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“Miral” romanzo di Rula Jebreal: una storia di riscatto

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“All’alba del 13 settembre 1994 i quartieri arabi di Gerusalemme furono scossi da un fremito. La notizia della morte di Hind Husseini si diffuse di casa in casa ancor prima che radio Gerusalemme la trasmettesse…”

Miral di Rula Jebreal
Miral di Rula Jebreal

Realizzato dalla scrittrice e giornalista Rula Jebreal, il libro Miral è testo di formazione. Edito da Rizzoli nel 2020, per la sezione BUR narrativa, il contenuto narrativo è di quelli importanti.

Ma, prima di illustrare la trama del libro, occorre accennare rapidamente all’autrice.

“La partenza di Miral era stata fissata per tre giorni dopo. Stava a letto, lasciando che le ferite del corpo, e quelle che portava nel cuore, si rimarginassero…”

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Figura di donna emancipata e ben determinata, Rula Jebreal è rappresentante di primo piano nel panorama giornalistico internazionale. Nata nel 1973 ad Haifa, in Palestina, dopo aver vinto una borsa di studio presso l’università di Bologna raggiunge l’Italia. Qui, esercita la professione di giornalista, e in breve ottiene la cittadinanza italiana, che affianca a quella israeliana.

L’attenzione della Jebreal è da sempre rivolta a problematiche di carattere sociale che la portano ad occuparsi di politica estera, con uno sguardo in prevalenza rivolto ai conflitti mediorientali.

Nel 1997 ha inizio la sua collaborazione con la stampa italiana, con diverse testate e con svariati incarichi. Quello di editorialista per il quotidiano Il messaggero, mentre per l’emittente televisiva La7 cura la rassegna stampa dei quotidiani. Nel 2013 è conduttrice, insieme ad un giornalista RAI, di un programma televisivo per RAI 1, che sarà materia di accese critiche, il cui soggetto del format è il viaggio di alcuni personaggi celebri in zone del mondo che hanno accolto i rifugiati.

In veste di scrittrice, la Jebreal ha pubblicato diversi libri.

Nel 2004 La strada dei fiori di Miral, da cui nel 2010 è stato tratto il film Miral, che ha visto l’autrice occuparsi anche della sceneggiatura. L’uscita nelle sale cinematografiche è stata avversata fortemente da Israele, con il pretesto che la pellicola non sarebbe stata equidistante nell’esporre la situazione politica di Palestina e di Israele, da sempre nemici e avversari politici. Il 2005 vede la pubblicazione il romanzo La sposa di Assuan, e nel 2007 compare nelle librerie Divieto di soggiorno.

Nel 2006 Rula Jebreal è stata vittima di affermazioni razziste e diffamatorie da parte di un esponente della politica italiana, attestazione di disistima che certo non fa onore al paese Italia.

Nel 2017 Rula Jebreal è stata inserita nel documentario Seven Women; considerata una fra le donne al mondo che hanno ottenuto notevole successo, anche perché dotata di un alto spessore professionale, oltre che di grande umanità. Nel 2020, infine, a dimostrazione dell’apprezzamento che riscuote in Italia, ha partecipato al Festival di Sanremo in veste di ospite.

“Miral era diventata molto amica di una sua compagna di classe, Amal, di un anno più giovane. Durante le calde serate di primavera, sdraiate sui letti nella loro stanza, le due ragazze parlavano per ore, in una penombra ingentilita dalla fioca luce della luna che filtrava dalla finestra…”

In breve, la trama di Miral, libro che ha riscosso notevole successo sia di pubblico sia di critica.

Che non è solo libro autobiografico, ma in una narrazione scorrevole e attraente tratta di una discussione di non facile trattazione, ovvero, la descrizione di come si consuma l’esistenza di una ragazzina, in luoghi in cui la violenza è praticata sistematicamente. A fare da sfondo alle vicende narrate sono le mura della città di Gerusalemme, testimone di malumori e scontri tra israeliani e palestinesi. Vicende queste, che scandiscono la vita di Miral.

“Hind e i suoi fratelli avevano ricevuto un’ottima istruzione. La madre esigeva che leggessero almeno un paio d’ore tutti i giorni, spingendoli ad affrontare persino romanzi in lingua inglese…”

In Miral, termine che indica il tulipano giallo che cresce nel deserto dopo la pioggia, l’autrice percorre con scrittura incisiva fatti ed eventi che hanno attraversato la vita della protagonista dall’infanzia fino all’età adulta, passando attraverso le vicende che hanno segnato il Medio Oriente.

La piccola Miral, orfana di madre, è una bimba spaventata che vive un’infanzia difficile in un contesto complesso come quello mediorientale. Zona geografica testimone di perenni conflitti e focolaio da sempre di lotta armata.

Rula Jebreal
Rula Jebreal

Sarà Hindi, donna che non esita a mettersi al servizio del suo popolo a cui viene affidata la piccola, a prendersi cura di lei e a indicarle la giusta strada. E ciò, grazie al suo esempio, alla saggezza e alla pazienza, virtù che Miral farà proprie per intraprendere la strada della libertà, quella da raggiungere pacificamente.

Attraverso Hindi, figura importante ai fini narrativi e riferimento coraggioso per la piccola Miral, l’autrice ripercorre un cammino di dolore ma anche di speranza.

Prima però di emanciparsi, Miral dovrà fare una scelta ardua: scegliere da che parte stare.

Se far parte di coloro che usano la lotta armata per far prevalere i loro diritti, di cui molti giovani palestinesi fanno una ragione di vita oppure, se raccontare la realtà mediorientale, martoriata da una serie di conflitti che paiono a tutt’oggi senza fine. Miral, dopo aver visto i suoi migliori amici arrendersi all’illusione della lotta armata, si farà sorda alle sollecitazioni che la vorrebbero vedere agire sul campo.

Sarà una strada di riscatto quella imboccata dalla giovane Miral, con lo scopo principale di affrancarsi dalla violenza di cui è vittima il suo luogo d’origine, a causa propria e anche dei popoli che confinano con la sua terra d’origine. Mettendo da parte quel sentimento di appartenenza che le è proprio affronterà l’esilio, continuando però a farsi strumento di verità, e a combattere perché alla sua gente vengano riconosciuti equi diritti.

“Le manifestazioni, fissate giorno per giorno per non allertare le autorità israeliane, avevano inizio quando si levavano i primi canti patriottici e i primi slogan contro l’occupazione, che pian piano andavano a coprire il vociare dei suq…”

È con una scrittura coinvolgente, la quale evoca un’atmosfera colma di colori e profumi del Medio oriente, che l’autrice accompagna il lettore attraverso i passaggi più importanti della vita del personaggio di Miral, passando attraverso i tristi episodi che hanno attraversato la sua giovane esistenza. Episodi, strettamente connessi alle vicende politiche che hanno visto la Palestina protagonista di faide, che hanno segnato la popolazione al di là dell’appartenenza di ogni individuo.

Che sia d’origine palestinese o israeliana poco importa, perché ciò che si evince dallo scritto è la drammaticità dei fatti legati a un contesto geopolitico difficile come quello mediorientale, dove l’intifada ha creato un tale stato di terrore nelle persone, vittime di miseria e di una povertà indescrivibile, oltre che di una grande instabilità emotiva. Gente che non ha colpa alcuna se non quella di appartenere a un’area geografica segnata da conflitti millenari.

Miral è quindi una storia di riscatto; la protagonista del libro, infatti, ha poi la forza di emanciparsi dalla difficile realtà in cui è nata e cresciuta, e sperare in un futuro di pace a tutt’oggi ancora lontano da venire.

“Ormai Miral conduceva due esistenze parallele. Era la studentessa premurosa e diligente di sempre, che amava passare il suo tempo immersa tra le pagine dei libri e si concedeva come unica forma di evasione le fiabe che raccontava la sera alle bimbe più piccole…”

 

Written by Carolina Colombi

 

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