Intervista di Emma Fenu ad Antonia Romagnoli, autrice de “Il ritorno del cavaliere”

“Ma in una notte selvaggia chi può ricondurti a casa? Solo chi conosce il tuo nome.” – Jeanette Winterson

Il ritorno del cavaliere
Il ritorno del cavaliere

Corre l’anno 1101, a Dorset. Di ritorno dalla Terra Santa, il cavaliere Owen Lackname deve comunicare in patria la notizia della morte in battaglia del suo fidato compagno.

A seguito di una serie di equivoci, Owen viene scambiato per il defunto, portandosi dietro un passato di segreti e aggiungendovi il fardello di incauti sentimenti per l’affascinante castellana, sorella dell’amico.

Queste le premesse dell’ultimo romanzo,Il ritorno del cavaliere“, della brava ed eclettica scrittrice, blogger, recensora e webmaster Antonia Romagnoli che si muove con disinvoltura dal fantasy al periodo Recency dimostrando abilità narrativa, fantasia, talento nel mantenere il pathos e puntigliosa ricerca storica, seppur mai scadente nella pesantezza didascalica.

La ospitiamo oggi nel pozzo Oubliette Magazine per raccontarci i segreti che si celano prima e dietro la sua scrittura.

 

E.F.: Cosa c’è dietro la stesura di un romanzo storico?

Antonia Romagnoli: Dietro un romanzo storico credo ci siano soprattutto la curiosità e il desiderio di esplorare epoche passate. C’è tanta ricerca, perché dietro alle date e ai personaggi che noi consideriamo “Storia” c’è un mondo vivo, ci sono persone, abitudini, storie che nessuno ha raccontato.

 

E.F.: Come si intreccia realtà documentata, fantasia e verosimiglianza?

Antonia Romagnoli: Questo dipende dal tipo di romanzo e dagli obiettivi degli autori. Di base ci deve essere la realtà, che non può essere modificata o alterata, poi la verosimiglianza deve fare da trait d’union fra il vero e l’invenzione letteraria. Scrivere storico significa muovere personaggi e trame all’interno di un labirinto con pareti ben definite: il percorso spetta all’autore, che può scegliere dove girare, fermarsi, tornare indietro, ma ci sono elementi che palesemente non possono essere modificati. La maglia della Storia è solida e va rispettata. La licenza letteraria non consente “tutto”.

 

E.F.: Cosa rende il Medioevo un periodo tanto affascinante?

Antonia Romagnoli: Come sai… io preferisco l’800, in cui sguazzo come una paperella nello stagno, ma il Medioevo è stato il mio primo amore anche come lettrice. Il fascino è quello di un mondo che si sta plasmando sulle ceneri di un impero che sembrava eterno e invincibile. Per tanto anni, a scuola, ci hanno insegnato che il periodo medievale era un’epoca oscura, buia, senza regole. In realtà è stata un’età di fermenti culturali, di grandiosità: basta pensare alle cattedrali, ai libri pazientemente miniati, allo sviluppo delle lingue e delle letterature nazionali. Personalmente non sono un’amante di guerre e combattimenti, ma i cavalieri sono parte del mio immaginario da quando ero piccolina!

 

E.F.: Lasciaci con le parole di un protagonista del tuo ultimo libro, “Il ritorno del cavaliere”.

Antonia Romagnoli
Antonia Romagnoli

Antonia Romagnoli: I protagonisti del romanzo, da bravi medievali, hanno un rapporto diretto e semplice con la fede, almeno fino a che non si scontrano con una realtà che fa vacillare le loro certezze (in maniera moderna? Non lo so, ma i dubbi che hanno sono anche i miei, in un momento difficile della vita). Owen, di fronte alla morte di un’innocente, si trova a fare alcune riflessioni in cui ho messo molto di me.

La storia non era e non sarebbe mai stata né favorevole né benigna verso le anime pure. Era davvero una distanza incolmabile quella fra Dio e la realtà umana.

 

Written by Emma Fenu

 

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