“L’uomo che cadeva sempre” di Lorenzo Pontani: l’esordio nel mondo dei fumetti
“L’uomo che cadeva sempre” è il primo fumetto del giovane autore romano Lorenzo Pontani, edito da Phoenix Publishing.

La storia è semplice nella sua irrazionalità: c’è un omino blu (senza testa) che cade dall’alto dei cieli e ogni volta cerca di ritornare in alto sul suo piccolo pianeta usurpatogli da Occhio Piumato.
Tutta la narrazione è surreale. I personaggi immaginati dall’autore sono archetipi narrativi rivisti e corretti: il re che vuole il potere su ogni cosa, il guerriero più forte del regno che cerca di tradire il re, l’uomo bluastro nei panni dell’eroe contemporaneo con lo stesso problema da affrontare ogni giorno e Occhio Piumato, nemico del protagonista che vuole l’intero pianeta per se stesso.
L’omino bluastro cade senza un preciso motivo, nel suo viaggio fa degli incontri davvero strani: cavalli alati, navi volanti, animali stravaganti e altri piccoli personaggi colorati che rendono la storia ancora più immaginifica e strampalata.
I dialoghi sono pochissimi, ma mancano di forza, a volte sono inseriti senza dare importanza alle parole: mancano frasi emblematiche che rimangono in testa al lettore mentre si può fare a meno di “Yuppie” o “Opplà” per far capire le emozioni dei personaggi.
Al contrario le tavole sono un tripudio di colori e portano il lettore in un mondo metafisico.
I colori sono accesi, ma piatti, la bidimensionalità è evidente, dal punto di vista grafico non mi piace molto questa scelta perché appiattisce anche la narrazione, avrei preferito anche una linea più marcata e sottotoni di colore, questo per una mia predilezione grafica dei fumetti.
Però la scelta stilistica è coerente con la storia e la narrazione, si avvicina a uno stile più asciutto e poco dinamico.
Visto che la storia è un viaggio, la staticità delle tavole la vedo come un deficit anche narrativo, di sicuro dovuto alla mano ancora acerba del disegnatore.
Nonostante all’inizio avessi delle riserve sul fumetto, quando l’ho letto ho visto alcuni punti di forza proprio nella storia, difficile da raccontare proprio perché interpretabile su vari livelli.
Si può leggere come una fiaba per bambini anche se non esistono i buoni e i cattivi, ma personaggi stravaganti in un mondo immaginifico. L’ho visto anche come un flusso di coscienza in cui si entra in empatia con l’omino blu e si percepiscono le sue azioni come quelle dell’uomo medio che ogni giorno deve riprendersi il suo personalissimo pianeta e lottare contro l’inimmaginabile.
La trama è riconducibile ad un viaggio, senza partenza né arrivo. Non si sa perché accada, così come la vita, il viaggio sorprende e ricomincia ogni giorno. Il fumetto proprio per questo è adatto a tutte le età, alcune cose non si capiscono fino in fondo, ma se ne percepisce l’intenzione e questo dà adito ad interpretazioni personali così come qualsiasi opera dovrebbe fare.

Si legge d’un fiato, cento pagine volano presto, ma alcuni personaggi si fissano nella mente, anche per il modo in cui sono stati pensati.
La storia più che un fumetto è un romanzo grafico, è particolare l’approccio verso un mondo strampalato e divertente l’aspetto di alcuni personaggi, ma la resa grafica è ancora lontana da una perfetta consapevolezza stilistica e ad una prima occhiata si percepiscono molte carenze. Visto che la storia è molto irreale avrei osato di più nello stile del disegno nell’articolare visivamente un mondo che non conosciamo.
La scelta è andata invece nella direzione opposta, cioè di sottrazione, quasi fossero personaggi metafisici, anche se questo è risultato a mio giudizio negativo perché fa perdere l’intensità del racconto.
Lorenzo Pontani è ancora giovane, ha ventiquattro anni, di sicuro alcune pecche della sua prima opera sono riconducibili alla poca esperienza, quindi lo invito davvero a migliorare il tratto per renderlo più personale, ma di non perdere la sua vena irrazionale nel raccontare le storie.
Written by Gloria Rubino