Donne contro il Femminicidio #60: le parole che cambiano il mondo con Anna Nihil
Le parole cambiano il mondo. Attraversano spazio e tempo, sedimentandosi e divenendo cemento sterile o campo arato e fertile.

Ho scelto di contattare, per una serie di interviste, varie Donne che si sono distinte nella lotta contro la discriminazione e la violenza di genere e nella promozione della parità fra i sessi.
Nelle loro parole, in risposta a mie specifiche domande o nella libertà di definire alcuni lemmi, tutte si sono espresse in una pluralità di voci e sfumature d’opinione, senza mai tradire l’obiettivo primo, ossia una lotta coesa contro la degenerazione della cultura patriarcale che può sfociare nel femminicidio.
Insieme si cambia il mondo. Insieme donne e uomini. Insieme, partendo anche da assunti diversi, ma che condividono il medesimo fine, nell’accoglienza di ogni forma di alterità.
Oggi è il turno, per Donne contro il Femminicidio, di Anna Nihil, blogger e scrittrice. Ha fondato il blog “Anna Nihil Show” con l’intento di creare un salotto virtuale dove commentare con sano spirito critico programmi TV, film e notizie attinenti al mondo dello spettacolo. In seguito, concentra la sua attenzione solo sui film. Ha pubblicato undici ebook e sette libri, dando spazio a tematiche relative al mondo femminile.
Femmina
Quante volte mi è capitato di sentire usare questa parola con disprezzo! E non mi riferisco solo a quando le stesse mamme (femmine!) rimproverano i loro figli: “Lascia! Questo è da femmine!”, oppure: “Ti stai comportando come una femmina!”, che è un modo per dire che ti comporti da stupido, ma anche ai “Guidi da femmina!” e “Piangi come una femmina!”. Abbiamo le “chiacchiere da femmine”, che equivalgono a discorsi di poco conto. Cose da femmine, libri da femmine, riviste da femmine… come se tutto ciò che ci interessasse non contasse niente. Vorrei far notare che anche le riviste maschili sanno essere piuttosto stupide con articoli come “5 mosse per sedurla”, dove, state pur certi, nella pratica non ne andrà bene nemmeno una! Oppure “La dieta per ringiovanire di dieci anni”: fidatevi di noi, che ci ossessionano da generazioni con la forma fisica, non funziona. Solo i maschi potevano credere a gli occhiali per vedere le donne nude, per poi doversi accontentare delle donne nude che riempiono le pagine dei loro giornali. Insomma, gli uomini non è che si occupino sempre di questioni altamente intellettuali! E anche noi, che giochiamo a fare le frivole, a volte vogliamo di più, e sappiamo affrontare grandi temi con una sensibilità e un’ironia tutta nostra. Purtroppo, persino noi stesse, senza rendercene conto, a volte usiamo delle espressioni che vanno contro il nostro essere. Stare attente al nostro linguaggio, iniziare a evitare, noi per prime, di creare certe espressioni dove “femmina” è dispregiativo, potrebbe portare a dei cambiamenti culturali interessanti.
Femminismo

Qualche giorno fa, di ritorno dal “Pisa Book Festival”, ho visto alla stazione di Bologna una serie di manifesti dove si invitava a ringraziare le femministe, perché senza le loro battaglie non avremmo oggi tante libertà che tendiamo a dare per scontate. Come il piacere di poter leggere un libro: un’azione che ci sembra così innocente e normale, ma che fino a non molto tempo fa era proibita. Non dovevamo leggere per non metterci in testa “strane idee”. Mi direte che è un divieto da medioevo, impensabile oggi giorno. Invece devo rivelarvi che mi è capitato di leggere su Facebook un post di un’adolescente che chiedeva consiglio perché nessuno in famiglia capiva la sua passione per la lettura. Ogni volta che apriva un libro, arrivava qualcuno a deriderla, invitandola a lasciar perdere e a trovarsi un ragazzo. Come se entrambe le cose non fossero possibili! Questo assurdo timore di sembrare troppo intelligenti, per non compromettere la conquista di un marito, è una delle idee più tristi e retrograde che persiste nel nostro Paese. Ci si dovrebbe vergognare di avere una mente ottusa, non il contrario! Il femminismo è stato utile, ma non ha esaurito il suo compito. Ci serve ancora. E molto!
Una delle più brutte parole inventate negli ultimi anni. Non per come suona, ma per il numero enorme di vittime che l’ha resa necessaria. Non sono sporadici omicidi, ma un dramma costante. Se si confrontano tutti questi casi, hanno dei punti in comune preoccupanti. La donna paziente, che sopporta, che è accecata dall’amore, dalla voglia di famiglia. Lui che si sente in trappola in quella relazione, ma non è capace né di andarsene né di lasciare andare. Perché in ogni caso, mettere un punto al rapporto gli brucerebbe come una sconfitta, che non vuole aggiungere alle tante già subite nella sua vita. Una testa che va in tilt. Ragionamenti senza senso nutriti da rabbia, odio e frustrazione. Non so cosa abbia ridotto alcuni uomini in questo stato. Quando iniziano i processi mediatici nei salotti televisivi si accusano sempre le donne troppo emancipate, le madri che Li viziano troppo… io tendo più a vedere dei responsabili nei nostri politici, nel lavoro che manca, e in quel poco che c’è che non dà alcuna stabilità. La mancata realizzazione di se stessi è la più grande fonte di stress e di odio verso il mondo.
Educazione sentimentale
Il fatto che vengano richiesti a gran voce dei corsi a scuola di educazione sentimentale è una sconfitta totale per i genitori delle ultime generazioni. Sono così incapaci che devono essere sostituiti dagli insegnanti anche nello spiegare l’amore ai figli? Si dice sempre che un esempio vale più di mille parole, quindi neanche questo sanno fare? Non sono una buona coppia? Non sono una bella famiglia? Al loro posto mi offenderei. Però è anche vero che l’odio che si respira nei confronti delle donne, ma anche contro chi è diverso, per un qualunque motivo, da una disabilità al colore della pelle, sembra crescere a dismisura. Spero sia una di quelle false percezioni dovuta ai media che calcano troppo la mano sugli episodi di odio. Non nego il problema, ma forse non è così dilagante. Voglio sperare di essere circondata ancora da gente di buonsenso e buoni sentimenti. Per gli odiatori, per chi non sa mostrare un po’ di gentilezza e umanità, io sono drastica: non ci vuole un educatore, ma uno psicologo.
Written by Emma Fenu
Info
Rubrica Donne contro il Femminicidio
Rubrica Uomini contro il Femminicidio
https://gianrelli.blogspot.com/2019/11/
https://www.youtube.com/watch?v=SbmaL1nOfGM&feature=em-lsb-owner