“Siddharta e il Sūtra di Diamante” di Carlo Moiraghi: un discorso di 2500 anni di grande attualità
“Pochi raggiungono l’altra sponda, tanti corrono come pazzi su questa sponda” – Dhammapada
Secondo la tradizione il Dhammapada (in sanscrito: Dharmapada) è un testo del Canone buddhista e riporta fedelmente i discorsi pronunciati dal monaco buddhista, mistico ed asceta indiano Gautama Buddha, fondatore dello stesso Buddhismo.
Gli appellativi sono molteplici, si conosce Siddhartha[1] (Siddhattha Gotama), Buddha (colui che è risvegliato), Tathāgata (il così venuto), Śākyamuni (il saggio dei Śākya), Sugata (il Bene Andato), Bhagavān (illustre, beato, sublime, etc.), Bodhisattva (colui che cerca di conseguire il Risveglio). Tanti nomi per indicare un solo uomo che incarna un prodigio, così come si ebbe nel mondo occidentale, qualche secolo dopo, con Gesù Cristo.
Siddhartha proveniva da una ricca famiglia del clan degli Śākya e nacque tra il 566 a.C. ed il 486 a.C. nella tradizione buddhista la sua vita sarebbe stata annunciata da altre nascite, dalla successione di vite collegate fra loro per propagazione delle conseguenze del karma. Dunque, per riprendere la citazione iniziale, dalle vite di quei pochi che raggiungono l’altra sponda.
“Il Risvegliato disse: ‘Subhuti, tutti i destinatari al Risveglio e i Destinatari alla Grandezza devono domare le loro menti e formulare i loro pensieri nel modo che ora dirò: Tutti i viventi, siano essi nati da uovo, nati da utero, nati da umidità, o nati per spontanea trasformazione, abbiano o meno forma, abbiano o meno capacità di pensiero, tutti quanti siano da me condotti all’Estinzione, Nirvana, alla definitiva Estinzione, che nulla lascia alle loro spalle. E tuttavia, quand’anche innumerevoli viventi siano da me condotti alla definitiva Estinzione, è vero che nessun vivente mai vi sarà condotto. Per quale motivo? Perché un Destinato al Risveglio, se è legato al falso concetto, Laksana, dell’esistenza di un io, di una persona, di un essere e di una vita, non è un vero Destinato al Risveglio’.” Terzo passo – Sūtra di Diamante
Ai primi del 1900 Wang Yan-Iu, un taoista cinese, decise di nominarsi guardiano di un sistema di 492 templi scavati nella roccia, le famose Grotte di Mogao che si trovano sull’altrettanto celebre Via della seta. Wang scoprì una piccola caverna dietro un muro, preceduta da un corridoio ed ebbe il pregio di scoprire una piccola meraviglia: antichi manoscritti datati dal 406 ed il 1002, rotoli di canapa cinesi e tibetani, antichi dipinti su seta e carta. La caverna proteggeva anche la più antica stampa del Sūtra di Diamante con tecnica di incisione xilografica riportante la data 11 maggio 868. Pochi anni dopo la scoperta un archeologo inglese, Aurel Stein, trapiantò a Londra circa 7000 testi e dipinti.
Carlo Moiraghi, commentando il terzo passo esposto poc’anzi, scrive: “[…] i concetti di individuo, persona, essere vivente, vita sono false apparenze, immagini vuote, unicamente come tali vanno considerati e unicamente se come tali vengono considerati possiedono valore. Altrimenti, quando assunti nella pesante pienezza dei loro apparenti significati, divengono legami e catene, fuorvianti e fuorviati.”
Medico chirurgo, esperto in medicina cinese, omeopata, psicoterapeuta, presidente di ALMA (Associazione Lombarda Medici Agopuntori), Direttore della Scuola ALMA (formazione in agopuntura, medicina cinese, qigong e taijiquan), membro del Consiglio Direttivo di FISA (Federazione Italiana delle Società di Agopuntura) e del Consiglio Direttivo di FISTQ (Federazione Italiana delle Scuole di Tuina e Qigong) Carlo Moiraghi ha all’attivo numerose pubblicazioni di testi cinesi classici e nel marzo 2019 ha pubblicato un interessante commento del Sūtra di Diamante preceduto da considerazioni sulla vita e sull’insegnamento di Siddhartha.
“Siddharta e il Sūtra di Diamante” è stata pubblicata dalla casa editrice NOI Edizioni (Network Olistico Internazionale Edizioni) come primo volume di Tratti, una collana di evoluzione personale, culturale e sociale.
Si sottolinea l’importanza dell’invito dell’autore ai suoi lettori di ricalcare il testo con una penna con inchiostro color oro come pratica meditativa antica ma anche come richiamo dell’attività dell’amanuense; per tale motivo l’ultima parte del libro riporta nuovamente il Sūtra di Diamante senza commenti e con la dimensione del carattere di stampa più grande.
Chiudiamo questo brevissimo cenno consigliandovi la lettura integrale del libro anche per un confronto con la filosofia occidentale, si pensa alla forma dialogica usata anche da Platone e da Plotino ed a temi come questo, presentato nel ventesimo passo del Sūtra di Diamante:
“’Che pensi, Subhuti? L’assoluto Esistente può essere incontrato mediante il suo perfetto corpo fisico?’ ‘No, Onorato dal Mondo. L’Assoluto Esistente non può essere incontrato mediante il suo perfetto corpo fisico. Per quale motivo? Perché ciò che l’Assoluto Esistente chiama perfetto corpo fisico non lo è, ma è chiamato perfetto corpo fisico.’ ‘Che pensi, Subhuti? L’Assoluto Esistente può essere incontrato mediante la sua perfetta forma corporea?’ ‘No, Onorato dal Mondo. L’Assoluto Esistente non può essere incontrato mediante la sua perfetta forma corporea. Per quale motivo? Perché ciò che l’Assoluto Esistente chiama perfetta forma corporea non lo è, ma è chiamata perfetta forma corporea’.” – Ventesimo passo – Sūtra di Diamante
Written by Alessia Mocci
Note
[1] In Italia nel 2012 si corresse l’errata trascrizione del titolo del romanzo di Herman Hesse, e dunque da Siddharta a Siddhartha, ma ancora oggi, come in questo testo presentato di Noi Edizioni troviamo l’errore. Che poi in Italia ci si sia abituati ad una trascrizione è ben vero, ed è altrettanto vero che non è un “h” che muta il concetto di illuminazione.