Parma, città italiana della cultura 2020: modello di storia, arte e gastronomia
“Costruiremo spazi e tempi di incontro di dialogo riconoscendo la ricchezza multiculturale della nostra storia trasformando con essa il nostro sguardo sull’oggi. Avremo il compito di suscitare cultura nei quartieri, di creare pensiero e benessere insieme a tutte le istituzioni e le associazioni della città con ogni sforzo, a coinvolgere ogni singolo cittadino. Lo faremo senza dimenticare che stiamo parlando all’Italia, che dobbiamo guardare sempre fuori dai nostri confini, perché Italia significa Europa, e di nuovo il grande tempo che ci ha portati fino a questo traguardo” – Federico Pizzarotti, sindaco di Parma
Antica capitale del Ducato di Parma e Piacenza, la città di Parma è deputata a essere la capitale italiana della cultura per il 2020, preparandosi ad accogliere visitatori che dovrebbero giungere da ogni dove, per immergersi nel suo ricco passato e gustare i sapori della sua terra.
Anche se, oggi, tale scelta si rivela essere discutibile, a causa della complessità di questi nostri giorni difficili, in ragione della pandemia che ha cambiato l’assetto di città e persone.
Si presume, quindi, che nel 2021 Parma sarà protagonista di eventi e manifestazioni programmati in precedenza; eventi soltanto rimandati e non annullati, che fanno del capoluogo emiliano una città dal fascino tutto italiano.
“A Parma non è difficile vivere, a patto di saper dar ragione all’interlocutore in una discussione a carattere musicale o gastronomico” – Maria Luisa d’Asburgo-Lorena
Situata nella parte occidentale della regione Emilia Romagna, Parma è compresa tra gli Appennini e la Pianura Padana. A fare da spartiacque al territorio parmense, dividendolo esattamente a metà, è il torrente Parma, che a piene tumultuose invernali alterna una depressione che dà origine a secche estive. Ma le piene sono un rischio maggiore rispetto alle secche; ragione per cui, al fine di mettere in sicurezza il territorio da eventuali danni idrogeologici, è stato realizzato un grande bacino per il contenimento delle acque in eccedenza presenti durante i momenti di piena.
“Il paese nel quale vivo è un vero giardino; ho nelle mani il modo di rendere quattrocentomila anime felici, di proteggere la scienza e le arti; non sono ambiziosa ed ho la speranza di passare qui un grande numero di anni” Maria Luisa d’Asburgo-Lorena
Parma affonda le sue radici in un passato importante, con rimandi addirittura alla Preistoria, come testimoniano alcuni ritrovamenti, assai pochi in verità, i quali indicano la presenza dell’uomo in zona. In virtù della sua strategica posizione geografica, per secoli la città è stata focolaio di ampi conflitti originati da motivi economici e commerciali, e quindi egemonici.
Nei suoi scritti Tito Livio menziona Parma quale città fondata dagli Etruschi; anche in questo caso, le testimonianze e le tracce rilevate a tale proposito non sono apprezzabili.
Tuttavia, si racconta che gli Etruschi si sarebbero insediati in questo territorio tra il VII e VI secolo a. C., seguiti dai Boi, una realtà di origini celtiche, la quale intorno al IV secolo a. C. occupa la regione.
Con la crescente avanzata dei Romani verso il Nord Italia, nel 183 a.C. la città diventa una colonia di Roma, e ad ogni gruppo familiare residente in zona vengono affidati lotti di terra in prossimità della via Emilia. In seguito, la fedeltà dimostrata all’Impero vale a Parma il titolo di Augusta Parmensis, fino a quando la crisi dell’Impero Romano è fonte di disagio per la città, che perderà la sua stabilità in termini di prosperità e sviluppo.
Quando poi il grave declino demografico raggiunge il culmine, l’allora imperatore Graziano è obbligato a destinare alcuni stanziamenti a una tribù di barbari.
Seguono poi momenti in un alternarsi di benessere e di decadenza: ai saccheggi di Attila del 452 segue un rinnovamento grazie all’opera di Teodorico. Anche le guerre gotiche causano momenti di assoluta drammaticità, seguite però da un rifiorire della città durante il breve periodo bizantino (dal 539 al 568).
Con l’arrivo dei Longobardi, Parma diventa per la prima volta un centro militare e amministrativo importante, durante il quale si realizza una tappa della via Francigena. Ai Longobardi si avvicendano i Franchi, che si accordano con i vescovi per esercitare il potere temporale sulla città. Fino al XII secolo quando diventa un libero comune.
Nel 1160 Federico Barbarossa sottomette i parmigiani e li costringe a dichiarare fedeltà all’impero. L’autorità imperiale, però, è sconfitta nella battaglia di Legnano dalla Lega Lombarda, di cui Parma fa parte. Sarà la pace di Costanza, nel 1183, a consegnare la propria autonomia alla città.
Durante le controverse vicende tra guelfi e ghibellini, che dominano la vita politica italiana dal XII al XIV secolo, Parma si schiera dapprima con i ghibellini, e successivamente con i guelfi. Successivamente è sottoposta al dominio dei Visconti, a cui succederanno gli Sforza, i quali governano la città per mezzo delle potenti famiglie della zona.
È il 1545 quando il Papa Paolo III (Alessandro Farnese) dà vita al Ducato di Parma affidandone le sorti al figlio illegittimo Pierluigi Farnese: per ben due secoli il governo del Ducato sarà nelle mani della famiglia Farnese. Periodo questo, durante il quale diventa una città ricca e sfarzosa, grazie all’attività artistica di grandi artisti quali il Correggio e il Parmigianino; intervallo di tempo in cui vengono edificati Palazzo Ducale e Palazzo Pilotta.
Nel 1748 il Ducato di Parma e Piacenza, a cui si aggiunge Guastalla, torna ai Borbone, in virtù del Trattato di Aquisgrana.
Il destino di Parma è legato anche alla figura di Napoleone Bonaparte, che nel 1802 annette il Ducato alla Francia, delegando Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, sua seconda moglie, al governo della città, la quale darà una notevole spinta culturale e artistica a Parma: ne è esempio la costruzione del Teatro Regio.
Con l’Armistizio di Villafranca, dopo il plebiscito del 1860, il Ducato entra a far parte del Regno d’Italia. Per approdare infine ai giorni nostri, in cui la città si è distinta per episodi di notevole coraggio.
È il 1922 quando le milizie fasciste comandate da Italo Balbo vorrebbero entrare in città ma, barricate erette dai cittadini, le fermano. Mentre, nell’aprile 1945, grazie al valoroso intervento dei parmensi, inizia la ritirata delle truppe nazifasciste.
Ricordata per la sua attività nella lotta partigiana e per i sacrifici della popolazione durante la Seconda guerra mondiale, insignita della medaglia d’oro al valor militare, Parma è città simbolo della lotta all’antifascismo.
“Alla mia morte non fate molto rumore perché in fondo non sono che una donna che ha vissuto in un’epoca più grande di lei” – Maria Luisa d’Asburgo-Lorena
Dopo aver raccontato, seppur in maniera essenziale, le vicende che hanno vista Parma sottostare a figure ed eventi che hanno esercitato il potere sul suo territorio, non si possono non menzionare le sue bellezze artistiche e monumentali.
Occorre inoltre ricordare, che Parma ha dato i natali ad artisti universalmente riconosciuti come illustri, il Parmigianino e il Correggio, solo per citare quelli maggiormente rappresentativi.
Oltre a musicisti di dichiarato talento quali Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini.
“Amo meglio che il mondo conosca le mie debolezze di donna, anziché un’ingiustizia da regnante” – Maria Luisa d’Asburgo-Lorena
Nonostante sia considerata città di provincia, Parma è un centro che molto ha da offrire ai visitatori che la raggiungono in ogni periodo dell’anno.
Sono le sue piazze, le vie del centro arricchite da palazzi storici dall’aspetto suggestivo e da chiese millenarie, a testimoniare un dinamismo artistico e culturale lungo quanto la sua storia.
La piazza del Duomo con la sua scenografia medievale è fra le più belle e meglio conservate d’Italia. Ed è luogo deputato a rappresentare la Parma artistica e monumentale. Qui, infatti, si trovano alcuni fra i più importanti monumenti che fanno del capoluogo una città d’arte.
Il Duomo e il Battistero adiacente, a cui si deve aggiungere il palazzo del Vescovado, sono i protagonisti di questa storica piazza.
Simbolo fra i più significativi della città, il Duomo di Parma è un solenne edificio di architettura romanica, affiancato da un campanile innalzato due secoli dopo. Considerato come una delle più distintive manifestazioni del romanico in Italia, il suo interno, a croce latina e suddiviso in tre navate con eleganti capitelli, custodisce il basso rilievo la Deposizione dalla croce di Benedetto Antelami, mentre la cupola cinquecentesca raffigurante l’ascensione della Madonna è opera del Correggio.
Il Battistero, realizzato anch’esso da Benedetto Antelami, trova spazio accanto al Duomo. Maestoso ed imponente, a forma ottagonale, ha un rivestimento esterno in marmo rosa. Il suo interno, invece, è arricchito da affreschi e sculture risalenti al XIII e XIV secolo.
Nelle vicinanze del Duomo sorge il Teatro Regio, ritenuto a ragione come uno dei teatri più prestigiosi d’Italia. Costruito all’inizio del XIX secolo per volontà della duchessa Maria Luisa, presenta una facciata neoclassica con una platea di forma eclittica.
Il complesso della Pilotta, definito così dal gioco basco della ‘pelota’, un tempo praticato in uno dei cortili del palazzo, è un complesso di edifici che racchiude in sé varie realtà. Situato in Piazzale della pace è stato edificato tra il XVI e XVII secolo in rappresentanza del potere della famiglia Farnese.
Del complesso fanno parte il teatro Farnese, il museo Archeologico Nazionale di Parma, la Biblioteca Palatina e la Galleria Nazionale di Parma, una delle più ricche pinacoteche d’Italia. Il cortile esterno è sede ogni anno di spettacoli e concerti all’aperto.
San Giovanni Evangelista è un’abbazia rinascimentale con facciata marmorea di epoca tardo manierista. Situata esattamente dietro il Duomo, è stata edificata nei secoli XV e XVI. Realizzata internamente a croce latina, è ricca di affreschi di origine rinascimentale tra cui la cupola affrescata dal Correggio.
Da ricordare, inoltre, Il monastero di San Paolo, la cui Camera della Badessa presenta una volta affrescata dal Correggio.
Santa Maria della Steccata è considerata un modello fra le chiese a pianta centrale risalenti alla prima metà del XVI secolo presenti in Italia. Il suo interno è arricchito da preziosi affreschi rinascimentali fra cui le Tre vergini savie e tre vergini stolte, capolavoro del Parmigianino.
Il palazzo Ducale, affiancato da un incantevole parco, sorge oltre il fiume Parma, e ricorda lo stile dei parchi alla francese. Progettato dal Vignola, il Palazzo Ducale è stato rivisitato intorno al Settecento. Al suo interno si possono ammirare affreschi di Agostino Carracci e Girolamo Pirola, opere di gusto prettamente rinascimentale, oltre che alcune opere di epoca manierista ispirate ai temi dell’Orlando Furioso.
La Certosa di Parma, nota anche con il nome di Certosa di San Girolamo, nasce per volontà del vescovo di Spoleto nel 1255. Per circa 500 anni è stata la sede di un monastero di Certosini. Oggi, non è possibile visitarne l’interno anche perché sede della scuola di polizia penitenziaria.
È doveroso, in funzione del notevole ruolo occupato nel panorama artistico e architettonico italiano, alcune brevi notizie sul Correggio e del Parmigianino, eccellenti rappresentanti del loro tempo.
Correggio 1489-1534
Ben presto rivolge il suo interesse alle opere del Mantegna. Vive lontano dai principali centri artistici dell’epoca, la cui conseguenza è un linguaggio pittorico che si sviluppa in maniera autonoma, ma con suggestioni leonardesche e raffaellesche, le quali contribuiscono a imprimere al suo stile un delicato gusto cromatico e dal morbido plasticismo.
Parmigianino 1503-1540
Artista originale e tormentato, dal Correggio deriva la morbidezza del disegno e il gusto sensuale per la bellezza delle forme. A Roma viene influenzato dall’arte di Michelangelo e Raffaello, oltre che dalle innovazioni della pittura toscana.
Altre e numerose sono le testimonianze monumentali e artistiche che trovano spazio nel territorio di Parma. Si è ritenuto opportuno citarne quelle maggiormente rappresentative, con lo scopo di illustrare una città dalle molteplici sfaccettature, non ultima, quella della varietà etnica che risiede sul suo territorio.
Ricca di un’atmosfera elegante la quale, seppur in piccola parte, evoca la capitale francese, in funzione anche del passato legato a Maria Luisa d’Asburgo-Lorena e al suo governo, è considerata una città vivace e creativa, grazie anche al suo aspetto gastronomico che caratterizza l’eccellenza italiana: il parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma, il culatello, fra questi.
Prodotti che tengono alto il nome dell’Italia nel mondo.
“Il nome di Parma la città dove desideravo che andare quando avevo letto la Certosa, mi appariva compatto, Inizio, Color malva e morbido, se mi si parlasse di una casa qualunque di Parma nella quale sarei stato ricevuto, mistica usata il piacere di pensare che abiterei una residenza liscia compatta color malva e morbida, che non aveva relazione con le residenze di nessun’altra città del mondo”. – Marcel Proust, La strada di Swann
Written by Carolina Colombi