“La vita sociale delle sagome di cartone” di Fulvio Gatti: un mondo editoriale in crisi
Chiunque abbia mai avuto la terribile idea di pubblicare qualcosa, fosse questa narrativa o (orrore!) poesia, si è scontrato con le magagne di un mondo editoriale in crisi.
Case editrici a pagamento, editing inesistente, una corsa agli spiccioli sempre più miseri delle vendite.
Ma il vero problema dell’editoria è che, come ogni business, deve mettere al centro i profitti, gli introiti, il companatico.
Poco importa se l’editore Tal de Tali deve editare, pubblicare e promuovere un titolo che gli fa ribrezzo.
L’importante è solo che quel titolo venda e che porti a casa gli stipendi di editore e collaboratori, perché alla fine della giornata l’editoria è un business come gli altri. Ma questo, per i lettori e per gli scrittori, non è accettabile.
“La vita sociale delle sagome di cartone” parla proprio di questo fraintendimento, di una crisi che non assomiglia a nessun’altra perché nell’immaginario comune l’editoria non è un business e quindi l’unica crisi di cui può essere vittima è quella relativa alla mancanza di contenuti “artistici”, freschi, degni di nota. Per lettori e scrittori, l’editoria è una vocazione, un passatempo, un’arte, un cavaliere senza macchia e senza paura, un giochino per chi può permetterselo. Ma non è un business.
È interessante, quindi, la scelta di Fulvio Gatti di ambientare il suo romanzo in una casa editrice che paga gli stipendi dei propri collaboratori, che pubblica materiale di qualità e che lavora sul serio.
Ancor più interessante è la scelta di contrapporre a questa realtà di semi-paradiso editoriale i meccanismi senza cuore delle Edizioni Essenziali, una tipografia più che una casa editrice. Edizioni Essenziali sono libri acquistabili in farmacia e passati dalla mutua che riassumono in duecento pagine, non una di più e non una di meno, i grandi capolavori letterari che hanno fatto la storia.
Il governo ha, infatti, pensato bene di risollevare le sorti di questa Italia ignorante mettendo a disposizione questi volumetti pseudogratuiti, nella speranza che gli italiani tornino a leggere.
Ma quali sono le implicazioni per l’editoria, quella vera? Come fa notare uno dei personaggi de “La vita sociale delle sagome di cartone,” il libraio Marcello, le Edizioni Essenziali non sottraggono clienti alle librerie, perché chi ama leggere lo fa. Che sia in biblioteca o in libreria, chi vuole leggere non necessita del riassunto in duecento pagine offerto dalle farmacie.
Questo aspetto del romanzo di Fulvio Gatti è particolarmente importante, perché va ad affrontare tematiche che vengono spesso trattate in modo superficiale.
Se ricordate la polemica nata dopo la pubblicazione del libro di una certa Giulia (evito il cognome per non farle ulteriore pubblicità), ricorderete anche che solo in pochi hanno fatto notare che chi acquista il libro di Giulia non è di certo lo stesso lettore che acquista (e legge) “Non ti muovere” di Margaret Mazzantini o “Il nome della rosa” di Umberto Eco.
In questo senso, ripulire il marciume editoriale e cessare di pubblicare titoli money-making non servirebbe a nulla.
“La vita sociale delle sagome di cartone” ha il pregio di intessere nella storia stessa discussioni di rilievo a cui non viene sempre data la giusta importanza. È una lettura che consiglio, ma da cui vi metto in guardia: non è il solito romanzetto giallo sull’editoria, quindi sceglietelo con cognizione di causa.
“La vita sociale delle sagome di cartone” è stato pubblicato a settembre 2019 dalla casa editrice Las Vegas Edizioni.
Written by Giulia Mastrantoni