu giaci,
    su lenzuola di speranza
    coperta di desideri audaci.
    Dentro l’anima danza,
    ma piove e tu taci.

    Sogni di quest’uomo che d’amore
    non si stanca,
    mira come per te sospira e manca.

    Se Fortuna aiuta gli audaci,
    Speranza è debile e fallace,
    vita può essere mordace,
    ma Fortuna temo troppo i tuoi baci.

    Intanto piove e tutto tace.
    Volgi lo sguardo a questa mia,
    che dai lustri passati inbrunito,
    cuore di selce intenerito,
    infine trapassato e sciolto,
    l’inquieta vertigine delle ore,
    agli occhi tuoi me stesso
    di allora troppo diverso,
    coltre di nebbia disperso
    infine il nostro amore.

    Accetto il regolamento

  54. Silvana Sonno – accetto il regolamento
    Mi ricordo

    Mi ricordo di te
    sì, mi ricordo
    e della quercia sotto cui baciasti
    per prima la mia mano:
    il polso, il palmo, e poi tutte le dita

    apprensione e letizia quelle labbra
    così voraci e umide, d’umori
    che segnavano tracce
    ai miei pensieri.

    Dello sguardo ho ricordo e del sorriso
    dentro cui mi tenesti imprigionata
    e dei sospiri, certo
    ah, quei sospiri …

    Ricordo il tuo sapore un po’ salato
    che si mischiava in bocca alla saliva
    un sentore d’estate alla marina
    di sudore e tabacco
    e liquirizia.

    Ricordo di una ghianda tra il fogliame
    che pizzicava la mia pelle nuda
    e il cielo di viola
    e le cicale …

    Quel che è venuto dopo è già lontano.

  55. COSÌ LONTANO, COSÌ VICINO

    Così lontano, così vicino
    annidarsi quell’assillo
    ripetermi a memoria i detti dei saggi
    seguirne le dottrine
    provenire da un’altra solitudine
    come alieno triste
    con una coscienza da genio
    nel rigore dell’anima
    e l’incomprensione dei propositi
    vacillare quella saldezza
    sentirmi a casa nei pianeti

    – accetto il regolamento

  56. Attraversami

    attraversami
    come esile soffio di vento
    passi su ponte
    sudore su fronte
    come luce che oltrepassa il tramonto
    o eco che sfida il silenzio

    attraversami
    poi dammi la mano
    sono un’ ombra
    che cerca il suo sole
    il porto la nave
    la foglia il suo ramo

    attraversami
    e rimani vicina ai miei giorni
    tienimi stretto
    fammi sentire
    il rumore del mare
    le tue labbra tremanti
    due occhi che cercano ancora
    un vecchio poeta dormiente.
    (accetto il regolamento)

  57. (accetto il regolamento)

    IL FIORE DELL’AGLIO

    Al riparo
    nel grembo della terra
    ben al caldo
    durante i mesi dell’inverno,
    cresce un bulbo d’aglio.
    Avvinghia le radici
    nel terreno arido e roccioso,
    è solo lì nel buio
    come nel ventre di una madre
    ma percepisce i suoni
    del suo mondo intorno:
    dalla dolce bonaccia
    fino al gelido maestrale.
    Alla cieca troverà la via
    per far sbucare nel mondo
    il suo lungo stelo
    sulla cui cima il fiore
    perfettamente tondo e verde
    ho scorto una sera d’estate.
    Se ne stava solitario,
    affacciato alla scogliera
    ad osservare il mare sottostante.
    Altri suoni e panorami
    nella vita non conosce
    e quando,
    sul finire dell’estate,
    lentamente seccherà,
    anche per lui, quel giorno,
    il sole per sempre morirà.

  58. Testardi amanti
    Peperoncino sulle labbra rosse
    Pizzica come il pensiero di te
    Oggi è un giorno pieno di sole
    Quanti colori
    quante sfumature
    Nell’aria tersa.
    Correre con te vorrei
    sulla battigia
    Assaporare la frescura del mare
    Desiderio insopprimibile
    Di rincorrerci come due bambini
    Alla ricerca di una felicità
    Innocente e pura
    E rotolarci sulla sabbia
    Scivolare insieme
    Abbandonando sulla spiaggia
    disseminata di conchiglie
    I nostri vestiti leggeri
    Ah! che incanto
    Tuffarci tra le onde del mare
    Senza pensare al.domani
    Gioia infinita
    Finalmente liberi di essere noi
    Senz’altro al mondo
    Noi con la voglia
    Di gridare a tutti
    Siamo vivi e incoscienti
    Testardi amanti
    Alla spasmodica ricerca
    Di beffare ancora
    una volta il tempo
    Ladri d’istanti
    Che tutti chiamano follie
    Noi invochiamo Vita…

    – accetto il regolamento

  59. ALLE FINESTRE
    Wisteria su potenti tralci
    annodati, concùssi
    da racemi penduli
    grondanti profumi
    smisurati.

    Sincronìa coi corpi
    sopravvissuti a notti
    di lune a metà
    fin dentro strettoie
    luminose.

    Questo sei
    se cerco il chiaro
    fra i sussurri viola
    dei glicini accaduti.

    Se dei si, appena nati
    nella bocca dei miei mattini,
    assieme all’odore del caffè,
    faccio fogliazióni,
    simultanee diacronìe
    alle finestre,
    per non farmi mai vissuta.

    Poesia.

    Leone Anna
    Visto e accetto regolamento

  60. BAMBINA

    Bambina qui mi chiaman tutti
    ma vi giuro sul mio cuore
    che benché io mi ci sforzi
    non ricordo più il mio nome

    A 11 anni mi han violata
    sul mio corpo come cani
    ma io non ho sentito niente
    solo il sangue sulle mani

    il mio pane è sulla strada
    dai miei primi 12 anni
    un esercito di uomini
    si confondono con gli anni

    e scordare è una salvezza
    così dimentico le facce
    ma l’odore che rimane
    non si toglie con le docce

    vivon gli uomini di mondo
    in simbiosi con il sole
    ma per me non c’è speranza
    solo tenebre e dolore

    e tutti quanti hanno un amore
    e molti figli da cullare
    io lavoro senza tregua
    ma non ho bocche da sfamare

    I benpensanti e i moralisti
    fanno leggi senz’appello
    ma la notte poi ti pesan
    come carne da macello

    questa gente menzognera
    ci racconta dell’eterno
    non sa che la morte consola
    paragonata a questo inferno

    perché poi sei nei gironi
    mi ritocca ancor l’inferno
    e mi ributtano qui in strada
    poi mi sente il Padreterno

    quante bocche quante mani
    dentro questa vita ad ore
    cinquant’anni di lavoro
    senza fare mai l’amore

    ma il mio amore sai è la luna
    mi protegge e mi vuol bene
    lei mi ascolta e mi sostiene
    poi torniamo a casa insieme

    Gli anni volan senza sconti
    ma io son tale e quale a prima
    ho mezzo secolo suonato
    ma qui mi chiamano bambina.

    – accetto il regolamento

  61. Abbiamo perso

    È stantia questa inerzia che avanza,
    decomponendo ogni tessuto
    e deteriorando le mie ossa.
    Si svuota di ogni passione ogni gesto,
    Ogni parola, ogni accenno di sorriso,
    mentre m’avvicino al vuoto colmo di pace,
    silenzi e corse senza mete imposte.
    C’è stato un tempo in cui mi guardavi
    ed io era parte del tutto.
    E c’è un tempo in cui tutto
    è parte di ciò che non sento.
    Camminiamo per le vie,
    guardando vetrine opposte,
    le mie hanno la saracinesca chiusa
    per colpa di uno scontrino in meno
    e di un intruso in più in quelle poltrone desiderate.
    Abbiamo perso il dovere di educare
    Per subire quello di essere amati.
    Sogniamo il successo facile
    Mentre la nostra esistenza diventa più vile.
    Se avessi ancora un po’ di forze
    in questo letto di naufraghi e violentati,
    ti prenderei tra le braccia
    e, danzando, scalderei le tue labbra,
    Prima che il freddo geli i nostri respiri
    E qualcuno ci trovi ai lati opposti dello stesso viale.

    Accetto il regolamento di questo contest letterario.

  62. Cuore allo zenith

    Con un gesto delicato,
    impercettibile,
    i suoi capelli ora
    sono altrove.
    Teme si ribellino
    e turbino
    il tuo sonno.
    Ma tu non dormi.
    Hai gli occhi chiusi,
    ma non dormi.
    Pensi all’onda lieve
    che ti solleticava
    la pelle
    e che adesso è scomparsa.
    Vorresti protestare,
    urlare che è reato
    far fuggire i suoi capelli
    lontano da te.
    Vorresti prometterle
    che sarai sempre
    accanto a lei
    e non avrà
    più alcuna paura.
    Vorresti stringerla
    e sussurrarle che
    strapperai
    le nuvole dal cielo
    pur di donarle il sole
    e che la notte
    non esisterà tormento
    perché sarà una leggera
    carezza di stelle.
    Ma quando il sole è
    allo zenith
    e le ombre si nascondono
    furtivamente,
    l’oscurità ti assale.
    E vacilli.
    Non esiste compito
    più arduo
    dell’amore.

    Accetto il regolamento

  63. DESTINAZIONE MATTINO

    Percepisco il lento e rubicondo ondeggiare della terra
    sotto i miei piedi scalzi
    Sono nato al quarto piano di un palazzo anonimo
    in una casa calda, accogliente e colma di vita
    Mia madre è il cuore, mio padre il ritmo che l’anima
    Eppure, sento il fragore della vita
    Sopra, sotto e tutt’intorno a me
    Ma non la mia
    Sono un segnalibro tra le pagine del mondo
    Mi chiedo se troverò anch’io la mia trama un giorno
    o dovrò solamente attendere il capitolo finale.
    Lo chiedo a te, adesso
    Foglio bianco
    Perchè nessuno fin’ora ha saputo concedermi la grazia di un forse

    – Accetto il regolamento

  64. Amiamoci

    Essendo nata nel millenovecento trenta
    fui testimone di tanti eventi dell’Italia e non solo.
    Tutta l’Europa fu in un abisso
    di cui ancora porta le cicatrici.
    Europa, Europa, Europa
    non hai ancora sussurrato: amiamoci
    Amiamoci tutti, francesi e turchi
    Amiamoci tutti, dalle Alpi al mare
    Come possiamo subire l’odio?
    Come possiamo non amare il prossimo?
    Tanto hai da imparare Europa
    ma non ne avrai il tempo.
    Cadrai prima per insolenza.

    – Accetto il regolamento

  65. La rovina della donna

    La rovina della donna
    è l’amore cieco verso il maschio.
    Una rovina che ci porta
    a sbagliare nel perdonare.
    Bisogna allontanarsi al primo ostacolo
    perché egli non cambia.
    Non cambia no no.
    È la rovina della donna
    perdonare l’uomo che sbaglia.
    Lo ripeto e te lo ripeto.
    Allontanati prima del secondo errore.
    Perché egli non cambia
    e non cambierà mai.

    Accetto il regolmento del concorso

  66. ASTERIODE E STELLA

    Sono seducente
    Nulla di importante
    Mi salvano le distanze
    Dalla tua luce naturale

    Non sono una tua luna
    Non mi accontento di girare
    Di guardare milioni di volte
    Il tuo volto luminoso

    Son sedotto dal tuo sguardo
    Che magnetico mi attira
    Come un metallo fortemente
    Non si può più trattenere

    Tu cacciatrice siderale
    Ogni cosa sai vedere
    Fisso è il tuo sguardo
    Penetrante nella mente

    Quella di asteroide
    È la mia natura
    E non posso sostare
    A una distanza dalla tua

    Non posso trattenermi
    Devo tuffarmi
    Dentro le tue orbite interne
    Sempre più ammalianti

    Le spire sempre più strette
    Oramai sto per cadere
    È la rete dei tuoi confini
    Ero freddo e son bollente

    È il destino naturale
    Di chi vìola la legge
    Oltre quel punto
    Non c’è più ritorno

    Troppo mi sono avvicinato
    Imprudente ma felice
    Sono andato dritto al cuore
    Negli inferni siderali

    Non c’è più traccia di materia
    Svuotato completamente
    Evaporato in un istante
    Scia fumosa così brillante

    Se era fuoco oppure amore
    Nessuno mai potrà sapere
    Questo è lo scotto da pagare
    Per chi ama il suo peregrinare

    – Accetto il regolamento

  67. L’ AMORE DI UNA VITA
                        
                          C’è tanto spazio
                   dentro al tuo letto sfatto,
                           un grande vuoto
                   è appeso ora nell’armadio
                      e mentre fissi il muro
                          dipingi dei ricordi,
                     fatti di pensieri spogli,
                    di quelli che non scordi,
                              ti senti sola
                          perché l’amore,
                  sì, l’amore, ti ha lasciato
                    e  avverti forte su di te
                    ancora quell’abbraccio,
                      ma sei tu che stringi
            le tue braccia attorno al cuore,
                 tra singhiozzi e lacrime
                    ti proteggi dal dolore,
                            per sempre,
                       tatuato sulle dita,
                   una carezza postuma,
                      l’amore di una vita.

                      Enrico James Scano

    Accetto il regolamento del concorso

  68. NON FA RUMORE IL PIANTO D’UN BAMBINO
    (Al dramma dimenticato dello Yemen e del suo popolo)

    Non fa rumore il pianto d’un bambino
    che sanguina fra mille sparute stelle
    né di una madre il grido di dolore
    che pur ferisce l’infinita notte d’una terra
    dov’è tramontata ormai l’alba
    e il vuoto nome di Dio riempie
    i crateri affamati delle bombe

    Soltanto voci e gemiti sommessi
    attraverso i radi annoiati spiragli
    dei nostri notiziari stanchi
    s’ammucchiano a manciate
    nel silenzio dell’indifferenza
    mentre si sgretola l’antica terra di Saba
    lungo le piste obliate del sogno

    E così pure le sue fragili torri color ocra
    e i profumi arcani d’incenso e spezie
    sotto l’aguzzina pioggia di fuoco
    con cui unte di petrolio e sangue
    nuove mani di predoni spengono la vita
    a chi mendica la speranza – o l’illusione –
    di un raggio tiepido di sole

    Anche la luce mutilata della luna
    in questo martirio d’ombre s’oscura
    come per dar anestetizzata requie
    alla sorda coscienza del mondo
    che distrattamente si risveglia ogni mattino
    senza che nel cuore faccia più rumore
    nemmeno il pianto d‘un bambino.

    LAURA VARGIU
    Partecipo alla sezione A e accetto il regolamento.

  69. MAI …
    Non è mai stato un motivo vano amarti.
    Mai semplice farlo.

    Ti ho solamente donato
    attimi per trovare
    il passato nel vuoto, dei tuoi
    tanti secondi piatti.

    La pazienza nel darti
    la mia gioia.
    Di guardati negli occhi.

    Un balzo nel silenzio muto
    di un tuo abbraccio.
    Un pensiero che si concretizza
    nel nulla.
    L’ oggi.

    Perché lontana da me.
    Solo un metro che ci divide.
    Solo un misero virus.
    Un’ infallibile metodo per separarci.
    Per consolarti da sola.

    Sei come un faro racchiuso in una scatola.
    Un pensiero che non ho mai detto.
    La voglia di ritrovarti ancora,
    un piccolo chiodo appuntato alla parete.
    Un quadro da incorniciare.

    Benedetta tu Grazia tra le grazie.
    Il bene reciproco fatto prima,
    lo sento ancora addosso.

    Sei il mio numero telefonico preferito.
    Non posso lasciare passare
    oltre le cose.
    Non posso lasciare te.
    Te…così semplice … Lì ad ascoltarmi.
    A vivere di poesie
    d’ispirazione.
    Inalzando l’Amore senza alcun fine.

    – accetto il regolamento

  70. MARGHERITA

    Margherita
    la mano bianca
    apriva ai pronubi fidati.

    Margherita
    nella sottana
    nasconde una ferita
    chiusa a pugno
    di petali di dita
    dove la sera si rintana.

    – Partecipo per la sezione A e accetto il presente regolamento –

  71. L’amante

    Io, l’amante,
    il bacio segreto,
    la strega
    dalle mille voglie,
    il vino delle notti insonni,
    in una stanza buia
    che nasconde i sogni.
    Vivo di attimi rubati
    sposa a metà
    su un letto a tempo,
    sempre decisa ad andare
    senza mai andare.
    Mi nutro di gocce di luna,
    mi vesto di vento
    e una lunga cicatrice
    di uomini
    mi attraversa la fronte
    e la scava, come l’urlo
    che abita il mio cuore.
    Io, l’amante,
    la donna di nessuno,
    la libera prigioniera,
    il volto fiero nel sole,
    cupo nella tenebra,
    quando nel silenzio,
    sazio di proibito,
    lo vedo allontanarsi
    stretto al suo laccio,
    e lo lascio andare,
    come si lasciano partire
    i pensieri e i dubbi dolorosi,
    e mi copro
    di nuda realtà,
    aspettando,
    ancora una volta,
    il domani.

    Partecipo alla sezione A e accetto il regolamento

  72. Il sogno continua
    Lentamente e con cura
    i quadri scendono dalle pareti.
    Tornano tra usuali angoli familiari
    per essere goduti solo da pochi,
    come se fosse giunta al termine
    la loro condivisione.
    Un raggio di luce filtra nella stanza
    al richiudersi della porta.
    Sembra svanito il sogno dei sogni.
    Poi, nel silenzio, tra i chiaro e scuri
    della luce solare si alzano voci
    ed inizia il nuovo evento.
    Gli artisti liberi ora
    di aggirarsi nella stanza,
    senza costrizione alcuna,
    rivivono le atmosfere create
    in attimi di intensa ispirazione.
    Continuano a vivere,
    tra le spoglie pareti,
    vite, amori, battaglie dell’anima
    che per tanto tempo han saputo
    condurci in mondi a noi sconosciuti
    facendoci sognare.
    Il nostro sogno continua.

    Partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento

  73. LA NOTTE PER SOGNARE

    Aspetto la notte per sognare, chiudere gli occhi e correre via.
    Trovarmi come d’incanto seduto su una foglia, che sospinta dal
    vento mi porta via.

    Volare e provare nuove emozioni, un brivido che ti prende e al
    frullar della mente, rispondere con il battito di questo pazzo,
    romantico cuor.

    Volare lontano dall’ipocrisia, volare lontano dall’ingiustizia,
    volare e rincorrere nubi, sorvolar deserti e cercar luminose stelle
    e un raggio di sole che il cuore possa riscaldar.

    Volare, volare
    per poi cadere nel solito risveglio del mattino.
    Accorgersi che non è cambiato niente.

    Assonnato mi affaccio alla finestra, non c’è vento,
    per strada solo uno spazzino che raccoglie foglie secche ed
    ingiallite, anche loro cadute e deluse per quel sogno che non
    c’è più.

    Partecipo alla sezione A ed accetto il regolamento

  74. FANTASMA AMANTE

    Tu,
    dalla chioma di neve, albume strapazzato,
    dal volto rigato, scavo d’un aratro di vita,
    dagli occhi di caramello, filante di dolce dorato,
    da labbra di carnea crema, petali prosciugati dai baci,
    dal corpo che curvando piega, floscia vela senza vento,
    dalla voce tremula, gelatina d’ombre urlate.
    Tu,
    continui a cacciare le luminose falene dei sogni,
    ti costringi a impastare i soli, pani di cera sciolta,
    a chiedere in calor di sangue l’amore e la pietà,
    a misurare e pesare la banalità d’ogni triste verità,
    a nutrirti della Poesia e delle sue eterne illusioni,
    a sciogliere dell’enigma della sfinge il male radicale.
    Tu,
    anima dalle sensazioni antiche senza velo e senz’ira,
    sosti tra gli aromi lontani d’un mondo perduto
    e come onda t’infrangi sulle spiagge sassose del tempo,
    conchiglia incastrata tra i filamenti fibrosi della sorte,
    aspetti di pescare nel mare il messaggio in bottiglia
    e scomparire tra i bagliori d’una speranza.

    Tu … e tu … solo tu … fantasma amante, nel buio.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  75. Fai quello che ti pare
    C’è vita in certe sfocature di sonno La solita commedia
    Una corsa su diversi lati
    Cosce Culo
    Fica Piccoli colpi di mondo Troppo scandalosi per poter mangiare il greto di un ruscello Appunto elettricità minuta
    La tua può alzarmi la gonna
    Salire in blu
    Ah-bel fiulin- ma da quale gradino? Siamo poeti sfondati dal centro
    Nel mezzo di un impasto di sperma
    Il precipizio a singhiozzi
    Non ridere se le gambe invecchiano ogni volta Apri il respiro La luce ci guarda

    Accetto il regolamento

  76. Il mare dove non si tocca

    Le cose che somigliano al foglio scritto a mano
    al battito imprevisto che t’affanna la gola
    le cose che non si prendono e non arrivano
    e nemmeno si trovano
    volevo e voglio

    Senza memoria di fiele
    discussioni accanite
    le cose che non succedono
    quelle che non si vedono
    ma dovrebbero accadere
    quelle volevo per chiudere i conti
    come in sogno e in sogno tramutare le mie ore sveglie

    Nel circuito impettito delle illusioni
    trovo il padre e il figlio il bene oltraggioso
    la cattedrale scolpita sul viso della ragazza
    la gioia musicale su un’altissima impalcatura
    Mi sbaglierò ma bastava a me e al mio misero inferno

    Dovrebbero succedere anche
    le cose per sempre
    senza niente da raggiungere
    solo il mare
    il mare dove si tocca
    il piede piantato bene nel corpo dell’acqua
    la sabbia immobile
    la certezza che nessuna tempesta
    ci sotterri l’abbraccio
    che rimanga a vista
    l’aroma del fiato consistente
    delle doglie dell’ amore futuro

    Prova lo slancio prova
    spingi
    da qui al bianco della balena
    al piccone che apre il male
    alla corda che stringe il male
    e poi ferma
    ecco si tocca

    Dovrebbe accadere un come stai senza preparazione
    non c’è male
    dimmi come è laggiù il tempo
    non c’è male
    potevamo salvarci
    se le mani si fossero tenute bene
    in un contesto di sopravvivenza
    senza temere i chiodi
    e’ cosi che la croce si sarebbe piegata a polvere
    il mare dove non si tocca sarebbe finito
    lo sgombero delle anime non sarebbe arrivato

    Accetto il regolamento

  77. GIOCATTOLO D’AMORE

    Amore sì amore
    sei una piccola bomba all’idrogeno
    i tuoi sensi liberi e puri come l’acqua
    chiome nerissime di puledra nel vento
    forza impeto natura scatenata
    nelle tue viscere nei tuoi occhi
    energia pura allo stato amore…

    bimba calda innamorata del mio collo
    che ricopri di baci e saliva
    sei paziente quanto dolcissima…

    i tuoi fianchi il tuo ventre
    nel mezzo della notte
    stesi sul lettopavimento
    notte d’orgasmi stanchissimi
    addormentati felici …

    le nostre gambe intrecciate
    le braccia che stringono possessive
    la tua bocca che mi schianta…

    non resisto a tanto piacere
    vinto tra le tue labbra morbide
    avide di darmi tanto amore
    sono solo un piccolo giocattolo fragile.

    – accetto il regolamento

  78. Pennellate nel vento
    E resta ancora l’immaginazione
    tra filamenti di giorni appesi a un filo
    tra mille dubbi carichi di stoppie
    ed il fogliame cosparso sul selciato.

    Scopri che riesci ancora ad inventare
    le colorate trame di ore e giorni spenti
    trascorsi ad aspettare nel turbinio
    di passi e di movenze sempre uguali.

    E non ti accorgi che il cielo ha quel celeste
    che cambia ancora al calare della sera,
    mentre si spengono le luci abbacinate
    di un folle vortice di vite consumate.

    Ma al limitare di sogni e di speranze,
    affievolite da suoni a intermittenza
    restano ancora invenzioni e fantasie
    di sagge menti disposte a procreare.

    Un turbinio di lampi ed emozioni,
    tessute lievi come esili farfalle,
    volano via alla luce del mattino
    come frammenti nella polvere del sole.

    Saranno storie e racconti di bellezza.
    Saranno fiori cresciuti nel deserto.
    Saranno mille arcobaleni di colori
    a pennellare una rinascita nel vento.

    Accetto il regolamento

  79. Due cuori

    Due cuori ospitava
    il mio petto
    nella penombra
    del tuo amore
    invernale.

    Come una primula
    sotto il tuo davanzale
    i miei baci sbocciavano
    per guarnire i tuoi sogni
    nelle ore più dolci
    concesse all’amore…

    di tribordo virò
    la mia notte
    dentro a un cielo
    di nuvole rosse,

    nel sentiero
    dei giorni perduti
    un profumo
    costrinse i miei occhi
    a ricordare…

    un frammento di tempo
    che non sapevo
    abitasse ancora il mio cuore.

    – accetto il regolamento

  80. Sarà ancora primavera

    Cristalli di luce,
    gli ultimi di un giorno ostinato
    all’ombra che incede,
    piovono sulla fronte
    da uno squarcio di cielo.
    E lacrima l’iride scalfita
    affannata ad abbattere pareti d’orizzonte
    in quel suo spasmodico cercare
    fin dove curva lo scenario e oltre il promontorio
    aspro di sale e di tempesta,
    l’altra faccia del sogno.

    Ed è sempre a quest’ora
    che nasce come vento di mare
    una lusinga antica,
    linfa di vita che ascende e implode
    tra gli spazi del cuore.
    Spazza dalla fuliggine i pensieri
    spruzza sulle mani
    note palpitanti di mandorlo e di viole
    che l’ombroso autunno
    con cura nascose sotto il suo mantello
    di guazza e foglie morte.

    Accetto il regolamento.

  81. IL MALE CHE M’OPPRIME

    Questo male che m’opprime
    non è il vecchio male di vivere,
    ma l’insieme dei torti in essere
    difesi come giustizia in etere,

    però sull’aria vola e si sente,
    la parola ria e cocente
    e va’ lentamente
    sui cuori di chi la sente.

    Accetto il regolamento.

  82. Fascino clandestino

    Ci siamo percorsi, invano
    carezze lievi sulle forme
    incertezza ricomposta in disparte
    rapiti, bruciati, erosi dal tempo
    banalizzati dal mantra del perdono
    frenati d’improvviso
    il vigore all’estremità del potere
    tra le nostre mani
    un amore sottile e la sua tenerezza.
    Furtivo il messaggio
    quasi un inganno al nostro presente
    il domani, poi
    neppure lo aspettiamo.

    Accetto il regolamento

  83. Una musica pura, cristallina trascina la mia mente confusa.
    Una musica dolce, romantica penetra nelle mie viscere e nei miei
    timpani e rimbomba dolcemente.
    L’arco teso vibra e suona, la mia mente vola alta nel cielo nero,
    caldo e cosparso di mille tizzoni accesi:
    Mille note sparse nel firmamento ora oscuro ora illuminato.
    Pensieri fluttuanti sulla tastiera di un pianoforte sulle corde di una
    chitarra ora lontana ora vicina.
    Pensieri rappresi, nascosti per paura di essere svelati, per paura di
    scomode veritá.
    Per paura di cosa, di sentirti cosi vícina, cosi lontana?
    per paura di che, di amarti, di non amarti, o di es¬sere in una vía di
    mezzo e di non sapere da che parte guardare e verso guale parte
    dirigermi?
    Per paura verso me stesso che forse conosce la verità che combatte
    contra se stesso?
    Ti amo? Non ti amo?
    Ti sento molto, sento il tuo odore, il tuo profumo mi ricordo il tuo
    fiato ansimante.
    La mia testa sul tuo ventre, i tuoi mille rumori, il tuo respiro
    profondo, il tuo cuore che batte, che batte forte, forte, quasi quanto
    il mio!
    La tua pelle morbida e profumata é cosi invitante:
    Idromele per le mie labbra,latte candido per i miei baci, miele
    vellutato per la mia lingua.
    I tuoi occhi sono due fari nella notte, brillano come diamanti pazzi,
    si accendono di luce non vera, ma viva, forte, sincera e delicata!
    Le tue labbra piene e carnose, bagnate di rugiada celeste
    saziano la mia sete, temperano il mio spirito mi danno
    pace e ristoro, e tanto miele, tanta dolcezza, tanta umida morbidezza.
    Quanti ricordi ora che sei lontana e che io ti vorrei
    vicina,epidermide contro epidermide,respiro contro respiro
    corpo contro corpo in una dolce tenzone.
    La tua testa sul mio collo,i respiri che diventano un tutt’uno
    alimentando la macchina celeste.
    Dove é ora il tuo dolce tepore, la tua risata sibil¬lina?
    Dove sono ora i tuoi occhi ammiccanti, mia dolce compagna?
    Non mi lasciare solo.
    La strada é lunga, dietro l’angolo vedo il buio e la mia luce non
    basta, il mio coraggio neppure!
    Vieni, torna accanto a me, per altre battaglie,altre vittorie, sono
    tanto solo!
    Un armonica suona in lontananza, una voce armoniosa sibila parole
    d’amore, per me …per te …per noi due!
    Diego Castelbuono
    Accetto il regolamento.

  84. SEI

    Sei la fiamma del mio fuoco
    di lava il mio vulcano,

    dura, come dura roccia,
    lieve come una carezza.

    Tuo il profumo d’ogni fiore,
    di ogni alba sei rugiada,

    Tu essenza vera e pura
    di ogni mio sentire.
    Mauro Bompadre

    *Accetto il regolamento

  85. Gioco di binari

    Erano frecce
    al cuore bruciato,
    da poco tempo
    tornano arrotolati i giorni
    attaccati all’inquieta sfiducia.
    Disperdo la calma
    in controluce,
    forse la certezza della passione
    è solo un gioco.
    Confuso
    su questo binario
    occupato,
    destituito
    dall’infinito
    pensiero d’eroismo.
    Sibila lo spasimo,
    con il frastuono della parola.
    Accarezzando il vento,
    sciolti
    a riscattare i godimenti
    in perfetta estasi.
    Quando il corpo schiacciato
    tra la frenesia della carne
    è un’unica carezza
    che gioca con lingue accese
    a rinnovare
    il sapore del bacio eretto
    nelle onde calde
    della passione.

    °Accetto il regolamento

  86. AMORE PERDUTO

    Smarrita,
    liquefatta nelle mie stesse lacrime,
    bramo pace!
    Se più non m’ami,
    restituiscimi il cuore,
    non lasciarlo abbandonato
    tra cianfrusaglie inutili,
    senza più valore,
    usurate e gettate.
    Ne ho bisogno, è mio!
    Abbi pietà,
    mentre boccheggio
    priva di ossigeno.

    – accetto il regolamento

  87. L’intrusa

    Specchio rimandi il mio sguardo ferito
    Da un amore mai nato
    Io sono l’intrusa
    La sconosciuta che segue ogni tua mossa
    Ogni attimo
    Ogni tua scelta
    Ogni tuo respiro senza mai dire nulla…
    Specchio…io sono l’intrusa che lo ama in silenzio!

    Do il consenso

  88. INCIPIT

    …E ora mi giri le spalle
    e non ti volti più…
    sono caduta
    ma non è niente, niente
    mi rialzo da sola
    come sempre,
    in questo giardino
    che alletta e allieta
    petali e spine cadono
    ad uno ad uno
    imbevuti e nutriti
    d’intenso sangue
    gocce amare
    di rabbia e sale
    come pulviscolo
    si diradano in alto…

    Spegni le stelle
    abissi nell’oscurità
    di maree senza cicli,
    col fango false storie
    boccheggiano
    in quello che resta,
    ma troverò la strada
    dal buio alla luce,
    avrò la testa nel cuore
    e il cuore nell’amore,
    conduce all’incipit
    di novella ora,
    e rinascerò dalle ceneri
    come polvere che sale
    nei raggiri del cielo.

    Accetto il regolamento

  89. Noi non sappiamo
    Noi non sappiamo
    il come e il quando
    verdeggiò la terra
    e candido il fiore
    del frutto è dolcezza
    che all’oro del sole
    la luce è saggezza
    meraviglia di pensiero
    ovunque spazia.

    Raffaele Di Palma
    Accetto il regolamento

  90. Amore cieco (4 sensi)
    ——————-
    Più non m’assiste la vista degli occhi
    che mi donava gioia della visione di te
    quando mai sazio ero d’ammirarti.

    Quattro sensi non son troppo pochi,
    quando t’adagi qui accanto a me
    e più acuti di prima si fan per amarti.

    Dolci parole, lievi sospiri, aroma di pelle
    contatto di mani, disegno di carezze
    sapore di labbra e di spalle nude

    fruscio di corpi e odor dei capelli.
    Sfiorando il velo sulle tue fattezze
    attendo l’estasi che mi dischiude.

    Quattro sensi per bramarti e cercarti!
    Quattro sensi per sentirti ed esplorarti!
    Quattro sensi: tanti … per amarti!
    ————————————
    Accetto il Regolamento

  91. Ho preso il treno per Firenze, lo chiamo alba fredda, quello che parte presto la mattina, sa di goccioline umide e di dipendenza da nicotina. Non ho avuto tempo di fare colazione, di comprarmi dei giornali. Ho dimenticato di obliterare il biglietto. Non ho ben chiaro che scusa troverò quando passerà il controllore. Alle belle signorine non dicono nulla, mi scrive lui in un messaggio. Lui adesso cammina su Ponte Vecchio, tira vento e mi aspetta.
    Mi piace la parola aspettare.
    Sono seduta lato finestrino, ho scelto il vagone meno vuoto, ho posato la mia borsa sul sedile anteriore e consumato un pacchetto intero di caramelle gommose alla frutta. Mi metto comoda e inizio a guardare il paesaggio, le case e il cielo.
    Arriverò da lui per le dieci.
    Ho indossato un paio di sandali alti e un tubino nero con una camicia bianca. Lui sarà già alla sua quarta sigaretta, avrà passato le sue grandi mani nei suoi capelli ricci almeno dieci volte e consumato due caffè, uno corto e uno alla panna. Non ho ancora visitato la Galleria degli Uffizi, l’idea mi affascina molto. E non ho ancora assaggiato una bistecca alla fiorentina. Mi viene in mente un racconto di Clarice Lispector dal titolo “Felicità clandestina”. Lo sento quasi mio dal momento che ho
    assunto la stessa forma dell’attesa.
    Essere come nel mare e nuotare.
    Con una differenza, non bramo di possedere Reinações de Narizinho, di Monteiro Lobato, un libro spesso, di quelli con cui dormire e da mangiarselo. La mia felicità clandestina si trova su questi binari.
    Eccomi in trappola.

    Accetto il regolamento

  92. Una nuova vita
    Negli anni ho fatto brindisi coi ladri
    che hanno trafugato tante volte le mie cose,
    ho brindato pure con la malattia
    che m’ha tolto tanto, ma sono ancora vivo.
    Poi con coraggio ho brindato con chi,
    senza rubarmi niente m’ha preso tutto,
    e m’ha lasciato nudo e senza cuore.
    Ora vivrò per chi mi crede ancora e,
    quando ritroverò il mio cuore,
    e la sofferenza sarà storia
    come la gioia che ne avrà preso il posto,
    brinderò a un giorno nuovo
    e lo vivrò con ciò che mi rimane.
    Ritroverò l’amore di una vita nuova,
    le donerò me stesso e il cuore
    vivendo insieme la vita che ci aspetta.
    Scioglierò la tristezza che ho nel cuore,
    i nodi fermi da qualche parte in gola,
    parlerò al dolore con la gioia ritrovata
    e ascoltando la vita appesa a un filo,
    che vedo sempre più sottile,
    la vivrò finché son vivo
    con chi vorrà dividerla con me
    indossando i panni del presente
    con cui la vita ci vestirà ogni giorno.
    Accetto il regolamento

  93. Non so che sia

    Non so che sia
    quello strano abbarbicarsi e non arrendersi,
    quello scoppiare di un bozzolo funereo
    a partorire una driade di azzurro gelo,
    bianca di amnios e rossa di capelli,
    ad incendiar la neve
    e a ricordare all’albero che è vivo.

    – accetto il regolamento

  94. SOS-piro

    Proteggersi dallo sguardo di un uomo,
    che non è mai stato un vero uomo,
    mettersi di spalle e non perdonarsi
    notti che non si possono dimenticare.
    Forse, è solo la fine di una storia,
    forse, se hai voglia di vivere di nuovo
    puoi scorticare la tua pelle,
    il tuo corpo vestito di vita vissuta
    la tua anima che ha scelto di dare
    e non di ricevere,
    scorticarsi fino al blu delle vene
    e poi rinascere più forte, più ribelle
    per amarsi oltre che amare
    per ricevere oltre che dare.
    Ma stai ancora di spalle,
    con la tua voglia di andare

    Un SOS-piro e via…
    per sempre

    Tania Scavolini – accetto il regolamento

  95. Mi manca

    Andrà tutto bene, è solo un vento sconosciuto
    soffia da oriente e tra un po’ sarà passato
    viaggia nell’aria e come sabbia volteggia
    poi scende dal cielo e bagna come la pioggia.
    Sarà che forse ho troppi anni addosso
    e me ne sono accorto solo adesso
    ma a restare solo non ero pronto,
    non sembrava ancora il mio momento.
    Mi manca il bicchiere di vino bevuto
    con l’amico più caro da poco mancato
    le carte da gioco e le bestemmie
    una vita vissuta tra vigne e vendemmie.
    Sarà quel vento che spira sulle vite di seta
    che scappa lento tra le dita e m’inquieta.
    Mi manca il cantiere di mani incallite
    di gru e di ruspe ormai abbandonate
    il giudicare le cose da fare rimaste
    quelle sbagliate e quelle giuste.
    Mi ricordano buchi vuoti dentro la terra
    colmati di vecchi fiori abbandonati in serra,
    cuori bruciati, passati attraverso deliri
    portati in fila dai militari.
    Mi manca Giuseppe, gran rompipalle,
    teneva le chiappe su una sedia a rotelle,
    portava il nome e aveva l’aspetto ribelle
    di un grande eroe e di altri mille.
    Se n’è andato col fazzoletto al collo
    si era battuto per un mondo più bello.
    Mi manca quel breve tratto di strada
    che porta dritto alle loro gioiose grida,
    ai sorrisi in fiore di quei pochi anni d’età
    che trasformano i miei secoli in felicità.
    Una gioia di cui sento la mancanza
    negata a chi, come loro, è fragile d’innocenza.
    E ora che son rimasto solo cosa faccio?
    sotto la mascherina mi porto un cruccio,
    è cresciuta la mia lunga barba bianca
    ed è sempre più lenta l’andatura stanca.
    Posso rinunciare a tanto e ci metto impegno
    ma dentro di me so di cosa ho bisogno
    quello che più manca per farmi coraggio
    è soltanto il calore di un caldo abbraccio.

    – Accetto il regolamento

  96. L’emozione dilata
    il senso del tempo,
    stempera il tedio
    di un attimo schiavo del nulla.
    Spoglia è l’anima
    dalla stretta ruggente
    dell’anonimo.
    Scivola via
    il quotidiano
    come un getto d’acqua;
    non sosta la mente
    laddove non germoglia
    il fiore distintivo,
    fonte cromatica
    di particolarità.

    Costante è la ricerca
    di affinità mentali,
    collaudo di cuori
    dal simbiotico battito.
    Si vive di sogni inespressi,
    fermati a tratti su pagine
    da inchiostro trapelante a fiotti
    come fosse sangue.
    M’innamoro del dolce suono
    della speranza,
    armonica giostra
    che vivacizza un tempo morente.

    Disperdo bozze di amore
    che s’animano al tocco della vita
    bramose di riconoscenza.
    Lo schianto
    di un vero pungente
    provoca tagli
    sulla pelle dei miei sogni
    che rimarcano
    disappunto sulla carta.
    Possano loro permanere
    eternamente
    nella villa dei miei pensieri,
    governare la spinta vitale
    cucita sulla mia essenza,
    sovraccaricare
    il vuoto di momenti trascurabili.

    Cristina Giammito – Accetto il regolamento

  97. Di raffiche di vento
    improvvise,
    di ceneri danzanti
    come farfalline,
    Di te che sei con me
    nell’aria,
    di questo son fatte
    le memorie care.
    Braci accese
    per sempre ardenti,
    per sempre in vita.

    – accetto il regolamento

  98. (Poesia Modificata)

    Questo Tuo Sole
    ti illumina il viso
    riflette i tuoi occhi
    e anche se piove
    chi se ne frega…
    Tanto
    domani
    ti aspetta un sorriso

    Questo tuo Sole
    E’ su un cuore
    su un core sbandato
    dove attecchisce
    pure l’amore…
    E son le sue mani
    le sue carezze
    a fare della terra
    giardino di cielo
    dove posare
    ali di sogno

    Questo Tuo Sole
    dissolve le ombre
    portandosi via
    la fredda paura…
    E basta un tuo bacio:
    pura follia!
    nascono radici
    di nuovi colori…
    E manco la morte
    osa fermare

    Questo Tuo Sole
    ti illumina il viso
    riflette i tuoi occhi
    e anche se piove
    chi se ne frega
    Tanto
    domani
    chi se ne frega
    ti aspetta un sorriso…

    Francesco Bergamasco
    Accetto il regolamento
    Una poesia che offre la speranza all’amore… Alla vita…

  99. ”..TERRA ROSSA.. ”
    .. si danza nella mia terra
    dentro i vicoli pieni
    di povertà
    per ciò che nasce
    e per ciò che muore
    questo puoi fare
    per non pensare
    quello che resta
    di ciò che non è
    mai cambiato
    le mani intrise di terra rossa
    la mancata rivoluzione
    di mia madre e mio padre
    si ripete ancora
    l’amoroso crimine
    del respiro di una speranza
    persa..
    legata solo alla preghiera
    di un Dio sempre assente
    manca il tempo
    che abbiamo vissuto
    quante lacrime impresse
    sul volto
    restano in preghiere antiche
    avvolte in un fazzoletto
    sporco di sudore
    nessuna via
    nella pancia della mia
    abbandonata
    martoriata terra..
    IL POETA DELLA PENNA VERDE

    – accetto il regolamento

  100. Felicità

    Ho fatto un percorso per raggiungerti
    ma nella confusione ti persi.
    Non ho saputo riconoscerti
    nella molteplicità di obiettivi.
    Mi scontro col subconscio
    ed il mio io ne esce sconfitto.
    Per godere di quell’attimo lassù in cima
    tante sofferenze in salita son passate.
    Come un alcolista anonimo mi siedo
    in un cerchio di gente ad ascoltare.
    Il mondo visto a modo mio
    nulla dona alle mutevoli aspettative.
    Scrivere di idee nuove rimaste sconosciute
    sotterrate dagli influenzatori moderni.
    Non è carriera né potere la priorità
    è povertà pervasa di felicità umana.

    – dichiaro di accettare il regolamento

  101. Quale verso, quale immensità
    Vai cercando nella vita, che si fa Amore…
    Solitudine mista a quotidiana solarità
    O abbracci e compagnie che fan parte di un tempo che è stato,
    Nella speranza che esso ritornerà?
    La stessa onda non ci bagna due volte,
    Benché il mare sia sempre lo stesso
    Ma un treno può portarci a fare un viaggio
    Che non conosca sempre lo stesso ritorno

    Alessandro Parisotto
    Accetto il regolamento

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