“Dire l’indicibile” dell’editore Silvano Negretto: la postfazione de “Aforismi di luce” di Claudio Borghi
Tra qualche mese, ai primi di settembre, la casa editrice mantovana Negretto Editore pubblicherà “Aforismi di luce – Frammenti filosofici e teologici 1976-78” di Claudio Borghi.

In attesa di poter concentrarsi sulla lettura della nuova fatica di Borghi si è pensato di presentare – in anteprima – “Dire l’indicibile” la postfazione redatta dall’editore Silvano Negretto.
“Dire l’indicibile” postfazione di Silvano Negretto
1. Premessa
I motivi che mi hanno indotto a pubblicare una seconda raccolta di scritti giovanili (frammenti aforistici e poesie) di Claudio Borghi sono ascrivibili sia all’interesse in me suscitato da quest’opera radicale, seminale, fondamentale per la sua formazione interiore, sia alla crescente notorietà del Nostro (si veda la recente pubblicazione della raccolta The Still Flight (2018) nella prestigiosa collana americana Chelsea Editions).
Da segnalare inoltre l’uscita di tre saggi presso l’editore Mimesis: i primi due nel 2018, Dagli orologi al tempo e Il tempo generato dagli orologi, il terzo nel 2020, L’ipotesi generativa. Si tratta di opere che spaziano dalla fisica teorica all’epistemologia, dalla filosofia alla cosmologia, che hanno suscitato l’attenzione di fisici e filosofi di primissimo livello quali Carlo Rovelli, Luigi Cimmino e Massimo Cacciari.
2. L’idea romantica dell’Uno Infinito
Un riferimento evidente degli Aforismi di Borghi sono i Frammenti di Novalis, la cui ispirazione poetico-filosofica, fondata su una concezione unitaria (spinoziana e bruniana) della Natura, privilegia il momento dell’immaginazione creatrice, capace di plasmare magicamente nuovi mondi, impensati e inesplorati.
Secondo Novalis il linguaggio deve rinnovarsi all’insegna di un sodalizio tra poesia e fisica, matematica e filosofia. L’entusiasmo suscitato dalla matematica dell’Infinito nell’animo del poeta tedesco gli fece intravedere la possibilità di nuove sintesi, all’insegna di una mistica numerica (segni che rinviano a significati che si rinnovano, “astrazioni su astrazioni”) che avrebbe potuto ispirare e stimolare il linguaggio poetico alla sperimentazione di concetti, immagini e connessioni sempre nuovi e diversi.
I Frammenti di Novalis suscitano due domande intorno alle quali l’opera pluridecennale di Borghi pare in continua tensione speculativa:
a) è possibile attingere una sintesi tra Scienza e Arte, alla luce delle più recenti conquiste teoriche in ambito fisico-cosmologico e del rinnovamento delle forme espressive in ambito figurativo e letterario?
b) esiste una connessione tra l’epistemologia e la filosofia del linguaggio e le ultime tendenze dell’Estetica?
3. Crisi del realismo nella filosofia delle scienze e del linguaggio

Di particolare rilievo tra le nuove tendenze dell’epistemologia contemporanea è l’opera di Bachelard, che supera i presupposti realisti e referenzialisti alla base del neopositivismo e della fenomenologia. Laddove, secondo il realismo, un linguaggio che non sia empiricamente fondato non è in grado di cogliere la complessità del reale, Bachelard, in linea con Popper (teorico della concezione congetturale-falsificazionista della conoscenza scientifica), rileva che non esiste un linguaggio dei fenomeni distinguibile da un linguaggio teorico. L’osservazione è sempre “alla luce delle teorie”.
In quest’ottica, nel nostro Autore riscontro una concordanza con i presupposti dell’epistemologia congetturale in opposizione a quella “veritativa”, laddove, in un suo saggio fisico-epistemologico, considera irrisolta e aperta la dicotomia tra tempo proprio relativistico e tempo interno entropico: il secondo, “di natura termodinamica, legato all’evoluzione irreversibile dei corpi organici e inorganici”, probabilmente distinto dal primo, che “corrisponde alla lunghezza di una linea nello spazio-tempo che ogni orologio dovrebbe essere in grado di misurare” (cfr. C. Borghi, Dagli orologi al tempo, Mimesis, 2018, p. 9).
4. Dire l’indicibile
Scrive Borghi nella Postilla ad Aforismi di luce:
“Per quanto possa sembrare singolare, nell’ottica di un avventuroso parallelo tra fisica e metafisica, credo che al principio di conservazione dell’energia possa corrispondere un principio di persistenza dell’essere. Alla domanda: Perché l’essere è, potendo non essere? da cui hanno tratto linfa intellettuale e immaginifica filosofi, fisici e poeti, l’unica risposta possibile: perché si conserva, quindi persiste nella forma del tempo può anche far sorridere per l’ingenuità tautologica e l’assenza di una dinamica risolutiva, eppure, a ben vedere, nessun sistema di pensiero sarebbe in grado di dire oltre, non potendo superare i confini logico-empirici entro i quali ogni edificio intellettuale può essere costruito.”
Credo sia possibile riformulare e tradurre la domanda radicale posta dal Nostro nel modo seguente: “Se l’essere non si può dire, e se comunque ne percepiamo l’insopprimibile esigenza logica, estetica e in definitiva vitale, come è possibile parlarne?”
È a questa domanda che Borghi tenta di rispondere, avvalendosi di riferimenti a un vasto repertorio di filosofie (metafisiche e non), soprattutto servendosi di immagini e metafore – svincolate da ogni regola prettamente logico-argomentativa – proprie della pratica poetica. La sintesi che ne trae è particolarmente significativa della ricerca che ne ispira il pensiero speculativo, tramato di visioni e intuizioni:
“La trama della vita e delle relazioni persiste fintantoché non si dissolve: dall’atto torna alla potenza, quindi si rigenera. Ma su cosa si regge quell’atto, di cui sensi e mente accolgono e filtrano il rinnovarsi? Necessariamente su un principio emanativo, in quanto concepire qualcosa di immutabilmente dato, l’energia in fisica come l’essere in filosofia, presuppone una dinamica generativa: a fondamento pulsa una dualità tra la conservazione dell’energia (la persistenza dell’essere) e la legge dell’entropia, interpretabile come divenire interno all’essere, in cui l’Uno si manifesta generando il Molteplice.” (C. Borghi, Postilla citata)
Circa i riferimenti all’Uno-Tutto e all’emanazione (da Cusano al neoplatonismo a Bruno), approvo la rigorosa e coerente nota critica di Davide Inchierchia. Dal mio punto di vista, vorrei proporre – traendoli dalla più recente filosofia ermeneutica – ulteriori chiavi di lettura, che consentano di interpretare (in modo indiretto, comunque stimolante) la ricca quanto complessa rete di concetti sottesi al percorso di formazione, studio, lettura e scrittura intrapreso con coerenza da Borghi.
5. Ermeneutica ed estetica del gioco

Carlo Sini ha proposto una prospettiva ermeneutica in cui ha sviluppato il concetto di “semiosi infinita” di Peirce, nell’ottica di una comprensione e comunicazione trasparente (da uomini dialoganti a conclusioni provvisorie sempre imperfette). A partire dalla relazione triadica tra segno, significato e soggetto ricevente/interprete, ogni interpretazione rinvia all’altra e nel contempo la illumina. L’esito finale di ogni ricerca può “rimescolare le carte” e costituire la premessa di percorsi di riflessione sempre nuovi in quanto strutturalmente, inevitabilmente dentro la storia della cultura.
È senz’altro rilevante la fondamentale concordanza tra Sini e il Gadamer di Verità e Metodo, in cui emerge il concetto di arte come “gioco” che coinvolge i giocatori, la cui libertà è tuttavia sottomessa alle regole, quindi è indipendente dalla loro coscienza individuale. Ogni giocatore non soltanto gioca, ma è anche giocato. Come il gioco, l’opera poetico-artistica come la speculazione scientifico-filosofica sono esperienze in cui il fruitore – come l’autore – è coinvolto: eventi a cui l’uomo partecipa nel divenire suo proprio e della storia culturale del suo tempo.
In sintonia con Sini e Gadamer, gli Aforismi di Borghi viaggiano sulla lunghezza d’onda di una “immaginazione creatrice” che, come annotavamo nella conclusione degli appunti di lettura a L’anima sinfonica (Negretto, 2017), ci pare protesa “ad una cultura del futuro, in direzione di una ricerca sempre in divenire, fonte di ulteriori stimoli per la poesia e la letteratura contemporanea”.
Le librerie, per eventuali richieste dei lettori, sono tenute a rivolgersi ai distributori regionali che sono indicati nel sito Negretto Editore.
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Intervista Claudio Borghi – “L’anima sinfonica”
Un pensiero su ““Dire l’indicibile” dell’editore Silvano Negretto: la postfazione de “Aforismi di luce” di Claudio Borghi”