Le galassie continuano ad allontanarsi in modo non convincente: sono troppo veloci nel farlo?

Mi stavo chiedendo poco fa in che modo, per virtù di quale Spirito Santo!, l’energia racchiusa nella massa di un portachiavi rotto potrebbe fare esplodere un pianeta…!

Galassie
Galassie

E = mc  al quadrato.

Nella materia coesistono due tendenze, una delle quali trattiene le particelle all’interno del nucleo, mentre un’altra le fa lentamente decadere, 100.000 volte meno intensa però, tanto del tempo ce n’è finché vuoi, che tanto debole non è, in quanto riesce a influire anche sui neutrini, che sono pressoché immuni alla gravità; e che è unificabile, si dice, a quella elettromagnetica, per cui si suole ipotizzare un’interazione elettro-debole.

La forza elettromagnetica è regolata dai fotoni, che creano un campo che definisce tutti i punti compresi fra particelle dotate di carica (nucleoni ed elettroni) e che non necessitano di null’altro che di sé, per viaggiare alla propria velocità, che è quella della luce. Fantascienza? Pare di no.

Esiste una teoria della grande unificazione che vorrebbe assimilare tutte e tre le interazioni. E la quarta? La gravità? Beh, quella è così debole (anche se è causa delle maree e degli scambi di materia fra le stelle fisse) che… che forse non esiste…

Forse è solo una conseguenza di chissà che!

Per ognuna delle tre che ho precedentemente indicato, i cari fisici hanno individuato una o più particelle che sono definite come responsabili, parola molto impegnativa, delle suddette interazioni.

I gluoni non massivi tengono uniti (incollati, da glue, in inglese colla) fra di loro i quarks e, su scala più grande, intervengono i più religiosi (praticamente dei frati minori) pioni, che tengono uniti i nucleoni, come tanti gemelli eterozigoti: cioè i quarks che compongono i neutroni e i protoni.

I gluoni hanno sempre la bocca digrignata nel loro sforzo attrattivo, che diventa ringhiosa quando i quarks sono un po’ più distanti: tanto che tale forza, come capita a un elastico troppo tirato, rompe il legame e buonanotte… ai fermioni!

Capitò una storia analoga a Tristano e Isotta (così me l’ha raccontò Denis), che da vicini dormono separati da una spada, e che da lontano si cercano disperatamente. Finché il rapporto non cessa con la morte dell’uno e quasi al contempo dell’altra. Tutto accade quasi contemporaneamente, perché l’hic et nunc non esiste (come mi garantisce da anni il mio caro Julian).

I bosoni massivi W e Z sono i gestori (nel senso di legali rappresentanti) della forza nucleare debole.

Non è stata mai attestata, ma solo ipotizzata, l’esistenza del garante della forza gravitazionale, il così detto gravitone.

Una domanda interessante sarebbe: il gravitone, se ci fosse, sarebbe massivo? E sarebbe anche lui assoggettato alla propria forza?

Albert Einstein
Albert Einstein

Pare che Albert (Einstein) abbia detto:Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo.”

Aspettiamo serenamente gli eventi (spazio-temporali) che condurranno inesorabilmente all’impossibile verità (ovviamente parziale e falsificabile). Ma si può già affermare che un quid che esiste tende di prendere la vita fujendo fujendo, e rimanere, al contempo, saldamente attaccato alle proprie radici. Ha bisogno di libertà, quanto di legami.

È bello compiere quell’atto libero che si chiama sesso, in cui si esce da sé per entrare in qualcun altro, in un atto in cui entrambi gli attori possono affermare: “Ce l’ho dentro io!”. È lo spermino che entra dentro all’ovulo o è questi che lo cattura, proditoriamente? Mia mamma diceva che è l’uomo che va dietro alla donna, mentre questa le corre incontro. A Napoli dicono che l’uomo è cacciatore e la donna pescatrice.

E sono queste le allegorie che servono per descrivere il cosmo: si esce (di casa, di testa, di tutto quello che vuoi) e si finisce fatalmente per entrare da qualche parte, per cui talvolta nascono i figli, che so’ piezz ‘e core.

Disse bene Buddha quando lo avvisarono che gli era nato un figlio: “Oh! Un’altra catena!”

Chiediti, perché Dada si chiama così. Daddy? Papà? Babbo! Ricordati che, quando sei nel Cilento, è meglio che eviti di chiamare qualcuno babbo, perché in quella lingua la parola assomiglia troppo a babbu, che significa babbeo, babbaleo, babbano. U babbu tende, prima o poi, a uscire dal guscio materno e ad affrontare il mondo in agognata libertà. La mamma no. Non con la stessa intensità. Sogna il figlio sistemato, ma sotto casa. Pare che la donna abbia la possibilità genetica di rimanere potenzialmente incinta ogni mese perché, in tal modo, trattiene l’uomo presso di sé. Per questo nacque il mito, poi risultato falso, delle cinture di castità: il soldato combatteva meglio se sapeva il suo nucleo familiare interdetto ai mesoni esterni!

Chissà se tutte queste ipotesi sono fondate. Se non lo sono, almeno sono verosimili.

La mamma è molto affezionata ai suoi figli, che resteranno sempre bambini, finché campano. Quando, oh cugino mio Umberto (Borghi), leggesti in chiesa quel piccolo e fenomenale discorso sull’amore (“I miei occhi son fatti per guardare gli altri, i miei orecchi per ascoltar gli altri, la mia bocca è fatta per parlar agli altri, le mie mani son fatte per stringer altre mani…”), avesti poi delle parole emozionate per la tua mamma. Ti sentisti anche allora un bimbetto, vero?, caro il mio fresco novantenne!

Le donne, almeno ai tuoi tempi, tendevano a tenere presso di sé la famiglia. L’uomo tendeva a imporre sé stesso.

Quando tu, Gavino (Ledda), iniziasti a difendere la tua autonomia, a far valere le tue ragioni, ti scontrasti col padre e non con la madre. Dopo di cui te ne andasti… per poi tornare, da uomo libero, o semilibero, che poi, per noi omarini, è la stessa cosa.

Via Lattea fotografata dalla Terra
Via Lattea fotografata dalla Terra

Il big bang: da una singolarità fuoriesce la condizione della complessità. Qualcosa ha partorito qualcos’altro, che teneva dentro di sé.

Lee (Smolin) ipotizzava in “La vita del cosmo” che un universo tanto più garantirà la sua eternità, quanti più buchi neri (materni e accentratori) sarà in grado di produrre. Che poi diventeranno, in un altrove, dei buchi bianchi, che sapranno partorire altri tentativi di cosmo

Albert introdusse il concetto di “costante cosmologica” che poi abbandonò, definendola il suo più grande errore. L’errore finora non è stato ancora risolto.

Lo studio attuale cerca di capire il perché l’universo sia così fuggente, nonostante la gravità. E perché, dopo una fujtina che ormai dura da tanti miliardi di anni, non ritorna al più presto nell’utero materno.

A tal proposito, Edwin (Hubble), ha scoperto che il cosmo è in espansione. Purtroppo, e per fortuna, la questione non è finita. Le galassie continuano ad allontanarsi in modo non convincente: sono troppo veloci nel farlo. Si è ipotizzato la presenza misteriosa di un’energia oscura che causa l’intera faccenda.

Pare che l’esistenza di un universo multiplo e ineffabile possa alla fine (ma ci sarà mai, ‘sta benedetta fine?) contenere una risposta a tutte le domande…

L’alternativa è la conseguenza finale del secondo principio della termodinamica, l’entropia assoluta: l’estrema diffusione della materia, ridotta nei suoi più microscopici elementi, sempre più distanti fra loro e sempre più gelidi, ridotti al temutissimo zero assoluto!

Intanto noi…

… in questo cosmo esistiamo, e allora ci (io sarei un gemelli, e un po’ doppio, specie dopo l’ennesimo bicchiere di lambrusco) piace credere che tutto il cosmo non sia che una gran famiglia, forse sarda, forse originaria di Siligo, scaraventata in quest’amena, fertilissima e infinita pianura padana, in cui c’è una mamma che trattiene il figlio alla sua gonna, magari criticando altre ipotetiche e più giovani aspiranti tali, che vorrebbero accalappiarselo.

E c’è pure un papà, che invece ti spinge ad andartene, facendoti capire che nel pollaio c’è già lui che comanda. Due galli non sono mica consentiti! Quindi, vedi tu… Scappa, ma prima o poi torna… Questa casa aspetta te!

E nun darme stu turmiento
Torna a Surriento
Famme campà!”

 

Written by Stefano Pioli

 

Bibliografia

“Relatività e Spazio-geometria-fisica” di Albert Einstein – Boringhieri

“Buchi neri e universi neonati” e “Dal Big Bang ai buchi neri” di Stephen Hawking entrambi – BUR

“La vita del cosmo” di Lee Smolin – Einaudi

“La particella di Dio” di Leon Lederman – Mondadori

“La fine del tempo” di Julian Barbour – Einaudi

“L’amore e l’occidente” di Denis de Rougemont – BUR Rizzoli

“Padre padrone” di Gavino Ledda – Feltrinelli (Franchi narratori)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *