“Kramer contro Kramer” di Robert Benton: il dramma del declino dell’istituzione familiare

“Be’ mi dispiace aver fatto tardi ma ero preso dal guadagnarmi da vivere…”

Kramer contro Kramer
Kramer contro Kramer

Definito dalla critica un dramma socio-psicologico, Kramer contro Kramer è pellicola realizzata nel 1979 dal regista Robert Benton, e ispirata dal romanzo di Avery Corman dal titolo omonimo.

Oggi, Kramer contro Kramer è considerato una pietra miliare della cinematografia. Già conosciuto dal grande pubblico, grazie al successo ottenuto a suo tempo, è film dalla narrazione piuttosto lineare ma dal contenuto importante.

“Ted io me ne vado. Ecco le mie chiavi…”

Spaccato dell’America degli anni ’70, Kramer contro Kramer porta in scena una problematica frequente, seria più di quanto si possa immaginare.

Non soltanto una questione che riguarda la vita di coppia, ma anche ciò che concerne la famiglia nucleare, con le diverse sfumature che l’istituzione familiare contempla in sé.

Film che opta per un punto di vista maschile, Kramer contro Kramer è racconto di un padre che deve affrontare una situazione per nulla semplice, quale conciliare il suo compito di genitore con quello di professionista.

“Ti odio! Voglio mamma!” “Hai solo me…”

Joanna (Meryl Streep) è una donna che si occupa del ménage domestico con una certa insofferenza, ruolo che la rende delusa e insoddisfatta.

Anche se madre diligente e colma d’affetto per il suo bambino, la donna decide di allontanarsi da lui e da Ted, il marito (Dustin Hoffman), senza alcuna apparente giustificazione, se non quella di essere una donna alla ricerca di se stessa.

È un momento di disagio esistenziale quello attraversato da Joanna, la quale abbandona la casa coniugale per ritrovare quella parte di sé soffocata per assolvere i suoi compiti familiari; e poter così riscoprire le proprie aspirazioni professionali a cui ha rinunciato con il matrimonio.

Lascia quindi il piccolo Billy in custodia del marito, già oberato di impegni professionali che richiedono un gran dispendio di energie. Perché per essere competitivi, in una società prettamente capitalistica come quella americana, che non ammette troppe distrazioni, neppure di ordine familiare, occorre un impegno totalizzante.

Kramer contro Kramer
Kramer contro Kramer

E per stare al passo con un neoliberismo duro che contempla una realtà lavorativa dove, per essere concorrenziali occorre ingaggiare una corsa contro il tempo che vuole gli individui essere sempre efficienti.

Frastornato dagli eventi, Ted si dibatte fra le molte difficoltà che comportano essere genitore e professionista dagli impegni pressanti.

Per la verità, Ted si destreggia egregiamente nel suo compito di padre, a cui in precedenza si era dedicato in misura minore rispetto alla moglie, delegando ad essa la gestione della casa e l’educazione del piccolino. Comunque, nonostante le iniziali difficoltà, si ha un risvolto positivo, perché il legame che l’uomo stabilisce con il bambino è splendido: un legame pressoché indissolubile. Un dialogo emotivo fra padre e figlio a dir poco commovente.

E, quando tutto sembra aver preso la piega giusta, ecco che per Ted sopravvengo problemi lavorativi. Non più efficiente come il sistema pretende, viene licenziato.

Ma le complicazioni per il pover’uomo, colpevole solo in parte della situazione in cui viene a trovarsi, sembrano non avere fine. Perché, resuscitata da un passato dolente, Joanna, donna apparentemente fredda e ostile, si fa avanti per ottenere l’affidamento del piccolo Billy.

Con questa pretesa Joanna è un temibile avversario per il rapporto costruito da Ted con il figlio, con molta fatica.

Ed è fra vicende amare, le quali vedono i due scontrarsi in tribunale, che si viene a creare una situazione complessa, più grave della precedente.

“Non t’azzardare a farlo mai più! Sei un moccioso viziato e testone! E te lo dico ora…”

Kramer contro Kramer, film affatto obsoleto ma moderno e innovativo ancor oggi, per le tematiche messe in campo, delle quali il declino dell’istituzione familiare è la più eclatante, è film che ben rappresenta la fragilità di uomini e donne, se messi di fronte a condizioni di difficoltà emotiva.

Fragilità palesata egregiamente dalla narrazione filmica.

Entrambi i protagonisti sono reciprocamente vittime della situazione, non c’è uno dei due che ha più ragione dell’altro.

La donna e sì una madre che non merita molte giustificazioni; si è dimostrata infatti egoista, perché abbandonare il proprio figlioletto in un’età in cui ha bisogno di attenzioni non è certo sintomo di amore.

Kramer contro Kramer
Kramer contro Kramer

A difesa della donna occorre dire, che la routine quotidiana è spesso un’insidia nascosta anche dietro a cose non dette, ma allontanarsi dal figlio, solo perché non appagata dal ruolo che la stessa ha scelto, è una questione che ha ben poche scusanti.

Ma la vera vittima della situazione è lui, il piccolo Billy, così diviso fra il sentimento d’amore che prova per entrambi i genitori. La sua è una condizione che gli infonde dolore e sconforto, sentimenti che un ragazzino non dovrebbe mai provare.

I personaggi però si evolvono, e danno spazio alla propria umanità; si mostrano come sono realmente con tutti i loro limiti, e gettano via le maschere che li hanno visti contrapporsi l’uno all’altro. Aspetto questo, che coinvolge emotivamente lo spettatore, avvolgendolo in un’ampia spirale di emozioni, anche per chi non ha mai affrontato difficoltà simili a quelle messe in scena dal racconto filmico.

“Dov’è scritto che una donna ha l’esclusiva, il monopolio, e che l’uomo difetta di certi sentimenti che la donna?”

In conclusione, a prevalere sugli egoismi degli adulti e a dare una svolta risolutiva alla situazione è il buon senso, quello che viene in soccorso alla famiglia Kramer in nome di un benessere da rendere al bambino. Per cui i genitori optano per una decisione che sia la migliore per la serenità di Billy.

“Quanto coraggio richiede abbandonare un figlio?”

Kramer contro Kramer è pellicola che suscita più di un dibattito per le tematiche affrontate. Riflessioni che riguardano il rapporto genitori figli, oltre che quello di un tiepido sentimento di paternità, fino a quello sulle problematiche infantili che meriterebbero maggior attenzione e minor trascuratezza da parte degli adulti.

Non ultima, ma non meno importante, è la questione femminile che vede Joanna alla ricerca di una propria realizzazione personale.

Inoltre, a essere motivo di riflessione, è il rigore di un sistema giudiziario non sempre equo, in cui prevale l’antitesi tra legalità e umanità, aspetto quest’ultimo che non dovrebbe mai essere trascurato, anche da parte del legislatore.

“La mia ex-moglie dice che vuole molto bene a Billy, e io credo di sì. Ma non credo che questo sia il punto. Se ho ben capito, quello che più conta qui è il bene di nostro figlio, ciò che è meglio per lui…”

Kramer contro Kramer
Kramer contro Kramer

Ottimo l’approccio registico del film, come ottima è l’interpretazione dei due protagonisti.

Attori di ampia espressività, la cui provenienza dall’Actors Studio è ben identificabile nell’interpretazione con il personaggio portato sullo schermo, anche da un punto di vista psicofisico; perché interpretazione di assoluto realismo, senza far uso di fittizie maschere teatrali che ne diminuiscano l’impatto emotivo con lo spettatore.

Nonostante sia intriso di sentimentalismo, Kramer contro Kramer non è film strappalacrime; seppur il ritmo non è incalzante, rimane tuttavia una pellicola di spessore, e ciò grazie anche ai dialoghi che danno energia alla narrazione, perché intrisi di pathos.

A conferma di tale giudizio sono i riconoscimenti di pubblico di critica tributati al film, che gli hanno conferito diversi Oscar.

“Vorrei sapere chi l’ha detto che una donna è un genitore migliore in virtù del suo sesso. Ho avuto tempo di pensarci. Ha a che fare con la costanza, con la pazienza, con l’ascoltarlo, o a fingere di esserlo, se ti manca anche la forza di ascoltarlo…”

 

Written by Carolina Colombi

 

 

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