“Il quinto giorno” di Frank Schätzing: la nostra vita è collegata a quella di tutto l’ecosistema
Scrive il Corriere della sera: “Un’idea affascinante quanto spaventosa… Schätzing ha fatto centro”. Dopo averlo finito, devo dire che non posso che dar ragione a questa critica.

Un libro lungo, a tratti un pelo troppo specifico quando ci si addentra in campi scientifici di vario genere; eppure, nonostante ciò, non si riesce a smettere di leggerlo. Bisogna proseguire per vedere come andrà a finire.
Innanzitutto è un libro che ci riguarda, tutti noi. Come umanità, come individui che hanno un peso su questa Terra.
Molto del mio giudizio è stato anche influenzato dal momento particolare che stiamo vivendo, cioè quello della pandemia da Covid 19 che ha bloccato l’umanità.
Perché anche in questo romanzo si parla di una epidemia, ma non riguarda l’uomo…
È ambientato nel mare e negli oceani, cioè nella parte più estesa del nostro Pianeta. I personaggi sono molteplici, non li elencherò tutti, posso solo dire che quello che più ha attratto il mio affetto è stato Anawak, forse perché è quello che custodisce un segreto riguardante la sua origine e che lo rende più misterioso.
I vari protagonisti sono scienziati, militari, ricercatori, giornalisti. Tutte persone che, pur vivendo in angoli diversi si ritroveranno uniti per trovare tutti insieme una soluzione a un problema mondiale.
Inizia con le balene, gli splendidi cetacei che popolano gli oceani. Animali pacifici, ma che, a un certo punto, cominciano ad attaccare le navi, affondandole. All’inizio sembra solo un incidente, ma non può essere archiviato come tale: le orche sembra che si siano alleate con loro. Le balene affondano le navi, le orche uccidono gli uomini superstiti.
Fosse solo questo, ma in Groenlandia i vermi dei fondali che si nutrono di batteri, i quali a loro volta mangiano i gas di deposito, sono decisamente troppi. Inoltre hanno sviluppato delle mascelle che nulla hanno a che fare con le specie note all’uomo.
Sono talmente tanti che riescono a far crollare una parete sottomarina, causando di conseguenza uno tsunami impressionante.
Aumentano i casi di persone uccise dalle caravelle portoghesi, un tipo letale di medusa. Ma in realtà anche queste hanno subito delle modifiche importanti.
E che dire di strani granchi bianchi, che esplodono, portando in superficie qualcosa di malefico?
Così come gli astici che scoppiano, riempiti da una strana gelatina.
Che sta succedendo?
Pare proprio che qualcosa si sia messo in moto e che, partendo dal mare, abbia tutta l’intenzione di distruggere l’essere umano.
Ecco che tutti i protagonisti, che prima si muovevano ognuno nel proprio territorio per cercare di comprendere questi fenomeni, vengono reclutati per lavorare insieme a questo catastrofico problema.
Una teoria pare la più convincente: tutto ciò non è voluto dall’uomo, ad esempio come atto terroristico, ma è stato causato dall’uomo. Pare che davvero si stia esagerando con l’inquinamento, con lo sfruttamento della natura, col più assoluto menefreghismo dell’ambiente che è casa nostra, oltre che quella di altre creature.
I vari personaggi fanno anche una scoperta inquietante, ma che potrebbe essere benissimo plausibile: i famosi alieni, gli extraterrestri che spesso saltano fuori quali teoria o avvistamento, forse non abitano lo spazio, bensì l’oceano. In fondo l’uomo non conosce quasi nulla dell’oceano; la maggior parte di esso è precluso all’uomo che non vi si può addentrare se non in minima parte.
Gli scienziati danno loro un nome, in realtà nato da uno sbaglio di battitura: Yrr.
Riescono a mettersi in contatto con loro, a comunicare! Ma questi Yrr paiono davvero non voler assolutamente cambiare idea, ma proseguire col loro intento di distruggere l’umanità.
Fra morti e feriti, tradimenti e segreti, si giungerà alla fine, con una soluzione che pare possa funzionare.
Ma fino a quando?

Schätzing, alla fine del romanzo, ci fa sapere che: “Benché le vicende narrate in questo romanzo comprendano alcuni elementi di fantasia, esse sono tuttavia basate su solidi fatti scientifici”.
In effetti, come accennavo all’inizio, si comprende che le nozioni sono vere per l’accuratezza con la quale vengono snocciolate; impigrendo, di fatto, un poco la lettura.
Il quinto giorno si riferisce al quinto giorno della creazione divina.
Nel romanzo ci sono tantissime parti che molto insegnano sul rispetto verso la natura e, perciò, anche verso noi stessi.
Non dobbiamo mai cadere nell’errore di pensarci superiori alle altre creature. La nostra vita è collegata a quella di tutto l’ecosistema.
Pensarci i padroni del nostro mondo ci ha sempre e solo creato un sacco di guai, basti solo vedere cosa ci sta accadendo in questo momento storico.
Non sapevo davvero quale delle tante frasi scegliere, così, alla fine, ho puntato su questa: “Vorremmo boschi, barriere coralline e mari pescosi, aria pulita, fiumi e laghi limpidi. Se continuiamo a danneggiare la Terra e ad annientarne la varietà, distruggiamo una complessità che non comprendiamo e che non saremo mai in grado di sostituire. Le cose che distruggiamo rimangono distrutte. Chi vuole decidere a quale parte della natura possiamo rinunciare?”
Un libro che è anche una lezione di vita, oltre che un romanzo piacevole da leggere. Ben scritto e che accompagna il lettore in un mondo assolutamente nuovo, seppur antico!
Written by Miriam Ballerini
Bibliografia
Frank Schätzing, Il quinto giorno, Casa Editrice Nord, Bergamo, 2005