“La palude” di Charlotte Link: la corsa contro il tempo per salvare delle vite
“Kate Linville era in piedi nel salotto della casa dei suoi genitori a Scalby, un sobborgo di Scarborough, e si guardava attorno allibita. Come poliziotta ne aveva già viste tante, soprattutto tante cose brutte, ma lo spettacolo davanti ai suoi occhi le superava tutte: barattoli vuoti ammucchiati negli angoli, tranci di pizza sbocconcellati su piatti di carta…”

Pubblicato da Corbaccio Edizioni e presentato nelle librerie italiane nel 2019, il romanzo La palude di Charlotte Link è racconto che vede Kate Linville, ispettore di Scotland Yard e personaggio narrativo già conosciuto nel precedente romanzo L’inganno, impegnata a svolgere un’indagine di non facile soluzione. Nonostante stia vivendo un momento di pausa lavorativa.
È casualmente che l’ispettore Linville partecipa ai fatti che avvengono a Scarborough, sua città d’origine, partecipazione che sarà però determinante per dare un volto a chi rapisce, e in certi casi uccide, delle ragazzine.
“Caleb non aveva chiuso occhio per tutta la notte, impegnato soprattutto a interrogare i due uomini che avevano salvato Amelie dalle onde giù a Cleveland Way…”
Anche in questo caso, come in altri libri dell’autrice tedesca, la trama è piuttosto complessa e articolata, in quanto il racconto si sviluppa in un intrigo di vicende, apparentemente distanti fra loro, ma che seguono un unico filo conduttore.
Ed è attraverso la sparizione di alcune adolescenti che si snoda un racconto ricco e coinvolgente, che vede Amelie, una di queste, la quale si presume sia stata anch’essa rapita, sfuggire miracolosamente al suo sequestratore.
“Kate sussultò. Caleb Hale. C’era ancora. E occupava sempre il suo posto di comando. Kate sapeva che quel particolare non era affatto scontato. Conosceva il problema di Hale…”
Fra vicende altalenanti, con drammatiche conseguenze anche psicologiche per Amelie, le quali seguono al rapimento della giovane, e delle quali Kate Linville è testimone involontaria, si sviluppa una trama narrativa intensa e colma di fatti e personaggi dalla dubbia personalità.
Accanto a Kate, ad investigare sulla scomparsa e su alcuni omicidi, è il commissario Caleb Hale, da sempre suo superiore. Che, coadiuvato dai suoi assistenti, cerca una soluzione per risolvere omicidi e sparizioni che sembrano finiti nell’oblio.
Combattuto fra i suoi fantasmi personali e un’indagine che pare senza alcun sbocco risolutivo, Caleb si dibatte fra molte difficoltà.
Ma, per sciogliere l’intricato nodo in cui si avvolge l’ingarbugliata matassa di ipotesi e congetture, che sembrano inizialmente non essere animate da alcuna logica e non avere alcuna via d’uscita, Kate si sente incaricata di indagare per conto proprio. Anche perché sollecitata dai genitori di Amelie, che si mostra indifferente a ogni loro richiamo e si rifiuta di stabilire un qualsiasi dialogo di carattere affettivo.
Quando poi le vicende sentimentali di Kate convergono con l’indagine in corso, il racconto si fa più vivace e singolare. Alla ricerca di un legame affettivo sincero e duraturo, che le è sempre stato negato anche a causa della timidezza e della poca stima che nutre per se stessa, Kate si lascia andare a vivere un rapporto sentimentale con un personaggio che nulla merita.
“La serata fu diversa da tutte le altre che Kate aveva trascorso con degli uomini. Si rese conto che per lei erano state soprattutto una tortura, consapevole che loro si annoiavano e che non la trovavano neanche lontanamente interessante. Si era sempre sforzata in tutti i modi di dire qualcosa di spiritoso e intelligente, senza riuscirci neppure in parte…”
Si sviluppa così, in un crescendo di tensione, un bel romanzo che parte con un ritmo inizialmente piuttosto lento e troppo ricco di dettagli, così come è nello stile della Link. Per raggiungere poi picchi narrativi interessanti e animati da intriganti colpi di scena, che appassionano il lettore in una lettura che si fa via via maggiormente avvincente.
“Kate si domandò se avesse ragione. Era vero, tutta quella faccenda la turbava profondamente. Ma in quel momento era soprattutto David a metterla in difficoltà. Il loro rapporto. Quello che non funzionava e che lei stessa aveva causato…”
L’ambientazione che fa da sfondo alle vicende è quella dell’Inghilterra del Nord, protagonista anch’essa insieme agli altri personaggi che popolano il romanzo.
Lo Yorkshire nello specifico, con il suo paesaggio a tratti desolato e inquietante, a tratti invece disseminato di villaggi e cittadine che creano un’atmosfera attraente, grazie anche alle descrizioni che l’autrice ha saputo imprimere alla narrazione.

Atmosfera e tensione, due elementi fondamentali di ogni romanzo che si rispetti, che si sciolgono poi nell’epilogo con una conclusione che il lettore non s’aspetta. Anche se indizi ed elementi rivelatori la trama ne ha svelati più di uno, narrati però in maniera subliminale.
“Giusto un’ora più tardi era seduta di fronte al dottor Ben Russell. Per fortuna abitava ancora all’indirizzo che le avevano dato a Chemberfield ed era in casa. Un uomo minuto, magro, dagli occhi vivaci e attenti. Aveva un’aria intelligente e colta. Incuteva quasi soggezione…”
La palude è un romanzo che appassiona il lettore tenendolo incollato fino alla fine, cercando nella narrazione di rintracciare e capire chi può essere il responsabile dei gravi delitti. Per coloro, ovviamente, che apprezzano il registro linguistico della Link, concepito con una scrittura forse un po’ prolissa, ma che offre momenti di lettura gradevoli e accattivanti.
E tramite il racconto di un’indagine, dove gli investigatori tentano di fare chiarezza nel rebus che devono decodificare, che però rebus non è, in quanto, in una corsa contro il tempo ci sono vite di ragazze da salvare, vittime inconsapevoli del destino che gli si è presentato sotto le spoglie di persone amiche.
E il tempo per trovare l’assassino non è un tempo biblico, semmai corre sul filo dell’urgenza che incalza gli investigatori affinché rintraccino i responsabili dei gravi crimini, arrivati a scuotere quel remoto angolo d’Inghilterra.
“Kate notò la macchina solo quando furono più vicini. Avevano lasciato la loro oltre lo spiazzo recintato ed erano scesi, ma al di là della staccionata crollata in più punti c’era una specie di parcheggio, in origine addirittura asfaltato, ma ormai completamente ricoperto da rovi che lo avevano reso quasi invisibile…”
Written by Carolina Colombi