“Meseta/Inland” di Juan Palacio: proiezione del video-diario, domenica 22 settembre a Milano
“È difficile trovare una trota… quasi quanto una moglie/ Ma ho scoperto che questo Facebook/ è come la mia canna da pesca:/ non sai con chi entri in contatto;/ io ho trovato una fidanzata in Paraguay/ … e manco sapevo dove fosse il Paraguay!”
Presentato al Cinema Palestrina lo scorso 16 settembre da Paolo Mereghetti, Bruno Fornara e Daniela Persico, torna a Milano dal 18 al 26 settembre lo storico appuntamento de “Le Vie del Cinema”, selezione dei migliori film dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Locarno Film Festival, Pesaro Film Festival, Bergamo Film Meeting e altre anteprime di cinema d’autore.
Domenica 22 alle ore 19,50 all’Anteo Palazzo del Cinema, Sala President, l’Associazione Formacinema che da anni ha avviato una collaborazione col Pesaro Film Festival, presenta Meseta/Inland di Juan Palacio, giovane autore basco già vincitore del Basque Film a San Sebastian nel 2016 e del Miglior Documentario al Bushwick Film Festival di New York nel 2017 per la sua opera prima Pedalò.
Meseta/Inland (che ha ottenuto anche la Menzione Speciale al Copenhagen Film Festival) ha trionfato al Festival di Pesaro ottenendo il premio Lino Miccichè dalla giuria (composta da Olimpia Carlisi e Andrea Sartoretti e presieduta dal regista iraniano Amir Naderi) e anche quello assegnato dalla Giuria Studenti che ha voluto sottolineare “la capacità di raccontare il paesaggio dell’entroterra spagnolo trasfigurandolo in una dimensione universale e atemporale, dove tradizione e modernità collidono attraverso lo sguardo immersivo dell’autore”.
Si tratta di un video-diario, un vero e proprio archivio sonoro e visuale che, senza alcuna voce narrante, recupera e raccoglie storie, tradizioni, canti ed il patrimonio identitario degli abitanti di Meseta, l’altopiano più antico della penisola iberica ed allo stesso tempo un ritratto socio-antropologico di una rete di relazioni a maglie sempre più larghe su un territorio che si sta spopolando a causa anche dell’urbanizzazione e di (altri) stili di vita.
Una realtà semplice, lineare ma proprio per questo profonda e radicata che attraverso lo sguardo affettuoso e complice del regista ondeggia al ritmo di una memoria in dissolvenza che si chiede: questa Spagna che è già un territorio del vuoto diventerà un territorio completamente fantasma?
Una fortissima componente terrestre che recupera il suo carattere ancestrale a scapito dell’antropizzazione e rifugge da qualsiasi edonismo naif dell’”utopia rurale” assieme ad una splendida fotografia (compresi i ritratti degli abitanti rimasti) e ad un eccezionale sound design sono le emozioni poetiche percettibili in e con questo film.
Written by Monica Macchi
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