Campionato Mondiale di Calcio Femminile: non un punto di arrivo ma un punto di partenza per il movimento

“La forza si costruisce sui fallimenti, non sui propri successi. Ciò che mi ha resa forte è stato nuotare sempre controcorrente” Coco Chanel

 

Italia - Olanda - Mondiali calcio femminili 2019 - Photo by La Repubblica
Italia – Olanda – Mondiali calcio femminili 2019 – Photo by La Repubblica

Ai quarti di finale il sogno delle nostre Ragazze mondiali si è fermato: d’altra parte sabato 29 giugno giocavano contro le olandesi, le campionesse europee in carica del calcio femminile.

Era evidente a tutti la differenza tra il livello delle Orange e quello delle Azzurre, c’era la consapevolezza che si trattava di un’impresa quasi impossibile.

Il tutto è stato peggiorato dalla scelta di far disputare questa partita alle 15 in piena estate.

Ok, si può obiettare che anche lo scorso anno durante il Mondiale maschile (svoltosi sempre in Francia) ci fossero partite nel primo pomeriggio e che, se veramente il calcio è di tutti, bisogna accettare le medesime condizioni; ed è giusto.

Vorrei tuttavia puntualizzare il fatto che in genere, superata la fase a gironi, le gare programmate nell’arco di ogni giornata del Campionato sono due e di solito una nel tardo pomeriggio e una la sera.

Nella fattispecie il 29 giugno c’era in calendario un altro incontro, Germania-Svezia che ha avuto luogo alle 18.30. Sarebbe stato possibile fissare adeguatamente solo due match, uno intorno alle 18 e l’altro intorno alle 21.

Inoltre si trattava di un sabato sera e in genere ‒ si veda il calcio maschile ‒, le partite importanti si mettono in prime time.  E non conta il fatto che questa gara fosse tra quelle visibili gratuitamente alla Rai, dato che per vederle tutte serviva l’abbonamento a Sky: insomma anche in questo torneo era in ballo il discorso dei diritti televisivi.

E magari di sabato sera l’evento sarebbe stato recepito come più importante. Lo ha affermato anche Milena Bertolini durante la conferenza stampa alla vigilia della gara: al di là dell’inopportunità di collocare la partita in un orario quasi proibitivo per il caldo, ad essere penalizzato sarebbe stato lo spettacolo.

Ma le donne sono toste e così hanno giocato alle 15. Nel primo tempo l’Italia nel complesso fa bene, anche con occasioni da gol. Nel secondo tempo, invece, cambia completamente l’atteggiamento delle nostre calciatrici che infatti subiscono due reti.

Non arrivando alle semifinali le Azzurre non hanno accesso alla partecipazione alle prossime Olimpiadi che si terranno in Giappone fra un anno. E in generale il calcio italiano non sarà rappresentato in quella competizione, a causa anche della recente eliminazione della Nazionale maschile under 21 dal Campionato Europeo in svolgimento in questi giorni in Italia.

Italia vs Olanda - Mondiale di calcio femminile 2019
Italia vs Olanda – Mondiale di calcio femminile 2019

Dopo il momentaneo e comprensibile dispiacere, sabato sera mi è capitato di sentire alla radio (Radio Uno) un po’ di interviste alle giocatrici.

Al di là delle singole risposte tutte hanno messo in evidenza la necessità di considerare quanto fin qui fatto come un successo, se si considera l’assenza per molti anni della Nazionale femminile nostrana alle competizioni internazionali; questo risultato va visto, inoltre, non come un punto di arrivo, ma come punto di partenza per lo sviluppo del “movimento” (così lo hanno chiamato e non sarà certo casuale!) legato al calcio femminile.

La speranza è che lo straordinario affetto con cui le ragazze sono state seguite in queste settimane francesi sia una pietra miliare perché negli anni a venire il calcio femminile possa diventare una realtà consolidata: questo potrà accedere solo se crescerà il numero di bambine che intraprenderà la formazione calcistica.

Ma, in ultima analisi, ciò potrà verificarsi se cadranno i pregiudizi delle famiglie convinte che il calcio sia roba da maschi e se si porranno le effettive condizioni materiali perché le donne possano fattualmente dedicarsi a questo sport a livello professionale.

Così, infatti, ha detto la nostra Ct Milena Bertolini:Da ora in poi il calcio femminile in Italia sarà diverso. Ora chi ha il compito di prendere certe decisioni deve farlo, perché le ragazze meritano il professionismo. Oggi hanno giocato contro colleghe professioniste e da quel punto di vista era una partita non alla pari” (fonte Maria Strada sul Corriere della Sera online. Per leggere l’intero articolo si veda QUI).

Sono questioni di cui si parla spesso in questi giorni e si teme che, dopo la momentanea popolarità dell’argomento, i riflettori si spengano e si riprenda a declinare la parola “calcio” solo al maschile.

Si tratta di un rischio latente già nel fatto stesso che, ad esempio, sugli spalti degli stadi erano più donne che uomini a tifare le italiane, oppure nelle uscite infelici di qualche utente sui social.

Per contro molti uomini hanno inneggiato alle nostre eroine perché ci sono uomini che davvero amano le donne incondizionatamente. Sono quelli che credono in loro, che non sono invidiosi dei loro successi, che non le umiliano né verbalmente, né psicologicamente, né fisicamente; sono quelli capaci di provare una vera empatia per loro e non quella solo sbandierata a parole, e che si rivela essere poi solo vuoto narcisismo.

Perché la parola empatia deriva dal greco en (in) + pathos (sofferenza, passione) e significa “stare nel dolore, nella passione in cui si trova un’altra persona”, ovvero sentire i suoi stessi sentimenti, fino ad identificarsi ed immedesimarsi con lei.

Italia - Mondiali di calcio femminili 2019
Italia – Mondiali di calcio femminili 2019

Il narcisismo, invece, è la malattia di chi vede e sente solo se stesso e usa gli altri solo per affermare il proprio ego, per poi scaricarli quando gli altri non gli servono più o lo hanno stancato.

L’unico modo che hanno le donne per non farsi portar via i loro sogni è credere in se stesse e circondarsi di persone (compagni compresi) che le sostengono.

A livello sociale esse potranno davvero affermarsi se la politica (che è fatta anche da uomini!) sarà in grado di mettere in atto iniziative che ne favoriscano l’espressione in tutti i campi, calcio incluso.

In Inghilterra, negli USA, in Olanda e in Svezia (le quattro Nazionali femminili arrivate alle semifinali) forse tutto questo è già realtà.

Anche e soprattutto per non vanificare i sacrifici delle nostre splendide donne mondiali, impariamo dagli altri Paesi come si fa a rendere il calcio davvero di tutte e di tutti!

 

Ad maiora!

 

Written by Filomena Gagliardi

 

 

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