“Voglio vederti soffrire” di Cristina Brondoni: un colino fuori posto e tante storie di morti improvvise
“Voglio vederti soffrire” di Cristina Brondoni, edito dalla casa editrice Clown Bianco Edizioni nel 2019, ha un grande difetto: è chiaro che Cristina non ha pensato alla routine dei suoi lettori, mentre stendeva la bozza finale del suo romanzo.
Lei scriveva, incurante del fatto che noi lettori serali abbiamo un orario ben preciso in cui dobbiamo spegnere la luce, altrimenti la mattina dopo chi si sveglia?
A Cristina, però, questo non importava; no. Cristina ha scritto, incurante di tutto, e io ho letto. Di sera. Sforando alla grande il mio coprifuoco.
Insomma, come avrete capito, Cristina è un’autrice capace.
Quello che mi ha particolarmente colpita di “Voglio vederti soffrire”, però, è stato vedere come i personaggi prendevano forma e come frammenti di storie apparentemente slegate si ricongiungevano in una narrazione più complessa del previsto.
Enea è un abitudinario allenato a pensare fuori dall’ordinario. Fedelissimo alla sua insalata capricciosa, lavora per la Polizia, risolvendo casi di ogni genere.
Durante questa particolare estate, gli capitano casi all’apparenza semplici: una bella influencer deceduta per cause naturali mentre era sola a casa, una donna decapitata da un marito solitamente affettuoso, un ragazzino il cui cuore ha ceduto sotto il sole di agosto.
Non sono casi degni di nota, a parte quello del raptus omicida; tuttavia, Enea si ritrova impossibilitato a chiuderli. C’è qualcosa che non torna, ma cosa? Il giorno in cui, rincasando, Enea trova un colino fuori posto, le cose iniziano a farsi interessanti…
L’inizio del romanzo lascia perplessi: come si ricollegano tutte queste storie di morti improvvise?
Ciò nonostante, la quotidianità di Enea alla stazione di Polizia fa da filo conduttore della storia, guidando il lettore fino a che, a circa metà romanzo, le cose non cominciano a chiarirsi (si fa per dire).
È interessante la scelta di rivelare sin da subito l’identità del colpevole, un po’ come fa Deaver, per poi seguirlo man mano che la trama si intrica.
Non mancano gli spunti di riflessione, che purtroppo non posso condividere con voi causa rischio spoiler.
Quando arriverete alla fine della storia, però, guardate indietro e pensate all’identità del colpevole: come avreste giudicato quel personaggio, se fosse stato diverso?
Non posso dirvi di più, perché guastarvi il piacere della lettura sarebbe davvero un peccato.
Un ultimissimo elemento sul quale vorrei portare la vostra attenzione è il modo in cui ogni personaggio viene costruito aggiungendo elementi: non ci sono mai lunghe digressioni dal passato, né spiegoni; Cristina dipinge i propri personaggi svelandone in modo lento, ma chiaro debolezze, backstory e paure.
In conclusione, come avrete già ben capito, raccomando la lettura di “Voglio vederti soffrire”, così come raccomando la lettura degli altri saggi scritti da Cristina, criminologa e giornalista.
Se poi avrete voglia di scriverle per farle i complimenti, sappiate che è una donna molto alla mano; scambiare idee con lei vi piacerà.
Buona lettura!
Written by Giulia Mastrantoni