iSole aMare: Emma Fenu intervista Daniela Orrù fra atelier di cucina sarda e tecnologia
La rubrica “iSole aMare” si propone di intervistare isolani che della propria condizione reale e metaforica abbiano fatto cultura, arte e storia ponendosi in comunicazione con il mondo: nessun uomo è un’isola o forse lo siamo tutti, usando ponti levatoi?
“Sono l’Isola. Ma sono magica e infinita: non mi puoi cingere tutta.
Non mi puoi spostare, non mi puoi unire alla terraferma, non puoi possedermi. Puoi solo essere accolto, sederti alla mensa del mio corpo di sabbia e granito, mangiare dalla mia bocca le bacche del piacere e della nostalgia, fino a inebriarti, fino ad essere anche tu me. Ed allora ti fermerai per sempre, mi guarderai nelle pupille di basalto immerse nel cielo degli occhi e diverrai pietra.
Sarò la tua Medusa, con filamenti trasparenti danzerò per te negli abissi, ti brucerò di passione e non sarai più libero, nemmeno quando te ne sarai andato lontano, remando fino allo sfinimento, e il mare fra noi sarà un siero diluito con sangue di memoria e con lacrime di speranza.
Tu mi hai toccato, ora ti tendo le mani io.
Tu mi hai baciato, ora cerco il tuo sapore su di me.
Tu mi hai guardato: ora scruto l’orizzonte come una Didone abbandonata.
Tu mi hai annusato: ora raccolgo dalle fauci del maestrale il tuo polline per i miei favi.
Tu mi hai seguito: ora calo un ponte levatoio solo per te.
Tu mi hai atteso, ora ti attendo io.” – Emma Fenu ‒ “L’isola della passione”
Isole Amare.
Terre Femmine dispensatrici di miele e fiele, con un cuore di granito e basalto e capelli bianchi di sabbia che si spandono nel mare come le serpi di Medusa che, secondo la leggenda, un tempo della Sardegna fu sovrana.
Isole da Amare.
Terre Madri e Spose che squarciano il cuore di nostalgia, tirando il ventre dei propri figli con un cordone ombelicale intrecciato di mito, memoria e identità.
iSole aMare.
Sole che scalda e dà vita oppure che brucia e secca, negando l’acqua.
Mare che culla e nutre oppure che disperde e inghiotte, imponendo l’acqua.
La rubrica “iSole aMare” si propone di intervistare isolani che della propria condizione reale e metaforica abbiano fatto cultura, arte e storia ponendosi in comunicazione con il mondo: nessun uomo è un’isola o forse lo siamo tutti, usando ponti levatoi? A questa domanda implicita i nostri ospiti, attraverso parole, note e colori, saranno invitati a rispondere.
La rubrica è stata inaugurata da Paolo Fresu, hanno seguito Claudia Zedda, le fondatrici di Libriamoci, Pier Bruno Cosso, Grazia Fresu, Cristina Caboni, Maria Antonietta Macciocu, le sorelle Francesca e Marcella Bongiorno, Franca Adelaide Amico, Anna Marceddu, Silvestra Sorbera, Nadia Imperio, Anna Santoro, Salvina Vilardi, Marina Litrico, Tatiana Pagano, Gavino Puggioni, Gabriella Raimondi, Giuseppina Torregrossa, Francesca Mereu, Francesca Guerrini, Claudia Musio, Paola Cassano, Giulia Baita, Olimpia Grussu, Cristina Muntoni, Valeria Pecora, Graziella Pinna Arconte, Carla Mura, Alessandra Derriu, Claudia Sarritzu, Gian Mario Virdis, Laura Congia, Paolo Montaldo, Giovanna Uccheddu, i fondatori di Sicci Creations (Andrea Mureddu ed Emanuela Carboni), Alessandro Cocco, Patrizia Boi, Enzo Mugoni, Francesca Colombino, Marco Farina, Eleonora Grussu e Giovanni Cherchi.
Oggi è il turno di Daniela Orrù, villacidrese, laureata in Filosofia a Cagliari, e trasferita per un Master in gestione delle attività culturali a Parigi. Vive in Francia da 10 anni.
Tra variegati lavori che si succedono, porta avanti la sua passione per la cucina Sarda e del Mondo con DaniCuisine: degli atelier di cucina ma anche una pagina Facebook e Instagram che conta di trasformare in un vero sito, un modo per condividere le sue origini culinarie con il paese che la ospita ma senza clichés né fraintendimenti grossolani.
Identità
L’identità come il DNA: sono io, è ciò che mi rende unica, ma è anche il modo con cui io vedo me stessa e che non corrisponde necessariamente alla visione che gli altri hanno di me. Comprende tutti gli aspetti di me: il mio carattere, le mie passioni, le mie contraddizioni ma anche la mia storia e le esperienze che mi rendono ciò che sono, arricchendosi ogni giorno di sfumature nuove pur restando sempre fedele alla sua natura primordiale.
Tradizione
La tradizione non è solo l’insieme delle tradizioni popolari o folcloristiche che possono rappresentarne solo un’espressione… La tradizione ci indica da dove veniamo, è la nostra storia, è una base da cui partire e sviluppare per darle valore e renderla qualcosa di vivo che evolve e va avanti in tutti i suoi campi: dal culinario, al culturale, al sociale etc.
Innovazione
L’innovazione è lo sbocco naturale di una tradizione rispettata e valorizzata, non vi è contraddizione tra le due ma, al contrario, una succede all’altra per adattarsi ai tempi, e al loro spirito… a volte, nei casi migliori, per anticiparli per dare al presente nuova vitalità.
Isola
L’isola rappresenta le mie radici. Penso che contrariamente a quanto si può sentire o pensare quando non si sa bene di cosa si parli, l’isola non renda chiusi, ben al contrario.
Chi vive o ha vissuto l’isola sa bene quanto, molto più di altri luoghi, sia soggetta a scambi e all’incontro con tante genti che vanno e vengono. Rende curiosi e pronti a esplorare ogni luogo… ma ci richiama sempre a sé: sono all’estero da tanti anni ormai ma la nostalgia e il richiamo delle radici non si sono mai affievoliti. Ci torno quando posso e ci penso spesso con un misto di nostalgia, fierezza e rammarico per non aver provato a tornarci per starci, per fare evolvere le cose, per partecipare alla sua innovazione appunto! … la vita e le sue scelte fanno sì che la mia vita sia ora altrove ma la Sardegna è sempre parte della mia anima, del mio cuore e della mia identità… per ora il mio modo di viverla è attraverso la cucina, nella condivisione delle sue tradizioni e innovazioni culinarie… spero, un giorno, di poter fare di più per questa terra generosa che mi ha dato e continua a dare tanto!
Written by Emma Fenu
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