Selfie & Told: la band Oga Magoga racconta “Apollineo/Dionisiaco”

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“Rido, è come un grido/ e ci sei tu,/ ma con un volto non tuo// E avrei giurato fossi io,/ ma non mi sentivo in me// E c’era un cielo mosso/nel mio bicchiere blu// Ridi, è come un grido/ adesso tu,/ al tavolo stanco del bar// Un giorno, un altro e un altro poi/ ancora che poi verrà// Senti il vento/ che accarezza tutti e anche noi// […]” – “Samsara bar”

Oga Magoga
Oga Magoga

Ciao, siamo Simone e Anton, rispettivamente chitarra/voce e batteria degli Oga Magoga!

Oltre a noi la band è composta anche da Valerio e Duccio (Basso e Chitarra/Tastiera), veniamo da Siena e facciamo BEATpastiche!

Oggi ci faremo qualche domanda per spiegarvi chi siamo, per capire chi siamo per la rubrica musicale Selfie & Told!

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Intanto vi diciamo che siamo attivi dal 2013, abbiamo all’attivo 3 Album, un EP e vari singoli e che il 15 marzo scorso è uscito “Apollineo/Dionisiaco”, il nostro quarto Album.

Ma andiamo per ordine.

 

O.M.: “E di fronte buio” è uscito da ormai qualche anno. Ce ne vuoi parlare Anton?

Oga Magoga – Anton: Come ricorderai, nel 2016 abbiamo fatto uscire un EP intitolato “E di fronte buio”. È stato il “prologo” del progetto iniziato subito dopo: una serie di Album incentrati su un personaggio chiamato Glauco. Dietro a questi album c’è un concept di fondo, vuoi parlarne te Simo? 

Oga Magoga – Simone: Certo! I nostri ultimi lavori, “Shåmbala”, “Phalena” e infine “Apollineo/Dionisiaco”, sono tutti collegati in una sorta di concept Album gigante. Ognuno ha il suo significato, il suo momento nella storia di Glauco: la presentazione di se stesso e la perdita dell’amore, la chiusura in se stesso e finalmente l’uscita dai propri confini mentali. Di questo appunto parla questo nostro quarto Album, “Apollineo/Dionisiaco”, che dopo un paio di anni è finalmente uscito.

 

O.M.: Anton, spiegaci come abbiamo realizzato la registrazione di questo Album.

Apollineo Dionisiaco – Oga Magoga

Oga Magoga ‒ Anton: “Apollineo/Dionisiaco” è il terzo capitolo di questo concept e simboleggia l’uscita da se stessi, di Glauco ma anche la nostra. Essendo tutti gli Album registrati in maniera differente, questa volta abbiamo avuto un’idea particolare, un modo per mettere in atto un’effettiva uscita da noi stessi, dai nostri confini mentali ma anche fisici. Nel settembre del 2017 siamo saliti a bordo di un furgone, allestito a mo’ di studio di registrazione mobile e siamo partiti per un giro in mezzo ai paesini dell’Appennino Tosco-Romagnolo alla ricerca di musicisti, professionisti o occasionali, da inserire nell’Album. Grazie anche all’aiuto della fortuna siamo riusciti a trovare molte persone bravissime e nell’Album potete sentire trombe, tromboni, sassofoni, tastiere, percussioni e perfino un Sitar. Il tutto è stato anche documentato dal nostro fido videomaker Pietro Lorenzini, che sta facendo diventare questa nostra avventura anche un bellissimo Docu-Film. 

 

O.M.: Ma quindi chi è realmente questo Glauco, cosa rappresenta?

Oga Magoga – Simone: Glauco non è che una proiezione di noi stessi, un personaggio che ci piace mettere nei nostri brani ed a cui vogliamo dedicare i nostri brani, che alla fine parlano di noi, delle nostre esperienze, delle nostre paure, delle nostre emozioni. Glauco condensa tutto questo in un solo personaggio, che per noi è molto reale, molto vicino. 

 

O.M.: Per quanto riguarda la nostra parte grafica, la nostra iconografia, cosa ci puoi dire?

Oga Magoga – Anton: Da alcuni anni ormai stiamo dando molta importanza alla nostra iconografia. La scelta dei colori, dei simboli, delle immagini è molto importante per noi e per il senso che vogliamo esprimere con ogni nuovo lavoro. Nelle copertine di “Shåmbala”, “Phalena” ed “Apollineo/Dionisiaco” questo è molto visibile: ognuna di esse ha i suoi colori, il suo disegno (sempre leggermente diverso dagli altri) ed il suo simbolo (il triangolo sul nostro ultimo Album simboleggia proprio l’uscita da se stessi). Se vi state chiedendo chi ci sforni tali belle immagini è proprio chi mi ha fatto la domanda, troppo modesto per parlarne da solo. Non vorrei fargli montare la testa, ma Simone è un grande artista non solo in campo musicale ma anche nel disegno e nella pittura. 

 

O.M.: Per farti dimenticare subito di questi complimenti, parlaci un po’ del motivo per cui ci vestiamo sempre di nero.

Oga Magoga

Oga Magoga – Simone: Glauco parla all’amata che spera essere nel buio di fronte a sé, come se la sua vita fosse un teatro e lei il pubblico giusto, per amarsi dovrà riuscire a mettere se stesso in quel buio. Noi ci vestiamo di nero perché vogliamo rappresentare quel buio, in modo che tutti possano proiettarsi lì e riuscire ad amarsi.

 

O.M.: Che piani vedi per il nostro futuro Anton?

Oga Magoga – Anton: Nel nostro futuro abbiamo già molti progetti. Oltre ovviamente alla registrazione di nuovo materiale, attività senza il quale non riusciamo a stare per troppo tempo, ed a nuove idee strampalate per registrarlo, abbiamo intenzione di portare in giro per l’Italia il più possibile “Apollineo/Dionisiaco”, lavoro di cui andiamo molto fieri. Abbiamo un tour in corso e speriamo di annunciare ancora più date a breve. Non vediamo l’ora di far ascoltare la nostra musica alla gente!

Oga Magoga: Bene, da Simone e Anton è tutto! Grazie mille ad Oubliette Magazine per averci dato la possibilità di fare questa auto-intervista. Ascoltate “Apollineo/Dionisiaco”, disponibile su tutte le piattaforme online e nei migliori negozi di musica. A presto!

 

“[…] Me ne andai/ la luna appassiva e la gente rideva/ e io poco più in là/ al mio guinzaglio io/ camminavo” – “Synecdoche Pub”

 

Written by Oga Magoga

 

 

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