Tramedautore 2019: “Brucia l’Europa” di Mario Gelardi
I Simpson hanno previsto Trump presidente degli Usa…
ma Salvini Ministro degli Interni è troppo anche per loro!
Ritmi serrati, con continui cambi di scena e di abiti, colori azzeccatissimi, una coreografia scarna tutta giocata sui toni del rosso e nero con gigantografie di politici europei esaltano al massimo uno splendido gruppo di attori.
Comizi al grido di “La domanda è: “Come si sconfigge il terrorismo?” e risposte di ricette semplicistiche con il microfono che passa di mano in mano (tipo: per difendere le nostre città andiamo a fare attentati nei loro Paesi) si alternano a quadri-clip che si focalizzano su alcuni punti nodali.
Così Frank e Jimmy ci mostrano le psicosi e il concetto di percezione del rischio inculcato anche dai media visto che, dati alla mano, l’87% degli attentati avviene in Medio Oriente lanciandosi in una dimostrazione di addestramento e di tecniche di difesa… mutuate da quelle israeliane.
E i media sono ridicolizzati nella e dalla teatralizzazione di una breaking news per un attentatore in un piccolo ufficio postale di un piccolo paesino trasformato in uno show con richiami a Platoon per cui serve “un terrorista come si vedono nei film”: che amara delusione quando si scopre che è un precario italiano che consegna pacchi a 3€ all’ora, in crisi perché non sa che richieste fare alle forze dell’ordine: niente panini perché tra gli ostaggi ci sono vegani… ma pure la pizza non va bene che ha la mozzarella!
E visto che la forza dello spettacolo sta proprio nel ribaltare i punti di vista, tra parole onomatopeiche, parole assonanti ed iterazioni su una colonna sonora estremamente mirata e ritmata, veniamo catapultati in un resort dell’Africa del Nord in compagnia di una coppia di coatti romani (a mio parere molto ricalcata su Ilary e Totti): sulla spiaggia un calciatore testimonial di stufe elettriche perché “i calciatori hanno bisogno di riscaldarsi prima di entrare in campo” preoccupato solo di proteggersi dai raggi USB e la sua compagna esperta di reality show mentre dal mare sta arrivando un attentatore che discetta di epicureismo, legge morale kantiana e Divina Provvidenza.
Ma non sono solo i media ad essere nel mirino di questo spettacolo divertente e dissacrante ma anche le società che si auto-definiscono democratiche. L’ultima clip è in Norvegia, all’udienza per valutare se siano stati violati i diritti umani di Brevik, l’attentatore della strage di Utoya.
Come per altri reati, c’è una colpevolizzazione della vittima (“che ci faceva a Utoya? Ah era una comunista… allora se l’è cercata!”) che sempre più incredula ascolta l’avvocato della difesa rivendicare “la Playstation 4 che giocare con la Playstation 3 è una forma di tortura!” e addirittura ottenere un risarcimento di 331.000 corone.
Ma il peggio sono i termini “cane sciolto”, “lupo solitario”, “mosca bianca” o “mente fragile”, usati in un climax vertiginoso che serve ad occultare il vero imputato, le politiche neo-naziste che svelano una realtà con cui nessuno vuole fare i conti: il terrorismo non è una prerogativa degli arabo-musulmani.
Uno spettacolo estremamente attuale che non da risposte semplicistiche o preconfezionate ma stimola il pensiero critico chiedendosi: “fascista” è ancora un insulto o è diventato un complimento?
Festival Tramedautore 2019, spettacolo del 18 settembre presso il Piccolo Teatro Grassi a Milano.
Autori: Mario Gelardi, Alessandro Palladino, Davide Pescarella
Regia: Mario Gelardi
Cast: Federica Aiello, Riccardo Ciccarelli, Annalisa Direttore, Alessandro Palladino, Vincenzo Antonucci, Mariano Coletti, Carlo Geltrude, Salvatore Nicolella
Costumi: Alessandra Gaudioso
Luci: Alessandro Messina
Produzione: Nuovo Teatro Sanità
Written by Monica Macchi