Boccadasse: l’antico borgo ligure decantato da Andrea Camilleri e Gino Paoli

Ma perché la recita fosse perfetta dovevo accomiatarmi dal mare là dove i genovesi vanno in pellegrinaggio: dovevo andare a Boccadasse. Percorsi per l’ultima volta tutto corso Italia fino a raggiungere la piazzetta dietro la chiesa e quando fui sulla grande terrazza che domina la scogliera di capo Santa Chiara corsi giù dalla ‘creusa’ che porta alla spiaggetta e, reprimendo a stento le lacrime, tirai una pietra piatta a rimbalzare sul mare del tramonto. Ora potevo partire, ora che Genova ed io c’eravamo giurati amore eterno” Bruno Lauzi

Boccadasse
Boccadasse

Lo si deve soprattutto allo scrittore Andrea Camilleri se Boccadasse è stata portata alla ribalta televisiva. E ciò grazie al personaggio di Livia, residente nel vecchio borgo marinaro in provincia di Genova e compagna del commissario Montalbano, protagonista della lunga serie di telefilm dello scrittore siciliano, trasmessi dalla RAI.

“La seconda volta ci sono stato molti anni più tardi per dirigere un romanzo sceneggiato radiofonico presso la sede Rai di Genova. Ho voluto avere come interpreti i bravissimi attori del Teatro Stabile di Genova. E anche in quell’occasione, appena finivo di lavorare, me ne andavo in giro” – Andrea Camilleri 

Suggestivo borgo marino poco distante dal centro di Genova, Boccadasse conserva un’atmosfera rimasta intatta nel tempo. Un tempo lontano, che ha visto l’antico borgo affermarsi, non solo come angolo di sicuro fascino, ma come attributo di un turismo che va oltre a quello locale.

“Ho avuto un colpo di fulmine per Genova a 25 anni, grazie a un premio di poesia. Ecco perché la fidanzata di Montalbano vive in questa città dai mille incontri. Un siciliano una volta mi disse che “pensava in genovese”: così ho scritto “La mossa del cavallo”” – Andrea Camilleri

In lingua italiana la pronuncia è Boccadasse, mentre in dialetto genovese è Bocadaze, che sta per bocca d’ase’ (ovvero ‘bocca d’asino), termine coniato grazie alla forma della sua piccola baia.

Secondo un episodio, avvalorato da molti, l’origine del borgo affonda le sue radici intorno all’anno Mille. Forse è leggenda oppure è autentica cronaca, ma sta di fatto che il racconto vuole un gruppo di spagnoli, pescatori o avventurieri che fossero, naufragare in seguito a una tempesta, e trovare riparo e salvezza in una insenatura protetta dalle rocce in prossimità del mare di Genova.

A capo della disgraziata compagnia si trova un certo Capitan Donderos, che decide con i suoi uomini di fermarsi in quel luogo baciato da una natura felice.

Da quel momento Boccadasse si popola e cresce in prosperità, ritagliandosi uno spazio scenografico durevole, che arriva fino ai nostri giorni. Grazie anche a bottegucce d’artigianato e piccole gallerie d’arte.

A confermare l’ipotesi dell’origine di Boccadasse è il cognome di alcuni degli abitanti del posto, un cognome piuttosto diffuso a Genova, cioè Dodero, che si dice originarsi proprio dalla flessione dello spagnolo Donderos.

Per completezza una curiosità, pare che dal nome di questo borgo si sia originato quello del quartiere La Boca, sito in Buenos Aires, abitato da immigrati genovesi.

“Quando uno va a Genova è ogni volta come se fosse riuscito ad evadere da sé” Friedrich Nietzsche

Boccadasse - Photo by Paolo Margari
Boccadasse – Photo by Paolo Margari

Oggi, il borgo è un luogo di attrattiva turistica non solo nazionale, ma ospita anche visitatori stranieri e che in certi periodi riesce a contenere a fatica, dato l’esiguo spazio su cui si estende il suo territorio: poco più di un fazzoletto di terra affacciato su di una spiaggia altrettanto modesta.

Meta di passeggiate di una folla variegata che si arrampica su per le antiche ‘creuze’, Boccadasse è un luogo lirico di sicuro impatto emotivo, tanto da essere definito anche ‘borgo degli innamorati’.

Che, arricchito da piazzette e vicoli incastonati in quest’angolo della Riviera ligure di levante, ne fanno uno scrigno di primitiva bellezza.

“Ahi genovesi, uomini diversi d’ogni costume e pien d’ogni magagna, perché non siete voi nel mondo spersi?” Dante Alighieri

Abitato da gente di mare, Boccadasse si conquista uno spazio disseminato non solo da una manciata di casette radunate intorno alla baia e popolate dai pochi pescatori rimasti i quali, con i volti riarsi dal sole sono a tutt’oggi pronti a stendere le reti sulla spiaggetta antistante le loro abitazioni, odorose di vecchia salsedine. Ma è anche abitato da viuzze in pietra (in genovese creuze de ma) che si inerpicano verso l’alto fino a raggiungere il Capo di Santa Chiara.

Luogo dal fascino indiscusso, da cui si può godere di un panorama incantevole, il Capo permette di spaziare e accarezzare con lo sguardo la costa ondulata e puntellata da altre spiaggette e altri borghi, fino a distinguere il promontorio di Portofino.

Al Capo di Santa Chiara le casette sono pronte a lasciare il posto a ville ed abitazioni signorili costruite in tempi lontani.

Castello Türke - Boccadasse
Castello Türke – Boccadasse

Il Castello Türke, fra questi, costruzione artistica di pregio: è stato infatti edificato nel 1903 su progetto di Gino Coppedè. Da definirsi un modello di villa in stile liberty declinato con i tratti tipici del castello.

Esempio architettonico dal gusto eclettico, il Castello Türke viene accostato al Castello Mackenzie, residente sempre in Genova e realizzato dallo stesso architetto in un’accesa similitudine.

La struttura del Castello, che si staglia con forza dominando oltre Boccadasse, cioè il tratto limitrofo di costa, è una commistione artistica in cui si armonizzano diversi stili e convivono rievocazioni storiche; dal borghese al moresco, dall’assiro babilonese al medievale, con richiami al Palazzo della Signoria di Firenze, fino al gotico e al neoclassico. Divenendo uno degli scorci paesaggistici più evocativi e seducenti della città.

Dove, in un contesto ambientale idilliaco, il visitatore può ritrovare quella parte di sé a lungo dimenticata, grazie anche alle suggestioni suscitate dagli accesi contrasti cromatici plasmati tra cielo e mare. Un luogo modellato dal tempo, ma il cui tempo non è soltanto espressione del presente, semmai è il risultato di un passato che ha fotografato il tempo che fu.

“Altro colpo al cuore. Passai qualche ora alla finestra dalla quale si vedeva la discesa che portava alla spiaggetta e il mare che sciabordava pigramente. Sentii mio quel paesaggio, come se mi fossi portato appresso un pezzo della mia Sicilia” Andrea Camilleri

Oltre al suo fascino remoto, l’antico borgo si offre ai visitatori come un luogo dove protagonista è anche la gastronomia. Ristoranti e trattorie ne fanno, anche da questo punto di vista, un angolo di pregio turistico, con la cucina locale che si fa valore aggiunto di un posto che non ha bisogno di altre presentazioni. Da assaporare un piatto di pesce fritto o altre pietanze cucinate alla maniera ligure. O ancora, sorseggiare un buon bicchiere di bianco delle Cinque terre, in attesa di deliziare il palato con i succulenti cibi della tradizione genovese.

“Andiamo a prendere un gelato a Boccadasse…”

Da non trascurare la qualità del gelato di Boccadasse, ulteriore lusinga offerta dal vecchio borgo. Di antica tradizione, le prime esperienze risalgono infatti ai primi anni del Novecento, prodotto in maniera artigianale e simbolo anch’esso del luogo, il gelato di Boccadasse si esprime in numerosi gusti, dai frutti esotici a quelli tradizionali di crema e cioccolato.

Gelato di grande qualità, conosciuto e apprezzato non solo dai genovesi, che nei pomeriggi domenicali invadono il piccolo porticciolo o prendono posto sulla spiaggetta sassosa di fronte al mare, durante il quale il rumore delle onde increspate da una leggera brezza marina, delizia il cuore e l’udito grazie anche all’invitante e allegro chiacchiericcio delle persone.

“M’è rimasta dentro così a lungo che quando ho cominciato a scrivere di Livia, la fidanzata genovese del commissario Montalbano, m’è parso più che naturale farla abitare a Boccadasse” – Andrea Camilleri

Chiesa di Sant'Antonio - Boccadasse
Chiesa di Sant’Antonio – Boccadasse

Dalla spiaggetta, inerpicandosi verso una breve scalinata si può raggiungere una delle principali arterie della città: il lungomare di Corso Italia, sempre affollato sia di turisti come di abitanti del circondario.

Dove, superata la gradinata, in un esclusivo affaccio sul mare si trova la chiesa di Sant’Antonio.

Realizzata a un’unica navata, il suo pavimento è di grande richiamo perché in marmo policromo; oltre a contenere numerosi ex-voto la chiesa è custode anche di alcune opere d’arte di discreta importanza. Edificata agli inizi del Settecento grazie al contributo di abitanti e pescatori del luogo, poi ampliata e modificata, svetta alta nel cielo, quasi ad assurgersi a protezione, oltre che a ulteriore simbolo di Boccadasse.

È il 13 giugno di ogni anno che i fedeli hanno occasione di partecipare alla processione sull’acqua, durante la quale gli abitanti del luogo tributano a Sant’Antonio la loro devozione portandolo in mare a bordo delle loro imbarcazioni. Il tutto, accompagnato da fuochi d’artificio e bancarelle di dolciumi sul belvedere antistante la chiesa intitolata al poeta e pittore Edoardo Firpo, genovese d’eccellenza (Genova 1889-1957).

Dove, su di una targa posta proprio sulla piazzetta sono incisi i primi versi di una sua poesia dedicata proprio all’antico borgo marinaro.

Boccadasse è perciò testimone di diversi aneddoti e di curiosità legati sia alla poesia come alla musica.

Gino Paoli, per esempio, cantante genovese che ha abitato a Boccadasse per lungo tempo, e da questo luogo ne ha tratto l’ispirazione per dare vita a uno dei suoi brani famosi: “La gatta”, animale domestico la cui presenza ben si adatta al borgo dai caratteristici tetti spioventi.

Da non dimenticare i fondali della zona di Boccadasse e delle spiagge limitrofe situate sullo stesso litorale, e poste a difesa di un ambiente marino importante.

Boccadasse
Boccadasse

In quel tratto è segnalata infatti la presenza di un habitat davvero interessante; popolato da praterie di Poseidonia oceanica e di formazioni coralline si trova un ecosistema da preservare dai possibili danni provocati dall’intervento dell’uomo.

Infine, per concludere, non si può dire altro che Boccadasse è un piccolo gioiello che si ritaglia uno spazio come oasi di pace e tranquillità, capace di ritemprare con la sua sobrietà i moti emotivi di questi nostri tempi moderni.

“Il ricordo di Boccadaze e di quando ci vivevo in mezzo alla gente che preferisco, la gente chiusa e sincera, semplice e scorbutica che mi assomiglia. Ricordi di maccaja vissuta nei bar a giocare, o di libeccio, quando non si può andare a pescare e si diventa per forza gente di terra” – Gino Paoli

 

Written by Carolina Colombi

 

 

 

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