“Ermitage. Il Potere dell’Arte” docufilm di Michele Mally: la storia ed il percorso artistico di San Pietroburgo

“Come si va a scuola per imparare a leggere, scrivere e far di conto, si dovrebbe, fin dalla tenera età, frequentare i musei”. – Anonimo

Ermitage. Il Potere dell’Arte
Ermitage. Il Potere dell’Arte

In questi giorni di inizio autunno, il progetto de ‘La Grande Arte al cinema’ fa ritorno nelle sale cinematografiche italiane, il 21, 22, 23 ottobre, nello specifico.

È un evento inedito il docufilm dedicato all’Ermitage, museo fra i più visitati al mondo, dal titolo emblematico Ermitage. Il Potere dell’Arte.

Il nuovo docufilm è una creazione della 3D Produzioni e Nexo Digital, realizzato in collaborazione con Villaggio Globale International e Sky Arte. Da aggiungere il supporto di Intesa San Paolo e il patrocinio di Ermitage Italia.

Diretto da Michele Mally su soggetto di Didi Gnocchi, la quale ha partecipato alla sceneggiatura con Giovanni Piscaglia, il docufilm è stato concepito con la collaborazione del museo e del suo direttore Michail Pietrovskij.

Ma, per fare menzione del contenuto del docufilm, occorre innanzitutto ricordare che gli elementi, i quali hanno contribuito a realizzare Ermitage. Il Potere dell’Arte sono molti e variegati. Ad accompagnare lo spettatore in questo viaggio artistico, è l’attore Toni Servillo, che illustra le bellezze della città di San Pietroburgo, la sua storia e il percorso artistico che appartiene ad essa.

Durante lo sviluppo filmico, l’attore prende in prestito da grandi esponenti della letteratura brani, tratti da poesie e romanzi, e li recita con particolare suggestione.

La narrazione, puntuale e ricca, seppur nei limiti del tempo che la pellicola prevede, prosegue con la storia di San Pietroburgo, gli eventi storici, anche dolorosi, che hanno attraversato l’intero paese.

Ermitage. Il Potere dell’Arte - Toni Servillo
Ermitage. Il Potere dell’Arte – Toni Servillo

E, sarà proprio la figura dell’attore a farsi tramite dello spirito che ancora abita questi luoghi, partecipando così lo spettatore alla memoria riconducibile a Pietro I, fondatore della città, racconta poi di altri protagonisti della storia russa: da Caterina la Grande, ad Alessandro I che ha sconfitto Napoleone, fino ad arrivare alla Rivoluzione del 1917 e alle sue disastrose conseguenze.

Pertanto, dal docufilm si evince anche l’importanza storica che ha assunto la città di San Pietroburgo; anche se la narrazione di Ermitage. Il Potere dell’Arte si sofferma soprattutto sull’aspetto artistico di cui la città è stata testimone e protagonista al contempo.

Al principio, l’Ermitage, complesso architettonico formato da vari edifici, faceva parte della reggia imperiale che ospitò le famiglie degli zar Romanov fino al 1917, anno d’inizio della Rivoluzione d’ottobre.

Ma, potrebbe chiedersi uno spettatore attento e curioso, da dove ha avuto origine il nucleo artistico dell’Ermitage?

Per dare conto, in modo esaustivo, del primo nucleo del museo, occorre partire da lontano, dal 1764 per l’esattezza, quando Caterina la Grande, consigliata anche da Diderot, iniziò ad acquistare sui mercati europei, e a Berlino in un primo momento, le opere d’arte di cui amava circondarsi.

Da allora il museo si arricchì di un patrimonio che venne accresciuto da disegni, sculture e capolavori dell’arte decorativa.

Non è da dimenticare il sacrificio umano di circa centomila lavoratori, i quali hanno contribuito a edificare il museo, vissuti in condizioni prossime allo stato di schiavitù, episodio a cui si fa riferimento in Ermitage. Il Potere dell’Arte. Aspetto questo che non rende onore e dignità ai regnanti dell’epoca.

Ermitage. Il Potere dell’Arte
Ermitage. Il Potere dell’Arte

È inoltre doveroso ricordare, che l’Ermitage viene definito un ‘museo puro’, in quanto tutte le opere conservate nel museo sono state acquistate nell’arco dei secoli, e non saccheggiate in altri paesi, così come è avvenuto durante la Seconda guerra mondiale per mano dei tedeschi, per esempio, che hanno ‘rubato’ quadri e altri manufatti artistici dei paesi da loro occupati (Italia e Francia).

Ma, per tornare a raccontare ancora dell’Ermitage, occorre sottolineare che nel museo trova posto anche la grande arte europea che va da Leonardo a Raffaello, da Van Eyck a Rubenbs, da Tiziano a Rembrandt e per finire a Caravaggio.

Ad oggi sono circa tre milioni le opere custodite all’Ermitage, fra cui oggetti d’arte di epoche diverse, per un percorso lungo circa trenta chilometri.

La narrazione filmica prosegue poi raccontando dello sviluppo urbano e architettonico della città; anche qui, la presentazione è assolutamente inedita.

Da non dimenticare che l’Italia ha avuto un ruolo importante nella progettazione di alcuni fra i più bei palazzi di San Pietroburgo, grazie all’opera degli architetti Rastrelli, Trezzini e Quarenghi, che ne hanno disegnato il profilo tutt’oggi presente.

Ancora a proposito dell’aspetto urbanistico e architettonico della città, il film mostra una San Pietroburgo non solo di giorno, ma anche di notte, con il suo skyline che la fa apprezzare in tutto il suo splendore.

Protagonisti di questa affascinante carrellata sono la Prospettiva Nevskij, il lungoneva, i ponti, le statue di Pushkin, Gogol, Caterina la Grande, oltre alle dimore nobiliari che si affacciano sui canali.

Luoghi, tutti, ricchi di una memoria antica che riporta alla Fortezza di Pietro e Paolo, primo edificio costruito a San Pietroburgo, che ospita le tombe degli zar.

Inoltre, il divano dove morì Alexander Pushkin, protagonista e importante rappresentante della letteratura russa. Quindi, l’abitazione di Fedor Dostoevskij, in prossimità della Neva, luogo d’ambientazione dei suoi romanzi, tra i quali Notti Bianche.

Ermitage. Il Potere dell’Arte
Ermitage. Il Potere dell’Arte

Inoltre, Nikolaj Gogol, fino ai poeti e gli scrittori del Novecento: Anna Achmatova e Vladimir Nabokov, che ancora oggi rappresentano l’anima della città.

Si racconta poi delle difficili condizioni degli intellettuali, delusi dalla Rivoluzione e l’assedio di Leningrado, momento fra i più terribili della storia. Viene poi evocato Stalin, che ha rappresentato il capitolo più buio della storia russa, considerando anche, che ha ceduto importanti opere del museo a collezionisti stranieri. Fra cui capolavori di Raffaello, Botticelli, Van Eyck e il Perugino.

Infine, la musica. San Pietroburgo ha dato i natali alla grande musica russa; da Sergej Prokofiev a Piotr Ciaikovskij fino a Dimitri Shostakovich e altri, tutti capisaldi che attraverso la musica hanno espresso la vera anima della Russia. Senza dimenticare il balletto russo, che ha avuto le proprie radici proprio in questa città, e le cui immagini del Lago dei Cigni raggiungono lo spettatore lasciandolo estasiato.

Il percorso filmico prosegue poi presentando gli interni del museo e del Palazzo d’Inverno, le Logge di Raffaello, la Galleria degli Eroi del 1812, che si aprono agli occhi dello spettatore con immagini spettacolari, e danno la misura della grandiosità della città.

Inoltre, aperti al pubblico per l’occasione, da non trascurare sono i laboratori dedicati al restauro e alla conservazione di notevoli reperti archeologici.

Che dire poi della sezione dedicata all’Arte Moderna e contemporanea, che custodisce collezioni straordinarie?

Anche questa è ampia, e custodisce opere di notevole valore artistico fra cui la più grande raccolta al mondo di Henry Matisse.

A rendere fluido ed estremamente coinvolgente lo sviluppo filmico, sono inoltre da sottolineare gli interventi di autorevoli addetti ai lavori, pronti a illustrare con dovizia di dettagli l’Ermitage e la storia della città che lo ospita.

Da evidenziare infine la colonna sonora che accompagna la narrazione, firmata da Dimitrv Igorevich Myachin, un talentuoso pianista e compositore, il cui brano Hermitage, The power of art è un valore aggiunto al docufilm.

“Un museo è un luogo dove si dovrebbe perdere la testa” – Renzo Piano

 

Written by Carolina Colombi

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *