“Identità s-velate. Hidden Portraits” la mostra di Volker Hermes, dall’8 ottobre al 6 gennaio 2021, Musei Civici del Castello Visconteo, Pavia
“Fotografia, foto-grafia, significa scrivere con la luce. La fotografia, il cinema, conferiscono una specie di immortalità, una preminenza alle immagini e non alla vita reale.” – Herbert Marshall McLuhan
Dall’8 ottobre 2020 al 6 gennaio 2021, nella sala espositiva del Rivellino presso il Castello Visconteo, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pavia presenta la mostra “Identità s-velate. Hidden Portraits” di Volker Hermes.
Volker Hermes è nato nel 1972 a Wegberg in Germania e dopo aver frequentato la facoltà di filosofia ha deciso di iscriversi all’Accademia d’arte di Dusseldorf.
La sua carriera vedrà diverse borse di studio e premi importanti. Volker Hermes è artista internazionale sul quale il mondo dell’arte negli ultimi mesi hanno posto particolare attenzione per il progetto Hidden Portraits nato tra il 2009 ed il 2010 come una riflessione sull’immagine secondo la quale prima della fotografia il ritratto era l’unica forma di testimonianza che hanno plasmato la storia. Solo nel 2014 Hidden Portraits ha assunto valenza pubblica.
Il lavoro di Volker Hermes è dunque costituito dalla rielaborazione fotografica di opere pittoriche raffiguranti importanti ritratti eseguiti da celebri artisti della pittura internazionale, tra cui Jacometto Veneziano, Bronzino, Antoon van Dyck, Rembrandt, Batoni, tra Rinascimento e diciannovesimo secolo.
Volker ha analizzato meticolosamente, nel corso di dieci anni, costumi e pose, dettagli e storia, per raggiungere l’obiettivo di rendere tali opere assolutamente attuali, partendo dal mascheramento fino a d’arrivare al divario semantico tra velatura e copertura.
L’opera di Volker Hermes stabilisce un ponte di congiunzione, una continuità tra arte antica e moderna, mettendo in risalto l’evoluzione della ritrattistica attraverso i secoli.
Da un ritratto fine a se stesso, meramente rappresentativo del personaggio, l’artista riesce infatti a travalicarne il significato, per entrare in una dimensione intimistica, spingendoci ad analizzare l’aspetto interiore e nascosto del personaggio velato andando oltre la pura rappresentazione.
“Vorrei mostrare che i ritratti erano un bene di lusso riservato esclusivamente a un’élite privilegiata. Ogni posa, ogni indumento, il formato e molti altri dettagli sono serviti a una dichiarazione. Queste dichiarazioni furono comprese in quel momento come una cosa ovvia. Oggi non capiamo più questi codici, siamo abituati a un’analisi troppo veloce e immediata delle persone e dei fatti.” – Volker Hermes
Volker Hermes reclama un’attenzione ai dettagli, fondamentali per avviare un’analisi psicologica, storica e artistica, del soggetto.
Lo studio dell’opera d’arte parte infatti da un contesto storico, dettato dagli usi e costumi dell’epoca, per riproporre, nelle sue rielaborazioni, particolari importanti dell’opera stessa, giungendo a toccare temi quali il narcisismo, lo sfarzo, il rimando a codici e simboli araldici fino al feticismo.
Capelli, gorgiere, nastri, lacci e maschere, ricavati dagli elementi già presenti nel dipinto, diventano di assoluta attualità nella società contemporanea.
Il mascheramento, già presente nei lavori del 2019, è quasi premonitore di una situazione che ci spinge, in questo particolare momento storico, a rivalutare il messaggio che l’artista intende evidenziare.
Diventa sostanziale la differenza tra “velatura”, dal latino velum, quindi ornamento, e “copertura”: la prima permette allo spettatore l’identificazione del soggetto, la seconda spinge l’interlocutore a valorizzare altri elementi disponibili al riconoscimento.
La particolarità di questa mostra consiste non solo nell’esporre ben 28 photocollage di Volker Hermes, ma nell’aver proposto all’artista di rielaborare alcuni dipinti di proprietà dei Musei Civici, taluni mai esposti al pubblico e conservati nei depositi.
Sarà quindi l’occasione di poter osservare per la prima volta gli originali accanto alle loro rielaborazioni contemporanee.
Novità assoluta, lo spettatore potrà ammirare ben quattro inediti che l’artista ha realizzato per Pavia, tra i quali un meraviglioso Ritratto del cardinale Lorenzo Raggio Pistone, di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio (1639-1709), che acquista in questa sede la sua meritata attenzione, oltre al Ritratto di gentildonna, forse Anna Bolena, attribuito a Frans Pourbus il Giovane, pittore di Anversa (1569-1622).
Pavia, Musei Civici del Castello Visconteo
8 ottobre 2020 – 6 gennaio 2021
Ingresso: 5 euro, gratuito per under 26, over 70 e aventi diritto
Mostra + Musei Civici: 10 euro
Conferenza stampa alla presenza dell’artista:
giovedì 8 ottobre 2020, ore 12.00
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