“Brama di vivere” di Vincente Minnelli: ritratto di Vincent van Gogh, pittore fra i pittori

“Invece di cercare di rendere ciò che ho davanti agli occhi, mi servo del colore in modo arbitrario per esprimermi con maggiore intensità”. – Vincent van Gogh

Brama di vivere di Vincente Minnelli
Brama di vivere di Vincente Minnelli

A Vincent van Gogh, artista fra i più apprezzati dal pubblico e dalla critica, sono stati dedicati documentari, lungometraggi, oltre che svariati film.

Fra questi, è uno che lo rappresenta più di altri, in quanto ne tratteggia un profilo di straordinaria verosimiglianza. Il titolo italiano è Brama di vivere, tradotto dall’originale: Lust for life.

Seppur datato, il film è stato infatti realizzato nel 1956, Brama di vivere perdura nel tempo fino a essere considerato un intramontabile capolavoro della cinematografia.

Diretto con grande perizia scenica dal regista Vincente Minnelli, che si è ispirato ad un racconto biografico di Irving Stone, Brama di vivere è favorito dall’eccellente interpretazione dell’attore Kirk Douglas nei panni di van Gogh.

“Io non so una cura migliore per la malattia mentale di un libro”. – Vincent van Gogh

Irving Stone è stato uno scrittore americano e autore di biografie di personaggi storici, oltre che di artisti e letterati, studiosi e di scienziati.

Nato nel 1903 e scomparso nel 1989, Irving Stone, oltre a Brama di vivere, con i suoi libri ha ispirato diversi film, quale per esempio Il Tormento e l’estasi, dedicato ad un altro gigante dell’arte: Michelangelo Buonarroti. Anche in questo caso, dal racconto biografico di Stone ne è stata tratta un’altra celebre e memorabile pellicola.

“È così facile amare. L’unica cosa difficile è essere amato”. – Vincent van Gogh

Rivisitando i luoghi in cui ha vissuto l’artista, il regista ripercorre la vicenda umana e pittorica di Vincent van Gogh. E ciò è stato possibile grazie alle lettere indirizzate a suo fratello, Theo, che sono in un numero prossimo a 600, nelle quali il pittore racconta il suo travaglio interiore oltre che la genesi di alcuni dei suoi più celebri dipinti.

Ma, per apprezzare al meglio la pellicola è utile fare un rapido excursus sul percorso artistico ed esistenziale di Van Gogh che, da autodidatta, dà voce alla sua più autentica vocazione: la pittura.

“La solitudine è una specie di prigione”. Vincent van Gogh

Nato ad Amsterdam il 30 marzo del 1853, Vincent è un ragazzino taciturno e dall’approccio scolastico problematico. Anche se fin da subito emerge la sua passione per il disegno che troverà interezza più avanti. Arrivato all’età di vent’anni, malessere e solitudine non sono ancora così evidenti in lui, ma disagi di cui sarà vittima più tardi.

Il ‘pioniere dell’arte contemporanea’ nutre ancora fiducia nel futuro, come si evince dalle lettere inviate a suo fratello e ben evidenziate nel racconto filmico.

Brama di vivere - Lust for Life
Brama di vivere – Lust for Life

Ma, quella che sembra una vocazione religiosa che lo spinge a raggiungere la zona del Borinage (Belgio), per fare apostolato presso i minatori che lì consumano le loro povere esistenze, si spegne precocemente, e la sua missione fallisce per lasciare il posto sua vera inclinazione: la pittura. Circostanza che dà inizio a un’intensa narrazione filmica.

Un esempio pittorico di questo periodo, e dal notevole significato è il quadro I mangiatori di patate. Opera in cui van Gogh manifesta l’empatia per la fatica quotidiana dei lavoratori della terra e per le loro misere condizioni di vita.

“Credo in un Dio. In un Dio buono, che si può adorare e servire in più modi: uno può farlo dal pulpito, un altro con un libro o un quadro”. – Vincent van Gogh

Tornato in Olanda manifesta i primi sintomi del disagio esistenziale che non lo abbandonerà mai.

La causa scatenante è l’amore che irrompe nella sua vita. Un amore sfortunato, però, perché il rifiuto della cugina che non contraccambia il suo sentimento sarà per lui lesivo. Da quel momento in poi il pittore darà segno di uno squilibrio che lo accompagnerà per il resto della sua esistenza.

È il 1886 quando, grazie all’aiuto di suo fratello, raggiunge Parigi. Già mercante d’arte e inserito nel mondo artistico di quegli anni, Theo van Gogh (James Donald) sarà sempre una figura di grande riferimento per il pittore.

A Parigi il pittore scopre i musei e le mostre d’arte, che lo portano ad entrare in contatto con il movimento impressionista e con la visione pittorica dei suoi appartenenti, che fa propria e inizialmente descrive nei suoi dipinti.

Ma, se gli impressionisti con i loro quadri esprimono momenti fugaci con la pittura en plein air, Van Gogh, nella stessa, cerca una sua verità, al fine di dare voce al proprio travaglio interiore.

Imprime ai suoi quadri immagini di una natura che prende vita: spirali che turbinano nel cielo notturno, alberi tremolanti, strisce di colore che plasmano forme semplici.

Sono pennellate energiche quelle che erompono dalla sua tavolozza, con la prospettiva che si deforma, mentre i piani di profondità assumono il contorno di forme sovrapposte, pronte a testimoniare l’influenza delle stampe giapponesi, espressioni d’arte amate da van Gogh.

Brama di vivere - Lust for Life
Brama di vivere – Lust for Life

Egli, però, supera l’impressionismo, tanto da essere considerato padre del postimpressionismo. Corrente artistica che diventa sorgente per i movimenti successivi. Espressionismo in primis.

Nonostante trovi un sicuro rifugio nella pittura, la sua vita difficile e tormentata, ben esplicitata in Brama di vivere, lo conduce verso un’instabilità interiore che risveglia in lui un’emotività esageratamente reattiva e che, in certi casi, si coniuga in atteggiamenti anche violenti.

Da Parigi ad Arles il passo è breve; ed è proprio ad Arles, nel sud della Francia, che van Gogh si trasferisce, con la consapevolezza di aver trovato in Paul Gauguin (Anthony Quinn) un amico con cui dividere una comunione d’intenti.

Ma Gauguin, insofferente alla convivenza con Vincent, lascia Arles e l’amico di un tempo per rifugiarsi altrove. Distanti caratterialmente, e lontano dall’idea di arte propria di Van Gogh, Gauguin, personaggio non molto edificante, scopre di non avere nulla in comune con il pittore olandese.

Abbandonato, dopo aver riposto nell’amico aspettative disattese, in un momento di depressione e alienazione van Gogh si recide il lobo di un orecchio.

Tuttavia, continua la sua incessante ricerca pittorica che lo porta a esprimersi in ogni ora del giorno e della notte, incurante dei cambiamenti atmosferici che possono nuocere al suo benessere. Dando spazio a una cospicua produzione pittorica che lo porta ancora a dipingere en plein air.

Ancora supportato dal fratello raggiunge Auvers-sur-Oise, dove lavora selvaggiamente fino a quando, assalito da una depressione sempre più insistente, mentre si trova in un campo di grano si spara. Gesto insano che lo porterà alla morte due giorni dopo: era il 1890.

Questa è la breve vita di van Gogh portata sullo schermo dal regista Vincente Minnelli.

Pittore dall’esistenza tormentata che si conclude tragicamente all’età di soli 37 anni.

Un percorso esistenziale in cui la vita si è identificata con la pittura in un crescendo di tensione interiore e di inebriante creazione artistica. Una solitudine dell’anima che l’ha portato a lottare con quell’istinto visionario che lo contraddistingue. Genio e passione coniugati in un binomio dall’esito artistico di grande sensibilità.

La leggenda di van Gogh, però, non si spegne con la sua morte, semmai rimane viva per i tempi a venire.

“Un giorno i miei quadri saranno appesi al Louvre”. – Vincent van Gogh

Messa in scena con grande maestria, il regista ha fatto di Brama di vivere una pietra miliare dei film dedicati al mondo dell’arte, in cui la narrazione filmica mostra il disagio esistenziale che ha visto van Gogh in preda a crisi di inequivocabile tenore psichico, manifestazioni della fragilità del suo animo.

A favore del film, di sicura valenza biografica, giocano diversi elementi; il più evidente dei quali è l’ampio spazio cinematografico riservato dal regista a un pittore che ha occupato uno spazio artistico ben definito.

E ciò grazie anche all’eccellente interpretazione di un gigante del cinema: Kirk Douglas, che si è calato nei panni del pittore fino ad assumere la fisiognomica propria di Vincent van Gogh.

È un’immedesimazione straordinaria quella portata in scena da uno dei più validi attori del cinema d’oltre Oceano, il quale ha saputo ben interpretare sia i tratti caratteriali come la fisicità del pittore, che tanto ricorda il Van Gogh del suo autoritratto.

Brama di vivere - Lust for Life - Kirk Douglas
Brama di vivere – Lust for Life – Kirk Douglas

Quadro diventato oggetto di culto per gli estimatori del pittore dall’animo ferito, dove la passione per l’arte e l’ossessione per la stessa hanno sempre camminato su binari paralleli senza mai allontanarsi.

Artista in cerca di una perfezione da imprimere alle sue opere, ma non di facile attuazione a causa soprattutto della sua complessa personalità, aspetto ben esplicitato dalla pellicola. Numerosi sono stati i riconoscimenti tributati al film.

Fra cui un Golden Globe e un Oscar per la straordinaria interpretazione di Kirk Douglas, colosso della cinematografia internazionale.

“È un artista solo colui i cui dipinti vengono acquistati? Io penso che un artista sia un uomo che è sempre in cerca e non riesce mai a trovare una risposta definitiva”. –  Vincent van Gogh

 

Written by Carolina Colombi

 

 

 

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