Lo sbarco dell’uomo sulla Luna: un evento straordinario del 1969

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“Un piccolo passo per l’uomo, un balzo gigantesco per l’umanità”. − Neil Armstrong

 

Saturn V SA-506, il razzo che porta la navetta Apollo 11
Saturn V SA-506, il razzo che porta la navetta Apollo 11

Parole rimaste incise come nella pietra per il significato recondito che racchiudono in sé.

A pronunciare una delle frasi più celebri della storia è stato l’astronauta Neil Armstrong, comandante della navicella spaziale Apollo 11 e primo uomo a mettere piede sul suolo lunare.

Il Novecento è stato un secolo colmo di eventi, di scoperte, di esplorazioni d’ogni sorta, e l’allunaggio, più di altri, spicca per la sua eccezionalità.

Era il 20 Luglio 1969, e trascorsi cinquant’anni dall’evento, non si può far altro che celebrarne la portata, che inevitabilmente ha avuto ampia risonanza in tutto il mondo.

Una data da ricordare, quindi, non solo per la straordinarietà dell’avvenimento, ma anche per gli sviluppi che la tecnologia spaziale, sviluppata per questa impresa, avrebbe fatto ricadere sul futuro dell’intera umanità.

È obbligatorio, pertanto, ricordare come si sono svolti i fatti; anche se brevemente e senza entrare negli aspetti tecnici che non sono di competenza all’autrice dello scritto.

Da Cape Kennedy, in Florida, il razzo vettore Saturn 5, composto da tre stadi e di altezza di oltre 100 metri, lanciò in orbita l’Apollo 11: a bordo della navicella spaziale, viaggiavano gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, diretti verso la Luna.

Prima di dare conto del viaggio compiuto dai tre, è utile esplicitare la composizione della navicella spaziale Apollo 11, costituita da tre elementi. Ovvero una struttura conica di soli metri cubi 6.5, destinata ai tre astronauti, il cosiddetto modulo di comando.

Una struttura quattro volte più pesante del modulo di comando, contenente sistemi di sopravvivenza, le telecomunicazioni e le celle a combustibile per la produzione di energia elettrica, e definito modulo di servizio. Il LEM (LUNAR EXCURSION MODULE), detto anche modulo lunare, costituito da due elementi: il modulo di discesa e il modulo di ascesa: lo spazio destinato ai tre era veramente esiguo.

Era dunque il 16 luglio 1969 quando per gli astronauti iniziò un’avventura rimasta pietra miliare nella storia della navigazione spaziale. Per raggiungere l’orbita lunare l’Apollo 11 impiegò tre giorni.

Neil A. Armstrong - Michael Collins - Edwin E. Aldrin Jr.
Neil A. Armstrong – Michael Collins – Edwin E. Aldrin Jr.

Il comandante Armstrong e Aldrin entrarono nel modulo lunare Eagle, diretto dal computer di bordo che, con i suoi calcoli, lo avrebbe fatto adagiare in prossimità di un sito estremamente pietroso nei pressi di un cratere. Per evitare l’inconveniente intervenne il comandante Armstrong, che guidò manualmente il modulo in direzione di un sito accogliente per l’allunaggio.

Abbandonato il modulo di comando, Armstrong e Aldrin scesero sul suolo lunare, nei pressi del Mare della Tranquillità, per effettuare le azioni previste prima della partenza. Il primo a sbarcare fu il comandante Armstrong, il quale attivò la telecamera affinché le prime immagini del suolo lunare potessero essere inviate alla Terra; quando fu poi raggiunto da Aldrin, ai due non restava che esplorare quel luogo misterioso e affascinante su cui tanto si era progettato a Terra, e su cui la letteratura aveva fantasticato a lungo.

I due predisposero strumentazioni scientifiche e svolsero le attività previste prima della partenza e, fatto importante, raccolsero alcuni preziosi campioni di roccia lunare. Mentre Collins continuava ad orbitare intorno alla Luna a una distanza di circa 100 km da essa.

Un piccolo contrattempo, a cui i media dell’epoca diedero ampio spazio, fu la difficoltà di piantare la bandiera a stelle e strisce. Ugualmente, però, grazie all’ingegno degli astronauti fu alloggiato l’emblema americano per eccellenza. Al di sotto della bandiera fu posta una targa con l’incisione di una frase alquanto significativa e dal contenuto umano importante:

Qui, uomini del pianeta Terra hanno posato per la prima volta il piede sulla Luna nel luglio 1969. Siamo venuti in pace in nome di tutto il genere umano”.

Terminata l’esplorazione spaziale, i due astronauti raggiunsero il modulo lunare per il viaggio di ritorno. Ma prima di intraprendere il rientro sulla Terra, avevano necessità di riposare: l’escursione sul suolo lunare li aveva stancati e resi esausti oltre misura.

Abbandonato sulla Luna il modulo di discesa dell’Eagle, il giorno successivo, i due astronauti ripartirono, utilizzando il modulo di risalita dell’Eagle, e raggiunta l’orbita lunare si riunirono a Collins.

I tre astronauti intrapresero il viaggio di ritorno il 21 luglio 1969 per avvicinarsi alla Terra. Ammararono infine nell’Oceano Pacifico il 24 luglio 1969.

Dopo un periodo di quarantena, onde evitare che la Terra potesse venire contaminata da una qualsiasi forma biologica sconosciuta, gli astronauti uscirono dal loro necessario isolamento e si mostrarono pubblicamente.

Allunaggio Nasa 1969
Allunaggio Nasa 1969

A conclusione di questo articolo, secondo il parere dell’autrice dello scritto, viene spontaneo chiedersi: qual è stato il reale scopo della missione spaziale americana, costata parecchi miliardi di dollari dei contribuenti?

La risposta non è fra le più difficili e va inquadrata in funzione del confronto in atto in quegli anni, tra due superpotenze quali USA e URSS.

Inoltre, per realizzare la missione Apollo 11, vennero realizzate nuove e straordinarie tecnologie, utilizzate anche in seguito, finanche ai giorni nostri. Quali, per esempio: le comunicazioni wireless, il riciclo dei rifiuti, vestiti antifiamma, vestiti riscaldanti, internet, schiuma a memoria (memory foam), macchinari per esercizi fisici, cibi surgelati, cibi liofilizzati, aspirapolvere senza fili.

Questo breve elenco ha l’unico scopo di citare solo alcune delle tecnologie sviluppate maggiormente in seguito; chi lo desidera può approfondire le varie implicazioni di queste tecnologie, consultando la rete.

 

Written by Carolina Colombi

 

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