AdBlock Detected

Stai usando AdBlock

Per continuare a leggere l'articolo è necessario disattivare l'AdBlock installato nel tuo computer. Oubliette Magazine è un sito certificato e sicuro per i naviganti.

Selfie & Told: Leda racconta l’album “Memorie dal futuro”

Advertisement

“Le luci ondeggiano/ in processione/ dal porto in bocca/ al buio./ Accendi forte/ il mare dentro me/ un fare, i sassi/ relitti dentro me./ Senza dire niente.” “Solchi”

 

Leda

La nostra migliore descrizione fatta da noi stessi, partirebbe da una foto in sala prove nel momento in cui smettiamo di improvvisare e iniziamo a dire una marea di stronzate no-sense.

Perché alla base dell’impegno serio e condiviso, c’è che insieme ci divertiamo.

Advertisement

E quando suoniamo scatta l’alchimia, sul palco si sente. E speriamo arrivi al pubblico.

Siamo Enrico Vitali, Serena Abrami, Fabrizio Baioni e Mirko Fermani: quattro musicisti da anni attivi nel panorama della musica italiana underground e cantautorale.

Ognuno di noi viene da un percorso specifico, ci siamo incontrati con la voglia di fare cose nuove, sperimentare.

Abbiamo passato l’inverno dell’anno scorso a scrivere undici brani. Il nostro immaginario spazia tra diversi generi musicali, sonorità Post Rock, Punk, New Wave e Trip hop.

Abbiamo deciso di creare nuova band. Il progetto è stato sin da subito appoggiato dal “Il Piccio Records”.

E ora “fatti una domanda e datti una risposta” per la rubrica musicale Selfie & Told.

 

L.: Partiamo dal nome. Perché “Leda”?

Memorie dal futuro – Leda

Leda: Leda” è il nome di un satellite di Giove, un dipinto di Leonardo da Vinci, un linguaggio di programmazione. Si chiamavano “Leda” due staffette partigiane, la Antinori e la Mazzali. “Leda” è una parola al femminile, a richiamare una voce di donna. È un nome corto, suona bene e si ricorda facilmente. Insomma, ci piace.

 

L.: Quando sarà edito il vostro primo lavoro da band?

Leda: Il 12 aprile è uscito nelle piattaforme digitali, ma è possibile ordinare il cd contattandoci sui social o tramite il sito. Sappiamo bene che questo formato è ormai considerato obsoleto, ma ci sentiamo più artigiani della musica che artisti e avere la copia fisica in mano, leggerne i crediti o vederne il mondo visivo rimane per noi un grande piacere. Stamperemo presto i vinili.

 

L.: Come si intitola l’album?

Leda: Memorie dal futuro”. Il titolo rimanda ad un’idea indefinita di spazio-tempo; le immagini evocano un non luogo, dove non ci sono riferimenti bellici, armi o nemici, ma un immaginario di rivolta che può essere in ogni dove e in ogni momento, verso una società che non sa comprendere, un analfabetismo emotivo ed umano che evoca i tempi più bui. Ci piace, comunque, immaginare che da questo titolo ogni ascoltatore possa trarre la propria percezione del passato, presente e futuro.

 

L.: E come si mescolano passato, presente e futuro?

Leda

Leda: In una canzone si parla dei rapporti virtuali e di una società che comunica più facilmente dietro la tastiera piuttosto che farlo di persona. Questo tema, che ci riporta a quel futuro cupo che immaginavamo da adolescenti in certi film anni 70/80 come Arancia Meccanica o Blade Runner, si mischia ad un mondo contadino che nelle Marche ancora si respira. La nostra terra, nelle sue contraddizioni e peculiarità, è il presente quotidiano. Abbiamo voluto registrare l’album a Matelica, nel cuore della nostra regione, proprio per finire un take, uscire e guardare l’Appennino. Questo scenario si collega naturalmente al passato, al ricordo, al senso di memoria collettiva che ci fa sentire parte della nostra storia. Una canzone, in particolare, omaggia i caduti della Resistenza marchigiana e quando la suoniamo, ci sentiamo veicolo di un messaggio più grande di noi. Sentiamo una sorta di responsabilità in merito a certi temi che abbiamo scelto di raccontare.

 

L.: Tutto questo è contemporaneo?

Leda: Contemporaneo per noi è quello che ci rappresenta in questo momento e “Memorie dal futuro” è l’album che compreremmo. Ma soprattutto, secondo voi Marzullo si fa le domande e si dà le risposte?

 

“Lungo le strade di polvere e di memoria/ risuonano echi di spari e canti di gloria./ Lungo i pendii di verde macchiati di nero/ i morti nei fossi sono radici del nostro futuro” “Il sentiero”

 

Written by Leda

 

 

Info

Sito Leda

Facebook Leda

Instagram Leda

 

 

Advertisement

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: